Testimoni di Geova
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Beatrice e i testimoni di Geova


Mi chiamo Beatrice e le scrivo da Forlì.
In questi giorni sto leggendo avidamente le pagine del suo sito www.infotdgeova.it Ho trovato tante risposte a domande che in questi anni mi sono fatta sui Testimoni e il loro modo di vivere. Grazie a Dio (sento proprio di poter dire così) non sono entrata in quel gruppo, anche se ho vissuto anni di tentativi di "immissione".

Brevemente: sono nata 30 anni fa da mamma cattolica NON praticante, uscita da un'esperienza di collegio per orfane stile film "Magdalene", e papà che di religione non mi ha mai parlato. Poi ho scoperto perché... La famiglia di papà (mamma, fratello, sorella, cognata e tutti gli zii e molti cugini) era composta da testimoni di Geova. Papà ha frequentato sino ai 14 anni, poi ne è uscito perché la sua passione erano le gare di pesca e i tornei di calcio (cose peccaminose!) alle quali, come TdG, non poteva partecipare. Solo anni fa ho scoperto che tale sua scelta è stata sofferta e gli è costata tutta una serie di patimenti da parte degli Anziani della congregazione.

Io sono cresciuta andando tutte le domeniche a casa di nonna, chiedendomi perché mai non si potesse festeggiare insieme un Natale, un compleanno... Nonna e zia hanno tentato di avvicinare alla loro fede me e mia madre: un paio d'anni di studi biblici, non ostacolati da papà, ma certamente sofferti e visti con sollievo quando mamma ha poi capito che non facevano per lei. Degli interminabili pomeriggi passati alla sala del regno ho pochi, ma vaghi ricordi: i bambini, anche piccoli, costretti al silenzio durante la funzione; i discorsi noiosi fatti sempre da uomini, mai da donne!

Le ragazze sempre in gonna sotto al ginocchio, MAI in pantaloni. Nonna, quando il sabato sera dormivo da lei, mi leggeva un libro dal titolo, se non sbaglio, Il mio primo libro di racconti biblici (spero di ricordare bene). Ho un flash dove mi rivedo perplessa di fronte ad una storia: quella di una fanciulla, Dina che, uscita con le amiche "gentili", fu rapita e stuprata. Mia nonna mi spiegò che la colpa era della fanciulla, che si era mescolata alle ragazze del mondo, si era ingioiellata e era uscita a divertirsi. Ricordo che reagii con veemenza, difendendo la fanciulla, colpevole solo di divertirsi come le altre ragazze della sua età.

Quante volte ho dovuto reagire negli anni, costretta a tavola con parenti che non amavo, solo per fare felice papà, tanto legato a nonna. Quante volte mi sono dovuta difendere da attacchi cretini e ragionamenti imbecilli... Lo smalto blu era indecente: bisognava mettersi quello rosso, più decoroso e naturale (ma come, faccio una volta io a zia, le unghie non sono bianche? e allora dovreste mettervelo bianco, lo smalto!); l'università era un luogo di perdizione (e io mi sono laureata in lettere); la discoteca era un luogo di perdizione (e io ci andavo); anche i miei tre lobi forati fecero scalpore, ma non quando andai in vacanza col mio fidanzato a 20 anni (che poi ho sposato un anno fa). Ah! quello fu un boccone amaro da inghiottire per nonna, ma lo fece, perché sapevo di essere la preferita, nonostante gli altri nipoti fossero perfetti TdG, deliziose marionette che dicevano sempre sì ai genitori.

Nonostante punzecchiate e frecciatine, nonna mi ha sempre voluto bene: se mi fossi fatta TdG, allora sarei stata perfetta! Per la pace della famiglia paterna anche la mia ha dovuto scendere a compromessi: io NON ho mai rivelato di essere una donatrice di sangue, né abbiamo mai detto a nonna che papà era stato sottoposto a trasfusione di sangue in seguito ad un difficile intervento. Compromessi, per non shoccare la famiglia.
Nonna è morta 2 anni fa, lasciando in me tanti ricordi felici e altri amari. L'ho amata molto, ma non le perdono di essere stata una donna dura con le nipoti battezzate che hanno smesso di frequentare i TdG: per lei quasi non esistevano più, erano come fantasmi. Dura è stata anche con la nipote mai battezzata, che dopo anni di pianti e sofferenze psicologiche si è decisa a lasciare. Non l'ha mai sostenuta, anzi. Sempre messa al confronto con i nipoti frequentatori, sempre in giacca e cravatta, gonne sotto le ginocchia e pizzi, bibbia sotto braccio.

Se mia cugina Nadia è ora una giovane donna felice e serena è anche per merito della mia famiglia e degli ex parenti TdG che l'hanno aiutata e confortata.
Io mi scuso se l'ho annoiata con questa storia famigliare, ma mi sono ritrovata nei tanti strazianti racconti pubblicati sul sito. Ho capito tante cose e ho dato una spiegazione a tanti comportamenti dei miei parenti TdG. Sto ancora elaborando il lutto di nonna e cerco solo di ricordare la parte tenera della sua personalità, non quella inflessibile, da giudice, che questa religione comporta. Io nonna, a dispetto di ciò in cui credeva, la immagino in cielo, a dare un'occhiatina con sguardo compassionevole, a ciò che faccio.

Continui, la prego, a raccogliere testimonianze e documenti: la seguirò sempre con piacere.
Grazie
Beatrice


Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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