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Mai più giudicato da un uomo


Dopo aver navigato nelle vostre pagine, preso conoscenza di tanti argomenti che mi hanno sempre fatto sentire colpevole dopo essermi dissociato dai TdG, vi scrivo la mia esperienza, provando ad essere il più lucido possibile sugli argomenti che mi hanno creato molti problemi morali anche dopo esserne uscito.

Sono entrato in contatto con i TdG all'età di 11 anni. A farmeli conoscere è stata mia madre, che in quel periodo soffriva di una grave depressione. Le promesse, il conforto delle scritture e l'amorevole attenzione che la sorella "di contatto" hanno saputo dare erano terreno fertile. Iniziai il mio primo studio imparando le fondamenta bibliche e soprattutto andando in Sala.

Malgrado avessi avuto un'esperienza in qualità di chierichetto in chiesa (cattolica) trovavo interessante soprattutto dare la possibilità anche ai giovani di tenere discorsi dal palco ed esprimere la propria opinione. Inoltre, il fratello che mi faceva lo studio sapeva spiegarmi le cose più complesse con una semplicità disarmante.

La sua lunga esperienza e conoscenza nel campo biblico davano risposte convincenti alle innumerevoli domande e turbative che un adolescente comune poteva avere. Anche se non riuscivo ad accettare tutto immediatamente, - come l'abolizione dei regali di Natale, la mancanza delle feste di compleanno - mi convinsi che questa era la strada giusta, anche grazie alla compagnia d'altri figli di fratelli. Anche se un po' ribelle, facevo progressi e ben presto tenni il mio primo discorso. Mi preparai meticolosamente e l'applauso finale (il primo nella mia vita) mi diede molto conforto sulla mia prestazione. Era un periodo entusiasmante.

Mentre passavano gli anni ed entrai in pieno nella pubertà, il frequentare altri coetanei di scuola che organizzavano feste a me negate, iniziavano a crearmi problemi. Inoltre, da sempre, attratto dal gentil sesso (andatelo a spiegare ai miei scombussolati ormoni quello che mi provocavano) non riuscivo a farmi una ragione di non avere una ragazza. Mi misi dunque assieme ad una ragazzina della congregazione, che vi assicuro non ho mai sfiorato con un dito, se non forse una volta (ma non ne sono sicuro) le ho tenuto la mano al cinema. Malgrado il mio buon comportamento, lo SCANDALO era in agguato.

Ci sedavamo vicini in Sala e, accidenti, ci preparavamo assieme per le adunanze. Un comportamento che sembra non potesse essere accettato dall'intera congregazione. Passavamo troppo tempo assieme. Figuratevi cosa successe quando si seppe che ci scrivevamo pure delle lettere - il pettegolezzo ahimè aveva colpito ancora! Questo fu l'episodio del primo avvicinamento da parte degli anziani benpensanti che separatamente ci affrontarono per spiegare i rischi di tale comportamento. Terrorizzati alla fine - e senza che succedesse veramente nulla - decidemmo di non "frequentarci" più. Ma per quanto mi riguardava con gli anziani, non era finita lì. Poiché con l'occasione, arrivarono altri giudizi, la musica che ascoltavo non era adatta, il mio taglio di capelli era discutibile, non rispondevo abbastanza alle adunanze, le mie ore di servizio erano insufficienti, ecc., ecc., ecc.

Ormai avevo 14 anni, ero stato dipinto come un ribelle e questo sentimento iniziò a crescere realmente in me. Grazie comunque al sostegno e alla comprensione del fratello (che era comunque un Anziano) che mi faceva lo studio, riuscii ad affrontare tutto questo e arrivai quasi tranquillamente ai 18 anni. Età in cui conobbi un'altra sorella, con la quale iniziammo a frequentarci seriamente. Lei si battezzò in quell'anno e spinto da quanto avevo in corpo, da quanto ormai il mio cervello mi dettava e combattendo contro anziani, mi battezzai all'assemblea seguente.

Ormai ero un TdG a tutti gli effetti, avevo una ragazza con la quale facevo dei piani per il mio futuro (mantenendo in ogni caso sempre la distanza dovuta e d'obbligo per un fratello - che si traduce a nemmeno un bacio appassionato), sia a livello sentimentale che a livello teocratico. Purtroppo, come ogni storia di diciottenni, la cosa finì quasi subito, e in maniera molto drammatica (per tanti anni ho odiato le donne per il dolore che sentii).

La mia ragazza, per la quale avrei dato un braccio, mi lasciò per un servitore di ministero, molto più affidabile del sottoscritto e dopo appena 2 mesi si sposarono (la voglia di far sesso fa commettere errori incredibili) - giusto per la cronaca tale matrimonio è finito in rovina dopo pochi anni - marito violento picchiava la moglie con tanto di copertura degli anziani.
La vita continuò, ormai ero sulla "retta" via e grazie ai consigli amorevolmente ricevuti, mi dedicai maggiormente al servizio e alle attività teocratiche, all'immagine dell'apostolo Paolo che professava che il celibato era la cosa migliore.

L'esperienza più bella l'ebbi quando affrontai il mio processo per il rifiuto al servizio militare. Sentii un calore unico, incredibile e veramente speciale, forse il momento più intenso nel mio personale rapporto con il Creatore. Ma malgrado questo, anche a causa di un cambiamento di domicilio e ad un cattivo biglietto da visita inviato dai miei ormai ex-anziani, sin dal mio arrivo nella nuova congregazione mi senti isolato e mai veramente a mio agio.

Nel frattempo iniziai a frequentare nuovi giovani fratelli, con il quale avevamo una grande armonia. Andare alle adunanze tornava ad essere piacevole, poiché dopo i nostri doveri, ci si trovava sempre per una pizza e malgrado alla fine gli argomenti erano spesso accentrati sullo studio biblico, eravamo un gruppo compatto ed armonioso. Riuscimmo anche ad organizzare una festicciola tra fratelli, con tanto di servitori di ministero e anziani che parteciparono e ballarono con noi. Niente di scandaloso, musica controllatissima, niente balli lenti, niente luci soffuse, ma era lo stesso una festa. Questo chiaramente non fece piacere agli anziani della mia congregazione, che non aspettarono altro - anche perché non erano stati invitati; gli anziani presenti erano di un'altra "sezione" - per "riprendermi" amorevolmente. Ancora una volta, le mie ali vennero tarpate.

Ogni esperienza però ti rende sempre più forte, anche se dovevo ingoiare un altro amaro rospo, non mi sono arreso. Come potete ben immaginare io non ebbi mai diritto a privilegi straordinari in Sala, era già un problema farmi pronunciare una preghiera iniziale o finale o farmi fare un discorso (anche a livello di scuola teocratica). Siccome ho sempre avuto una buona dialettica e sono sempre stato molto meticoloso nella preparazione, i miei discorsi erano alquanto originali e vi assicuro che le mie preghiere pubbliche erano dette con il cuore e a giudizio di molti, mai banali, ma anzi, molto profonde. commenti non miei ma di fratelli della congregazione).

Arrivai ai 20 anni, e conobbi un'altra sorella: ormai era inevitabile, i miei sensi si erano risvegliati. Gli ormoni ricominciarono l'arrembaggio del mio cervello e non solo. Inoltre, siccome la sorella non piaceva ai miei genitori - anche perché io tornavo la sera sveglio ed agitato come un grillo - iniziarono un'altra serie di seri problemi. La mia discesa verso gli inferi iniziò. A causa di tante incomprensioni, dalla mattina alla sera, uscii di casa per andare a vivere da solo. Disperato e solo, mi rivolsi agli anziani per un aiuto (fosse anche ospitarmi quella prima notte).

La mia situazione era . fuori casa, con una valigia e una macchina e senza soldi in tasca. Chiaramente tutti dissero che non volevano essere coinvolti in questa faccenda e che non potevano nulla per me (grande dimostrazione di amore fraterno), ricevetti la stessa risposta da tutti i fratelli che contattai. Nessuno poteva e voleva aiutarmi. Passai dunque la mia prima notte in auto su un'area di servizio. Alle prime luci del giorno sgaiattolai in ufficio per potermi rinfrescare e presentarmi come si conviene al lavoro.

Feci questa vita da zingaro per una settimana. Grazie alla mia ragazza trovai un appartamento, un umile sistemazione, che però mi toglieva dalla strada. Chiaramente non andai alle adunanze per quasi 15 giorni (avevo problemi veramente grossi da affrontare - oltre che mangiare e di soldi, l'alloggio, lo stirare il lavare e tutte le piccole attività domestiche che non avevo mai fatto - pagamenti compresi) ma al mio ritorno nessuno ebbe una parola di conforto o comunque s'interessò di quanto stavo passando, anzi, venni ancor più isolato e lasciato a me stesso.
In seguito a bufera passata, il mio appartamento diventò un porto di nave per i fratelli che frequentavo, quasi tutti avevano la chiave o in ogni caso sapevano come trovare la porta aperta.

Ormai, io ero presente a tutte le ore e anche quando si esagerava, poiché vi assicuro che ne ho viste di tutti i colori - l'appartamento rifugio diventava una bella copertura per smaltire piccole sbornie o nascondere serate intime. Iniziò il periodo della mia "devastazione", fino a commettere quello che consideravo l'irreparabile. Oltre all'iniziare a bere in maniera incontrollata, alla fine andai a letto con la mia ragazza e questa situazione, che tutti comunque conoscevano, continuò per parecchi mesi, fino a quando, schiacciato dagli enormi rimorsi di coscienza, mi presi una pausa di riflessione. Qualcosa non funzionava, vivevo in un incubo.

Ero un peccatore, la mia situazione non mi piaceva e contravvenivo deliberatamente alle leggi che avevo accettato di seguire. Dovevo reagire! Vivevo male e sentivo che mi ero allontanato dalla retta via. Non sentivo più la gioia di servire Dio, non avevo più voglia di andare alle adunanze. A cosa era dovuto tutto questo? Probabilmente Dio mi stava punendo per la mia condotta immorale, e che fare in questi casi? Il primo passo fu parlarne con la mia ragazza. Chiarita la situazione, con lei ci presentammo davanti agli anziani per farci aiutare e pronti ad assumerci le nostre responsabilità. Immediatamente ci separarono per affrontarci singolarmente. Entrambi finimmo al classico Palo, e l'occasione fu presa al balzo dal Comitato per vomitarmi ogni colpa addosso.

Fui pure accusato di essere un drogato, un debosciato, un perseguitore della musica satanica, una pietra d'inciampo per tutti, ecc. ecc. Certo, non ero uno stinco di santo e avevo sbagliato, ma invece di ricevere aiuto, mi umiliarono come non mai. La pena fu la minaccia di una riprensione pubblica, poiché in troppi erano a conoscenza del mio comportamento. Il mio orgoglio ferito uscì fuori, e li minacciai di andare fino alla Betel e di tirar fuori veramente tutti gli scheletri dell'armadio (e ne avevo per tutti i fratelli - figli di anziani - servitori di ministero - ecc. ecc. che usavano il mio appartamento), ero pronto ad aprire il classico vaso di Pandora.

Per buona pace di tutti, cambiai domicilio, ma scoraggiato smisi immediatamente di andare alle adunanze disgustato da tutto. La mia coscienza era comunque a pezzi e vivevo come un dissociato, nell'isolamento completo. Dopo anni conobbi una ragazza fuori dalla verità e decidemmo di andare a vivere assieme. Mi dissociai dai TdG, poiché mi sentivo in colpa verso i fratelli che rispettavo e non mi sentivo più di potermi professare come un cristiano fedele.

Sono passati più di 10 anni da quel giorno, ho perso tutti gli amici di un tempo. Oggi sono sposato con una moglie splendida che adoro, ho un bambino, non sono fumatore (alla faccia del drogato), sono completamente astemio (solo un bicchiere di vino mi farebbe girar la testa come una trottola) e conduco una vita abbastanza serena, ma con un grande vuoto dentro. Per 10 anni mi sono fatto tantissimi problemi di coscienza, dovuti a quello che mi era stato insegnato ed inculcato. Problemi ad andare in chiesa per un funerale, per un crocefisso in casa, per il Natale da passare in famiglia, per la convinzione di non aver abbastanza fede per seguire gli insegnamenti biblici e tanti altri casi che è inutile stare ad elencare. Nonostante la mia fede sia andata completamente distrutta, sino al professarmi ateo, ho sempre cercato le risposte e qualcosa ho trovato.

Finalmente, grazie a questo sito, dopo 10 anni di paranoie, di tanti piccoli quotidiani problemi, ho iniziato a vedere serenamente la luce, ritrovando un pizzico di fede. Oggi non so se un Dio - e soprattutto quale Dio - esista, ma la mia ricerca è più serena e mi sento meno solo. Mi sono sempre fatto forza e coraggio grazie al versetto - scusatemi ma non mi ricordo né il libro né il capitolo né il versetto - che dice che Dio è AMORE. E malgrado tutto sono convinto che solo lui potrà giudicarmi alla fine, sicuramente non permetterò mai più che sia un uomo a farlo.


Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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