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La Storia di Dario


27 settembre 2002
Caro Achille,

Ti racconto brevemente la mia storia:

Sono nato in una famiglia di Testimoni e quindi sono stato "indottrinato" in questa religione.
La mia infanzia - come puoi immaginare - è stata molto diversa da quella dei miei coetanei, perché io non mi dovevo associare con loro, non dovevo assolutamente festeggiare il Natale, i compleanni o il Carnevale, momenti che tutti i bambini aspettano con grande entusiasmo. Il più delle volte mi trovavo in disparte e schernito. Credo che queste esperienze abbiano contribuito al mio carattere chiuso e taciturno.

Giunto all'età adulta ho deciso di non frequentare più, vista la continua intromissione nella vita privata, in tutti gli aspetti, anche quelli più intimi...,  e le varie contraddizioni e ipocrisie riscontrate.
Un altro motivo che mi ha portato a questa scelta è il fatto di non aver mai condiviso alcune regole su punti che non hanno alcun riferimento scritturale, ma che vengono stabilite in base ai parametri personali di alcuni anziani. Anche se dal podio venivano semplicemente presentati come "consigli", chi non li rispettava veniva disciplinato e definito "poco maturo", spiritualmente parlando.

Ecco alcuni esempi pratici di ciò che avveniva nella mia congregazione e che rendono chiaro cosa intendo dire quando parlo di "regole" imposte dagli uomini:

Nella Sala non si potevano portare giacche blu, rosse o dai colori troppo accesi.

      • La gonna doveva essere sotto il ginocchio, sennò quando la sorella si sedeva la gonna si accorciava e i fratelli si turbavano.
      • La gonna doveva essere di modello "classico"; la gonna-pantalone non era ammessa.
      • La scollatura non doveva provocare "strane idee" nei fratelli.
      • Alle sorelle con gli orecchini era consentito un solo foro per orecchio; due fori erano ritenuti mondani.
      • I fratelli esemplari non potevano applicare spillette al bavero della giacca.
      • Non si potevano indossare cravatte con personaggi dei fumetti, Topolino, Paperino etc.
      • Barba vietata.
      • Pizzetto vietato.
      • Baffi consentiti.
      • Basette a malapena tollerate.
      • Le scarpe di chi saliva sul podio dovevano essere con i lacci, i mocassini erano ritenuti  troppo casual.
      • Il vestito degli oratori doveva essere intero, lo spezzato era troppo disinvolto.
      • Nell'opera di predicazione fatta per strada non si potevano portare gli occhiali da sole.
      • Discoteca vietata.
      • Stadio vietato.
      • Concerti vietati, tranne quelli lirici.
      • Indossare magliette con disegni che richiamano l'attenzione su di se.
      • Indossare Jeans scoloriti, strappati o con le toppe...

La lista continuerebbe molto a lungo, ma ti risparmio il seguito... Del resto tu conosci bene come in tutte le congregazioni vi siano regole simili a queste.
Cosa facevano i capi Farisei al tempo di Gesù? Mentre Cristo lottava per la libertà e li contestava duramente, loro opprimevano il popolo con un'infinità di regole e regolette. Si notano parecchie similitudini in questi atteggiamenti ipocriti dei TdG.

Un altro motivo che ha determinato il mio allontanamento è stato il fatto di veder crollare alcune dottrine della Società Torre di Guardia. Per un eccesso fiducia ho sempre preso per buono tutto quello che veniva scritto nelle pubblicazioni Watch Tower, come fa la stragrande maggioranza dei Testimoni. Ma quando mi sono accertato di persona tramite altre fonti accreditate, ho riscontrato che diverse citazioni o date erano inesatte ed infondate. A quel punto ho perso la fiducia nei confronti dell'organizzazione.

Non mi sono ancora formalmente dissociato, anche perché i fuoriusciti vengono assolutamente ostracizzati: la persona viene evitata da tutti i suoi "amici" Testimoni, ma, cosa ancor più drammatica, è che lo stesso avviene anche anche con i suoi parenti più prossimi:  infatti, se qualcuno di loro decide di continuare ad avere normali relazioni sociali con il parente disassociato, rischia di essere a sua volta espulso.

Sono stato minacciato di espulsione dagli "anziani" se solo avessi parlato con qualcuno delle mie opinioni, non perfettamente in linea con quanto è stabilito dal Corpo Direttivo dei Testimoni. Non ha importanza se quello che penso è la verità, se ho delle prove chiare e incontestabili, questo non importa, non bisogna parlarne e basta!
Ora, se non voglio perdere il rapporto con i miei genitori e anche con diversi amici a cui tengo, non devo parlare di queste cose con nessuno, pena la disassociazione. Sono riusciti a togliere la libertà di espressione ad un individuo sotto la minaccia di fargli perdere i suoi affetti.

Davvero un'eccellente dimostrazione di amore cristiano, non trovi?
Credo che questo sia altamente incostituzionale in un paese come l'Italia, dove c'è libertà di espressione e di professare la religione che si vuole. Mi chiedo come possa lo Stato italiano riconoscere giuridicamente un gruppo che pretende la libertà e poi non accetta nessuna critica dai suoi associati, minacciandoli di espulsione e condannandoli ad una sorta di isolamento sociale...
Comunque, alla luce dei fatti comprendo che se non fossi nato da genitori TdG, e quindi travolto dalle circostanze, non sarei mai divenuto un Testimone.
Questa esperienza mi ha portato alla conclusione che i TdG non sono né migliori né peggiori degli altri. Tutta questa intromissione nella vita delle persone mi ha stancato, sono stanco dell'ipocrisia di un gruppo che si considera migliore degli altri, quando non lo è. Persone giuste, oneste e cristiane si trovano anche altrove.

La mia intenzione ora è quella vivere da cristiano, ma senza catene, senza le finzioni comportamentali imposte e senza la paura di essere distrutto da Geova.

Adesso, dopo aver trovato finalmente una mia identità, posso dire di aver cominciato a vivere da uomo libero.
Dario

Riflessioni

Dopo tutta una vita passata tra i Testimoni di Geova non avrei mai pensato ad un mio possibile allontanamento; credevo nella dottrina e negli insegnamenti della Società Torre di Guardia e la ritenevo l'unica organizzazione approvata da Dio, o almeno questo era quello che mi era stato insegnato fin dalla nascita. L'unico modo per sopravvivere all'imminente fine del "sistema di cose" era quello di rimanere un attivo componente dei TdG. Tutta la mia vita era stata programmata fin nei minimi particolari: adunanze, predicazione, lavoro secolare, svago, amicizie, tutto nella misura che il Corpo Direttivo riteneva opportuno per un cristiano.

Guai a dedicare più tempo ai divertimenti che alla distribuzione di letteratura! Nel Testimone viene indotto un forte senso di colpa per non aver messo al primo posto le attività teocratiche. È questa la sensazione che provai più di una volta, quando, la domenica mattina, unico giorno in cui non lavoravo, preferivo restare qualche ora in più a dormire nel mio letto, piuttosto che andare a predicare di casa in casa. Lo stesso senso di colpa lo provavo tutte le volte che, per cause di forza maggiore, ero a lavorare, invece di essere presente all'adunanza.

Ma più passava il tempo e più non sopportavo le contraddizioni che vedevo: invece della felicità e dell'amore dipinto nelle pubblicazioni Watch Tower, la realtà era ben diversa. Malgrado l'apparente paradiso che sembrava regnare tra il "popolo di Geova", molte esperienze dirette mi portarono a comprendere che il gruppo a cui appartenevo non era poi tanto diverso dalle tanto disprezzate 'persone del mondo'. L'insofferenza che vivevo divenne insopportabile, malgrado venisse ignorata da tutti quelli che mi stavano intorno, compresi i miei familiari. Cosa potevo fare? Abbandonare l'organizzazione equivaleva ad auto condannarsi alla distruzione eterna! E devo dire che questo pensiero mi terrorizzava: l'idea di un Dio che a breve avrebbe ucciso con metodi violenti e catastrofici circa il 99% degli esseri umani.

Decisi quindi a prendermi un periodo di tempo per riflettere sulla mia posizione. Iniziai a fare ricerche su libri e altre fonti che non fossero unicamente quelle della Società Torre di Guardia, e tra queste anche scritti di ex Testimoni. Mentre procedevo nelle mie ricerche compresi quale fossero i reali motivi del divieto assoluto imposto a tutti i fratelli di leggere scritti "apostati": in questo modo la Società tiene all'oscuro gli ignari Testimoni di fatti scomodi e compromettenti per la propria immagine! Rimasi sconvolto nel conoscere la storia dei TdG dai tempi di Russell, le varie lotte per il controllo del potere, e quello che questa organizzazione ha fatto negli anni passati, tutte le mistificazioni operate, cose che non avrei mai immaginato. Fu un effetto a catena, devastante!

Quando parlai ai miei genitori delle argomentazioni di cui ero venuto a conoscenza, le reazioni che ne seguirono furono per me del tutto inaspettate e sbalorditive: pensavo di conoscerli a fondo, ma forse mi sbagliavo. Dalla disapprovazione mostrata inizialmente verso le mie critiche, passammo poi a divergenze d'opinione molto animate, che culminarono con l'invito di mio padre di andare fuori da casa sua. Per un mese sono stato ospitato gentilmente da un mio cugino cattolico, e sono grato anche ad altri parenti (non Testimoni) per la solidarietà mostratami. Dopo qualche settimana, credo dietro a rimorsi di coscienza, ho ricevuto la telefonata di mia madre che mi invitava a ritornare.

Ora per fortuna la situazione è notevolmente cambiata, ma la cosa che più mi fa rabbia è il modo in cui i miei genitori si pongono quando presento loro alcune contraddizioni presenti nei Testimoni. Mio padre ha assunto una posizione apatica, non spreca neanche una parola per conversare in merito e non vuole parare più con me di questi argomenti. Mia madre invece è quella che dei due mi ha stupito maggiormente: dico questo perché dopo molti anni dal suo battesimo e circa una decina di persone condotte alla "verità", si è guadagnata una buona reputazione e spesso altre sorelle si rivolgono a lei per confidarsi o chiederle dei consigli.

Ritenevo fosse una persona equilibrata e giudiziosa ma gli ultimi fatti mi hanno dimostrato che questa convinzione non era del tutto esatta. Tanto per citare un esempio, parlando dei frequenti nuovi intendimenti, le feci notare che da qualche tempo alcuni derivati del sangue sono stati ammessi e forse questo è un primo passo verso la libertà di coscienza senza minacce di espulsione. Ipotizzando un possibile giorno in cui la Società decidesse di far diventare le emotrasfusioni una decisione di coscienza, (in altri termini, le consentisse) mia madre - che oggi morirebbe pur di non accettare sangue - ha detto che lei si conformerebbe senza problemi al 'nuovo intendimento', come del resto penso farebbe la totalità dei TdG convinti.

Da quel momento in poi ho compreso che alla mia famiglia è stata veramente rubata l'autonomia decisionale che appartiene a qualsiasi individuo libero: non possono vivere in nessuna maniera diversa da quella stabilita per loro, sono pronti anche alla morte per esaudire la volontà del Corpo Direttivo. La cosa che ritengo drammatica è che sono convinti di fare la volontà di Dio e non hanno capito di aver affidato le loro esistenze alla presunzione di alcuni uomini che si ritengono mediatori tra Cristo e gli uomini. Trovo tutto questo sconcertante e spero solo di averli fatti riflettere almeno un po' su come stanno impiegando le loro vite.

Intanto gli anziani  continuavano a fare pressioni  per venirmi a visitare, la loro intenzione era quella di ristabilire un malato spirituale, e la cosa più sbagliata che potessi fare è stata quella di parlare con loro delle cose che mi avevano portato a non assistere più alle adunanze.

Purtroppo non immaginavo fino a che punto potessero essere subdoli e invadenti...

Incontrando (in modo del tutto casuale) un anziano di nome Giulio G. [i nomi sono stati cambiati. n.d.r], feci un vago accenno del mio disaccordo su alcune imposizioni della Società. Gli avevo comunque detto chiaramente che non avevo alcuna intenzione di incontrare gli anziani in modo formale, dato che desideravo riflettere su quello che stavo ricercando; ma, nonostante ciò, la mia volontà non è stata rispettata, e credo nel peggiore dei modi.

Ricevo, qualche giorno dopo il nostro incontro, una telefonata di Giulio, il quale mi vuole incontrare "tanto per bere una cosa insieme" e, visto che ci conosciamo da vent'anni, ad un vecchio amico come si può negare un incontro?... Visto che il tutto aveva un tono molto informale acconsento e gli do appuntamento a casa mia. Una volta entrato cominciamo a parlare del più e del meno, ma, dopo qualche minuto, suona di nuovo il campanello. Mio padre va ad aprire e chi mi ritrovo in camera? Bruno F., il Sorvegliante che presiede!, il quale esordisce con  "scusate il ritardo, ma c'era traffico". Dentro di me mi domando: "Ma chi l'ha invitato questo? Io a casa mia non ce lo voglio (e lui era stato avvisato)".
Dopo di che comincia l'interrogatorio...

"Allora caro Dario quali sono questi dubbi facci capire...".
Io restavo sempre sul generico, mentre loro insistevano nel conoscere i particolari. Credevo di trovarmi di fronte a degli amici fidati, persone con cui si potesse dialogare, ed ero pronto  a dar loro ragione se mi avessero dimostrato dove stavo sbagliando. Menzionai loro alcuni fatti che la Società non rendeva noti ai fratelli, ma, mentre parlavo, vedevo le loro espressioni cambiare, dagli amici sorridenti si trasformavano, tipo "COME OSA!!!".
"Dove hai preso queste informazioni?!".
Ed io "In giro,nei libri, nelle enciclopedie, su Internet a questo mondo non ci sono solo i libri dei Testimoni... se volete vado di là e vi prendo alcune fotocopie così ne discutiamo e possiamo chiarire".

Giulio G.: "Eh no! io quella roba apostata non la tocco. Per me è veleno".
Io dico: "Come fai a dire questo se non sai neanche di che parla e chi l'ha scritta?".
Allora prende come esempio il bicchiere che avevamo davanti e dice: "Se qualcuno mi dicesse che questo bicchiere è avvelenato io non  berrei...".
Io gli rispondo: "Beh, io, prima di credere a quello che ti hanno detto, lo analizzerei per poter stabilire se è avvelenato, non trovi?".
E lui: "Non ne ho bisogno. Io ho l'acqua pura" (credo si riferisse al cibo spirituale).
L'altro anziano, Bruno F., mi dice: "Ti sei fatto imbambolare da questi apostati che stanno su internet, che vanno proprio a caccia di deboli come te... chi è? Uno di questi grandi scommetto".

Squillo del telefono; vado a rispondere. Era un altro anziano, Antonio T. che, guarda caso, voleva venire a casa mia per "salutarmi"! (magari lo stesso tipo di "saluti" che mi stavano facendo i suoi colleghi). Che combinazione! Da un appuntamento tra  amici si stava creando un comitato proprio a casa mia! Gli faccio: "scusa Antonio ma qui già siamo troppi...".  Chiudo la telefonata e ritorno dagli 'amici'.

Bruno F.: "Ora ci devi dire se quelli che hai sono solo dubbi o per te sono certezze, e se ne hai parlato con qualcuno!".
Io: "Scusa, ma se qualcuno viene a casa mia e chiede la mia opinione, vuoi dire che io non gliela posso esprimere? Guarda che ho criticato solo alcune regole umane, non la Bibbia".

Bruno F.: "Tu hai messo in dubbio lo schiavo fedele e discreto, che è contenuto nella Bibbia, quindi vai contro la Bibbia stessa. Se ne parli con qualcuno noi ti disassociamo. Se parli con qualcuno significa che tu vuoi creare una setta!  [io una setta? ma questi mi sa che fanno uso di stupefacenti] Se leggi ancora materiale apostata noi ti disassociamo! Lo facciamo per la purezza della congregazione" (tenendo nascosti i fatti la manterrebbero pura).

"La purezza?" dico io, "ma quale purezza? Io le  peggiori esperienze le ho vissute proprio tra i fratelli: truffe, bugie, cattiverie, antipatie, tradimenti, ingiustizie, per menzionarne solo qualcuna...".
"Se non ti va più bene questa organizzazione fa una bella lettera e te ne esci, e poi quando ti sei battezzato l'hai accettata!".
Certo, sarebbe facile fare una lettera e dissociarsi se non ci fosse la condanna a perdere tutti gli amici e parenti TdG in un colpo solo.

Giulio G. mi fa questo esempio: "Prova ad andare contro i tuoi datori di lavoro e poi vedi che ti succede...".
Sicuramente se io non condividessi alcune scelte dell'azienda per cui lavoro, non sarei  certo licenziato, oppure i colleghi non mi rivolgerebbero più il saluto!

Dato che controbattevo alle loro affermazioni (peraltro assurde) Giulio G. mi dice: "Eh, tu hai studiato troppo quella roba... A questo punto, dubito pure che credi a Geova come persona fisica [fisica? ma non era spirituale? boh, mi sa che c'hanno una confusione in testa, e poi vogliono insegnare agli altri...] Ci credi che siamo negli ultimi giorni? Ci credi ad Armaghedon?" e Bruno F. prosegue: "Cosa ti offrono questi apostati, qualche speranza migliore della nostra?".
Rispondo che "mi voglio accertare della verità, se quello che ci hanno insegnato è vero. Voi vi siete mai accertati?".
"Non ne ho bisogno. Io ho la fede!" dice Giulio G. (contento lui...)

Comunque più si andava avanti e più avevo la certezza di trovarmi davanti a dei rappresentati di un'organizzazione dittatoriale, totalitaria. O la pensi come noi su tutto o verrai punito, non c'era alternativa. Lo schiavo non si può criticare, anche se sbaglia non importa, anche Pietro si è sbagliato quando ha rinnegato Cristo, hanno detto.
"Se non si possono neanche esprimere opinioni questa è dittatura" ho detto io.
Bruno F: "Questa è TEOCRAZIA".
Io: "Teocrazia? Roba che manco c'è 'sta parola sulla Bibbia, se l'è inventata Rutherford".
Apriti cielo, non ti dico le facce!  Quando cominci a non essere d'accordo con tutto quello che è "ufficiale" vieni subito definito ribelle.

Visto che dopo due ore non si veniva a capo di niente, li invitai  ad uscire. Forse a caldo non me ne resi conto, ma riflettendo su quello che mi era accaduto capii che quello di Giulio G. non fu un semplice incontro tra amici, come mi aveva fatto credere, ma era già stato tutto studiato prima a tavolino con gli altri anziani. Bruno F. si presenta senza invito, senza nemmeno telefonare, mi interroga in modo insistente sulle mie opinioni e poi mi minaccia... E il tutto avviene a casa mia. Almeno Antonio T. ha avuto la decenza e l'educazione  di fare prima una telefonata, anche se si sarebbe unito anche lui agli altri due se non gliel'avessi impedito.

Qualche giorno più tardi compresi anche il senso di una frase che mi venne detta dall'anziano che presiede: "Con questo che ti ho detto sei stato ammonito"...

Al momento non gli diedi grande peso, mi sembrava una frase buttata là senza grosse implicazioni; e invece lo stesso tipo di avvertimento era riportato da Paolo nella sua lettera a Tito: "In quanto all'uomo che promuove una setta, rigettalo dopo una prima e una seconda ammonizione sapendo che tale uomo è stato pervertito e pecca essendo condannato da se stesso" (Tito 3:10,11).

Sono quindi stato messo alla stregua di individui come Imeneo ed Alessandro, definiti dallo stesso apostolo persone che bestemmiavano e che, in opposizione al Cristo, cercavano di creare una setta. Questo mi sembra profondamente ingiusto, io non mi sogno neanche lontanamente di formare una setta, né tanto meno di rinnegare il Cristo!

Dopo due giorni telefonai a Giulio G., l'organizzatore dell'imboscata. Gli dissi quanto fossi stato deluso dal suo comportamento, a mio giudizio molto poco leale. L'unica reazione che ho potuto avvertire nella sua voce è stata solo di un grande imbarazzo, non sapeva cosa dire...

Cosa successe nell'immediato? Il Corpo degli Anziani si riunì d'urgenza. Erano già stati scelti gli anziani che avrebbero formato il mio comitato giudiziario. Comunque servivano altre prove della mia presunta "campagna apostata". Il sorvegliante che presiede cominciò una serie di interrogatori tra i miei amici per vedere se avevo parlato a qualcuno di questi argomenti 'proibiti'. Visto che da tutto questo lavoro d'indagine, l'investigatore tornò dagli altri anziani senza niente di concreto, decisero che per formare un comitato sarebbero bastate le testimonianze di Bruno F. e Giulio G. Mio padre fu accusato di coprirmi. Serviva solo un altro incontro in cui fosse presente un terzo anziano per far partire l'azione disciplinare.

A questo punto forse mio padre si ricordò di avere un figlio e mi disse: "Guarda che devono venire a parlarti. Se non ritratti ti disassociano, lo scopo della loro visita sarà quello". A quel punto mi trovai di fronte ad un bivio: dato che di quel tipo di organizzazione e dei suoi metodi ne avevo fin sopra ai capelli, potevo dissociarmi con una lettera, o, non accettando l'incontro, essere disassociato da loro. Oppure avrei potuto non mostrarmi "ostile" per non essere sanzionato.
Quali sarebbero state alcune conseguenze della mia espulsione?

Un fattore non trascurabile è il fatto che non mi era stato permesso di avere amicizie al di fuori dei TdG, quindi la mia vita sociale era stata unicamente vissuta nel contesto della congregazione. Mi sarei trovato all'improvviso senza un solo amico, avrei dovuto mangiare da solo in camera mia mentre i miei cenavano in soggiorno con i loro amici; una volta andato via da casa non avrei più goduto della normale associazione con la mia famiglia; avrei dovuto lavorare insieme a dei fratelli che mi avrebbero trattato da 'appestato'. Tutte queste umiliazioni e mortificazioni  devono accadere a chi non condivide più una sola interpretazione della Società Torre di Guardia. No, non mi andava di farmi rovinare la mia esistenza e dargliela vinta in questo modo.

Vengono quindi di nuovo a casa e cominciano a tirare fuori gli argomenti della volta precedente. Sarebbe bastata una sola idea contraria a quella dello schiavo per essere imputato. Io divagavo, non parlavo dell'organizzazione, gli dissi di aver perso gli stimoli per andare in sala o in servizio.
"Queste sono tutte scuse, parlaci dello schiavo fedele e discreto". E io: "Ma parlaci di che? Che cosa vorresti che io ti dica?".  Rispondevo alle loro domande con altre contro-domande, era l'unico modo per non cadere nei loro tranelli. Alla fine li ho mandati via perché mi dovevo incontrare con una persona. Erano piuttosto perplessi.

Finita qui la storia? Non ancora.  Mi affaccio alla finestra e li trovo appostati all'angolo della strada. Dopo 10 minuti stavano ancora li. Quindi decido di uscire e di andare dalla parte opposta. Appena sono dietro l'angolo Giulio G. sale in macchina e comincia a seguirmi! Ogni tanto si accostava, mi faceva allontanare un po', e poi ripartiva. Appena si è sentito scoperto se n'è andato. E per non parlare delle telefonate insistenti che mi fanno a casa o sul cellulare. Altro che amorevoli pastori, questi si credono agenti del KGB! Stanno aspettando un mio passo falso per poter agire nei miei confronti. Tutta questa situazione mi crea una grande ansietà.

Dopo questa esperienza come posso definire "cristiani" i metodi e le procedure adottate dai Testimoni di Geova? Cosa hanno loro dell'amore e della misericordia di Cristo Gesù, quando nelle loro pubblicazioni e con alcuni versetti estrapolati dal contesto si 'legittima', per esempio, il lasciar morire qualcuno piuttosto che acconsentire ad una trasfusione, si suscita il terrore nella sempre imminente fine del mondo e si creano divisioni familiari? La libertà di cui parlava Gesù stesso non sta per nulla in questo. Gesù ha sempre aborrito la schiavitù dagli uomini.

Ora non voglio avere più niente a che fare con questa organizzazione religiosa integralista e dittatoriale, visto che nessuno può permettersi di criticarla senza perdere tutte le amicizie e i gli affetti. Nelle loro pubblicazioni si parla di onestà, si spara a zero sulle altre religioni, ma non si ha l'umiltà di ammettere che gli errori commessi da preti, vescovi e papi sono gli stessi commessi da anziani, sorveglianti e Corpo Direttivo. Se il prete è ipocrita o pedofilo è una prova che la chiesa è Babilonia la Grande, se l'anziano agisce in maniera gravemente antiscritturale bisogna passarci sopra, tanto Geova metterà le cose a posto. Ogni copia della Torre di Guardia è una continua autocelebrazione del popolo più felice, onesto, puro, etc., etc.

Sono rammaricato per tutto questo e sono deluso da anziani che consideravo amici, persone con cui credevo di potermi confidare, e che si sono dimostrati di fatto i miei inquisitori; ogni mia parola è stata pesata e usata come prova d'accusa. Non può esistere il dialogo dove non c'è comprensione. Dopo questa esperienza ho imparato che non si può 'organizzare' il cristianesimo sulla struttura di una grande azienda; il messaggio di Cristo è chiaro e chiunque lo accetta può metterlo in pratica e riceverne grandi benefici, ed è quello che cercherò di fare giorno per giorno.
Dario



Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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