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La Storia di Eva
“Storia di un'illusa e ingenua”
I miei genitori non hanno mai accettato che io fossi una TdG, ma madre però non si opponeva, rispettava le mie scelte; mio padre invece si arrabbiava molto. Una sera di ottobre, in apparenza una sera come tante altre, mio padre, disperato, mi disse: "Scegli, o noi o Geova". Ingenua, illusa e testarda com'ero, pensavo di saperne più di lui, e così me ne andai. Mi ritrovai da sola per la strada senza un lavoro.
Non ho mai pensato che mio padre fosse uno stinco di santo, ma non sta a me giudicare, proprio io poi, e la storia che sto per raccontare lo dimostra. Una breve premessa: solo ora mi rendo conto di quanta amarezza ho procurato alla mia famiglia e questo è uno dei miei più grandi rimorsi.
Facciamo un passo indietro: già alle scuole medie conobbi i TdG ma ero piccola e non mi interessavo di religione. Quando avevao 16 anni accaddero due cose per me traumatiche: la morte di mia nonna materna e un'altra delusione familiare. Furono per momenti difficili e mi chiedevo che senso avesse vivere cosi.
All'epoca uscivo di casa e andavo in discoteca con una mia coetanea. Un giorno mi invitò ad una conferenza. Capii piu' tardi che stava studiando con i TdG e che mi trovavo in una Sala del Regno. In breve accettai lo studio ma siccome ero minorenne e dovevo farlo di nascosto non fu semplice. Quando lo venne a sapere mio padre fu la fine del mondo, si oppose in tutti i modi ma io cocciuta continuai di nascosto e a 19 anni mi battezzai.
Dopo essermene andata di casa mi rifugiai dalla sorella che mi aveva fatto lo studio. Mi sistemai da lei trovai un lavoro part-time e - ho i brividi a pensarci ora - cominciai a fare la pioniera. All'epoca le ore richieste erano 1000 all'anno quindi bisognava uscire tutti i giorni almeno per tre ore. Lì incominciai a conoscere i TdG e cominciarono anche i primi litigi e le prime gelosie perché come vicina e padrona di casa avevamo la mamma della sorella che mi fece lo studio, una vera sorella pestifera, capace di bassezze inaudite, avida e cattiva come pochi. E come scusa aveva il servizio: pensava che bastasse uscire in predicazione per espiare le sue colpe. Me ne andai per sfinimento e cambiai congregazione perché la casa era a 15 km di distanza.
Da quel momento iniziò un periodo felice: ho conosciuto famiglie di TdG, anziani e giovani, davvero bravi. Ero impegnata a 360 gradi per Geova (almeno cosi credevo), la mia vita consisteva in servizio, adunanze, visite agli ospedali per trovare i malati. Lo svago era poco perché dovendo provvedere a me stessa con un lavoretto i soldi non bastavano mai e quindi uscivo poco.
Poi nel giro di poco tempo furono disassociati tre miei cari amici: fu doloroso per me star loro vicino finché ho potuto, perché dopo l'annuncio non si può più. Decisi di coabitare con delle ragazze non TdG dall'altra parte della città e da quel momento cominciarono i guai. Da brava e ubbidiente TdG decisi di cambiare congregazione perché ero fuori territorio. Rricordo che si veniva incoraggiati ad associarsi con la congregazione del territorio e io accettai l'incoraggiamento (l'ordine). Tengo a precisare che un anziano amorevole mi scoraggiò dal farlo (e a ragione), ma non poteva dirmi cosa stava di succedendo nell'altra congregazione.
Mi scontrai con una realtà nuova per me: la sera stessa del mio annuncio di benvenuto si venne a sapere che un bravo giovane, figlio di un anziano, che era a servire per l'ampiamento della sala delle assemblee, era tornato a casa ed era stato disassociato. Fu una doccia gelata: conoscevo bene questa persona e tutto si poteva immaginare di lui ma non questo. Era strano vederlo in Sala sempre presente con tutte le riviste ben preparate, ma doveva stare in silenzio, nessuno poteva parlare con lui e alla fine dell'adunanza doveva andare via.
Un giorno una sorella che lavorava nei supermercati mi chiese di sostituirla e mi trovai a lavorare gomito a gomito, indovinate con chi? Già, con lui. All'inizio mi comportavo come se nulla fosse ma poi mi fu sempre più difficile. Arrivai ad incoraggiarlo con degli sms. Una sera all'uscita dell'adunanza lo vidi scappar via in macchina dopo che aveva parlato con un anziano. Stavo così male per lui... Dopo poco fu riassociato e non so se lui o chi per lui andò a riferire ad un anziano che io gli avevo mandato degli sms mentre era disassociato: apriti cielo! Fu uno scandalo! Prima una sonora tirata d'orecchi dal sorvegliante di circoscrizione, poi un comitato di servizio, eper finire la rimozione da pioniera regolare per alto tradimento della Watch Tower Society.
Questo fu l'inizio di una serie di discipline pesanti per altri motivi. Sembrava che gli anziani avessero perso il controllo.
Come ciliegina sulla torta da tempo si parlava di aprire una nuova congregazione in lingua spagnola e così una cara famiglia si trasferì. Al suo posto ne arrivò un'altra e anche loro divenenro col tempo miei carissimi amici, ex pionieri speciali, molto bravi. Ma subentrò un altro guaio (rileggendo quello che ho scritto vedo che parlo di un guaio dietro l'altro, ma è così: quando si è soli i guai sono catastrofi): dovevo cambiare casa ma gli affitti erano esagerati. Decidemmo quindi di unire le forze con alcune sorelle ma non fu un idea saggia, dato che queste sorelline erano molto agitate. Nel frattempo ero stata nominata pioniera, nomina sperata e sudata, e con l'aria che tirava in congregazione era molto difficile tenersela stretta. L'ideale sarebbe stato andare ad abitare da soli, ma per farlo dovevo cambiare città. Così mi trovai qui nella bassa Romagna, dove, nel giro di un anno e mezzo decisi definitivamente di uscire dalla WTS.
La nuova congregazione era ostile e chiusa su stessa. Mi accorsi subito che c'erano delle caste in congregazione, fratelli emarginati e mogli di anziani molto autoritarie e pettegole. Ovviamente mi videro come un'intromissione nella loro vita di sempre perché le sorelle bistrattate ora avevano un'alleata in me. Piano piano vennero a galla cose assurde, storie di intere famiglie di anziani perseguitati, il pettegolezzo era all'ordine del giorno, ma ciò che è peggio erano di dominio pubblico anche gravi fatti di comitati giudiziari.
Si parlava di anziani che insabbiavano ogni tipo di peccato di chi gli era figlio, parente e amico. Così scoppiò una bomba perché nel frattempo un mio coetaneo, che credevo mio amico perché pioniere e sorvegliante del servizio, aveva intrecciato da tempo una relazione con una giovane di 20 anni (lui ne aveva 35). Visto che la nostra amicizia veniva volutamente fraintesa mi comunicò di punto in bianco che non dovevamo più uscire in servizio e visto che ero anche amica della famiglia mi disse che non ero piu' benvoluta in casa sua. Tutto questo per i pettegolezzi della congregazione. Questo fu il culmine di una delusione. Iniziai a soffrire di uno strano malessere fisico: tutte le volte che andavo in Sala o uscivo in servizio con determinate persone stavo molto male (non vorrei entrare nello specifico ma solo per far capire come stavo: una forte virulenta dissenteria ingestibile).
Il fatto strano era che appena tornavo a casa spariva subito. Mi arrampicai a tutti gli specchi che avevo per non andare via, iniziai a studiare il russo per distrarmi e all'inizio andò bene fino alla visita del sorvegliante di circoscrizione. Capì subito che qualcosa non andava: gli confidai tutto ma appena andò via gli anziani mi presero di mira e cominciarono vere e proprie intromissioni nella mia vita privata. Arrivarono a darmi della donnaccia a causa della mia amicizia con il fratello menzionato prima, misero in dubbio ogni cosa che facevo, venivano fatti dal podio chiare illusioni alla mia poca affidabilità; come? facile ero l'unica pioniera regolare nubile, gli esempi negativi erano sempre sorelle come me.
Ormai uscire in servizio non mi dava più gioia, predicavo solo a quelli di lingua russa perché sapevo che il gruppo si sarebbe aperto in un'altra congregazione. Non volevo portare altre pecore al macello in una congregazione di lupi. Mi spiace solo per quelle famiglie a me molto care che mi hanno trattato come figlia e sono loro molto grata. Mi chiedo ancora come fanno a sopravvivere in un clima così!
Passano i mesi e io stavo sempre peggio. C'era una sorella sposata che voleva lasciare il marito e siccome abitavo da sola si rifugiò a casa mia: mi si scagliarono tutti contro, compresa la famiglia di lei dandomi tutta la colpa. Ma che colpa avevo io? Basta, era troppo! Smisi di frequentare le adunanze, tanto stavo male, cosa ci andavo a fare, per farmi compatire? Cominciai a frequentare un mio collega di lavoro: stavo così bene con lui, all'inizio ci uscivo per svagarmi poi le cose presero un'altra piega. Così andai dagli anziani e dissi che avevo una relazione e che non lo volevo lasciare. Poi scrissi una lettera di dissociazione, comunicando la mia decisione.
Mi fu detto che dovevo fare un comitato e se volevo anche con altri anziani di una congregazione vicina. Non fu facile ma il 21 aprile 2005 chiusi definitivamente questo capitolo della mia vita.
La storia è un po' lunga lo so' ma avrei voluto dire molte più cose. Ora convivo da un anno con quel mio ex collega e nonostante i TdG locali mi creino ancora qualche altro problema, pettegoli come sono, la mia vita è ora più serena.
EVA