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La storia di Michele


Mi chiamo Michele e sono un dissociato da circa un anno, dopo 3 anni di inattività. Me ne sono uscito in punta di piedi, senza clamori o grandi "peccati" per farlo. Semplicemente ero stanco del tipo di vita che non può combaciare con la tipica famiglia che lavora e suda per tirare a fine mese, senza risentirne in fatto di stress e tensioni accumulate. Sono felicemente sposato e padre di un bimbo meraviglioso.

Mia moglie è "un'inattiva" da 4 anni e i nostri rispettivi genitori sono ancora dei zelanti TdG, con la differenza tra loro, che i miei suoceri sono scrupolosi osservatori delle regole per quanto riguarda i rapporti con i disassociati, mentre i miei, pur rimanendo convinti nella loro fede, danno ancora ascolto alla loro coscienza, addestrata secondo il buon senso e l'equilibrio sociale, non secondo la coscienza di certi conservi "farisei", che in questi casi assumono anche il ruolo di "poliziotti", per processare eventualmente anche "il piatto di minestra" che i miei condividono con me, un loro figlio, affinché non diventi un'abitudine se non c'è l'effettivo bisogno materiale di stare insieme!

I primi invece, non vi dico che atmosfera si è venuta a creare, prevedibile ed immaginabile, quando decisi di staccarmi dal tutto: divenni sicuramente una delle varie prove da superare nel loro percorso "cristiano", uno dei tanti "dardi infuocati" di satana da respingere. Peccato non possiamo condividere pienamente, come tra famiglie normali, l'affetto anche per il piccolo, mentre si limitano al minimo indispensabile o al "bisogno effettivo" (dopo un'attenta analisi per non fare compromesso con un dissociato!), quando vengono a trovarlo, pienamente tranquilli e senza alcun conflitto interiore, poiché la loro "coscienza addestrata secondo accurata conoscenza" impedisce loro di fare più di così
Mi chiedo: ma cos'è questa storia della coscienza?

I miei che non badano a certe stupide regole e i miei suoceri che vanno in crisi alla minima infrazione delle regole? Allora sono i miei che sono "poco spirituali" - tra l'altro ben visti in congregazione da più di vent'anni e mio padre un "nominato"-? O i miei suoceri sono già dei prescelti per il loro nuovo mondo? In tutti gli anni che ero TdG ho sempre detestato queste differenze di mentalità che esistono da una congregazione all'altra (io ne ho cambiate 3 nella mia "carriera"), o le purghe riprensive di certi sorveglianti viaggianti alternate dal buonismo di certi altri! Può una sedicente vera religione strapazzare la vita delle "pecore" a loro piacimento infinito? E per fortuna che non esiste l'interpretazione umana in questo culto...

Nonostante tutto, comincio lentamente ad assaporare un'aria diversa dal solito, di calore umano, e proprio da coloro cui avrei dovuto evitare la loro compagnia se non per convertirli alla mia ex religione! Non esattamente lo stesso calore "spassionato" che mi veniva razionato nella sala del regno! Oramai è quasi acqua passata, ma 25 anni di geovismo lasciano un bel segno, profondo, indelebile. A 4 anni i miei genitori mi portavano già nella sala e nel servizio di casa in casa, e a scuola conobbi da subito l'intolleranza sociale nei miei confronti. Vi sembra giusto che il mio bimbo debba traumatizzarsi in così tenera età, da adolescente accusare complessi d'inferiorità per poi forse abbandonare tutto, perché non gli è rimasto niente in mano, solo parole piene di conoscenza e un cuore assetato di giustizia e normalità, come me?

A cos'è servita tutta la mia buona fede e dedizione quando respingevo ogni "attacco di satana" sotto forma di innocenti inviti a passare un po' di tempo in compagnia di amici del "mondo"? Ma vi rendete conto quale crimine commette la WTS con quei poveri giovani che non hanno ancora la facoltà di decidere per loro stessi, solo perché devono seguire il fanatismo degli adulti "maturi, spirituali"? E poi quando si trovano nel periodo critico della loro età, invece di capirli veramente e lasciarli un po' in pace, li lasciano spegnere dentro di loro, e come lucignoli fumanti si rendono conto che, dopo tutto, non valgono un gran che nell'organizzazione rispetto a quelli più inquadrati di loro, magari già pionieri o nominati prodigiosi. E poi dicono che hanno a cuore il futuro dei giovani!

Ho quasi 30 anni, e ripensando a quelle decine di episodi infelici passati, mi sembra di ripiombare ancora nel vortice dei tipici sensi di colpa, di aver sbagliato tutto, che forse c'era ancora un'altra possibilità per rimediare e ricevere il perdono di Dio, e solo per delle sciocchezze adolescenziali! Mi si rizzano ancora i capelli di fronte ad imbarazzanti scene di finta teocrazia di anziani nominati, mentre alle spalle di altre vittime organizzavano veri e propri complotti per farli accusare di gravi peccati a motivo di semplici "voci" di altrettante lingue biforcute! L'unica mia accortezza è stata di aver respinto con decisione privilegi o nomine che mi erano state proposte più volte, sin dall'età di 15 anni, perché avevo già intuito qual era la motivazione necessaria per far carriera: entrare nelle grazie del capo che presiedeva, sottomissione assoluta, e magari fare anche la spia in manto da pecora su altri sospettati o scarsamente spirituali!

A questo punto, la mia pecca per loro era la mia poca ambiziosità, non ero abbastanza arrivista, mentre desideravo aiutare sinceramente coloro che erano nell'ombra, sì, tentavo di servire nelle mie possibilità la congregazione da dietro le quinte e di lasciare un sorriso, una sincera stretta di mano, una parola detta al momento giusto per coloro che erano classificati apparentemente scarsi, dalle ore di servizio o dalla frequenza alle adunanze, "deboli spiritualmente" secondo la direzione, mentre cercavo di ascoltarli con empatia e, più di una volta, non riuscendo a trattenere le lacrime per la loro disperazione.

Così mi stancai lentamente, e anch'io, oramai sposato da 4 anni e con i miei problemi per mandare avanti una famiglia, cominciai a rifiutare sempre più incarichi e visite "pastorali". Capii di aver già pagato anche troppo il mio prezzo sin da bambino, e desideravo uscire da quei gironi danteschi. La libertà era un bene troppo prezioso per lasciarla incustodita nelle mani di altri esseri imperfetti e deboli come l'argilla, e così piano piano, il mio periodo "teocratico" cominciò a declinare sempre più e a 24 anni, insieme a mia moglie, divenimmo inattivi e non frequentammo più la sala.
È inutile che il CD indichi la colpa del sangue a chi non porta la buona notizia di fuori, mentre da dentro, a chi ce l'ha già, gliela deturpa e la usa come una minaccia di ritorsione del giudizio divino! Bravi!

E chi risponderà del sangue eventualmente versato di tutti coloro che sono usciti dall'organizzazione per essere leali con se stessi e con Dio? Chi risponderà della depressione che sta dilagando tra i TdG e dei suicidi che ogni tanto ci scappano in sordina? Io personalmente, ho assistito a 2 di questi casi in due diverse congregazioni, di un "fratello" prima e di una "sorella" anni dopo, e credetemi, lì ho constatato la lenta metamorfosi in quelle loro menti esauste e stanche di soffrire per colpa dell'uomo, e non sto parlando di persone malate da sempre, ma di persone normalissime, genuine, che con il loro sorriso e gioia di vivere, non seppero conquistare il cuore malvagio di "fratelli spirituali"!! La sensibilità di questi poveri sfortunati, le loro manate sulle spalle e le risate che ci siamo fatti di gusto, mi accompagneranno per sempre in fondo al cuore, col solo rammarico e senso di impotenza di non aver fatto abbastanza per la loro situazione.

Ecco, se Armaghedon deve venire per me, deve venire anche per l'arrogante culto geovista, di coloro cioè che hanno distorto la verità e rovinato la vita di costoro! In qualche modo, voglio sperare che Dio non passi sopra a questo marciume e renda giustizia al più presto! Comunque, con la mia dissociazione so di avere lasciato anche delle brave persone nell'organizzazione, e conosco la loro buona fede e convinzione di fare il loro bene ad altri. Ma a questo punto, nulla li eleva di più di coloro che fanno buone e grandi opere pur non essendo TdG, di coloro che sono invisibili all'uomo stesso, ai mass-media, alle ufficiali ideologie di convenzione, perché tutto passa, l'uomo, il mondo, e chi sa di poter fare del bene e non lo fa, commette peccato, anche se è un TdG! (Giac. 4.17) O questo culto crede di avere l'immunità dal peccato e dalla punizione?!

Ci sarebbero migliaia di riflessioni ed episodi da raccontare, come per ogni ex TdG uscito da questo culto, non prima senza aver dovuto pagare delle conseguenze emotive poco gratificanti e al limite della sopportazione umana; ma parlarne, sicuramente è un'ottima valvola di sfogo per tutti e, nel mio caso, scherzosamente come l'apostolo Giovanni, se lo facessi nei minimi particolari, "suppongo che il mondo stesso non potrebbe contenere i rotoli scritti", o le moderne biblioteche! (Giov. 21:25).


Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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