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TNM e profezie

I papi e gli "ultimi giorni"


Nel tentativo di dimostrare che gli avvenimenti iniziati nel 1914 costituirebbero il "segno degli ultimi giorni" dell'umanità, la Società Torre di Guardia ha citato perfino le dichiarazioni di alcuni papi:

«Lo spazio non ci permette di menzionare qui tutti gli aspetti del "segno" di Gesù. Ma è chiaro che si vede. Perfino i pontefici della Chiesa Cattolica Romana hanno notato il significato del "segno". Nella sua enciclica del 1° novembre 1914, papa Benedetto XV dichiarò che la prima guerra mondiale era il "principio degli spasimi di morte del mondo". E il suo successore, papa Pio XI, nell'Enciclica "Miserentissimus Redemptor" passò in rassegna il triste stato del mondo e concluse: "Veramente non si può fare a meno di pensare che questi sono proprio i segni degli ultimi giorni, annunciati da nostro Signore"» - La Torre di Guardia del 1/7/78, p.10.

È vero che questi papi hanno fatto simili affermazioni? Sono state le loro parole citate integralmente e correttamente, tenendo conto del loro contesto? Un attento esame delle dichiarazioni tratte da queste Encicliche dimostra che la Watch Tower Society ha - ancora una volta - strumentalizzato il pensiero altrui.

Nell'enciclica Ad Beatissimi Apostolorum Principis di papa Benedetto XV, del 1° Novembre 1914, si legge:

«E come sarebbe potuto accadere, che divenuti Noi Padre di tutti gli uomini, non ci sentissimo straziare il cuore allo spettacolo che presenta l'Europa e con essa tutto il mondo, spettacolo il più tetro forse ed il più luttuoso nella storia dei tempi? Sembrano davvero giunti quei giorni, dei quali Gesù Cristo predisse: "Udirete le battaglie e le opinioni delle battaglie [...] Nascerà infatti gente da gente e regno da regno" (Matth. XXIV, 6,7)».

Poco più avanti si afferma: «Gli stati hanno cominciato necessariamente a vacillare nelle loro basi, e ne è seguito nelle idee e nei costumi tale un cambiamento che, se Iddio presto non provvede, sembra già imminente lo sfacelo dell''umano consorzio».

I TdG a quanto pare non sanno cos'è la retorica e non immaginano che queste parole non sono una attestazione che il papa pensasse fosse il reale inizio della fine del mondo, ma solo un modo forte per stigmatizzare l'orrendo massacro della guerra. Chissà quante volte ci sono citazioni simili. E chissà quante volte qualcuno dice "è l'apocalisse", ma non pensa che sia arrivata davvero la fine del mondo...

Ma la frase finale sembrerebbe la più significativa: "se Iddio presto non provvede, sembra già imminente lo sfacelo dell''umano consorzio". Cosa vuol dire "sembra già imminente lo sfacelo dell''umano consorzio"? Leggiamo il contesto:

«Ma non è soltanto l'attuale sanguinosa guerra che funesti le nazioni e a Noi amareggi e travagli lo spirito. Vi è un'altra furibonda guerra, che rode le viscere dell'odierna società [...]
Invero, da quando si è lasciato di osservare nell'ordinamento statale le norme e le pratiche della cristiana saggezza, le quali guarentivano esse sole la stabilità e la quiete delle istituzioni, gli Stati hanno cominciato necessariamente a vacillare nelle loro basi, e ne è seguito nelle idee e nei costumi tale un cambiamento che, se Iddio presto non provvede, sembra già imminente lo sfacelo dell'umano consorzio.
I disordini che scorgiamo, sono questi: la mancanza di mutuo amore fra gli uomini, il disprezzo dell'autorità, l'ingiustizia dei rapporti fra le varie classi sociali, il bene materiale fatto unico obbiettivo dell'attività dell'uomo, come se non vi fossero altri beni, e molto migliori, da raggiungere. Son questi a Nostro parere i quattro fattori della lotta, che mette così gravemente a soqquadro il mondo. Bisogna dunque diligentemente adoperarsi a torre di mezzo tali disordini, richiamando in vigore i principi del cristianesimo, se si ha veramente intenzione di sedare ogni conflitto e di mettere in assetto la società».

Si parla non della fine dell'umanità, ma dello "sfacelo dell''umano consorzio" = rottura dell'unità sociale. Basta anche vedere come l'enciclica è stata tradotta in altre lingue:

"et il s'en est suivi dans les idées et dans les mours une telle perturbation, que la société humaine court à sa ruine, si Dieu ne se hâte de lui venir en aide".

Si parla chiaramente di "società".

"Such, moreover, has been the change in the ideas and the morals of men, that unless God comes soon to our help, the end of civilization would seem to be at hand".

Qui si dice "civilizzazione".

È chiaro che non si parla di fine dell'umanità nel senso di fine del mondo, ma di fine della società civile basata su principi cristiani. Quindi il pensiero che viene trasmesso dalla Società non è quello che l'autorità citata (il papa) voleva esprimere.

Per quanto riguarda le parole di Pio XI, che cosa disse realmente questo papa? Era davvero convinto che fossero iniziati gli "ultimi giorni"? Leggendo il contesto sembra proprio di no. Subito dopo le parole citate dalla Società inizia un capitolo nuovo dell'enciclica:

«Ci sono però anche confortanti reazioni.  Riflettendo su queste cose i buoni fedeli, infiammati d'amore per Cristo sofferente, non potranno fare a meno di dedicarsi ad espiare con maggiore impegno le proprie colpe e quelle commesse da altri, risarcire l'onore di Cristo e promuovere la salvezza delle anime. E possiamo davvero descrivere la nostra età adattando in qualche modo il detto dell'Apostolo:
"Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" (Rm 5,20). Infatti, è vero che è cresciuta di molto la perversità degli uomini, ma è anche vero che va meravigliosamente aumentando, per impulso dello Spirito Santo, il numero dei fedeli dell'uno e dell'altro sesso, i quali con animo volenteroso si adoperano a dare soddisfazione al divin Cuore per tante ingiurie che gli si recano e giungono anche ad offrire a Cristo le loro stesse persone come vittime».

Se il papa fosse stato convinto che era  vicina la fine del mondo - come sostiene la WTS - come mai nutriva tali ottime speranze in merito al futuro? È chiaro quindi che anche le parole di questo papa vengono completamente stravolte ed estrapolate dal loro contesto.

Comunque, tutti questi papi conoscevano senz'altro i manuali di teologia che affermano che "il momento del ritorno del Signore è ignoto agli uomini" (Ludovico OTT, Compendio di teologia dogmatica, p. 792). E conoscevano anche le parole del Signore "in quanto a quel giorno e a quell'ora nessuna sa". È del tutto inutile quindi cercare previsioni di fine del mondo in papi che condividevano e condividono da sempre questa opinione.

«In quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli, né il Figlio, ma solo il Padre...». «Molti verranno, si presenteranno con il mio nome e diranno: ... "Il tempo è giunto". Voi però non ascoltateli e non seguiteli» - Matteo 24:36; Luca 21:8.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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