Testimoni di Geova
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La Storia di Isabella


Il mio nome è Isabella, e il mio desiderio, nel condividere la mia esperienza, è quello di essere d'aiuto a chi, come me, si è trovato o si trova ad avere a che fare con la Torre di Guardia.
Quando cominciai lo "studio" con  i Testimoni di Geova avevo 19 anni, fresca di diploma e in cerca di lavoro, quindi con tanto tempo a disposizione. Venivo da un'esperienza dolorosa, la perdita di mia madre, che mi aveva portato a cercare Dio nel modo in cui conoscevo, ricominciando a frequentare la parrocchia, abbandonata da anni. Il silenzio di Dio scoraggiava la mia ricerca... era troppo lontano per me. Così cominciai lo studio di un libro della Torre di Guardia, con la guida di una gentilissima Testimone di Geova, la signora Ilde*.

Inizialmente mi colpì il fatto di trovare tante risposte razionali ai perché della fede. Poi mi colpì il fatto di trovarmi così lontana da Dio, dai suoi principi, dal Suo modo di vedere le cose. Nel giro di pochi mesi smisi di fumare, smisi di esagerare con l'alcool e di usare droghe leggere, smisi di frequentare discoteche, mi isolai da tutti i miei "amici  del mondo".

Con uno sforzo immenso, decisi di mettere ordine nella mia vita e adeguarla a ciò che pensava Dio: se prima ero stata religiosa ma incoerente, ora volevo essere coerente nella mia nuova religione, volevo riconciliarmi con Dio sinceramente e senza compromessi.
La mia fiducia nelle interpretazioni della Torre di Guardia era divenuta così solida da spingermi a frequentare la "scuola di ministero teocratico", con tanto di applausi e "pagellina". Ero solo rimasta un po' male per il fatto che per partecipare a questa scuola avrei dovuto adeguare il mio abbigliamento...

Niente di che, si trattava solo di indossare la gonna alle adunanze e in predicazione, io in genere indossavo i pantaloni. La cosa in sé non costituiva un problema, era l'unico requisito richiestomi per partecipare al ministero teocratico. Ma pensavo ci fossero cose più importanti... ero rimasta un po' delusa, notando che anche gli uomini indossavano tutti rigorosamente giacca e cravatta. - Perché devono vestirsi tutti uguali? -, pensavo. Non riuscivo ad immaginarmi Gesù che prepara i discepoli alla predicazione raccomandando di indossare un certo tipo di tunica... tutti uguali!?! Mandai giù questo boccone in nome della mia sottomissione alle direttive dello "schiavo fedele e discreto".

D'altra parte avevo conosciuto persone che ritenevo straordinarie, piene d' amore, di attenzioni, i veri discepoli di Gesù, pensavo. Sì, veramente care persone che in buona fede seguono quella che è, secondo loro, l'unica religione approvata da Dio.

Stavo bruciando le tappe nel mio bisogno di piacere a Dio, ma tutto questo in me provocava solo un senso di vuoto, paura e frustrazione. Nonostante i cambiamenti nella mia vita, sentivo che niente e nessuno poteva rendermi "approvata" da Dio: c'era qualcosa che mi sfuggiva, se fossi stata giudicata da Dio, nonostante tutta la mia moralità e la mia buona condotta, Lui poteva ancora trovare qualcosa che non andava in me, la mia natura umana piena di errori, di egoismo, di incapacità di amare, di peccato. La religione può risolvere questo problema? Può una persona religiosa eliminare completamente il peccato dalla propria vita?  Non può farlo, in nessun modo.

Facevo grossi progressi nello studio, volevo imparare sempre di più, volevo conoscere Dio e piacergli in ogni cosa. Stavo studiando gli "ultimi tempi", il calcolo dei "sette tempi" della profezia di Daniele che portava sino al 1914, la data del ritorno di Gesù. Tutto questo mi suonava veramente strano, avevo difficoltà a credere ad una cosa del genere: Gesù aveva detto che nessuno avrebbe saputo il giorno e l'ora del Suo ritorno, ed ecco la data precisa spiegata con tanto di calcoli.

La signora Ilde mi prestò un libro per approfondire lo studio degli "ultimi tempi" e del libro dell'Apocalisse. Era il libro "Quindi è finito il mistero di Dio", un trattato sull'Apocalisse che conteneva pagine di strani calcoli e interpretazioni infondate, i calcoli sugli "ultimi tempi", i "due  testimoni".... tutto vacillava paurosamente, ed ora anche la mia fede nell'infallibilità del Corpo Direttivo.

Decisi di continuare la mia ricerca da sola, frequentavo le "adunanze" nella Sala del Regno, e intanto cercavo e leggevo tutto ciò che poteva essere utile ad ampliare la mia ricerca della verità. Leggendo e rileggendo il cap. 4 del libro del profeta Daniele, mi appariva sempre più chiaro che la spiegazione del sogno di Nabucodonosor e la sua applicazione erano riferiti a quel tempo e a quel capitolo, e non alla storia dell'umanità. Ne parlai con un anziano che cercò di dissipare i miei dubbi, inutilmente.

Nello stesso momento mio  padre, sconvolto dai miei cambiamenti e con il timore di "perdermi", mi impedì di frequentare l'assemblea di distretto e mi obbligò ad andare in vacanza in Sardegna con un'amica "del mondo". Beh, dovevo ubbidire, no? Lontano dalla congregazione avevo tempo e spazio per riflettere. Godevo dello spettacolo di un mare straordinariamente bello, una natura quasi incontaminata. Possibile che il Creatore di tutte queste meraviglie fosse il Geova della Torre di Guardia? Nutrivo sempre più dubbi.

Al mio ritorno non contattai subito la congregazione, continuai a cercare, a leggere, a documentarmi. In modo particolare nella biblioteca comunale della mia città trovai alcuni libri, di cui uno molto interessante: "Perché hanno lasciato i Testimoni di Geova?", era la raccolta di alcune testimonianze di ex testimoni che avevano trovato Gesù e si erano convertite. Cosa voleva dire questo? Cosa voleva dire "nascere di nuovo"? Era frutto dell'ennesima esaltazione di un gruppo religioso? E allora perché era tutto scritto lì, sulla mia Bibbia, nel mio Nuovo Testamento? In un anno di studio della "Torre di Guardia" nessuno mi aveva mai parlato di simili cose, solo 144.000 persone erano degne di tutto questo. Questi ragionamenti occuparono la mia mente e il mio cuore per diversi giorni.

La Buona Notizia, il Vangelo, era scritto chiaro davanti a me: "chiunque ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (Giovanni 5:24) e ancora è per grazia che siete stati salvati mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio (Efesini 2:8)  ...a tutti quelli che l'hanno ricevuto, Egli ha dato il diritto di diventare Figli di DIO, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da DIO(Giovanni 1:12,13).

Decine di versetti come questi si aprirono alla mia mente facendomi capire finalmente ciò che mancava: Gesù Cristo, nella Sua morte, aveva pagato totalmente il MIO debito di peccatrice davanti a DIO, offrendomi la possibilità di una vita nuova in LUI, e tutto ciò gratuitamente per me. Era sufficiente un atto di fede sincera, di quella fiducia vera che ti porta ad affidarti totalmente e senza riserve, rinunciando a te stesso e al tuo modo di pensare, alla tua religione, per affidarti solo a Cristo, all'Unica Via, la Verità, la Vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di Lui.

La gioia e la pace di Dio che provai in quell'attimo fu immensa: avrei voluto gridare a tutti cosa era successo: "sono diventata figlia di Dio! Gesù Cristo è l'Unica Via che porta a Dio!" Capii finalmente perché sentivo sempre qualcosa che non andava nonostante tutti i miei sforzi. Ecco lo scopo del sacrificio di Cristo! Lui ha vissuto una vita perfetta al posto mio, al posto di chiunque, per soddisfare pienamente la giustizia di Dio, e offrirmi una nuova vita IN LUI. "Non c'è dunque alcuna condanna per quelli che sono IN Cristo Gesù" Romani 8:1.

La prima cosa che feci fu quella di condividere queste scoperte con la mia amica Ilde che mi stava seguendo per lo studio. La sua reazione fu ovviamente negativa. Anche il marito cercò di convincermi che avevo sbagliato a cercare autonomamente informazioni. Quando lo pregai di leggere libri che mettevano in evidenza le contraddizioni della Watch Tower Society (WTS) mi rispose che preferiva astenersi da certe letture, perché gli provocavano il mal di testa. Così non fu possibile un esame onesto delle informazioni e dei testi che io stavo prendendo in esame, e fui lasciata sola nella mia ricerca. Unica alternativa: accettare un punto di vista unilaterale, cioè le pubblicazioni della WTS.

A quel punto non mi fidavo più di nessuno. Mi rendevo conto di avere affrettato le cose con i tdg senza essermi documentata prima, e d'altro lato loro stessi avevano già trasmesso in me il loro senso critico nei confronti di tutte le religioni, tutte le filosofie e ideologie, appartenenti indistintamente al malvagio sistema di cose. Mi trovavo ad un bivio, ero in crisi, non sapevo in cosa credere... avevo paura di sbagliare... se tutto questo fosse stato un inganno di satana?
Decisi di seguire ciò che diceva il mio cuore, di non accettare le interpretazioni contorte della Torre di guardia come provenienti dall'unico canale approvato da Dio, e di affidarmi completamente all'amore di Cristo, credendo che il suo sacrificio è un'opera perfetta, non necessita di nessuna aggiunta e può essere solo ricevuto in dono. Frequentavo sempre meno le adunanze, e nel giro di qualche mese, dopo un'infinità di incontri con sorvegliante, anziani, sorelle e fratelli vari, smisi di frequentare la sala del regno.

Nel frattempo, feci un corso biblico per corrispondenza: avevo incontrato un gruppo di evangelici che distribuivano opuscoli in piazza, ma non volevo avere a che fare con altre persone, preferivo riflettere da sola.
Dopo qualche mese presi contatto con il mio ex insegnante di religione delle superiori, parlandogli di tutta la faccenda, ma i suoi consigli non si rivelarono soddisfacenti. Parlai anche con un insegnante della mia ex scuola superiore, evangelico, bersagliandolo di domande e questioni, e qui la "musica" fu un po' diversa. Trovai una persona che aveva avuto la mia stessa esperienza con Dio, che si era convertita realmente a Cristo. Iniziai timidamente a frequentare la chiesa evangelica... erano riunioni semplici nelle case, le preghiere erano spontanee, mi sembrava di essere tornata ai tempi della chiesa primitiva.

Nel frattempo fui convocata da un comitato giudiziario a cui esposi nuovamente le mie obiezioni e la mia nuova esperienza di fede. Con molto "amore" fui disassociata; gli anziani insinuarono che mi ero innamorata di questo mio ex insegnante. Io ero sconvolta.

«Che dire delle persone non battezzate che si associano regolarmente alla ongregazione ma che ora vengono coinvolte in una grave trasgressione? Dovrebbero essere trattate in modo simile a come son trattate le persone battezzate, con l'eccezione che, non essendo riconosciuti membri della congregazione, non ne sarebbero espulse in maniera formale. ... se non si pentono e non si convertono dalla loro trasgressione, alla congregazione si dovrebbe dire che la loro condotta "non si addice al cristiano" e che l'associazione con loro non sarebbe in armonia con il consiglio di 1 Corinti 15:33. Non si dovrebbe accettare da tali individui nessun rapporto di servizio di campo» - "Organizzazione", pp. 174, 175, ed. 1973.

Passarono i mesi, gli anni, forse due, tre, anni in cui sperimentai un rapporto meraviglioso con Dio, la risposta alle preghiere mai provata prima, la gioia di leggere la Bibbia, un libro prima a me così ostico, la gioia di condividere tutto questo con persone che avevano fatto la mia stessa esperienza (escluso un anno con i tdg). Il retaggio geovista, però, si è fatto sentire per parecchio tempo: all'uscita dall'"organizzazione" ci si aspetta di trovarne un'altra altrettanto ricca e organizzata, ci si spaventa un po' quando si trovano opinioni dottrinali differenti, magari su questioni non fondamentali. Beh, grazie a Dio è stato proprio così: ho capito quanto sia importante maturare le proprie convinzioni in materia di fede, quanto poco contino le "strutture" e quanto contino invece le persone. Quando Gesù era sulla terra si rivolgeva alle persone, non alle organizzazioni, e continua a fare lo stesso anche oggi.

Passarono, come dicevo, due, tre anni; nel frattempo incontravo i miei "ex fratelli" che non mi salutavano, purtroppo ormai era diventata una triste abitudine, quando una mattina... Sorpresa!! Ero a casa di un'amica, quando ad un certo punto suonarono al campanello due "ex sorelle"! Con un'evidente imbarazzo entrarono e mi salutarono con tanto di stretta di mano!! Poi giustamente specificarono che si trattava di una nuova disposizione della WTS! I proclamatori non battezzati non erano più passibili di disassociazione! Con altrettanto imbarazzo davanti alla mia amica ignara di tutto, tagliarono corto e se ne andarono.

Ricevetti poi una telefonata da Ilde, "siccome Geova è un Dio umile, allora mi è sembrato giusto fare il primo passo" mi disse, "le disposizioni della Società sono cambiate in base al versetto che dice a chi è stato affidato molto, molto sarà ridomandato, a chi è stato affidato poco, sarà ridomandato poco". Secondo la società, quindi, mi era stato affidato poco, perché non ero ancora battezzata... potevo essere ancora in relazione con i membri tdg e considerata come una "normale persona del mondo", ed era meglio non parlare con me di argomenti religiosi, a meno che non ci fosse da parte mia un evidente "pentimento".  Non una parola di scuse per il tempo in cui gli "ex fratelli" si erano girati dall'altra parte.

Il "nuovo intendimento"

*** w88 15/11 pp. 18-19 Aiutiamo altri ad adorare Dio ***

... un proclamatore non battezzato può non voler continuare a fare progresso in vista del battesimo ... Cosa bisogna fare? Costoro, che in effetti non sono stati approvati da Dio, non vengono disassociati. ... In che modo i Testimoni considereranno tale individuo in seguito? Ebbene, prima egli era un ‘incredulo’ che frequentava le adunanze. Poi è voluto diventare un proclamatore della buona notizia ed è diventato idoneo per esserlo. Ora non lo è più, per cui egli è di nuovo una persona del mondo. La Bibbia non richiede che i Testimoni evitino di rivolgergli la parola, poiché non si tratta di un disassociato.

Non mi arrabbiai, anche se ne avevo il diritto, e accettai le ragioni della Società solo per un motivo: testimoniare dell'amore di Cristo, poter parlare ancora con tanti di loro delle assurdità e delle contraddizioni di questa organizzazione, poter essere d'aiuto a chi poteva trovarsi nella mia stessa situazione.
Sono passati ormai circa 15 anni da quel periodo, tanti punti di vista della WTS sono cambiati (che strano che un'apostata come me avesse avuto in anticipo rispetto al CD la "rivelazione progressiva"), la mia fede in Cristo è sempre la stessa, ovviamente maturata ed approfondita.

Avrei tante cose da aggiungere in merito, ma mi fermo qui. Non mi sento migliore di altri, anzi! Mi sento una peccatrice... PERDONATA!
Isabella
*Il nome è stato cambiato per riservatezza.


Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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