Testimoni di Geova
     analisi critica di un culto
Testimoni di Geova
     analisi critica di un culto
Testimoni di Geova
     analisi critica di un culto
Testimoni di Geova
     analisi critica di un culto
Vai ai contenuti

La storia di Davide


Quella che segue è la mia storia, diciamo così. Non ho riportato tutti i dettagli, per non dilungarmi oltre. Ed ho tralasciato gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza per arrivare subito al sodo. Spero di non essere stato melodrammatico... Se ho dimenticato qualcosa, avremo modo di parlarne in fututo. Buona lettura...

Accingersi a narrare la propria esperienza tra i tdg, e cosa ancor più importante, parlare di cosa ci ha spinto ad allontanarci da quel mondo a parte, non è cosa facile. Specialmente per chi come me ha sempre vissuto la propria appartenenza a questa religione come una sorta di marchio, necessario, ma da tener nascosto o quantomeno del quale parlarne il meno possibile. Ma se mi sono iscritto a questo forum è perchè penso sia arrivato il momento di esternare almeno un po' le impressioni di questo ultimo tremendo anno... Ok, ci provo.

Da dove cominciare (cercando di non essere troppo prolisso)? La prima cosa che devo dire è che, almeno fino ad unno fa, ero un testimone molto convinto. E nonostante la mia timidezza, ero anche zelante. Sono uno di quei ragazzi che, terminate le superiori con ottimi voti, decidono di lasciare gli studi, con somma interdizione della famiglia - compagni di scuola - parenti - professori ecc... Questo è stato uno dei miei maggiori sbagli fatti in nome di Geova (?!?), e per inciso, se ci sono ragazzi che leggeranno questa esperienza, NON FATE LO STESSO ERRORE!! L'istruzione è importante, a dispetto di quello che il CD insegna...

Comunque... una volta diplomato, due anni fa, feci domanda come pioniere regolare. Per me sembravano non esserci alternative, se non volevo deludere gli anziani che avevano "puntato" così tanto su di me... In una congregazione dove la quasi totalità dei ragazzi se ne fregava altamente del servizio a tempo pieno e pensava a fidanzarsi il prima possibile, io ero per gli anziani come una sorta di cavallo da corsa sul quale puntare ed investire i propri sforzi. Andare all'università era un pensiero osceno, un vero peccato...

Non dimenticherò mai quando una volta che ero un po' triste un servitore di ministero mi disse "ma non è che stai pensando di andare all'università?"... Manco fosse un peccato mortale!!
Una volta nominato pioniere (nonostante il rammarico di mio padre non tdg..) feci addirittura un salto di qualità... Sempre guidato dagli amorevoli anziani, feci domanda per servire in un gruppo di lingua straniera, l'arabo. Feci il corso di tre mesi a Roma e cominciai a servire al gruppo di Napoli. Insomma, tutto questo per darvi un' idea della mia "spiritualità" (detta in termini di geovismo)...

Per mia sventura (ma in fondo, per fortuna) il robot che ero diventato (lavoro part-time - adunanze - servizio - gruppo arabo) era ancora in grado di provare sentimenti... Conobbi una giovane sorella, con la quale andavo davvero d'accordo in ogni cosa, e con la quale in poco tempo nacque una bella amicizia, che si evolse in breve in qualcosa di più di una amicizia... Ci innamorammo perdutamente.

Vi starete chiedendo dove sta il problema... Il problema era che, come ben sapete, tra i TdG ci si può frequentare solo se si ha intenzione (e si ha l'età) per sposarsi. Dato che io ero così in vista in congregazione, mai e poi mai avrei potuto compromettere la mia brillante carriera per seguire il "cuore inganevvole" (quante volte mi hanno letto quella scrittura!)... Ma non ero in grado di compiere questo ennesimo sacrificio. Adesso lo so bene quanto mi ha fatto male provarci... Inizialmente ci frequentammo di nascosto, tramite sms ed uscendo il più possibile in servizio insieme.. Non dimenticherò mai quelle serate trascorse "in servizio" con la ragazza che amavo, mentre parlavamo al chiaro di luna di quanto sarebbe stato bello vivere liberamente il nostro amore... Passavamo le ore a pensare a cosa sarebbe accaduto se ci avessero scoperto, e a quanto tempo avremmo dovuto aspettare per poterci amare alla luce del sole, senza dover cancellare con ansia gli sms e stando sempre sul chi va là...

Lei aveva due anni in meno di me, quindi calcolavamo che avremmo dovuto aspettare almeno cinque anni, secondo i criteri della nostra zona. Cinque anni così? mi sembrava impossibile resistere, e in fondo lo era... Si può chiedere un sacrificio del genere a due ragazzi? Questo è quello che fa il geovismo, e ben altro...

Passò qualche mese, tra mille sensi di colpa e il bisogno sempre più incessante di vedeci, di abbracciarci.. Un bel dì arrivò in congregazione uno stramaledetto articolo 'i giovani chiedono', che più o meno si intitolava "dovremmo frequentarci di nascosto?"... Incredibile!! era scritto proprio per noi!

E fu così che noi, purtroppo la vedemmo e la vivemmo... Eravamo entrambi molto "spirituali", cioè sensibili alle direzioni del CD, quindi quell'articolo fu per noi come una fucilata. Decidemmo che non era più possibile andare avanti così, e che dovevamo decidere se assumerci le nostre responsabilità dichiarandoci, con tutta la bufera che ne avrebbe conseguito, o ibernare il nostro amore, promettendoci di non parlarci più fino a quando "non fosse passato il fiore della giovinezza"...

Forse non avemmo abbastanza coraggio, o forse eravamo troppo spirituali... sta di fatto che scegliemmo la seconda strada. Decidemmo di aspettare, col cuore in mano.. decidemmo di soffrire ma di non deludere gli altri e quel Dio che ci sembrava così incomprensibile.. Ci incontrammo un'ultima, meravigliosa volta, per dirci addio e per prometterci che ce l'avremmo messa tutta per non morire dal dolore, per non cedere di fronte a all'abisso che ci aspettava. E alla fine pregammo insieme, chiedendo a Dio di aiutarci a capire... Sembra fantascienza, ma è andata così. E mi chiedo quanti attivi tdg siano cosi premurosi nel seguire la guida del loro dio... che rabbia...

Passò un po' di tempo, e tra tante lacrime cercavo di continuare il servizio e l'impegno nel gruppo arabo. Oramai ero un candidato certo per la nomina di servitore di ministero, ancor di più ora che avevo dato una prova così grande di abnegazione agli anziani, che nel frattempo avevno subodorato qualcosa e sapientemente erano riusciti a preservare il loro giovane brillante da mostrare con vanto al sorvegliante alla prossima visita. Ma qualcosa era cambiato in me. Non provavo più gioia in nulla, tanto meno nel servizio... Non facevo altro che pensare a lei, a domandarmi cosa avevo fatto di male per meritare un dolore così grande. Vederla a tutte le adunanze, e non poterle parlare.. nemmeno parlare... Non ce la facemmo, e in breve riprendemmo a sentirci con gli sms..

Non so quanti soldi ho speso di sms in quel periodo... anche 70 messaggi al giorno!! (lei non aveva internet...) Tutto questo per qualche altro mese, costellati da un incessante tira e molla, e vissuti con una profonda ansia e anche con una sincera vergogna. Fino a che gli anziani passarono all'attacco. Mi dissero che dovevo decidere: o lei, o il progresso (la carriera)... Che fare? Se avessi scelto lei, cosa ne sarebbe stata della mia vita? La congregazione era tutto il mio universo... potevo forse rinnegare tutto "per una gonna" (testuali parole di un anziano)?

Li rassicurai che tutto sarebbe finito, e che avrei continuato il servizio. Ma tutto ciò mi faceva morire dentro. Dovevo parlarne con qualcuno. E lo feci con quello che allora era il mio megliore amico, guarda caso il fratello (carnale) di quella ragazza, di poco più grande di me... Uscimmo in servizio e gli dissi tutto. Gli dissi che ero follemente innamorato di sua sorella, e che da mesi ci sentivamo di nascosto, e che avevamo provato più volte a "lasciarci"...

Pensavo che così avrei dato prova della mia sincerità, e del mio intento di fare le cose sul serio. Pensavo che avrebbe capito. Ma non fu così. Questo servitore di ministero mi portò a casa, mi salutò e poi andò a casa a sistemare le cose con sua sorella... In pratica quella poverina si trovò davnti al tribunale dell'inquisizione: genitori, fratello, sorella e altre sorelle più grandi di lei quella sera furono a casa sua a tormentarla con mille domanda insidiose. Mi è stato poi raccontato delle sue lacrime, quella sera... Una sorella "matura" convocata per l'occasione arrivo a dire che meritava gli schiaffi, e glieli avrebbe dati se fosse stata sua madre... Dev'essere stato terribile per lei...

Non mi pentirò mai abbastanza di aver provocato tutto questo, parlando con suo fratello. Sta di fatto che da quel momento il mio migliore amico e la persona che amavo non mi guardarono più in faccia, se non con astio incredibile... Non ho mai sofferto così tanto. Come ci si può sentire nel vedere la persona che il giorno prima ti ha detto 'ti amo' guardarti con indicibile disprezzo? Vederla trasformata? Passarono i mesi, e caddi in una grave depressione. Lasciai il lavoro e il servizio, ovviamente persi l'occasione di diventare servitore e dovetti rinunciare al gruppo arabo (dopo aver studiato tanto)... Cominciai a non uscire più di casa, finchè in preda al dolore più sconfinato dovuto a quell'assurdo abbandono, tentai per due volte il suicidio.
Fortunatamente andò male.

Anche grazie a mia madre, che letteralmente mi ha salvato la vita. Prontamente mi portò da uno specialista,ed iniziai una terapia per guarire da quella grave depressione. E' passato un anno da quel gesto estremo, ma ancora tremo al pensiero... Cambiai congregazione, sperando di riprendermi.. Trovai un lavoro provvisorio e ripresi un po' alla volta la vita normale. Molto fece la psicoterapia, che però mi fu vivamente sconsigliata dagli anziani. Ora capisco perchè. Con l'aiuto di quel medico, mi analizzai a fondo e vidi quanto la mia vita era stata sempre controllata da altri.

Ormai non ero più il rampollo della congregazione, non ero più nessuno. E non avevo più nulla da perdere. Feci quello che prima era impensabile: cominciai a fare ricerche su questa religione, e un po' alla volta mi si apriroronon gli occhi. Quante cose mi erano state nascoste! Quanto marcio c'era dietro quei fasi sorrisi! E quante interpretazioni false fatte dal cd! Lessi avidamente il libro di Ray Franz, e praticamente tutto questo mitico sito (grazie Achille..:-)

Dopo lo shock iniziale, ne parlai con gli anziani. Non vi dico le loro espressioni... Inizialmente io ero realmente intenzionato a riprendermi, o meglio, non ci stavo al fatto che gli sforzi di una vita perdesso senso così facilmente. DOVEVA esserci una spiegazione, e loro dovevano sapermi aiutare... Ma ovviamente non fu così. Uno di loro, in preda allo smarrimento, mi chiese se avevo ricevuto qualche regalo sospetto che potesse avere qualche influenza demonica su di me......

Il colloquio terminò con la decisione che sarebbe venuti col sorvegliante e intimandomi di non parlare con nessuno delle cose che avevo scoperto. Sono stati giorni durissimi. Non sapevo che fare. Dove andare al di fuori dell'organizzazione? Potevo e volevo dissociarmi, ma che avrei fatto? è stata una dura lotta, ma l'ipocrisia di quella gente in un certo senso mi ha aiutato. Un bel giorno venne a casa mia il mio ex migliore amico.. sì, proprio lui, il fratello di quella ragazza (che faticosamente cercavo di dimenticare). Mi disse che aveva saputo dello scivolone che avevo preso, che mi interessavo di apostasia.

Cercai di farlo ragionare, ma non ci fu verso. Se ne andò, e l'ultima cosa che mi disse fu: "in fondo sono felice che le cose siano andate così per te, se no chissà che fine avrebbe fato mia sorella con te"... In pratica mi disse che per lui era una cosa buona che io avessi tentato di ammazzarmi, purchè mi fossi tolto dai piedi, in quanto personaggio scomodo. Ma come si può dire una cosa del genere? Ancora non so darmi una spiegazione.

Non ebbi più dubbi. Ormai il vaso era ta tempo tracimato. Scrissi una bella lettera, la imbucai alla sala del regno, e feci un bel respiro... Era tutto finito. Da quel trenta luglio, giorno della mia dissociazione, le cose sono cambiate. Un po' alla volta ho ripreso i miei interessi (tra cui la chitarra, sacrificata per il servizio di pioniere), ho ripreso a parlare con mia sorella dissociata (già, proprio così) e soprattutto ho ripreso a studiare. Mi sono iscritto all'università!!!! Per me è una conquista colossale!

Non è stato facile. Uscire dalle trame di questa organizzazione può essere traumatico, ma ero forte di approfondite ricerche e di un'esperienza che mi ha fatto comprendere quanto può essere folle la vita di sacrifici di un testimone... Ho concluso la cura e sono guarito dalla depressione.

Recentemente sono stato in ospedale per un'operazione: avevano trovato un grosso polipo intestinale, fortunatamente benigno, e lo hanno rimosso. Ovviamente non si è visto nessun tdg, è questo è stato triste. Dopo aver fatto tanto per molti di loro... Ma in compenso sono venuti a trovarmi i nuovi amici dell'università!

Insomma, è stata dura, ma ora sono qui. A tutti coloro che stanno leggendo: non sacrificate i vostri sentimenti per paura di deludere gli altri o in nome di un'assurda ideologia, ma vivete ciò che sentite fino in fondo. E' l'unico modo per non morire dentro... Lo posso dire, ora che giorno dopo giorno ricomincio a vivere...
Davide



Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
Click sull'immagine per
accedere alla pubblicazione
 
   
       
 
   
       
Torna ai contenuti