Testimoni di Geova
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La mia esperienza


I miei anni fra i Testimoni non sono stati totalmente negativi, sono stati una parte importante della mia vita e l'esperienza mi è servita. Detto questo, però, l'accumulo di certe delusioni (il "paradiso spirituale" esisteva solo nella pagine delle riviste, non nella vita reale), e un genere di vita stressante e ripetitivo, sempre più insostenibile man mano che crescevo con l'età e maturavo personalmente, mi hanno fornito gli stimoli per fare quello che ogni buon Testimone ortodosso in fondo al suo cuore desidera ma teme come la peste: mettere il naso fuori dalla propria realtà, per trovare altri spazi.

Ho ricercato e voluto leggere testi e scritti critici verso i Testimoni, per trarne un giudizio personale, e nel momento che l'ho fatto è cascata anche l'ultima mia resistenza. Come dire: quello che ho trovato era molto più di quello che mi sarei aspettato di trovare, mi è cascato il classico "mondo addosso", e solo dopo un travaglio, faticoso ma liberante, ho riconquistato una mia autonomia di vita e di giudizio. Ma tutto questo non so quanto serva ad altri, è il frutto di un mio itinerario interiore che ad un certo punto della vita mi ha trovato pronto per il cambiamento, situazione che io per primo ho cercato e che nessuno mi ha imposto, e questa non è la normalità per i Testimoni.

Ad alcuni capita, e allora la fuoriuscita per quanto dilazionata nel tempo diventa inevitabile, ma non vale per tutti, né l'esempio mio o di altri serve alcunché a chi tra i Testimoni non ha alcuna intenzione di andarsene. I motivi per cui si aderisce a un movimento religioso risponde in primo luogo ad esigenze affettive prima che dottrinali, per cui neanche lo scritto più dotto e documentato smuoverà di un millimetro il comune Testimone dalle sue posizioni. Che uscire non sia facile, nemmeno per chi dissente (figuriamoci per chi non dissente!...), lo dimostra il fatto che dal momento del mio spontaneo allontanamento alla mia definitiva dissociazione sono passati quasi due anni!!!

Ma come andarono, entrando nei particolari, i fatti che portarono alla mia fuoriuscita? Ascoltando Radio Maria un giorno, in una trasmissione curata da Don Lorenzo Minuti chiamata "La Torre di carta", sentii l'intervista a un noto ex-Testimone in occasione di una sua partecipazione a un congresso sul geovismo a Genova. Beh, il suo modo di esporre, di parlare, e lo stesso tono della voce, mi colpirono molto, mi riferisco soprattutto al fatto che non corrispondeva affatto al modello di "apostata cattivo" che la Società dipingeva sulle sue pubblicazioni, secondo cui i fuoriusciti erano persone cariche di odio, irragionevoli, demoniache e squilibrate! Egli mi sembrò una persona ragionevole e sensata, che si poneva problemi logici (e dalla stessa Torre di Guardia avevo imparato che la "logica" era una caratteristica della "Verità" e dei Testimoni), così la prima cosa che mi chiesi era come mai una persona che era stato anziano dei Testimoni per tanti anni, e che mi pareva così razionale, avesse scelto la via dell'abbandono! Vi erano motivi? E se sì, quali?...

Beh, il mio carattere impulsivo e curioso non mi lasciò in pace, e il giorno dopo rintracciai il suo numero di telefono e lo chiamai (non chiedetemi con quale faccia... ma lui si ricorda benissimo il mio atteggiamento da chi da un lato si sbilanciava e dall'altro si proteggeva!). La sua accoglienza e disponibilità mi colpirono molto, e "peggiorarono la situazione", infatti da allora le telefonate si moltiplicarono... Gli dissi espressamente che io non condividevo le sue idee e la sua posizione, ma che mi chiedevo se vi erano motivi per la sua fuoriuscita che lui riteneva validi, e che avrei letto tali motivi per farmene una opinione personale! Mi promise di spedirmi un pacchetto con diverso materiale da leggere... e così mi arrivò un pacco gigante pieno di fotocopie tratte da riviste originali della Società con alcune sue sottolineature... beh... quel giorno stesso lessi tutto quanto, e già dai primi fogli avevo capito di essere stato turlupinato per tanti anni! Così iniziò un ricco scambio epistolare durato più di un anno, in cui io controbattevo con grande impegno, ma con la percezione esatta che aveva ragione lui... ma, come dire... non potevo cedere senza difendermi!!!...

Fu un periodo ricco sotto alcuni aspetti, nel senso che intellettualmente era molto stimolante, ma anche di profonda crisi: a quel tempo ero ancora sposato e il fatto coinvolse anche mia moglie che entrò in crisi con me, inoltre la mia insofferenza verso la congregazione aumentava, soprattutto per il fatto che non potevo confrontare e condividere queste mie nuove scoperte con nessuno, sapevo come sarebbe andata a finire se l'avessi fatto, e staccare i legami con l'Organizzazione, che era tutto il mio mondo, era impensabile! Alla fine però non ressi più... in congregazione sembravo uno zombie, non condividevo nulla di quello che sentivo nelle adunanze, mi sembravano informazioni inesatte e cariche di retorica, e chissà quante volte avrei voluto alzarmi in piedi per dire "NO! QUESTO NON È VERO!...". L'impossibilità di poter comunicare per il timore di essere solo giudicato mi faceva stare malissimo!!! Contemporaneamente conoscevo altri ex Testimoni da cui ricevevo sostegno, e anche qui mi colpì il fatto che essi rispettavano la mia libertà, lo facevano loro (che erano "apostati") mentre non lo avrebbero fatto i miei fratelli (che erano nella verità!...).

Gli anziani si accorsero della mia assenza, vennero tre volte, accoppiandosi diversamente dicendomi che erano visite "senza impegno, tanto per parlare"... Erano così "senza impegno" che la quarta volta vennero solo per dirmi che mi disassociavano!!! Riferire il contenuto delle nostre conversazioni, durante quei tre incontri, sarebbe come fare della satira: pareva che tutto quello che dicevo venisse interpretato male, e le loro risposte erano cosi stereotipate e patetiche che mi chiedevo come mai persone che fino a poco tempo prima stimavo per la loro intelligenza potessero essere così irragionevoli!!! Dissi che non ero stato io ad andare a cercarli e che erano invece  loro che avevano insistito per venire e farmi un sacco di domande, e che mi avevano ingannato parlando di "chiacchierate" senza impegno quando invece erano venuti in qualità di giudici per raccogliere prove contro di me! E avevo a tal punto ragione che in seguito proprio il Sorvegliante di Circoscrizione li rimproverò per avere seguito una procedura non corretta, dicendo che anche se leggevo cose non ortodosse, non avendo fatto alcuna propaganda, tale giudizio nei miei confronti andava annullato. Ma ormai un danno ulteriore era stato fatto, l'annuncio in congregazione era stato dato, e anche se successivamente venni riammesso ormai "puzzavo di apostasia" lontano un chilometro.

La cosa curiosa, oggi posso ripensarci quasi ridendo, è che quando un successivo processo, questa volta col Sorvegliante, mi riammise, annullando la disassociazione, c'era l'Assemblea di Distretto a Firenze, e quindi non vi fu il tempo di annunciare e farlo sapere a tutti. Inutile descrivere che patimento: i vari "fratelli" e "sorelle" non sapevano se salutarmi o no, e nell'indecisione... molti si astenevano. Un anziano della mia città (non della mia congregazione) che non era stato avvisato mi trovò con la telecamera che riprendevo il dramma in costume, ma il "dramma" lo vissi io... chiamò gli uscieri e con la forza mi fece sbattere fuori dallo stadio. Con molta fatica convinsi gli uscieri a parlare con uno degli anziani del Comitato che mi aveva riammesso e solo allora si convinsero che ero ancora un fratello! Per me fu veramente un'assemblea memorabile!...
Rimasi formalmente Testimone per altri due anni, fino a che, non importandomene più niente, scrissi io una lettera di dissociazione; ma a quel tempo ero riuscito a crearmi e ricostruirmi una vita affettiva e spirituale che tuttora mi sostiene e la mia fuoriuscita non era più un salto nel buio ma una reale esigenza di libertà!

Stefano



Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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