Testimoni di Geova
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UN ANNUNCIO DIVERSO DAL SOLITO



Martedì 17 marzo 2015 in una delle congregazioni di Padova è stato letto l’annuncio
della mia disassociazione.
Da diversi anni ormai non c’è più margine di manovra per gli anziani, l’annuncio, come da direttiva, consta in una striminzita frase del tipo Nome e Cognome non è più Testimone di Geova.

In pochi secondi una persona viene letteralmente cancellata, annullata dalla mente e dal cuore di persone che prima le volevano bene, avevano stima e rispetto per lei.
Non c’è appello, non c’è possibilità di difendersi: è un’esecuzione in piena regola, semplicemente non esisti più. Non c’è nulla di amorevole, non ci sono pacifici frutti, non c’è giustizia, e men che meno c’è Dio ed il Cristo in tutto questo.
Venendo all’annuncio della mia disassociazione, vorrei condividere con voi quanto ho vissuto.

Martedì, poco prima dell’annuncio ho chiamato il cca (coordinatore corpo anziani) per chiedergli conferma se quella sera avrebbero letto l’annuncio. Lui mi diede conferma, e pochi minuti dopo ero in sala, a salutare i miei fratelli ignari di quanto sarebbe successo. Ero sempre io, conscio di non aver commesso nessun peccato. In effetti vari fratelli erano contenti di vedermi.

Appena il cca mi vide trasalì, e mentre i vari anziani arrivavano non potevo non notare il loro stupore, unito ad imbarazzo misto paura che mai avevo visto prima di allora. Li salutai tutti, uno per uno, guardandoli negli occhi, solo gli anziani sapevano della mia disassociazione. Sei anziani erano presenti, due mancavano per appuntamenti di comitato sanitario. In quella circostanza vidi ciò che effettivamente sono come uomini, perché quando si è colti di sorpresa, è difficile indossare la maschera abituale.

Solo il cca, si è comportato da essere umano, parlò con me, e non mi giudicò. Gli altri erano in crisi più profonda, ed uno di loro, che peraltro non era neanche parte del comitato giudiziario, non è mai riuscito a guardarmi negli occhi, e nessuno di loro tentò di essere incoraggiante, neanche alla maniera dei testimoni (torna, pentiti, siamo qui,…).
Iniziò il cantico e mi sedetti in prima fila che è solitamente libera, davanti al leggio dell’oratore. Ero a meno di due metri. L’anziano conduttore dello studio di libro lasciò la parola per la preghiera ad un altro anziano, e in quel momento cominciai a sentire il clima che si sarebbe respirato durante tutta l’adunanza.

In effetti loro erano a posto con la loro coscienza, convinti che non mi sarei presentato. Quando uno viene giudicato colpevole durante un comitato, normalmente si siede in ultima fila, o non si presenta affatto il giorno dell’annuncio. Questo rende molte semplice il compito di fare l’annuncio all’anziano di turno. In effetti stando in ultima fila, o non presentandosi proprio, è come ammettere ai propri fratelli che gli anziani hanno ragione a disassociare, è come ammettere il proprio peccato. Ma non è così per tutti, molti vengono espulsi anche se innocenti. E anche nel caso ci sia effettivamente un peccato, bisogna in base a quanto dice la Bibbia redimereuna persona, non annientarla come fanno loro.

Tornando all’adunanza, finita la preghiera, iniziò lo studio di libro, e colsi nei due anziani sul podio, una tensione mai scorta prima (neanche alle assemblee). Incespicavano, balbettavano, avevano la voce impastata, dimenticavano i nomi dei fratelli. Tentavano di manifestare un sorriso che si vedeva essere forzato. E i fratelli se ne accorsero e iniziarono a capire quanto sarebbe successo. Arrivò il momento del cantico centrale, ed il gruppo francese si unì a noi. Uno degli anziani del francese si sedette a pochi metri in diagonale rispetto a me. Proprio non riusciva a sopportare che io fossi li.
Ecco il momento degli annunci, il cuore batte forte, ed io prego.

Silenzio.
Dopo pochi secondi mi alzo e sfilo centralmente, guardando tutti negli occhi.
Pochi reggono lo sguardo.
Guardai fugacemente una disassociata seduta all’ultimo posto…
Uscii.

A voi tutti che mi leggete.
Io non so se sono stato il primo a fare una cosa del genere, e non so neanche quanti l’abbiano fatto prima di me (sicuramente ce ne sono stati). Di sicuro è un evento rarissimo che un Testimone di Geova assuma questo atteggiamento. Non l’ho fatto perché sono orgoglioso, nè per superbia. L’ho fatto perché sicuro che sono loro nel peccato, non io. Gesù non si tirò indietro davanti ad un processo farsa e si fece inchiodare perdonandoli dei loro peccati. Anche persone non cristiane hanno affrontato guardando negli occhi il loro inquisitore ed il loro boia in molti contesti storici.
Noi che abbiamo capito che la Torre di Guardia mente, dobbiamo affrontarla a testa alta, a viso scoperto, guardandola negli occhi.

Lo so che è difficile.
A me è costato caro prendere posizione contro di loro: ho perso amici, una ragazza che amavo, la comunità, le feste, il senso di appartenenza ad una religione che fa la volontà di Dio (anche se illusorio, quando lo si vive sembra reale).
Ho perso molte cose, sono stato inquisito, ingiustamente ed illegalmente giudicato colpevole, e adesso verrò ostracizzato.
Ma non ho perso la mia dignità, non mi hanno svuotato come persona, non mi sono inchinato al Baal della Torre di Guardia.
In tutto questo Dio era al primo posto. Certo, sono esausto, ai limiti, e molto aiuto me lo sta dando la mia famiglia. Ma sono sicuro che difendere la Verità, la Giustizia, e ciò che il Cristo insegnò è la cosa più giusta.
E non illudetevi. Quando si affrontano cose del genere si è soli. Quasi tutti, se non tutti, i personaggi biblici che hanno affrontato prove, di qualsiasi natura, erano soli.

Quella di avere una fratellanza a sostenerti durante la prova suprema è un’invenzione della Watchtower fatta per tenere le persone dentro. Le prove di fede in Dio, nella sua Giustizia, e nella sua Parola le dobbiamo vivere e portare avanti da soli. Le altre persone sono fondamentali prima e dopo le prove, ma non durante. Se invece si fa affidamento su altri uomini, o peggio ancora sulla teocrazia, non si impara mai la giustizia, non si fanno proprie le norme di vita di Gesù, ed i risultati si vedono. La maggior parte dei miei fratelli non ha retto lo sguardo quella sera. Perché? Se sono nel giusto dovrebbero essere convinti, e non dovrebbero abbassare lo sguardo.

O forse sono i primi a non essere convinti di questo dogma, e sono costretti ad applicarlo perché hanno paura di perdere tutto? Io non voglio giudicare i singoli fratelli ed i loro motivi, e il cca sa che gli ho mandato un sms in cui perdono tutto il corpo anziani per quello che mi hanno fatto. Ma questo non significa che condoni e men che meno approvi il loro operato. Ciò che reputo demoniaco da parte della Torre di Guardia, è la malvagità con cui mettono in atto tecniche mentali atte a tenere dentro i suoi fedeli, che se messi davanti alla verità senza la paura delle conseguenze, lascerebbero quasi tutti questa organizzazione. Loro ti dicono che sei libero di andartene, ma come si fa a definirla libertà se poi non si è più salutati dai propri familiari? Dov’è l’amore, dov’è la genuinità, la spontaneità, l’iniziativa individuale?
Non ci hanno elevato come persone. Piuttosto ci hanno svuotati. Ma non tutti, e non fino in fondo. C’è la possibilità di riscattarsi.

A chi leggerà questa lettera e capirà chi sta scrivendo dico che, prima della mia disassociazione non ho fatto pubblicità delle mie scoperte con i miei compagni di fede. Sono stato al mio posto, solo gli anziani erano al corrente che stavo mettendo in discussione tutto.

Ed in effetti quasi tutti avevano un buon ricordo di me e si chiedevano perché negli ultimi mesi non ho frequentato. Il motivo c’era: avevo schiaccianti prove in mano che la Torre di Guardia è in mala fede, e non riuscivo a guardare i miei fratelli, persone a cui volevo e voglio ancora bene, subire un tale sopruso, perché in ultima analisi di questo si tratta.
A onor del vero c’è una persona che ha condiviso le mie riflessioni, ed è il motivo della mia disassociazione, ovvero una pioniera del singalese di Padova, con cui in maniera rocambolesca ci siamo frequentati (perché non ci si deve far vedere insieme, senza l’approvazione degli anziani…). Per amor suo, e delle sue credenze, non ho forzato la mano, e nei confronti del credo dei Testimoni di Geova siamo restati senza macchia.

Costei aveva capito molto prima di me determinate cose, ma la prospettiva di perdere tutto ed ammettere di aver messo quasi tutta la sua vita in mano a delle persone così subdole, l’ha sconvolta, e in pochi giorni, dopo la nostra ultima chiacchierata ha fatto un reset mentale, che l’ha portata ad odiarmi e credere che l’ho presa in giro, arrivando a dire di non aver capito prima di quel giorno che ero un apostata, cosa che invece sapeva benissimo avendo ascoltato i miei discorsi per mesi. In realtà di riflessioni simili alle mie ne aveva fatte eccome, ma la vita che conduce le dà l’illusione che tutto si risolverà. Anche lei mi ha annullato.

Concludo con questa considerazione.
Bisogna avere Fede e guardare questa gente negli occhi, esattamente come con i serpenti nel deserto.

Questo è il loro punto debole.
Se non hai paura di loro, loro hanno paura di te.
Se hai paura di loro, loro hanno carta bianca nel loro perverso operare.
Quanta sofferenza, quante famiglie distrutte, quante vite annientate.
Quante eresie, quante bestemmie.

Quante menzogne, nascoste con altre menzogne ancora più grandi.
Ma la colpa più grande che hanno è che molte persone che se ne escono devastate perdono la fede in Dio.
Non perdete la fede.
Ex-tdg di Padova



Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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