:: SCIENZA
E TDG ::
Come si sono formati i continenti?
La fantageologia della Watchtower
Immagine animata che rappresenta la deriva dei continenti:
Ma significa Milioni di anni.
La deriva dei continenti
La teoria
della deriva dei continenti deve la sua compiuta formulazione
ad Alfred Wegener che aveva notato già nel 1911 le sorprendenti
analogie tra i fossili rinvenuti in due continenti molto lontani
fra loro: l'America meridionale e l'Africa occidentale. Come altri
scienziati prima di lui, colpito dalla straordinaria corrispondenza
della costa orientale dell'America del sud con quella occidentale
dell'Africa, ha raccolto una serie di prove e di elementi formulando
la teoria secondo la quale i continenti si muovono. In seguito
le idee di Wegener vennero confermate e ampliate all'interno della
moderna teoria della tettonica a zolle. Secondo la teoria della
deriva dei continenti, circa 200 milioni di anni fa, esisteva
un solo enorme continente (Pangea), che emergeva dalle acque di
un unico immenso oceano (Panthalassa). Il protocontinente, successivamente,
si sarebbe spezzato in due parti, Laurasia e Gondwana. Queste,
a loro volta, si sarebbero suddivise originando i nuclei degli
attuali continenti.
Probabilmente la stessa Pangea è nata da movimenti della crosta
terrestre ancora più antichi.
Le formazioni
continentali si sono allontanate e ravvicinate periodicamente
più volte e continueranno a farlo in futuro. Il loro spostamento
avviene galleggiando proprio come delle "zattere" su
di un "mare", costituito dalle rocce semifuse del mantello
(astenosfera).
Fonte:
http://www.linguaggioglobale.com/terra/txt/70.htm
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Che cosa insegna il Corpo Direttivo (CD) dei testimoni di Geova in
merito
a questa teoria sull'origine dei continenti??
Il CD ha trattato l'argomento solo una volta, in un articolo
di Svegliatevi! dell'8/12/1977, pp. 16-21, mostrando di essere
sostanzialmente d'accordo con tale teoria.
Ecco una parte dell'articolo di Svegliatevi! in questione:
Una teoria secondo cui i continenti effettivamente si spostano
qua e là sul mantello liquido della crosta terrestre è stata largamente
accettata sin dal 1960.
Teoria
della deriva dei continenti
La teoria
fu proposta la prima volta non da un geologo, ma da un meteorologo
tedesco, di nome Alfred Wegener. Egli suggerì che un tempo non
solo l’America Meridionale e l’Africa erano state unite, ma che
tutti i continenti avevano fatto parte di una sola immensa massa
di terra. Egli chiamò questo antico continente ipotetico "Pangea"
(che significa "tutta terra"). Riscontrò che i continenti
corrispondevano meglio seguendo il profilo delle piattaforme continentali,
anziché la linea delle coste ora esistenti.
Oggi i geologi si servono di computer per far scorrere e girare
le sagome dei continenti su un globo e vedere come farle meglio
corrispondere. In una ricostruzione tipica del supposto antico
supercontinente, la costa sudorientale dell’America Settentrionale
poggia contro la costa nordoccidentale dell’Africa. L’Eurasia
ha come perno la Spagna così che la costa occidentale dell’Europa
preme contro Terranova e la Groenlandia. L’Antartide poggia sull’Africa
sudorientale, con l’Australia attaccata al lato opposto.
... si sono gradualmente
accumulate prove di vario genere ... Fra queste c’è la somiglianza
delle strutture geologiche e dei depositi fossili su continenti
ora molto distanti l’uno dall’altro, oltre che la migrazione dei
poli magnetici della terra.
Come esempio di corrispondenza di strutture geologiche, ci è menzionata
una successione di depositi sedimentari, risalenti a quella che
viene chiamata èra geologica del Paleozoico, e in seguito venuti
alla luce quando si formarono le catene montuose. Depositi di
arenaria rossa, di schisto argilloso grigio e giacimenti di carbone
si trovano nel sistema montuoso degli Appalachi, nell’America
nordorientale, che si stende fino alla Groenlandia orientale.
Si trovano anche sugli altipiani delle Isole Britanniche. Sedimenti
simili si trovano nella catena del Kjölen, in Scandinavia, e lungo
i monti dell’Atlante, nell’Africa nordoccidentale. ...
La somiglianza tra i fossili ritrovati in questi strati da ambo
i lati dell’Atlantico è un ulteriore argomento a favore della
teoria. I fossili di pesci abbondano, anche le piante terrestri,
le foreste di alte felci arboree e alberi di grandi proporzioni.
Un altro esempio spesso citato di corrispondenza nella testimonianza
dei fossili è quello del mesosauro, un piccolo dinosauro vissuto
nella cosiddetta èra paleozoica. Se ne sono trovati i fossili
nell’Africa sudoccidentale e in Brasile, ma non in altre parti
della terra. Se a quel tempo America Meridionale e Africa erano
unite, allora l’habitat del mesosauro sarebbe stato un’unica zona
continua.
Altra prova convincente si è avuta
dallo studio del misterioso fenomeno della migrazione dei poli.
... sorprendentemente, le rocce di diverse epoche geologiche rivelano
che sono magnetizzate in tante diverse direzioni. È come se il
polo magnetico si fosse spostato in lungo e in largo e senza uno
scopo su tutta la terra: di qui l’espressione "migrazione
dei poli".
Tuttavia, quando le direzioni sono disposte in ordine secondo
l’apparente successione delle epoche delle rocce, si riscontra
che i poli seguono un percorso specifico di epoca in epoca. Inoltre,
misurando il magnetismo delle rocce in altri luoghi dello stesso
continente, si riscontra che rivelano coerentemente lo stesso
percorso. ...
Nuova evidenza che
fece infine convertire i geologi all’idea della deriva dei continenti
provenne dal fondo del mare. L’esplorazione dei fondi oceanici
ebbe veramente inizio durante l’Anno Geofisico Internazionale
del 1957-58. Gli oceanografi utilizzarono complessi scandagli
acustici per tracciare la carta dei fondi oceanici. Calcolando
il tempo impiegato dall’eco, sondarono non solo lo strato di sedimento
sul fondo, ma anche lo spessore del sottostante basamento di roccia
basaltica. Pervennero a una sorprendente conclusione circa i fondi
oceanici: Conclusero che non sono fissi, ma sembra si formino
continuamente presso margini precisi e si estendano su scala globale.
...
I geologi
spiegano tutt’e tre queste osservazioni con una sola ipotesi,
detta dell’espansione del fondo marino. Essi suppongono che la
dorsale medio-oceanica si formi di continuo con la fuoriuscita
di magma dal mantello plastico della terra attraverso una frattura
nella crosta terrestre, e che il fondo oceanico si allontani da
ambo i lati della frattura man mano che si forma. La roccia di
nuova formazione è pulita, e il sedimento si accumula lentamente
e comincia a notarsi solo dopo che la nuova roccia è rimasta scoperta
per qualche tempo e si è allontanata dalla dorsale. Le fasce parallele
di polarità magnetica normale e invertita si verificano quando
il magma fuoriesce e si solidifica durante un periodo in cui i
poli terrestri sono normali, e poi durante un periodo in cui sono
invertiti. ...
Una carta particolareggiata
della dorsale medio-oceanica indica che in effetti non è continua,
ma vi sono numerose faglie ad angolo retto. Lungo queste faglie
trasformi, come vengono chiamate, le due zolle ipotetiche slittano
orizzontalmente. I geologi suggeriscono che l’attrito provocato
da questo movimento sia un’altra causa dei terremoti. Una delle
più lunghe faglie trasformi si trova tra la zolla americana e
la zolla pacifica lungo la costa occidentale dell’America Settentrionale.
Lungo questa linea, ben nota ai Californiani come faglia di San
Andreas, la zolla pacifica si sposta verso nord-ovest contro la
zolla americana alla velocità di circa cinque centimetri all’anno.
Le risultanti sollecitazioni causano frequenti terremoti.
La città di San Francisco giace trasversalmente rispetto a questa
faglia, e la costa meridionale della California a ovest d’essa,
sulla zolla pacifica. Se quindi il movimento attuale non viene
interrotto, si prevede che nel lontano futuro Los Angeles verrà
a trovarsi dov’è adesso San Francisco.
Per i geologi, le evidenze secondo cui in alcuni luoghi il clima
era un tempo molto diverso da quello attuale sono pure spiegabili
con la teoria della deriva dei continenti. Nell’ipotizzata Pangea,
i continenti attuali erano tutti molto più a sud di ora, eccetto
l’Antartide. L’America Settentrionale e la penisola spagnola erano
sull’equatore. America Meridionale, Africa, India e Australia
erano tutte raggruppate intorno all’Antartide nelle regioni del
polo sud.
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Il CD ritiene quindi che vi siano prove convincenti a sostegno della teoria
che un tempo esistesse un unico continente (pangea) e che da tale
continente primordiale abbiano avuto poi origine, con dei lentissimi spostamenti
avvenuti nell'arco di centinaia di milioni di anni, gli attuali
continenti.
Cercando di spiegare come mai esistano specie animali che si trovano
solo in alcuni luoghi distanti ed isolati del globo, ecco che cosa giunge
ad affermare il CD nel libro Perspicacia, vol. 1, p. 141 (il grassetto
è aggiunto):
Per alcuni la presenza di animali in isole come l’Australia
e la Nuova Zelanda è un’indicazione che non tutti gli animali terrestri
fuori dell’arca perirono nel Diluvio. Tuttavia in base alle scoperte
di alcuni oceanografi c’è motivo di ritenere che un tempo alcune
dorsali di terraferma collegassero tratti di terra ora isolati. Per
esempio gli studi oceanografici indicano che la dorsale medio-atlantica
poteva affiorare per tutta la larghezza di quell’oceano.
Vi sembra possibile che nel 2.370 a.C. la "dorsale
medio-atlantica" affiorasse per tutta la lunghezza dell'oceano? Secondo
i geologi tale struttura si è formata nel corso di centinaia di milioni
di anni, in seguito a movimenti lentissimi della crosta terrestre.
Se solo 43 secoli fa fosse stata al di sopra del livello del mare e fosse
sprofondata solo in seguito, in tempi quindi recentissimi dal punto
di vista geologico, questo avrebbe provocato degli sconvolgimenti immani,
ben superiori a qualsiasi diluvio universale. Come mai invece la storia
non regista assolutamente le tracce di tale catastrofico inabissamento?
Dorsale Medio Atlantica
(Da Wikipedia,
l'enciclopedia libera)
«La Dorsale Medio Atlantica è una catena di montagne sottomarina,
situata nell'Oceano Atlantico, che va dall'Islanda fino all'Antartide.
È la più lunga catena montuosa della Terra. La catena fu scoperta da
Bruce Heezen negli anni '50. Questa scoperta portò alla teoria dell'espansione
del fondo marino e all'accettazione della teoria della deriva dei continenti
di Alfred Wegener. La dorsale è una fossa che separa la placca nordamericana
dalla placca europea nell'Atlantico del nord, e la placca sudamericana
dalla placca africana nell'Atlantico del sud. La fossa si trova in realtà
in cima ad un rialzo tettonico, il rialzo medio atlantico. Si pensa
che questo rialzo sia causato da forze convettive con origine nell'astenosfera,
che spingono verso l'alto la crosta oceanica e la litosfera. Questo
confine divergente si formò per la prima volta nel Triassico» [cioè
da 225 a 190 milioni di anni fa].
Perspicacia aggiunge: «Forse esistevano anche altre
dorsali, che possono essere state percorse dagli animali nelle loro
migrazioni prima che sprofondassero sotto la superficie dell’oceano».
Certo, e tutto questo meno di 4.000 anni fa... Come si vede, siamo in
piena fantageologia.
Perspicacia prosegue con altre simili rivelazioni
geologiche: «Altri studi oceanografici hanno portato alla conclusione
che un tempo esisteva un immenso continente nel Pacifico meridionale che
comprendeva l’Australia e molte isole del Pacifico. Se le cose stavano
così gli animali non avrebbero avuto nessuna difficoltà a raggiungere
questi paesi».
Riflessioni... semi serie
I canguri, appena usciti dall'Arca, si sarebbero quindi
messi a correre disperatamente per arrivare in Australia, che si trovava,
nel 2.370 a. C., appena sotto l'Africa. Distava comunque sempre parecchie
migliaia di chilometri dalla Turchia e quindi queste povere bestie devono
essere arrivate davvero stremate in Australia. Non hanno certo avuto il
tempo di fermarsi per prolificare. Ecco perché non ci sono resti fossili
di canguri in altre parti del mondo. E perché dovevano correre? Perché
subito dopo il diluvio (ricordiamoci sempre che siamo nel 2.370 a.C.)
l'Australia ha cominciato a spostarsi. E siccome pochi anni dopo si cominciò
a costruire la Torre di Babele, i continenti a quel tempo dovevano essersi
fermati, altrimenti non si poteva costruire proprio niente con tutti gli
immani terremoti che tale migrazione avrebbe causato. E visto che oggi
l'Australia si trova a 10.000 km dall'Africa e che si deve essere fermata
almeno 4.000 anni fa, questo vuol dire che in meno di 200 anni ha fatto
un bel viaggetto: circa 50 chilometri all'anno, cioè 140 metri al giorno,
quasi 6 metri all'ora. Se i canguri si fermavano a riposare avrebbero
perso il passaggio sul neo continente appena formatosi... Forse è per
questo che hanno imparato a fare balzi così lunghi?...
Monti e cataclismi
Uno tsunami
I TdG sostengono che prima del diluvio, avvenuto, lo ribadiamo,
nel 2.370 a.C., non esistevano montagne elevate. Ecco cosa si legge, per
esempio, in una loro pubblicazione (libro "Sopravvivere", cap.
6 p. 47, il grassetto è mio):
È da notare che la Bibbia non dice che ai giorni di Noè vi fossero montagne
alte quanto l'Everest. Secondo gli scienziati, un tempo molte montagne
erano assai più basse che oggi, e alcune sono addirittura emerse da sotto i
mari.
Secondo i TdG quindi fu solo dopo il 2.370 a.C. che avrebbero
avuto origine le attuali catene montuose "alte quanto l'Everest".
Infatti, visto che "la Bibbia non dice" che al giorno di Noè
ci fossero simili montagne, questo vuol dire che a quel tempo tali montagne
non esistevano. Davvero una logica ineccepibile!
Comunque proviamo a supporre che le montagne attuali si siano davvero
formate solo dopo il 2.370 a.C. Vi immaginate quali immani catastrofi
e sconvolgimenti avrebbe provocato l'innalzarsi, rapidissimo, di queste
catene montuose? Il recente terremoto sottomarino nell'Oceano Indiano
ha provocato un maremoto (tsunami) disastroso. Eppure il movimento della
crosta terrestre provocato da questo terremoto è del tutto insignificante
in confronto a quello che, secondo i TdG, sarebbe avvenuto dopo il diluvio.
I fenomeni fisici (terremoti, maremoti, spostamento dell'asse terrestre,
ecc.) conseguenti a tale innalzamento delle catene montuose, avrebbero
spazzato via dalla superficie della terra ogni forma di vita ed ogni eventuale
superstite al diluvio. Tali sconvolgimenti sarebbero stati ben peggiori
di qualsiasi diluvio universale. Si sarebbero verificati, infatti, secondo
i TdG, non in un periodo di centinaia di milioni di anni, in seguito a
spostamenti e movimenti lentissimi della crosta terrestre (così
come insegna la Geologia), ma in tempi brevissimi, questione di pochi
mesi od anni. Di tali immani sconvolgimenti comunque non c'è traccia alcuna
nella storia recente del pianeta e nemmeno la Bibbia ne fa alcuna menzione.
Notate poi l'uso strumentale delle affermazioni fatte dagli
scienziati: «Secondo gli scienziati, un tempo ["un tempo" quando?
nel 2.370 a.C.?] molte montagne erano assai più basse che oggi,
e alcune sono addirittura emerse da sotto i mari».
Naturalmente, nessuno scienziato si è mai sognato di affermare
che le attuali catene montuose siano "emerse da sotto i mari"
solo dopo il 2.370 a.C.!
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