I Testimoni di Geova -
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Le dottrine


Quando fu distrutta l'antica Gerusalemme?

Prima parte

I testimoni di Geova hanno pubblicato due nuovi articoli in cui dicono che Gerusalemme
venne distrutta nel 607 a.C., anziché nel 587, come sostengono invece tutti gli storici del mondo.


Immagine tratta dalla "Torre di Guardia" del 1° ottobre 2011, p. 26
..............................................................

Analisi dell'articolo pubblicato nella "Torre di Guardia"

del 1° ottobre 2011, pp. 26-31

Significato delle abbreviazioni usate in questo studio:

- TdG = Testimoni di Geova- WT = La Torre di Guardia (rivista)
- WTS = Watch Tower Society, l'Ente editoriale dei TdG
- TNM = Traduzione del Nuovo Mondo, la Bibbia dei TdG


“Storici e archeologi generalmente collocano la distruzione di Gerusalemme nell’anno 586 o 587 a.E.V. Perché e i testimoni di Geova dicono che sia avvenuta nel 607 a.E.V.? Su cosa si basa questa affermazione?”

A PORRE queste domande è stato un nostro lettore. Ma perché dovrebbe interessarci la data esatta in cui il re babilonese Nabucodonosor II rase al suolo Gerusalemme? Innanzi tutto perché quell’evento fece da spartiacque nella storia del popolo di Dio. Uno storico ha descritto in questi termini l’esilio che ne conseguì: “E' solo catastrofe, anzi semplicemente la catastrofe”. [1] In quell’anno venne distrutto il tempio, che era stato il fulcro del culto dell’Iddio Onnipotente per oltre 400 anni. “O Dio”, disse afflitto il salmista, “hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie”. - Salmo 79:1, CEI.

In secondo luogo, conoscere l’anno preciso in cui iniziò “la catastrofe” e capire come il ripristino della vera adorazione a Gerusalemme adempì una specifica profezia biblica accrescerà la vostra fiducia nell’attendibilità della Parola di Dio. Perché, quindi, i testimoni di Geova fanno riferimento a una data che differisce di vent’anni da quella comunemente accettata? In breve, a motivo delle prove fornite dalla Bibbia stessa.

Nota 1: R. Albertz, Israele in esilio, trad. di F. Bassani, Paideia, Brescia, 2009, p. 24.

La Società Torre di Guardia scrive: «Ma perché dovrebbe interessarci la data esatta in cui il re babilonese Nabucodonosor II rase al suolo Gerusalemme?» Innanzi tutto si può notare che anche accettando la "data esatta" del 587 a.C. come anno della distruzione di Gerusalemme, ciò non cambierebbe in nulla la realtà di un evento che "fece da spartiacque nella storia del popolo di Dio"; e anche partendo dal 587 si può capire come il "ripristino della vera adorazione a Gerusalemme adempì una specifica profezia biblica".

In questi paragrafi iniziali si tace sul fatto che, innanzi tutto, per i testimoni di Geova la vera ragione per cui insistono nel sostenere la data del 607 a.C., è che tale data è fondamentale per poter costruire il loro calcolo cronologico che conduce al 1914. Ecco come viene illustrato questo calcolo in una loro pubblicazione:


Libro "Potete vivere per sempre", p. 141

Questa data viene usata dai TdG come punto di partenza per il calcolo che i "tempi dei gentili" (Luca 21:24) sarebbero un periodo di 2.520 anni che si concluse nel 1914, quando secondo loro Gesù Cristo è tornato invisibilmente e, dopo un'ispezione delle varie confessioni cristiane, avrebbe nominato il movimento della Torre di Guardia nel 1919 come Suo unico "portavoce" e "canale" sulla terra.

La ragione principale quindi per cui i dirigenti dell'organizzazione si ostinano a negare i fatti storici che pongono la distruzione di Gerusalemme nel 587 a.C. e cercano in tutti i modi di sostenere la data del 607 a.C. è che se viene a mancare tale data l'intero castello cronologico costruito su di essa crolla e quindi certe loro particolari interpretazioni bibliche non possono più essere sostenute.[1]

«In secondo luogo, conoscere l’anno preciso in cui iniziò “la catastrofe” e capire come il ripristino della vera adorazione a Gerusalemme adempì una specifica profezia biblica accrescerà la vostra fiducia nell’attendibilità della Parola di Dio».

Che dire se invece l'analisi dei fatti e delle prove oggettive dimostrasse che i TdG sono in errore in merito alla data del 607 a.C. e venisse invece dimostrato che la data della caduta di Gerusalemme è in realtà il 587 a.C.? Influirebbe questo negativamente sulla fiducia nell'attendibilità della Parola di Dio? Certamente no, come verrà dimostrato in seguito.

Ma di sicuro i TdG sinceri si dovrebbero chiedere fino a che punto le affermazioni della loro organizzazione sulla cronologia siano corrette e degne di fiducia. Come vedremo, infatti, non è affatto vero che la data del 607 - che «differisce di vent’anni da quella comunemente accettata» e riportata in tutti i libri di storia - si basa sulle «prove fornite dalla Bibbia stessa», come scrive la Watchtower.

L'articolo prosegue (pp. 26-27):

“Settant’anni”, ma per chi?


Anni prima della distruzione, il profeta ebreo Geremia fornì un elemento fondamentale alla cronologia biblica. Mise in guardia “tutti gli abitanti di Gerusalemme” dicendo: “Tutta questa regione sarà distrutta e desolata e queste genti serviranno il re di Babilonia per settanta anni”. (Geremia 25:1, 2, 11, CEI) In seguito il profeta aggiunse: “Geova ha detto questo: ‘Secondo il compimento di settant’anni a Babilonia vi rivolgerò la mia attenzione, e certamente realizzerò verso di voi la mia buona parola riconducendovi in questo luogo’ ”. (Geremia 29:10) Perché dovrebbero interessarci questi “settant’anni”? E in che modo questo lasso di tempo ci aiuta a determinare la data della distruzione di Gerusalemme?

Invece di parlare di 70 anni “a Babilonia”, molte traduzioni dicono “per Babilonia”. (Nuova Riveduta [NVR]) Alcuni storici sostengono quindi che questo periodo di 70 anni si applichi all’impero babilonese. Secondo la cronologia extrabiblica, i babilonesi dominarono Giuda e Gerusalemme per una settantina d’anni, dal 609 circa al 539, quando Babilonia venne conquistata.

La Bibbia mostra però che i 70 anni sarebbero stati un periodo di severa punizione che Dio avrebbe inflitto in particolar modo agli abitanti di Giuda e Gerusalemme, legati a lui da un patto di ubbidienza. (Esodo 19:3-6) Quando essi si rifiutarono di abbandonare la loro cattiva condotta, Dio disse: “Chiamerò il mio servo Nabucodonosor re di Babilonia . . . a combattere contro questa terra e i suoi abitanti e contro le regioni vicine”. (Geremia 25: 4, 5, 8, 9, Parola del Signore [PS]) Anche se pure le nazioni vicine avrebbero subìto l’ira di Babilonia, Geremia definì la distruzione di Gerusalemme e i successivi 70 anni di esilio “il castigo . . . del mio popolo”, poiché Gerusalemme aveva “gravemente peccato”. — Lamentazioni 1:8; 3:42; 4:6, NVR.

Quindi, stando alla Bibbia, i 70 anni furono un periodo di duro castigo per Giuda, e Dio si servì dei babilonesi per infliggere questa severa punizione. Dio comunque disse agli ebrei: “Quando saranno compiuti a Babilonia settant’anni . . . realizzerò la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo”, nel paese di Giuda e Gerusalemme. - Geremia 29:10, CEI.

E' importante capire quando e in quali circostanze il profeta Geremia parlò di settant'anni. Si tratta, come si legge, di 70 anni di servitù: “Tutta questa regione sarà distrutta e desolata e queste genti serviranno il re di Babilonia per settanta anni”. (Geremia 25:11, CEI) Queste parole vennero proferite agli Ebrei deportati a Babilonia durante la prima deportazione che avvenne agli inizi del regno di Nabucodonosor (Ger. 52:28). Gli ebrei in esilio vennero esortati dal profeta a non ribellarsi a Babilonia e a sottomettersi al suo dominio. Ecco cosa si legge in Geremia cap. 27:

«...Io ho fatto la terra, l'uomo e gli animali che sono sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e li do a chi mi piace. Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo ... Tutte le nazioni saranno soggette a lui, a suo figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il momento.

Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno. La nazione o il regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con la spada, la fame e la peste - dice il Signore - finché non li avrò consegnati in suo potere. ...

A Sedecìa re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo: «Piegate il collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo popolo e conserverete la vita. Perché tu e il tuo popolo vorreste morire di spada, di fame e di peste, come ha preannunziato il Signore per la nazione che non si assoggetterà al re di Babilonia? ... Siate piuttosto soggetti al re di Babilonia e conserverete la vita. Perché questa città dovrebbe esser ridotta in una desolazione?»

I settant'anni di sottomissione erano quindi già iniziati quando Geremia disse queste parole. I tentativi di ribellione avrebbero portato alla distruzione della città, e questo è quello che avvenne diversi anni dopo l'inizio dei settant'anni del dominio babilonese.

Che questi settant'anni non si riferissero solo alla durata dell'esilio degli ebrei conseguente alla distruzione di Gerusalemme ma che riguardassero tutte le nazioni assoggettate a Babilonia è detto chiaramente nella Scrittura: «E tutto questo paese deve divenire un luogo devastato, un oggetto di stupore, e queste nazioni dovranno servire il re di Babilonia per settant’anni». (Geremia 25:11, TNM) "Queste nazioni" sono tutti i popoli conquistati da Babilonia e che vennero a trovarsi sotto il dominio babilonese a partire dall'inizio di questo dominio nel 609 a.C.; e tale dominio durò settant'anni, come scrive anche la WTS nell'articolo succitato: «Secondo la cronologia extrabiblica, i babilonesi dominarono Giuda e Gerusalemme per una settantina d’anni, dal 609 circa al 539, quando Babilonia venne conquistata». [2]

Trascorsi i 70 anni di dominio babilonese, sarebbe arrivata la resa dei conti per Babilonia, come si legge in Ger. 25:12: «Quando saranno compiuti i settanta anni, io punirò il re di Babilonia e quel popolo - dice il Signore - per i loro delitti, punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne» (CEI). I settant'anni finirono nel 539, quando Babilonia venne conquistata dai Ciro e mentre gli Ebrei erano ancora in esilio. Anche questo passo rende quindi evidente che questi 70 anni non si riferivano alla durata dell'esilio degli Ebrei.

Tenendo conto del contesto e anche della grammatica ebraica, la traduzione più chiara e corretta di Geremia 29:10 è quindi la seguente:

«Così dice l'Eterno: Quando saranno compiuti settant'anni per Babilonia, io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola, facendovi ritornare in questo luogo» (Nuova Diodati).

Poiché così parla il SIGNORE: «Quando settant'anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo» (Nuova Riveduta).

Pertanto dice il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo» (CEI).

Poiché così parla l'Eterno: Quando settant'anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò ad effetto per voi la mia buona parola, facendovi tornare in questo luogo (Luzzi Riveduta).

«Invece così dice il Signore: «Quando saranno compiuti per Babilonia i settant'anni, Io vi visiterò e adempirò per voi la promessa di ricondurvi in questo luogo» (Nardoni).

«Il Signore dice ancora: La potenza di Babilonia durerà settant'anni. Solamente allora io interverrò a vostro favore e realizzerò la promessa che vi ho fatto di farvi ritornare nella vostra patria» (Parola del Signore, LDC ABU).

«Che sia esattamente questo ciò che il testo ebraico intende dire, è evidente dal fatto che questa idea è conforme alla profezia di Geremia in Geremia 25:11 ["Tutta questa regione sarà abbandonata alla distruzione e alla desolazione e queste genti resteranno schiave del re di Babilonia per settanta anni" (CEI)] sui settant'anni di schiavitù. Le nazioni dovevano servire il re di Babilonia per tutto il tempo della sua supremazia». «Questa conclusione è confermata da altri studiosi. A. Orr nel suo articolo "The Seventy Year of Babylon" (I settant'anni di Babilonia), Vetus Testamentum, vol. VI, 1956. p. 305, dice: "Il senso dell'originale ebraico può anche essere reso nel modo seguente: 'Dopo che settant'anni di (dominio di) Babilonia saranno compiuti, ecc.' I settant'anni qui menzionati evidentemente si riferiscono a Babilonia e non ai Giudei o al loro esilio. Significano settant'anni di dominio babilonese alla fine dei quali ci sarà la redenzione degli esiliati» - I tempi dei Gentili, C. Olof Jonsson, ed. Dehoniane, p. 146.

«Si è spesso sottolineato che il versetto testualmente insindacabile con i suoi settanta anni non ha in vista la lunghezza dell'esilio, ma la durata del dominio babilonese, che dal suo inizio fino alla conquista persiana di Babilonia può essere calcolato in circa settant'anni» - Otto Plöger, Aus der Spätzeit des Alten Testaments (Göttingen: Vandenhoeck & Ruprecht, 1971), p. 68.

«Certamente è necessario sottolineare che i settanta anni si riferiscono principalmente al tempo della dominazione babilonese del mondo e non al tempo dell'esilio, come spesso si suppone incautamente.» (N. Gottwald, All the Kingdoms of the Earth, New York, Evanston, London: Harper & Row, Publishers, 1964, pp. 265, 266).

«I "settant'anni ... per Babilonia", di cui parla Geremia sono quindi settant'anni di dominio babilonese, e il ritorno dall'esilio di Giuda è subordinato alla fine di tale periodo. Dalla caduta definitiva dell'impero assiro nel 609 a.C., il nuovo impero babilonese durò fino a quando Ciro il Persiano prese Babilonia nel 539, il periodo della dominazione babilonese fu infatti di i settant'anni. (609-539 = 70)» - Jack Finegan, Handbook of Biblical Chronology , Hendrickson Publishers, 1998, p. 255.

Il dott. Jack Lundbom, un'autorità di fama internazionale sul libro di Geremia, nella sua considerazione sui 70 anni in Geremia 25:10-12 e 29:10, conclude che questo periodo si riferisce «non alla lunghezza dell'esilio di Giuda" o delle 'desolazioni di Gerusalemme', ma alla durata del dominio mondiale di Babilonia». Egli osserva inoltre che: «Dalla caduta di Ninive (612 a.C.) alla presa di Babilonia da parte di Ciro (539 a.C.) vi sono 73 anni; dalla battaglia di Carchemish (605 a.C. - Il primo anno di Nabucodonosor; Cfr. 25:1) alla presa di Babilonia da parte Ciro (539 a.C.) vi sono 66 anni; e dalla fine effettiva dell'Impero assiro (609/8 a.C.) Alla conquista di Babilonia da parte di Ciro e il ritorno degli esuli (539 a.C.) sono quasi esattamente 70 anni.» - "Commentary on Jeremiah", vol. II, Doubleday, 2004, pp. 249, 250. [3]

E' interessante osservare che la versione biblica usata dai TdG (la Traduzione del Nuovo Mondo), in lingua danese e svedese rende il passo di Geremia 29:10 con "per Babilonia":


Cliccare per ingrandire

«La preposizione ebraica tradotta "per" in ebraico è "le". Gli studiosi di ebraico dicono che questa preposizione significa "a", "per", "con riferimento a". Essi fanno notare che può anche essere usata in senso locale o spaziale ("in", "a"), ma solo in certe espressioni avverbiali, e comunque non in Geremia 29:10, dove il significato è "per Babilonia".

L'ebraista svedese Seth Erlandsson afferma: "Il senso spaziale [o stato in luogo, ndr] è impossibile in Ger. 29:10". Altri ebraisti sono concordi, tra cui il professor Ernst Jenni, un'autorità leader delle preposizioni ebraiche, il cui lavoro solo sulla preposizione "le" occupa 350 pagine! Pochissime traduzioni della Bibbia traducono "a Babilonia" in Geremia 29:10».[4]

Non è quindi vero che "stando alla Bibbia, i 70 anni furono un periodo di duro castigo per Giuda, e Dio si servì dei babilonesi per infliggere questa severa punizione", come scrive la WTS. I 70 anni furono invece il periodo in cui Babilonia esercitò il suo potere su tutte le nazioni circostanti, dal 609 al 539 a.C.. E fu durante questi 70 anni che Gerusalemme venne distrutta, ma questo periodo di tempo era già iniziato molti anni prima di tale catastrofe.

Pagine 27 e 28:

Quando iniziarono i “settant’anni”?

Lo storico ispirato Esdra, che visse dopo che si furono compiuti i 70 anni della profezia di Geremia, scrisse: “Nabucodonosor deportò a Babilonia quanti erano scampati alla spada; ed essi furono assoggettati a lui e ai suoi figli, fino all’avvento del regno di Persia (affinché si adempisse la parola del Signore pronunziata per bocca di Geremia), fino a che il paese avesse goduto dei suoi sabati; difatti esso dovette riposare per tutto il tempo della sua desolazione, finché furono compiuti i settant’anni”.— 2 Cronache 36:20, 21, NVR.

I 70 anni quindi sarebbero stati un periodo in cui Gerusalemme e il paese di Giuda avrebbero ‘goduto dei loro sabati’. Questo significava che la terra non sarebbe stata coltivata: i campi non sarebbero stati seminati né e le vigne potate. (Levitico 25:1-5) A causa dei suoi peccati, tra cui forse la mancata osservanza di tutti gli anni sabatici, il popolo di Dio sarebbe stato punito: la sua terra sarebbe rimasta incolta e desolata per 70 anni. — Levitico 26:27, 32-35, 42, 43.

Quand’è che la terra di Giuda rimase incolta e desolata? I babilonesi guidati da Nabucodonosor attaccarono due volte Gerusalemme, a distanza di una decina d’anni. Ma i 70 anni non iniziarono di certo con il primo assedio. E questo perché, anche se in quell’occasione Nabucodonosor portò o molti prigionieri da Gerusalemme a Babilonia, lasciò che alcuni rimanessero nel paese. Inoltre non distrusse la città. Per anni dopo quella prima deportazione, chi rimase in Giuda, “la classe misera del popolo”, visse dei prodotti di quella terra. (2 Re 24:8-17) Ma poi le cose cambiarono drasticamente.

Una rivolta degli ebrei riportò o i babilonesi, o caldei, a Gerusalemme. (2 Re 24:20; 25: 8-10) essi rasero al suolo la città, incluso il suo sacro tempio, e portarono molti dei suoi abitanti a Babilonia come prigionieri. Nel giro di due mesi “tutto il popolo [che era stato lasciato nel paese], dal più piccolo al più grande, e i comandanti dei soldati si levarono per andare in Egitto, perché e avevano paura dei Caldei”. (2 Re 25:25, 26, CEI) Si può dire che solo allora, nel settimo mese ebraico di quell’anno, tishri (settembre/ottobre), il paese, incolto e desolato, iniziò a ‘godere dei suoi sabati’. Agli ebrei che si erano rifugiati in Egitto, Dio disse tramite Geremia: “Voi stessi avete visto tutte le disgrazie che io ho mandato su Gerusalemme e sulle altre città di Giuda: sono ancora completamente in rovina e disabitate”. (Geremia 44:1, 2, PS) Evidentemente, quindi, fu da quel momento che iniziarono i 70 anni. Ma che anno era? Per rispondere dobbiamo vedere quando finì quel periodo.

Si noti innanzitutto che il passo di 2 Cronache citato non dice che il paese avrebbe osservato il sabato per 70 anni. Si dice invece che questa condizione di "riposo" del paese, senza che la terra fosse coltivata, i campi seminati e le vigne potate, sarebbe durata finché si fossero compiuti i 70 anni, non che la sua intera durata sarebbe stata di 70 anni. Non si parla quindi dell'inizio dei 70 anni ma della loro fine.

Per fare un esempio, se qualcuno va a letto a mezzanotte e si alza all'alba, si può dire che ha dormito finché si è fatto giorno, ma ciò non significa che abbia dormito per la durata dell'intera notte, che è iniziata ben prima della mezzanotte. Quindi, come si diceva sopra, i 70 anni erano già iniziati (nel 609 a.C., con l'inizio del dominio di Babilonia) quando Gerusalemme venne distrutta ed il "paese" iniziò a 'godere dei suoi sabati' per il resto di questi 70 anni, fino a che nel 539 il dominio di Babilonia ebbe fine. Il passo citato dalla WTS quindi, non dice quindi quello che vi legge la Società e cioè che la terra del "popolo di Dio" «sarebbe rimasta incolta e desolata per 70 anni» a partire dalla distruzione di Gerusalemme.

Va anche sottolineato, per quanto riguarda il fatto che si parla di terra incolta e desolata, che tale condizione si realizzò non solo quando Gerusalemme venne distrutta ma anche prima di tale evento. Per esempio, in Geremia 25:17,18 si legge: «Io presi la coppa dalla mano del Signore e ne diedi da bere a tutte le nazioni a cui il Signore mi mandava: a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi principi, per abbandonarli alla rovina e alla desolazione, alla derisione, alla maledizione, come oggi si vede». Queste parole vennero proferite nel "primo anno di Nabucodonosor re di Babilonia", come si legge nel versetto 1, circa 18 anni prima che Gerusalemme venisse distrutta; e già allora si diceva che Gerusalemme e Giuda erano, almeno parzialmente, in rovina e nella desolazione.[5]

Inoltre ancora diversi anni dopo che la distruzione di Gerusalemme vi erano ancora degli abitanti nel paese, come si comprende da Geremia cap. 53:28-30:

«Questo è il popolo che Nabucodonosor portò in esilio: nel settimo anno, tremilaventitré giudei. [Questa fu la prima deportazione che avvenne circa 10 anni prima della distruzione della città]. Nel diciottesimo anno di Nabucodonosor, da Gerusalemme ci furono ottocentotrentadue anime.

[Questa è la seconda deportazione che avvenne quando Gerusalemme fu distrutta] nel ventitreesimo anno di Nabucodonosor, Nebuzaradan capo della guardia del corpo portò giudei in esilio, settecentoquarantacinque anime. [Questa terza deportazione avvenne cinque anni dopo la distruzione di Gerusalemme] Tutte le anime furono quattromilaseicento». (I commenti fra parentesi quadre sono miei).

Se, come scrive la Società Torre di Guardia, i 70 anni dovevano essere un periodo in cui il paese sarebbe stato completamente in rovina e disabitato, allora l'inizio dei 70 anni dovrebbe essere spostato al 23° anno di Nabucodonosor, quando gli ultimi abitanti di Giuda vennero portati in esilio. Invece la "desolazione", anche se parziale, era in atto da molti anni, da quando Babilonia aveva iniziato ad invadere e a devastare i paesi che vennero a trovarsi sotto la sua influenza dopo il 609 a.C. [6]

La risposta alla domanda Quando iniziarono i “settant’anni”?, in base a ciò che dicono sia la Bibbia che le documentazioni storiche extra bibliche, è quindi questa: i 70 anni iniziarono nel 609 a.C., quando Babilonia divenne la potenza dominante, e non quando Gerusalemme venne distrutta, come sostengono i TdG. Si tratta di 70 anni per Babilonia, finiti i quali gli Ebrei sarebbero stati liberati, proprio come si legge in Geremia:

«Tutte le nazioni saranno sottomesse a lui [Nabucodonosor], a suo figlio e al figlio di suo figlio, finché giunga il tempo anche per il suo paese; allora molte nazioni e grandi re lo ridurranno in schiavitù». «Quando settant'anni saranno compiuti per Babilonia, io vi visiterò e manderò a effetto per voi la mia buona parola facendovi tornare in questo luogo». «Ma quando saranno compiuti i settant'anni, io punirò il re di Babilonia e quella nazione", dice il SIGNORE, "a causa della loro iniquità; punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò in una desolazione perenne» (25:12; 29:10; 27:7, Versione Riveduta)

L'articolo della "Torre di Guardia" sostiene invece che i 70 anni sarebbero finiti nel 537, due anni dopo la caduta di Babilonia. Ecco infatti cosa si legge alle pagine 27 e 28:

Quando finirono i “settant’anni”?


Il profeta Daniele, che era in vita “all’avvento del regno di Persia” e risiedeva a Babilonia, calcolò quando dovevano finire i 70 anni. Scrisse: “Io, Daniele, tentavo di comprendere nei libri il numero degli anni di cui il Signore aveva parlato al profeta Geremia e che si dovevano compiere per le rovine di Gerusalemme, cioè settant’anni”. - Daniele 9:1, 2, CEI.

Esdra rifletté sulle profezie di Geremia e mise in relazione la fine dei “settanta anni” con il tempo in cui “il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare” un editto. (2 Cronache 36:21, 22, CEI) L’editto, che poneva fine all’esilio degli ebrei, fu emanato “nell’anno primo di Ciro, re di Persia”. (Vedi il riquadro “Una data fondamentale della storia”). Quindi entro l’autunno del 537 gli ebrei erano tornati a Gerusalemme per ripristinare la vera adorazione. - Esdra 1:1-5; 2:1; 3:1-5.

Secondo la cronologia biblica, quindi, i 70 anni furono un periodo di tempo preciso che si concluse nel 537. Andando a ritroso, l’anno d’inizio di quel periodo sarebbe il 607.

Ma se le prove contenute nelle Scritture ispirate indicano chiaramente che Gerusalemme fu distrutta nel 607, perché molti storici fanno riferimento al 587? Si rifanno a due fonti: gli scritti degli storici classici e il canone di Tolomeo. Queste fonti sono più attendibili delle Scritture? Vediamo.

In Daniele cap. 9 non si dice che gli Ebrei rimasero in esilio per 70 anni a Babilonia, ma si legge solo che "le rovine" o le devastazioni di Gerusalemme sarebbero terminate allo scadere dei 70 anni "per Babilonia". [7] La caduta di Babilonia adempì le parole di Geremia 25:12: «E deve accadere che quando i settant’anni si saranno compiuti chiederò conto al re di Babilonia e a quella nazione».

Babilonia venne catturata da Ciro nel mese di ottobre del 539 a.C. Fu in quella data che Dio 'chiese conto' al re di Babilonia dei suoi errori e da quel momento cessò il dominio babilonese. [8] Gli Ebrei vennero liberati da Ciro e tornarono in patria solo dopo che i settant'anni erano terminati come si legge in Ger. 29:10: «Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo».

L'idea che i settant'anni finissero due anni dopo, nel 537 a.C., non ha quindi alcun fondamento nella Bibbia. Babilonia non cadde in quell'anno, né le nazioni continuarono a servire il re di Babilonia fino a quell'anno. I settant'anni erano già finiti nel 539 quando gli ebrei tornarono in patria, e quindi non possono essere aggiunti al 537. La dichiarazione a pagina 29 della "Torre di Guardia" che le "Scritture ispirate indicano chiaramente che Gerusalemme fu distrutta nel 607" è quindi semplicemente falsa.

L'articolo della Torre di Guardia sostiene anche che le fonti a cui gli storici si rifanno per dire che Gerusalemme cadde nel 587 a.C. sono "gli scritti degli storici classici ed il Canone di Tolomeo", ma questo non è vero. Gli storici secolari basano le loro conclusioni su migliaia di tavolette cuneiformi d'argilla datate che stabiliscono la lunghezza dei regni di ciascuno dei regnanti neobabilonesi.

Nei paragrafi successivi del suo articolo la WTS evidenzia alcuni errori negli scritti degli storici classici come Giuseppe e Beroso per cercare di invalidare queste fonti, ma tali errori sono ininfluenti proprio perché la cronologia dei regnanti neobabilonesi è confermata da migliaia di tavolette di argilla datate. Anche se non ci fossero gli scritti di Beroso o di Tolomeo, basterebbero le registrazioni riportate su queste tavolette per confermare, al di la di ogni dubbio, la corretta cronologia babilonese.[9]

Una data che i TdG considerano fondamentale per poter ricostruire la loro "cronologia biblica" è il 539 a.C., che essi definiscono "data assoluta" (km 4/91 p. 6). Come si arriva a tale data? Ecco cosa si legge a p. 28 della "Torre di Guardia" del 1/10/2011:



Anche il libro “Perspicacia nello studio delle Scritture” (edito dalla Watchtower), per determinare la data del 539 a.C., si rifà ad un testo astronomico datato al 7° anno di Cambise. Riferendosi alle due eclissi menzionate nel testo, "Perspicacia" afferma a p. 613 (grassetto aggiunto):

Questa tavoletta permette quindi di fissare l’inizio del settimo anno di Cambise II nella primavera del 523 a.E.V. Questa è una data confermata dalle osservazioni astronomiche.

Per arrivare al 539 bisogna anche sapere quale fu la durata del regno di Ciro. Per fare ciò la WTS deve accettare le informazioni contenute nelle tavolette cuneiformi. In "Perspicacia", p. 613, si legge:

L’ultima tavoletta datata al regno di Ciro II è del 5° mese, 23° giorno, del suo 9° anno. ... Dato che il nono anno di Ciro II come re di Babilonia fu il 530 a.E.V., Il suo primo anno secondo questo calcolo fu il 538 a.E.V. e il suo anno di accessione il 539 a.E.V.

Come si vedrà nella considerazione del secondo articolo sulla cronologia, nel tentativo di negare la data del 587 a.C., riconosciuta come valida da tutti gli storici del mondo, la WTS cerca di minare l'attendibilità delle fonti. Secondo quanto afferma la Società:

- gli storici secolari non sarebbero attendibili;
- i diari astronomici non presenterebbero dati accurati;
- le eclissi lunari non darebbero indicazioni precise;
- le tavolette commerciali sarebbero lacunose ed incomplete...

Eppure, come si vede nella parte dell'articolo succitata ed in "Perspicacia", per sostenere la data del 539, la WTS si rivolge

- agli antichi storici secolari;
- ai diari astronomici;
- alle eclissi lunari;
- e alle tavolette commerciali.

Quindi la Watchtower usa due pesi e due misure, in quanto mentre insinua dubbi e cerca di minare l'attendibilità delle testimonianze storiche che contraddicono la sua interpretazione della Bibbia, d'altro canto accetta tutte queste testimonianze quando ciò le serve per sostenere la sua cronologia.

L'articolo prosegue (p. 29):

Quanto sono accurati gli storici classici?


Gli storici che vissero più o meno al tempo della distruzione di Gerusalemme forniscono informazioni contraddittorie circa i re neobabilonesi.* (Vedi il riquadro “I re neobabilonesi”). La successione degli avvenimenti basata sulle loro informazioni cronologiche non coincide con quella biblica. Ma quanto sono attendibili i loro scritti?

Uno degli storici più prossimi al periodo neobabilonese fu Beroso, “sacerdote babilonese di Bel-Marduk”. La sua opera originale, la Babyloniaca, scritta intorno al 281 a.E.V., è andata persa; ne sono rimasti solo alcuni frammenti contenuti in opere di altri storici. Beroso sostenne di aver usato “libri che erano stati conservati con grande cura a Babilonia”. Ma fu veramente uno storico accurato? Facciamo un esempio.

Beroso scrisse che il re assiro Sennacherib salì al trono dopo “il regno di [suo] fratello” e che “dopo di lui suo figlio [Esar-Addon regnò] 8 anni, e poi Sammuges [Shamash-shumaukin] ukin] 21 anni”. Ma documenti storici babilonesi redatti molto prima dell’epoca di Beroso riferiscono che Sennacherib succedette a suo padre, Sargon II, e non a suo fratello, Esar-Addon regnò 12 anni, non 8, e Shamashshuma- ukin 20 anni, non 21. Pur riconoscendo che Beroso consultò le Cronache babilonesi, lo storico Robartus van der Spek ha scritto: “Questo non gli impedì di fare aggiunte e introdurre le proprie interpretazioni”.

Cosa pensano di Beroso altri studiosi? “nel passato Beroso era solitamente considerato uno storico”, afferma Stanley Burstein, che ha compiuto uno studio accurato delle sue opere. Eppure conclude: “In tale veste va detto che i suoi scritti lasciano alquanto a desiderare. Anche nella sua attuale forma frammentaria, la Babyloniaca contiene diversi errori sorprendenti su fatti scontati . . . Per uno storico tali inesattezze sarebbero inaccettabili, ma in effetti Beroso non intendeva scrivere un’opera di carattere storico”.

In virtù di quanto detto, pensate che ci si possa davvero fidare dei calcoli di Beroso? E che dire della maggior parte degli altri storici classici, i quali basarono le loro cronologie sugli scritti di Beroso? Le loro ricostruzioni storiche possono essere ritenute veramente attendibili?

* L’impero neobabilonese iniziò con il regno di Nabopolassar, padre di Nabucodonosor, e terminò con il regno di Nabonedo. Questo periodo di tempo riveste un certo interesse per gli studiosi perché copre gran parte dei 70 anni di desolazione.


Riquadro a p. 29 della "Torre di Guardia"

Da questa tabella si nota innanzitutto che le date proposte da Beroso e Tolomeo sono sostanzialmente identiche. Differiscono invece, di parecchio, quelle di Polistene e di Giuseppe Flavio.

Come è noto, Giuseppe Flavio nei suoi scritti riporta alcune inesattezze storiche.[10] Tolomeo invece è riconosciuto attendibile dagli studiosi.

Per quanto riguarda le opere di Cornelio Alessandro Polistore (I secolo a.C.), esse sono andate perdute e ne esistono solo pochi frammenti, sopravvissuti nelle citazioni di Giuseppe Flavio ed Eusebio. Polistore è noto per aver citato Beroso, ma i suoi scritti ci sono pervenuti in una condizione corrotta.[11]

I dati di Beroso sulla durata dei regni dei re neobabilonesi sono concordi con quelli del cosiddetto Canone di Tolomeo. L'unica differenza è che il Canone omette il breve regno di Labashi-Marduk, perché il Canone considera solo gli anni interi non include regni di pochi mesi. Beroso assegna 9 mesi a Labashi-Marduk, e questo è considerato come un errore di trascrizione al posto di 2 o 3 mesi, come dimostrano le tavolette commerciali neobabilonesi contemporanee e la Lista Reale di Uruk.

Il punto fondamentale è che la cronologia generale di Beroso ed il Canone di Tolomeo sono del tutto concordi con le fonti cuneiformi neobabilonesi, ed è dimostrato che entrambe queste fonti - Beroso e il Canone - si basano sulle Cronache neobabilonesi e le liste dei re sono state sono state compilate in maniera indipendente l'una dall'altra.

Nel tentativo di minare la fiducia nei dati di Beroso la WTS cita ciò che Stanley Mayer Burstein dice nella sua traduzione dei frammenti esistenti della Babyloniaca di Beroso:

“In tale veste va detto che i suoi scritti lasciano alquanto a desiderare. Anche nella sua attuale forma frammentaria, la Babyloniaca contiene diversi errori sorprendenti su fatti scontati . . . per uno storico tali inesattezze sarebbero inaccettabili, ma in effetti Beroso non intendeva scrivere un’opera di carattere storico”.

La citazione della WTS è tratta da The Babyloniaca of Berossus, Malibu: Pubblicazioni Undena, 1978, pag. 8.

Gli autori di questo articolo della Torre di Guardia hanno selezionato solo le parti della dichiarazione di Burstein di cui hanno bisogno e hanno omesso le parti che possono trasmettere un'idea diversa dalla loro. Ecco cosa scrive in realtà Burstein (le parti omesse sono in grassetto):

“Anche nella sua attuale forma frammentaria, la Babyloniaca contiene diversi errori sorprendenti su fatti scontati di cui, certamente, il piu flagrante e l'affermazione che Nabopolassar governo l'Egitto ... Per uno storico tali inesattezze sarebbero inaccettabili, ma in effetti Beroso non intendeva scrivere un'opera di carattere storico, bensì apologetica”.

Solo poche frasi dopo, Burstein fa un'altra osservazione importante, che la WTS non ha riportato:

“Se Beroso esercitò una scarsa lettura critica delle sue fonti, i frammenti dimostrano che lui ha scelto buone fonti, molto probabilmente da una biblioteca a Babilonia, e che egli ha fedelmente riportato il loro contenuto in greco”.

Burstein osserva anche che, quando si tratta del periodo neobabilonese, "la maggior parte del materiale nel terzo libro, sia in termini di stile che di contenuto, sembra basarsi su testi simili ma non identici a quelli che noi chiamiamo le Cronache neobabilonesi".

Queste osservazioni spiegano perché la cronologia per il regno neobabilonese è del tutto concorde con quella riportata nelle fonti cuneiformi contemporanee.

Il modo quindi in cui la WTS ha citato questo studioso non rispecchia realmente quello che Busrtsein ha detto o pensa su Beroso. Riepilogando:

- La WTS vuole far credere che la cronologia di Beroso sia inattendibile.

- Quindi cita uno studioso che parla di errori da parte di Beroso e che dice che Beroso non era uno storico;

- e questa citazione (incompleta) si trova nella stessa pagina con la tabella riportata sopra (p. 29 della WT).

In tale contesto, in cui si parla di errori (veri o presunti) nella cronologia, il pensiero che viene trasmesso da questa citazione è che Beroso abbia commesso errori anche di carattere cronologico e che quindi anche la sua lista degli anni della dinastia babilonese non sia attendibile. Certamente se Beroso avesse sbagliato di 20 anni (come sostiene la WTS) nel definire la durata della dinastia babilonese, questo sarebbe stato davvero un gravissimo errore.

Ma leggendo la citazione completa si nota che lo studioso citato (Stanley Burstein) non menziona affatto la cronologia ma cita solo - quale esempio di "errore" più evidente - il fatto che Beroso dice che Nabopolassar governò l'Egitto. Un simile "errore" comunque, sarebbe stato comprensibile, aggiunge lo studioso, in quanto Beroso non era uno storico ma un apologeta. Non si parla affatto quindi, e nemmeno si allude - leggendo anche quello che lo studioso scrive due righe dopo -, a possibili errori nella cronologia neobabilonese.

Burstein scrive invece che Beroso ha riportato fedelmente in greco i contenuti di una "buona fonte". E non è possibile che chi ha scritto l'articolo della "Torre di Guarda" non fosse a conoscenza anche di queste affermazioni, che si trovano nella stessa pagina da cui è stata tratta la citazione incompleta.[12]

La "Torre di Guardia" chiede ai suoi lettori: «In virtù di quanto detto, pensate che ci si possa davvero fidare dei calcoli di Beroso?». La domanda che ci si pone, dopo aver letto quanto sopra, potrebbe essere la seguente: «In virtù di quanto detto, pensate che ci si possa davvero fidare di ciò che si legge nella Torre di Guardia

Pagine 29 e 30 della "Torre di Guardia":

Il canone di Tolomeo


A sostegno della tradizionale data del 587 si ricorre anche al canone reale di Claudio Tolomeo, astronomo del II secolo. L’elenco di re stilato da Tolomeo è considerato l’ossatura della cronologia della storia antica, incluso il periodo neobabilonese.

Tolomeo mise per iscritto il suo elenco circa sei secoli dopo la fine del periodo neobabilonese. Quindi come fece a determinare la data in cui il primo re del suo elenco iniziò a regnare? Tolomeo spiegò di aver usato calcoli astronomici, che si basavano anche sulle eclissi, “per risalire all’inizio del regno di Nabonassar”, primo re del suo elenco. Per questo Christopher Walker, del British Museum, dice che il canone di Tolomeo era “concepito per fornire agli astronomi una cronologia completa” e “non per fornire agli storici un resoconto preciso dell’ascesa al trono e della morte dei vari re”.

“E`risaputo da lungo tempo che il canone è attendibile dal punto di vista astronomico”, scrive il prof. Depuydt, uno dei più entusiasti sostenitori di Tolomeo, “ma questo non significa automaticamente che sia affidabile anche dal punto di vista storico”. A proposito di questo elenco di re, Depuydt aggiunge: “Riguardo ai primi sovrani [inclusi i re neobabilonesi], il canone necessiterebbe di un confronto con i documenti cuneiformi per determinare quando regnò ciascun re”.

Cosa sono questi “documenti cuneiformi” che ci permettono di valutare l’accuratezza storica del canone di Tolomeo? Sono documenti redatti da scribi vissuti durante il periodo neobabilonese o in epoche vicine, che includono le Cronache babilonesi, elenchi di re e tavolette commerciali.

Anche questa parte dell'articolo in che si occupa del cosiddetto "Canone di Tolomeo" è piena di errori e di distorsioni, e di altri travisamenti dei pareri di vari studiosi. Gli autori iniziano affermando a pagina 30 che: “L’elenco di re stilato da Tolomeo è considerato l’ossatura della cronologia della storia antica, incluso il periodo neobabilonese”. Questo è quello che si pensava un tempo, ma non quello che si conosce oggi.[13]

Il fatto che le date di Tolomeo siano stati accettati dagli storici moderni, non è perché il suo Canone di per sé sia considerato come "l'ossatura" o una «"guida infallibile" per la cronologia del periodo Babilonese e quelli successivi, ma perché:

1°) i suoi dati sono stati confermati da un numero di fonti molto più antiche per la cronologia di quel tempo, alcune delle quali contemporanee all'era neobabilonese; e perché

2°) nella sua grandiosa opera Almagesto egli stabilisce la cronologia presentata nel suo Canone come una cronologia assoluta, con l'aiuto di una vasta quantità di materiale astronomico, raccolta da antiche fonti.

I suoi dati sono stati controllati e verificati da astronomi moderni, e in più: le moderne scoperte di antiche tavolette astronomiche, specialmente i cosiddetti "diari astronomici", hanno permesso agli astronomi e agli storici moderni di stabilire l'assoluta cronologia di quasi tutto l'intero periodo coperto dal Canone di Tolomeo, indipendentemente da Tolomeo e dalle sue eclissi, dando così una conferma indipendente dalla sua cronologia.
Quindi ciò che è importante oggi non è il Canone di Tolomeo, bensì i documenti e le fonti più antiche che lo hanno confermato: i diari astronomici, le tavolette dei contratti, le cronache, le liste dei Re, le stele contemporanee dei Babilonesi e degli Egizi, etc. e la Bibbia».[14]

Quindi la cronologia di Tolomeo è stata confermata, al di là di ogni dubbio, da varie fonti indipendenti. Anche senza Tolomeo le date esposte da Tolomeo (e Beroso) nella tabella succitata si possono quindi ricavare da altre fonti sicure ed autorevoli.

Citazioni tradite


Nela "Torre di Guardia" si citano le dichiarazioni di due studiosi in maniera tale da dare l'impressione che entrambi mettano in dubbio l'affidabilità del Canone di Tolomeo. Il primo è Christopher Walker, del British Museum. Egli viene citato in questo modo nell'articolo della WTS:

Per questo Christopher Walker, del British Museum, dice che il canone di Tolomeo era “concepito per fornire agli astronomi una cronologia completa” e “non per fornire agli storici un resoconto preciso dell’ascesa al trono e della morte dei vari re”.

Quello che la WTS non dice è che Walker aggiunge:

«Tuttavia esso [il Canone] è servito come la spina dorsale della cronologia del periodo neobabilonese e achemenide, e servito in modo affidabile».

Inoltre Walker prosegue spiegando che «non c'è alcuna difficoltà nel correlare la cronologia di Tolomeo con il grande accumulo di dati attualmente disponibili da fonti cuneiformi. La spiegazione deve trovarsi nella natura dei dati a cui aveva accesso» - C. B. F. Walker, "Achaemenid Chronology and the Babylonian Sources", in John Curtis (ed.), Mesopotamia and Iran in the Persian Period (London: The British Museum Press, 1997), p. 18. Grassetto aggiunto.

Quindi anche qui la WTS non rivela qual è il reale punto di vista di questo studioso: Walker, contrariamente a quello che vorrebbe far credere la WTS, con le sue citazioni "selezionate", ritiene del tutto affidabile il Canone di Tolomeo.

Anche il pensiero del secondo studioso, il professor Leo Depuydt, viene travisato in maniera simile. Depuydt è un egittologo di fama che insegna Egittologia presso la Brown University di Providence (Rhode Island, USA). E' anche uno specialista sulla cronologia del Vicino Oriente antico. Egli ha esaminato la storia e l'affidabilità del Canone Reale per molti anni. Nell'articolo della "Torre di Guardia" viene citato in questo modo:

E' risaputo da lungo tempo che il canone è attendibile dal punto di vista astronomico”, scrive il prof. Depuydt, uno dei più entusiasti sostenitori di Tolomeo, “ma questo non significa automaticamente che sia affidabile anche dal punto di vista storico”. A proposito di questo elenco di re, Depuydt aggiunge: “Riguardo ai primi sovrani [inclusi i re neobabilonesi], il canone necessiterebbe di un confronto con i documenti cuneiformi per determinare quando regnò ciascun re”.

Questa citazione è tratta dall'articolo di Depuydt "'More Valuable than All Gold': Ptolemy's Royal Canon and Babylonian Chronology", pubblicato in The Journal of Cuneiform Studies, Vol. 47 (1995), pp. 97-117.

Le citazioni sono selezionate in modo da dare l'impressione che Leo Depuydt creda che il Canone può essere storicamente inaffidabile, il che non è vero. Al contrario, egli afferma nello stesso paragrafo che "Nessuno ha, a mia conoscenza, smentito qualsiasi aspetto del Canone con validi motivi." (p. 106)

Perché gli autori dell'articolo della Torre di Guardia non hanno citato queste sue parole? (Citazioni tratte dallo studio di Jonsson, nota 4).

Ecco anche cosa ha scritto sul Canone di Tolomeo un altro studioso, il prof. R. Thiele, citato anch'egli in maniera parziale e fuorviante in altre pubblicazioni della WTS:

«Per oltre quarant'anni ho esposto le mie opinioni riguardo all'antica cronologia ed ai cronologi, e la mia fiducia in Claudio Tolomeo è divenuta ampiamente nota. Tuttavia per molti anni le pubblicazioni dei testimoni di Geova mi hanno presentato come un sostenitore di un'opinione relativa a Tolomeo che è esattamente contraria a ciò che io sostengo.

Alcuni che conoscono le mie opinioni mi scrivono da diverse parti del mondo, desiderosi di conoscere perché i testimoni non dicono la verità riguardo alla mia piena fiducia in Tolomeo. Tolomeo fu uno dei più grandi studiosi dell'antichità. (...)

I dati cronologici relativi ai governanti dell'antica Babilonia e di Persia forniti da Tolomeo sono astronomicamente fondati. La data del 605 a.C. indicata per l'inizio del regno di Nabucodonosor è verificata da due eclissi e non esiste la minima obiezione riguardo alla sua accuratezza.

Ma la data dei testimoni relativa a Nabucodonosor è di venti anni in errore ed i loro calcoli profetici basati sulla loro data sono errati. Per procedere sulla base dell'onestà e dell'integrità coloro tra i testimoni di Geova che hanno esposto nelle loro pubblicazioni delle falsità circa ciò che io ed altri abbiamo scritto dovrebbero ritrattare i loro errori, poiché solo la verità ha il diritto di essere sostenuta. (...) Ci sono molti tra i testimoni di Geova che sono cristiani molto sinceri ed essi dovrebbero stare attenti ad evitare di essere ingannati. (...)» (tratto da Witness, vol. 5, n.1, 1979, p.4). [15]

Il tentativo della WTS di invalidare la testimonianza di queste fonti, citando in maniera distorta il parere di alcuni studiosi, si rivela quindi ancora una volta ingannevole. [16]

Pagine 30 e 31 dell'articolo della WTS:

Cosa emerge dal confronto tra l’elenco di Tolomeo e i documenti cuneiformi? Il riquadro “Il canone di Tolomeo a confronto con antiche tavolette” (vedi sotto) mostra una parte del canone e lo compara con un antico documento cuneiforme. Noterete che, tra i sovrani babilonesi Kandalanu e Nabonedo, l’elenco di Tolomeo menziona solo quattro re. Eppure la lista reale di Uruk, che fa parte della documentazione cuneiforme, rivela che i re furono sette. Regnarono forse per periodi brevi e trascurabili? Uno di loro, in base a tavolette commerciali cuneiformi, regnò per sette anni.

Documenti cuneiformi forniscono inoltre chiare prove che prima del regno di Nabopolassar (primo re del periodo neobabilonese), un altro re (Ashur-etel-ilani) regnò per quattro anni a Babilonia. A questo bisogna aggiungere che per oltre un anno il trono fu vacante. Eppure nel canone di Tolomeo non vi è traccia di tutto ciò.

Perché Tolomeo omise alcuni sovrani? Forse perché non li riteneva legittimi sovrani di Babilonia. Per esempio, escluse Labashi- Marduk, re neobabilonese. Ma in base a documenti cuneiformi, i re che Tolomeo omise regnarono effettivamente su Babilonia.

In linea generale, il canone di Tolomeo è ritenuto accurato. Ma, viste le sue omissioni, dovrebbe essere considerato esatto dal punto di vista cronologico?


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Tabella a p. 30 della WT 1/10/2011

La WTS mette a confronto la Lista Reale di Uruk con il Canone di Tolomeo, dove mancano alcuni nomi, cercando di far credere che la durata della dinastia babilonese calcolata da Tolomeo a partire da Kandalanu non sia corretta. Quello che però la WTS non dice è che la durata complessiva del dominio dei regnanti babilonesi riportata nella Lista Reale di Uruk è identica a quella di Tolomeo, come si nota nella seguente tabella:



Il totale complessivo di entrambe le liste non altera quindi in alcun modo l'intera durata della dinastia babilonese. [17]


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Sin-shumu-lisir e Sin-sharra-ishkun non vengono menzionati da Tolomeo perché si trattava di pretendenti al trono, e il loro periodo (1 anno) viene da lui incluso nel regno di Kandalanu, a cui assegna 22 anni, anziché i 21 della Lista Regale. Mentre, come si è già detto, Tolomeo omette il breve regno di Labashi-Marduk in quanto inferiore ad un anno e quindi non rilevante per i suoi calcoli astronomici.

La cronaca babilonese BM 25127 mostra che alla morte di Kandalanu ne seguì circa un anno di battaglie tra pretendenti Assiri e Nabopolassar, fino a quando quest'ultimo riuscì a salire al trono di Babilonia.

"Per un anno non vi fu un re a Babilonia"

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Nella Cronaca si legge che «per un anno non vi fu un re nella terra (Babilonia). Il ventiseiesimo giorno del mese Marchesvan Nabopolassar ascese al trono di Babilonia». (A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, 1975, p. 88).

Che dire quindi dell'affermazione della WTS secondo cui uno di questi re omessi dal Canone «regnò per sette anni»? Nella nota in calce (11) su questo punto si legge: «Sin-sharra-ishkun regnò per sette anni; esistono 57 tavolette commerciali datate dal primo al settimo anno del suo regno. Vedi Journal of Cuneiform Studies, vol. 35, 1983, pp. 54-59».

Ma è realmente così? Il punto è che, secondo quando documentato dalle tavolette commerciali, questi sette anni si riferiscono al suo governo in Assiria e non al suo governo a Babilonia! Sin-sharra-ishkun cercò di diventare re di Babilonia ma non ci riuscì e la Lista Reale di Uruk lo menziona (insieme all'altro pretendente, Sin-shumu-lishir) nell'anno "senza re" di Babilonia. I sette anni documentati da circa 60 testi commerciali si riferiscono al suo governo in Assiria prima della caduta di quell'impero.

E' del tutto corretto quindi che nel Canone di Tolomeo Sin-sharra-ishkun non venga menzionato in quanto questo re assiro non regnò mai su Babilonia.

Anche la nota 13 è altrettanto fuorviante:



Quello che qui la WTS non dice è che ci furono periodi in cui Babilonia era uno stato vassallo dell'Assiria e quindi vi furono sovrani Assiri che governarono sia l'Assiria che Babilonia. Salmaneser V fu uno di questi sovrani. L'elenco dei re babilonese A (BM 95502) dice: «Per cinque anni Shalmaneser (V) ha regnato su Akkad [Babilonia] e l'Assiria». [18] Tolomeo inserisce quindi Salmaneser nel suo elenco perché questo sovrano governò effettivamente su Babilonia.

Lo stesso vale per Sargon II, che regnò in Assiria per 17 anni (721-705 a.C.), gli ultimi cinque dei quali governò anche su Babilonia (709-705 a.C.). Ecco perché il Canone di Tolomeo gli assegna cinque anni di regno. Anche il re assiro Esar-Addon (680-669 a.C.) governò in Babilonia per 13 anni, e per questo motivo viene incluso nel Canone di Tolomeo.

Nell'elenco dei re che va da Nabopolassar a Nabonedo (747-539 a.C.) vengono riportati nel Canone solo quei re che dominarono su Babilonia. [19] Non vengono quindi inclusi in tale elenco Ashur-etel-ilani, Sin-shumu-lishir e Sin-sharra-ishkun perché questi tre re non hanno mai 'regnato a Babilonia', come sostiene invece la WTS nella nota succitata. Questi re assiri, benché avessero cercato di mantenere il controllo dell'Assiria su Babilonia dopo la morte di Kandalanu, non riuscirono nel loro intento e quindi le iscrizioni non assegnano loro il titolo di "Re di Babilonia".

L'assiriologo Grant Frame, un'autorità su questo periodo storico, fornisce le seguenti informazioni su questi tre re:

Ashur-Etel-ilani: «Assurbanipal succedette come sovrano di Assiria al figlio Assur-Etel-ilini ... Nessuna iscrizione chiama mai Assur-Etel-ilani 're di Babilonia,' vicere 'di Babilonia,' o 're della terra di Sumer e Akkad,' né viene incluso nella varie liste dei governanti di Babilonia... Più di dieci testi economici datano i suoi anni di regno come 're d'Assiria' o 're delle terre'» - Grant Frame, Rulers of Babylonia. From the Second Dynasty of Isin to the End of Assyrian Domination (1157-612 BC) (Toronto, Buffalo, London: Univeristy of Toronto Press, 1995), p. 261.

Sin-sumu-lišir: «Nessuna iscrizione reale di Sin-sumu-lišir è attestata da Babilonia. Almeno sette testi economici babilonesi (tra cui quattro da Babilonia e uno da Nippur) sono datati dal suo anno di ascesa. In questi o non gli è dato alcun titolo, o è chiamato "il re d'Assiria" o semplicemente "re"» (p. 269).

Sin-Sarra-iškun: «L'ultimo re Assiro ad esercitare un certo controllo su almeno una parte di Babilonia è stato Sin-Sarra-iškun, un figlio di Assurbanipal. Non è chiaro quando di preciso sia diventato governatore dell'Assiria e abbia ricoperto un ruolo di autorità a Babilonia, ma il suo regno sull'Assiria terminò nel 612 a.C. Solo la lista dei re di Uruk lo include tra i governanti di Babilonia, assegnando l'anno successivo al regno di Kandalanu e quello precedente al regno di Nabopolassar (626 a.C.) a Sin-sumu-lišir e Sin-Sarra-iškun insieme ...

Nessuna iscrizione nota gli assegna il titolo di 're di Babilonia', di 'vicerè di Babilonia', o di 're della terra di Sumer e di Akkad'… Nessuna iscrizione reale Babilonese di Sin-Sarra-iškun è attestata ... Circa 60 i testi economici sono datati ai suoi anni di regno di Babilonia. Questi indicano che ha controllato Babilonia, Nippur, Sippar e Uruk, i primi testi provengono dal suo anno di accessione e all'ultimo dei suoi sette anni.

Nessuno di questi testi economici, però, gli dà il titolo 're di Babilonia', egli è invece chiamato 'il re d'Assiria', 're delle terre,' e 'il re del mondo'» (p. 270) Grassetto aggiunto.

L'affermazione della WTS - «Tavolette commerciali, lettere cuneiformi e altre iscrizioni rivelano senza ombra di dubbio che i re Ashur-etel-ilani, Sin-shumu-lishir e Sin-sharra-ishkun regnarono a Babilonia» - è quindi in netto contrasto con i fatti storici documentati. Il Canone di Tolomeo si rivela invece storicamente accurato ed attendibile e privo di qualsiasi omissione che sia in contrasto con la storia o che possa mettere in discussione la cronologia del periodo neobabilonese.

L'articolo della "Torre di Guardia" conclude con questo riassunto (p. 31):

A quali conclusioni ci portano queste prove?


Per riassumere, la Bibbia indica chiaramente che ci fu un esilio di 70 anni. Ci sono prove fondate - accolte anche dalla maggior parte degli studiosi - indicanti che gli esuli ebrei fecero ritorno in patria nel 537. Andando a ritroso a partire da quell’anno, Gerusalemme sarebbe stata distrutta nel 607. Anche se le opere di storici classici e il canone di Tolomeo non concordano con questa data, si possono sollevare dubbi legittimi sulla loro accuratezza. Queste due fonti non sono quindi sufficienti a dimostrare che la cronologia biblica sia inesatta.

Innanzitutto, come abbiamo, visto la Bibbia non insegna affatto che gli Ebrei rimasero in esilio a Babilonia per 70 anni. I settant'anni di cui si parla nella Scrittura sono «settant'anni per Babilonia» (e non "per Gerusalemme") e si riferiscono alla durata dell'egemonia babilonese su "tutte le nazioni".

Tale dominio iniziò nel 609 a.C. con la definitiva sconfitta dell'Assiria e finì nel 539, quando Babilonia venne conquistata da Ciro di Persia. Durante questo periodo, tutte le nazioni, e non solo gli Ebrei, avrebbero dovuto servire il re di Babilonia: “Tutta questa regione sarà distrutta e desolata e queste genti serviranno il re di Babilonia per settanta anni”. (Geremia 25:11) Non si tratta di 70 anni di esilio per i soli Ebrei quindi, ma 70 anni di servitù (assoggettamento) al potere di Babilonia.

Questi 70 anni finirono nel 539, quando Babilonia venne conquistata. Fu in quell'anno che si adempirono le parole di Geremia 25:12: «E deve accadere che quando i settant’anni si saranno compiuti chiederò conto al re di Babilonia e a quella nazione». Babilonia venne catturata da Ciro nel mese di ottobre del 539 a.C. In quella data Dio 'chiese conto' al re di Babilonia dei suoi errori e il dominio babilonese ebbe fine. Non c'è alcuna ragione valida per cui si dovrebbe prolungare questo periodo fino al 537, come fa la WTS.

I dubbi sulle "opere degli storici classici e il canone di Tolomeo" si sono rivelati irrilevanti o privi di fondamento. Inoltre "queste due fonti" non sono indispensabili per stabilire la durata dei regni dei re neobabilonesi, in quanto esistono migliaia di tavolette commerciali datate che permettono di ricostruire in maniera sicura la cronologia babilonese indipendentemente da tali fonti.

Alla fine l'articolo della WTS riporta la seguente tabella riassuntiva, a p. 31

:

Tutte le conclusioni riportate in questa tabella sono erronee.

Le conclusioni corrette, sia dal punto di vista di ciò che si legge nella Scrittura che di quanto insegna la Storia, sono le seguenti:

  

La conclusione è che gli argomenti utilizzati dalla Watchtower sono in contrasto sia con la Bibbia che con la Storia. L'articolo della "Torre di Guardia" non è altro che un tentativo disperato e fuorviante di difendere una data che è semplicemente indifendibile.

Note:

[1] Per approfondire questo argomento si veda la pagina "La profezia dell'albero e i "sette tempi dei gentili"

[2] Cliccare qui per visualizzare una nota de "La Bibbia", edizioni S. Paolo 2010.

[3] Si veda anche la pagina "La caduta di Ninive".

[4] Citazione da uno studio di C. O. Jonsson, scaricabile da qui: http://kristenfrihet.se/italian/critique.pdf . Molte informazioni riportate in questa pagina si basano su questo studio di Jonsson.

Si potrebbe anche osservare che traduzioni come quella della CEI (2010) - “Quando saranno compiuti a Babilonia settant’anni ” - non dicono che sarebbero passati 70 anni dalla distruzione della città di Gerusalemme fino alla fine dell'esilio; non si legge: "quando voi avrete trascorso 70 anni a Babilonia", ma si menziona semplicemente di un periodo di 70 anni che doveva "compiersi a Babilonia". Questi settant'anni "a Babilonia", in base al contesto, ebbero inizio quando tale nazione divenne la potenza dominante sulle nazioni circonvicine.

[5] Il termine tradotto "luogo devastato" (chorbàh) non significa sempre una devastazione seguita da un'assoluta assenza di abitanti. Per esempio, in Ezechiele 33:24, 27 (TNM) si parla di "luoghi devastati" (chorbàh) che erano ancora abitati: «...gli abitanti di questi luoghi devastati ... quelli che sono nei luoghi devastati». In Neemia 2:17 vi è un'esortazione rivolta agli abitanti di Gerusalemme: «...Gerusalemme è devastata (chorbàh) e le sue porte sono state bruciate col fuoco. Venite e riedifichiamo le mura di Gerusalemme, affinché non continuiamo più a essere un biasimo”.

[6] Nel tentativo di spiegare come mai vi fossero ancora deportazioni di Giudei cinque anni dopo la distruzione di Gerusalemme, il libro “Perspicacia nello studio delle Scritture” (edito dalla Watchtower), a pag. 358 dice: «Ebrei esiliati in seguito. Circa tre anni dopo, nel 23° anno del regno di Nabucodonosor, altri ebrei furono portati in esilio. (Ger. 52:30)

Si trattava probabilmente di ebrei che erano fuggiti in paesi conquistati in seguito dai babilonesi». «Alcuni ebrei forse fuggirono in altre nazioni vicine. Probabilmente i 745 prigionieri, capifamiglia, esiliati cinque anni dopo quando Nabucodonosor, come simbolica mazza di Geova, frantumò le nazioni che confinavano con Giuda, provenivano da queste nazioni. (Ger. 51:20; 52:30) Giuseppe Flavio dice che cinque anni dopo la caduta di Gerusalemme Nabucodonosor invase Ammon e Moab e poi proseguì e si vendicò dell’Egitto. - Antichità giudaiche, X, 181, 182 (ix, 7)» (Ibid. p. 445, il grassetto è aggiunto).

Ma è mai possibile questo fatto? In Ger. 53 si fa un elenco delle varie deportazioni di Giudei, di persone deportate da Gerusalemme e da Giuda. Se questi ebrei, come ipotizza la WTS, fossero persone catturate in altri paesi, sarebbero stati deportati come abitanti di questi paesi e non sarebbero stati definiti, come si legge in Ger. 54:30, "giudei". La conclusione ovvia a cui si perviene leggendo di questa terza deportazione, avvenuta cinque anni dopo la distruzione di Gerusalemme, è che non tutti i Giudei erano stati portati in esilio quando la città venne distrutta nel 587, e quindi il paese non era ancora del tutto disabitato quando nel suo 23° anno Nabucodonosor fece portare in esilio questi altri 745 ebrei. Si veda su ciò anche la pagina "Quando iniziarono i settant'anni?".

[7] Si veda l'ampia spiegazione di questo versetto nelle seguenti pagine del libro di C.O. Jonsson "I Tempi dei Gentili", Ed. Dehoniane1987: p.148, p.149, p.150, p.151

[8] La WTS invece insegna che il "re di Babilonia" che subì questa punizione fu Ciro, colui che catturò Babilonia e liberò gli ebrei dalla schiavitù! Ciro quindi, da strumento con cui Dio esegue il giudizio su Babilonia, diventerebbe l'oggetto di tale giudizio! Così infatti si legge ne La Torre di Guardia del 1/3/80, pp. 23-24: 10:

«Il conquistatore persiano di Babilonia, Ciro il Grande, non ristabilì il regno della famiglia di Davide a Gerusalemme. È vero che conquistò Babilonia nel 539 a.E.V., cioè circa due anni prima dello scadere dei "settant’anni" di desolazione del paese di Giuda. Si proclamò re di Babilonia e dapprima non mutò la politica della dinastia babilonese del re Nabucodonosor. Così le nazioni soggiogate da Nabucodonosor continuarono a servire il "re di Babilonia" per settant’anni. Solo nel settantesimo anno di desolazione di Giuda Ciro il Grande liberò i giudei esiliati dalla diretta servitù al re di Babilonia, e li lasciò tornare a casa perché riedificassero il paese desolato e la capitale Gerusalemme col suo tempio. (Esd. 1:1–3:2) In questo modo Geova chiese conto ai babilonesi "del loro errore", errore commesso contro l’Iddio di Israele. - Ger. 25:12».

Ciro si proclamò re di Babilonia nel senso che ne era divenuto il sovrano occupante, non perché la dinastia babilonese continuasse. Era infatti la dinastia babilonese che avrebbe dovuto essere punita, come si legge in Ger. 25:12: «Tutte le nazioni saranno sottomesse a lui [Nabucodonosor], a suo figlio e al figlio di suo figlio, finché giunga il tempo anche per il suo paese; allora molte nazioni e grandi re lo ridurranno in schiavitù».

Il fatto che gli Ebrei ritornassero a Gerusalemme fu solo una conseguenza secondaria di questa "resa dei conti": la punizione per l'errore consistette chiaramente nella fine del dominio di Babilonia, nell'uccisione del suo ultimo rappresentante regale e nella desolazione della città. La Torre di Guardia si arrampica sugli specchi nel tentativo di negare questo fatto evidente. Come essi stessi scrivono, la punizione per l'errore venne sui babilonesi (la dinastia di Nabucodonosor) e non sui persiani (Ciro): «In questo modo Geova chiese conto ai babilonesi del loro errore, errore commesso contro l’Iddio di Israele».

[9] Dal 1959 fino al recente 1° novembre 2011, la WTS ha ripetutamente citato e quotato dal libro del professor Raymond Philip Dougherty "Nabonidu and Belshazzar", scritto nel 1929. Il libro del professor Dougherty include grafici comparativi delle liste dei re di Beroso, Polistore, Tolomeo, ecc., così come fa la WT 1/10/2011 a pagina 29; Tuttavia, il professor Dougherty include anche un elenco dei re basato sulle tavolette cuneiformi datate. Il professor Dougherty sottolinea con forza a pagina 10 del tuo libro che il "criterio ultimo nella determinazione della questione cronologica neobabilonese" è la "norma inattaccabile" dei documenti cuneiformi datati. Dopo aver citato dal libro del professor Dougherty del 1929 per più di 50 anni dal 1959 al 2011, la WTS è certamente consapevole che gli storici secolari non basano le loro conclusioni principalmente sugli scritti degli storici classici e sul canone di Tolomeo.

[10] Si veda, per esempio, questa pagina: Flavio Giuseppe.

[11] Informazioni tratte o citate dallo studio di C. O. Jonsson, (vedere nota 4).

[12] La pagina originale del libro di Burstein.

Per quanto riguarda il fatto che Beroso scrive che Nabopolassar governò l'Egitto, questo non è in realtà un errore se si considera che per i nuovi governati babilonesi, succeduti agli Assiri da cui avevano "ereditato" il dominio, anche l'Egitto era considerato una loro provincia ed il faraone, che si ribellò a Babilonia, era messo sullo stesso pano di un "satrapo ribelle".

E a proposito del fatto che Tolomeo scrive che il predecessore di Sennacherib era suo fratello, il prof. Albert T. Olstead, nella sua opera "Western Asia in the Reigns of Sennecherib" (Washington, 1911, p. 96) «ha suggerito che Beroso si riferiva ad un fratello minore nominato da Sennacherib a governare Babilonia nel suo nome, in modo da conciliare Beroso con la lista dei re che assegna a Sennacherib due anni di regno immediatamente dopo Sargon» (link).

Questi particolari, menzionati dalla WTS solo per cercare di screditare l'attendibilità dell'intera cronologia di Beroso, non c'entrano comunque con l'argomento in questione che è quello della durata dei regni della dinastia babilonese: la WTS dovrebbe dimostrare se vi è un conflitto tra gli anni che Beroso assegna alla dinastia neobabilonese e ciò che è stato stabilito in maniera indipendente da altre fonti.

Il 16 ottobre 2011, Adelmo Medeiros, autore del sito http://adelmomedeiros.com/comentariocapa2.htm#smb, ha scritto direttamente al dottor Burstein per avere la sua opinione sul modo in cui le sue parole sono state citate dalla Torre di Guardia:

Caro dottor Burstein,

La rivista Watchtower del 1° ottobre 2011 ha pubblicato un articolo sulla cronologia neo-babilonese, dove si afferma che le fonti che sostengono la data 587 a.C. per la distruzione di Gerusalemme non sono attendibili. Per sostenere questo punto di vista il suo libro è citato a p. 29:

"Cosa pensano di Beroso altri studiosi? “Nel passato Beroso era solitamente considerato uno storico”, afferma Stanley Burstein, che ha compiuto uno studio accurato delle sue opere. Eppure conclude: “In tale veste va detto che i suoi scritti lasciano alquanto a desiderare. Anche nella sua attuale forma frammentaria, la Babyloniaca contiene diversi errori sorprendenti su fatti scontati . . . Per uno storico tali inesattezze sarebbero inaccettabili, ma in effetti Beroso non intendeva scrivere un’opera di carattere storico"".

Quindi, chiedo: il suo libro fornisce davvero informazioni che portano a concludere che l'anno 587 non è supportato da fonti attendibili, essendo il libro di Beroso uno di questi?

Sono un ricercatore brasiliano che scrive di storia antica e gradirei ricevere la sua risposta.

Grazie,

Adelmo Medeiros

Il 16 ottobre 2011 il dottor Burstein ha così risposto:

Caro signor Medeiros:

Grazie per la sua e-mail. Purtroppo l'articolo sulla Torre di Guardia è fuorviante su questo punto. Mentre Beroso ha chiaramente commesso degli errori, come ho notato nel mio libro, il suo racconto sulla cattura di Gerusalemme, se ne ha parlato, non regge. In altre parole, non abbiamo alcuna prova di quale data possa aver assegnato a quell'evento e il suo lavoro nel suo attuale stato frammentario non è rilevante per la sua datazione.

Cordiali saluti, Stanley Burstein.

[13] Ecco cosa scrive C. O. Jonsson nel suo studio:

«Come è stato sottolineato in precedenza, oggi gli storici basano la loro cronologia del periodo neobabilonese principalmente sulle tavolette cuneiformi, incluse tavolette astronomiche e molte migliaia di documenti economico-amministrativi e legali dello stesso periodo neobabilonese datate al tempo dei regni dei re neobabilonesi.

L'affermazione successiva, che "Tolomeo compilò la sua lista circa 600 anni dopo la fine del periodo neobabilonese", e altrettanto falsa. Gli studiosi hanno da tempo concluso che la lista e molto più antica. Nel 1899 Eduard Meyer ha sottolineato che, "in quanto appartenente a materiale tradizionale della conoscenza degli astronomi, e stato ereditato da studioso a studioso; Neppure Ipparco [2° secolo a.C.] poteva fare a meno della lista babilonese" - Forschungen zur alten Geschichte, Halle a. S., 1899, pp. 453-454. Il corsivo è mio.

Nel 1924 FX Kugler ha concluso che il canone "era evidentemente stato redatto da uno o più esperti in astronomia babilonese e di cronologia, e attraverso il suo utilizzo nella scuola alessandrina aveva superato con successo scrupolosi test indiretti." (Sternkunde und Sterndienst in Babel, II. Buch, II. Teil, Heft 2. Munster in Westfalia, 1924, p. 390.)

Questa osservazione e possibile trovarla anche in alcune enciclopedie. La Hastings Encyclopaedia sottolinea che Claudio Tolomeo non fu l'autore del Canone: "Claudio Tolomeo non è in alcun modo l'autore, ha raccolto le tradizioni e le ha conservate nella loro vera forma"- James Hastings (a cura di), James Hastings (ed.), Encyclopaedia of Religion and Ethics, Vol. I (New York: Charles Scribner's Sons, 1951), p. 186. Il corsivo e mio.

Questo e il motivo per cui il professor Otto Neugebauer ha definito l'espressione "Canone di Tolomeo" "un termine improprio", sottolineando che "L'almagesto di Tolomeo non conteneva tale canone". (GTR4, p. 96). Esso e stato incluso in seguito in alcuni manoscritti delle sue Tavole Manuali, probabilmente non da Tolomeo stesso, ma dal matematico e astronomo del 4° secolo, Teone di Alessandria, nella sua revisione delle Tavole Manuali» (vedere nota 4).

[14] C. Olof Jonsson: Corrispondenza con la Betel.


[16] Un altro tentativo di screditare Tolomeo da parte della WTS è documentato in questa pagina: "Tolomeo" ).

Per quanto riguarda la citazione del dottor Depuydt, il 16 ottobre 2011 una persona che voleva approfondire il suo pensiero in merito, gli ha scritto la seguente e-mail:

Caro Dr. Depuydt,

La rivista Watchtower del 1° ottobre 2011 ha pubblicato un articolo sulla cronologia neo-babilonese, dove si afferma che le fonti che sostengono la data 587 a.C. per la distruzione di Gerusalemme non sono attendibili. Per sostenere questo punto di vista il suo libro è citato a p. 30:

“E`risaputo da lungo tempo che il canone è attendibile dal punto di vista astronomico”, scrive il prof. Depuydt, uno dei più entusiasti sostenitori di Tolomeo, “ma questo non significa automaticamente che sia affidabile anche dal punto di vista storico”.

Quindi, chiedo: il suo libro fornisce davvero informazioni che ci portano a concludere che l'anno 587 non è supportato da fonti affidabili, essendo il Canone di Tolomeo solo uno di questi?

Sono un ricercatore brasiliano che scrive di storia antica e gradirei ricevere una sua risposta, anche se la sua risposta è solo di poche parole.

Grazie,

Adelmo Medeiros

Il 16 ottobre 2011, il dottor Depuydt ha così risposto:

Caro signor Medeiros,

Invece di rispondere direttamente, le inoltro la mia recente corrispondenza con qualcuno che aveva una domanda simile. il 607 a.C. è fuori questione come data della distruzione di Gerusalemme e le prove sono solide.

Grazie e auguri.

Leo Depuydt

....
Caro signor Korpela,

Il Canone è pienamente confermato da molte altre fonti come i Diari astronomici babilonesi. Il 607 a.C. è fuori questione come data della distruzione di Gerusalemme. Nel mio articolo chiedevo un confronto più esplicito del Canone con i testi cuneiformi. Dichiaro più in basso nell'articolo in questione che "l'accordo sembra essere la regola" quando si tratta di confrontare il Canone con i testi cuneiformi. Questa affermazione si basa in parte sul lavoro di Abraham Sachs e Hermann Hunger sui diari astronomici. Ci sono numerose sovrapposizioni tra il Canone e questi diari. Non c'è dubbio che le prove potrebbero essere presentate in modo più esplicito e più accessibile ai profani. Un problema è che molti testi sono stati pubblicati solo a partire da circa venti anni fa. Ma nel frattempo, da quando è apparso il mio articolo, c'è stata un'attenzione più esplicita alla questione (si veda per esempio tutto il materiale pubblicato da Carl Olof Jonsson su http://kristenfrihet.se).

I migliori auguri.

Leo Depuydt

La lettera originale nel



[17] Altre informazioni dettagliate sulla Lista Reale di Uruk si possono trovare in questa pagina: The Uruk King List.

[18] A. K. Grayson, Assyrian and Babylonian Chronicles, (1975) 1:30, p. 73).

[19] E questo è un dato di fatto, e non solo una supposizione, come si legge nella corrispondente nota dell'edizione inglese della WT.

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Di Raymond Franz,
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