I Testimoni di Geova -
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SPIRITI SANTI! TONY MORRIS, L’ALCOL, E I TESTIMONI DI GEOVA*




Indossa un trench sgualcito che gli sta stretto sulla pancia prominente, la camicia blu gli pende in alto, slacciata in basso. I pantaloni neri gli pendono sulle caviglie, dove i suoi piedi sembrano urlare in agonia. Le scarpe eleganti sono state sostituite da scarpe nere da ginnastica a fondo piatto con i bordi bianchi. Spingendo un carrello pieno di bottiglie di whisky, alza lo sguardo verso la collezione di scotch Jamieson e osserva: “Non si può sbagliare”.

Non stiamo parlando di un senza tetto, né di una persona denutrita; parliamo dello schietto, sfacciato, spesso controverso co-leader del movimento religioso mondiale conosciuto come testimoni di Geova.

Quando Tony non è assiso al timone del programma multimilionario su internet “JW Broadcasting”, è in giro per il mondo con lo stile di un uomo del jet set, con indosso abiti gessati, gioielli d’oro e fazzoletti da taschino in seta.

Ma non oggi. Oggi Tony è soltanto un uomo che ha attraversato il confine fra New York e il New Jersey, per comprare almeno una dozzina di bottiglie di alcolici molto care nel negozio di Ramsey Bottle King, nella strada n. 17.

“Ho l’abitudine di provarli e assaggiarli”, dice ad un altro cliente. “Si … Sono stato in Scozia parecchie volte … Sono un po’ scozzese e irlandese, così … non ho pregiudizi”, e il cliente prorompe in una risata.

Piove forte a Ramsey. Tony, che indossa un berretto ascot nero, si dimena sotto il suo stesso peso, spingendo nel parcheggio un carrello della spesa carico di bottiglie. Ha già sconfezionato tutte quelle scatole di costoso scotch, e cerca di stiparle sul sedile posteriore della sua cadillac bianca. Si allontana, dirigendosi presumibilmente verso la sede centrale dell’azienda multimiliardaria dei testimoni di Geova. È domenica mattina e sono le 11,00.

Sembra tutto così innocente.

Non è un segreto che il consumo di alcol nelle filiali dei testimoni di Geova di tutto il globo è non soltanto il passatempo preferito, è anche un rito di passaggio. I Testimoni prendono spunto dal passo biblico di 1 Timoteo 5:23, che dice: “Non bere più acqua, ma bevi un po’ di vino a causa del tuo stomaco e dei disturbi di cui spesso soffri”. È l’autorizzazione a bere, mal di stomaco o meno. L’avvertenza è soltanto quella di farlo con moderazione. Ma moderazione è soltanto una parola, e la sua definizione è soggettiva.

I miei più intimi amici si diplomarono alla scuola superiore negli anni ’80. Uno dopo l’altro fecero richiesta e furono accettati – non all’università – ma nel complesso della sede centrale dei testimoni di Geova. Per un giovane Testimone si tratta della meta più ambita, e alcuni di loro stanno ancora lì. Io sono stato molto tentato di fare richiesta di entrare in servizio alla Betel. Ero indeciso fra le mecche di Brooklyn e Walkill e una vita libera nel mondo reale. Un anziano della mia congregazione, che vi aveva trascorso sei anni, mi disse: “La Betel non è un paradiso, non commettere errori. C’è molta politica, omosessualità, stress – ed è probabile che non otterrai il lavoro che ti piacerebbe”[1]. I contro superavano i pro, e così non feci domanda. Per anni ho fatto avanti e indietro da Baltimora per trascorrere i fine settimana all’interno del complesso di Brooklyn, esplorando i tunnel e i ponti che collegano la rete ancora in espansione dell’intero complesso. Fu acquistato per parecchie migliaia, per essere poi venduto per centinaia di milioni di dollari.

Immaginavo di trovare unità, benignità, amicizia – un paradiso in mezzo al mondo inquietante e violento che mi circondava. Ho amato quegli edifici puliti e ben curati, mantenuti in parte dal mio amico Raymond Franz. Ray era uno scrittore di talento – eppure si ritrovava a penzolare dalle impalcature ogni giorno della settimana, lavando con getti a pressione la sporcizia che copriva l’opulenza della Torre di Guardia. Odiava quel lavoro.

Raymond e gli altri miei amici fecero presto ad acquisire gusto per l’alcol, a Brooklyn. Non avevo mai preso in considerazione quest’aspetto, ma le cose stavano così. E per me fu la conferma che la Betel non era un’utopia. Mentre le donne che si occupavano delle pulizie avevano il compito di riferire ogni musica o materiale di lettura “discutibile” che trovavano nelle stanze stile dormitorio, le bottiglie di whisky e di bourbon non si toccavano. L’alcol era il loro meccanismo di difesa.

JOSEPH FRANKLIN RUTHERFORD

 


La storia dell’alcol alla sede centrale della Watchtower risale a molto tempo fa. I racconti sulle abitudini del bere del presidente Rutherford sono leggendari. Secondo lo storico della Torre di Guardia Jim Penton, il sorvegliante della filiale canadese Walter Salter scrisse una lettera aperta a Rutherford nel 1937, nella quale lo accusava di essere dedito al bere e di ipocrisia.

Salter scrisse che Rutherford aveva acquistato whisky a 60 dollari la cassa per il suo uso personale, oltre a casse di brandy e altri liquori, per non parlare delle innumerevoli case di birra, tutte con denaro della Società.

Penton poi descrive le rimostranze di Salter contro Rutherford, affermando che “egli ci manda di porta in porta ad affrontare il nemico, mentre passa ‘di bere in bere’ e ci dice che se noi non andiamo [a predicare] saremo distrutti.

Rutherford, avvocato e sostituto giudice, acquisì il controllo dell’organizzazione Torre di Guardia in seguito alla morte di Charles Taze Russell, nel 1916. Un anno dopo il Congresso propose il diciottesimo Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, che metteva al bando la produzione e la vendita di bevande alcoliche. Il Congresso ratificò l’emendamento nel 1919.

Ciò scatenò le ire di Rutherford. Il “giudice” fece uso del suo podio religioso per attaccare la Lega Proibizionista – l’organizzazione che aveva sostenuto il Proibizionismo. La Legge era stata ampiamente ispirata da gruppi protestanti evangelici che ritenevano l’alcol responsabile del degrado della società.

Il presidente della Torre di Guardia divenne sempre più critico verso il governo degli Stati Uniti, e nel 1930 pronunciò un discorso intitolato “Proibizionismo e Lega delle Nazioni – sono da Dio o dal Diavolo?” Questo discorso fu poi stampato su un opuscolo di 66 pagine con lo stesso titolo[2]. Dice Rutherford: “Il diciottesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti è chiaramente una violazione della dichiarata legge di Dio, e specialmente in quanto l’America dichiara di essere una nazione cristiana … Vi ho sottoposto numerosi versi biblici che affermano chiaramente che Geova approva la fabbricazione, il possesso o l’uso del vino. Non vi è un solo versetto in tutta la Bibbia che proibisca la produzione, il possesso o l’uso del vino”[3].



Nel 1933, il Congresso adottò il ventunesimo emendamento, con il quale veniva abolito il diciottesimo e finì il Proibizionismo con grande esultanza di Rutherford. Dieci anni dopo Rutherford morì, e il nuovo presidente della Torre di Guardia, Nathan Homer Knorr, estese l’impero religioso dei testimoni di Geova. Knorr fondò la scuola missionaria di Galaad, mentre sollecitava fondi dai testimoni di Geova per acquistare ulteriori proprietà a Brooklyn, incluso l’enorme stabilimento del complesso Squibb.

NATHAN HOMER KNORR  



La presidenza di Knorr diede inizio a una nuova era nello sviluppo dei testimoni di Geova. Per la prima volta la gestione della religione fu suddivisa in due distinti comparti: organizzativo e spirituale. Knorr divenne il responsabile finanziario dei testimoni di Geova, mentre Frederick W. Franz emerse come l’oracolo religioso. E mentre Franz pontificava sulle visioni di Ezechiele e Rivelazione, Knorr mandava missionari nel campo, inaugurando la Scuola di Ministero Teocratico, e acquistando una proprietà dietro l’altra a Brooklyn.

Come Rutherford, Knorr seppe come imporsi. In Apocalypse Delayed, terza edizione, l’autore Jim Penton afferma:
 
“Anche dopo la morte di Rutherford bere continuò ad essere una comune abitudine alla Betel e i dirigenti della Torre di Guardia che potevano permetterselo avevano gli armadietti ben riforniti di costosi liquori. Anche il simil uomo d’affari tutto d’un pezzo Nathan Knorr è tutt’ora ricordato fra i beteliti, i missionari e i suoi vecchi amici per la sua abitudine di offrire agli ospiti di riguardo un whisky scozzese invecchiato di vent’anni. L’uso dell’alcol era perciò ritenuto di grande valore sociale alla Betel, e molti lavoratori, inclusi gli alti funzionari della Società, vi indulgevano regolarmente nell’intrattenimento sociale”[4].
 
“Era anche un fatto risaputo che diversi beteliti d’alto rango, inclusa la moglie di un membro del Corpo Direttivo e la moglie di un influente componente del comitato del servizio della Società, avevano problemi di alcolismo”.
 
Richard Kelly arrivò a Brooklyn nel 1962, pieno di ottimismo. Scese dal treno, chiamò un tassì, e nel pomeriggio ricevette la sua prima assegnazione: spaccare bottiglie. Secondo la sua autobiografia del 2008: Growing up in Mamas’ club:A Childhood Perpective of Jehovah’s Witnesses:

“Mi misero immediatamente al lavoro a frantumare bottiglie di birra, vino e di liquori forti in frammenti irriconoscibili. Tutto ciò allo scopo di impedire che le persone del mondo addette alla raccolta dei rifiuti potessero vedere quanto alcol veniva consumato alla Betel, il che è significativo”.

Kelly ben presto scoprì che l’uso di alcol poteva essere fatto risalire ai vertici della religione dei testimoni di Geova. Così egli continua:

“A metà pomeriggio, quando ancora il rumore dei vetri infranti risuonava nella mia testa, fui condotto in un vicino edificio di arenaria di cinque piani, dove il mio lavoro sarebbe consistito nel pulire l’appartamento del secondo piano. Dopo circa trenta minuti di lavoro mi resi conto che stavo ripulendo la casa di Hayden Covington. Egli era il legale dell’organizzazione e uno degli oratori principali … Ma quel giorno, alla presenza di sua moglie dai capelli fiammanti e di suo figlio piccolo, Covington sembrava che la notte precedente avesse dormito nell’abito che indossava, sembrava che avesse bevuto e snocciolava imprecazioni … Questa fu la prima volta che cominciai a nutrire dei dubbi sul doppio modello di vita dei vertici dell’organizzazione”.
 
L’intuizione di Kelly su Covington si dimostrò accurata.
 
Hayden C. Covington era nato in Texas nel 1911, e morì il 21 novembre 1978. Mentre la Torre di Guardia narra delle sue vittorie legali con grande ammirazione, del suo leggendario alcolismo non c’è traccia nelle pagine della letteratura dell’organizzazione, così come accadde per la sua disassociazione per lo stesso vizio.


 
Covington aveva servito come principale consigliere legale della Torre di Guardia dal 1939 al 1963, e fu, secondo i testimoni di Geova, il solo membro non appartenente agli “unti” del Corpo Direttivo nella storia della Società. Non vi è dubbio che il suo alcolismo e la conseguente disassociazione annullarono ogni opportunità di vedere narrata la sua storia nelle pagine della Torre di Guardia, ma sua moglie, Dorothy Covington fu invece ricordata con un’onorevole biografia nella sezione “notizie” del sito JW.org quando morì nel 2015. Sempre in merito a Covington è interessante notare come la versione ufficiale delle sue dimissioni differisca da quella reale. Riferisce Edmond Gruss che esse furono il risultato di maneggi da parte di Knorr e Franz a cui non piaceva che un uomo così brillante rivestisse l’incarico di vice presidente. Fu Franz a stabilire che chi non apparteneva al “rimanente” (i 144.000), ma aveva una speranza terrena, non poteva far parte dei vertici della Società, e poiché Covington aveva sempre dichiarato da far parte della “grande folla” fu costretto a dimettersi. La versione ufficiale di tutto questo fu che “qualcuno” aveva scritto una lettera alla Società nella quale chiedeva com’era possibile che un componente delle “altre pecore” potesse rivestire un incarico ufficiale nell’organizzazione. Ma Covington riteneva che fosse stato Nathan Knorr su suggerimento di Fred Franz, che chiese a un suo amico che viveva dall’altra parte del fiume, nel New Jersey di scrivere la lettera che chiedeva chiarimenti sulla posizione del vice presidente. Fu così che i due assunsero il controllo completo della Società. Va comunque precisato per amor di completezza, che Covington, dopo un trattamento presso lo Speers Hospital di Dayton, Kentucky, superò il suo problema, fu riassociato e continuò a esserlo fino alla sua morte (Raymond Franz, Crisi di coscienza, quarta edizione, 2002, pag. 100).



 
DA SINISTRA A DESTRA: N.H. KNORR, J.F. RUTHERFORD, HAYDEN C. COVINGTON

***

FREDERICK WILLIAM FRANZ



John Young sedeva tranquillamente nella sua casa del Kentucky, in attesa che suo marito ritornasse dal lavoro. “Questo cane è la mia terapia” dice scherzosamente, soffermandosi per un momento a ricordare gli avvenimenti dal 1989, mentre accarezza Lucy.
 
“Li ho rinchiusi in una scatola”, dice John, riferendosi alle sue immagini mentali e ai ricordi degli anni della sua vita trascorsi alla sede centrale della Torre di Guardia a Brooklyn. “La maggior parte dei ricordi li ho sigillati come in un caveau nelle Yucca Mountain”[5].
 
E mentre parlavamo egli aprì il caveau.
 
John aveva solo 19 anni quando arrivò a New York. Era cresciuto in una famiglia di devoti testimoni di Geova, e mentre combatteva la sua battaglia personale con l’alcol, improvvisamente si trovò in un luogo in cui l’alcol circolava liberamente: la Betel.
 
John descrive l’assortimento di personale medico interno alla sede centrale di Brooklyn, un guazzabuglio di medici che lavoravano gratuitamente e si occupavano delle migliaia di Testimoni che lavoravano a Brooklyn Heights.
 
“Mi assegnarono a Franz. Nel 1989 ero considerato uno dei giovani beteliti più spirituali, e mi incaricarono di fare da badante al presidente Franz”.
 
Al tempo in cui John arrivò alla Betel, Franz aveva sostituito Knorr come presidente della Società Torre di Guardia, in seguito alla morte di quest’ultimo avvenuta nel 1978. Descrive la sua intera giornata di lavoro alla sede centrale, per poi correre immediatamente alla residenza del presidente della Torre di Guardia per sedere con lui durante il turno dalle 18,00 a mezzanotte. Il giorno dopo ricominciava tutto daccapo.
 
“Avevo solo 19 anni allora, e bere era vietato dalla legge[6]. Così mi turbò veramente tanto che il presidente dell’organizzazione mi chiamasse spesso e mi dicesse “prendimi una birra dal frigo, figliolo – e mentre sei lì prendine una anche per te”.
 
Così John descrive il frigorifero di Franz: “Era un frigorifero di grandezza normale, non come quelli piccoli in dotazione ai beteliti. Ma a Franz venivano portati i pasti, così non c’era bisogno che egli tenesse cibo conservato in frigo. Solo pochi snacks. E la birra. Non era insolito per lui berne 4 o 5”.
 
Sembrava una conclusione scontata che tutti quelli che lavoravano alla Betel avrebbero gestito i loro liquori – li avrebbero abbracciati, e il presidente della Torre di Guardia non faceva eccezione.

IN VINO VERITAS

Frase latina che vuol dire che nel vino c’è la verità, si abbassano le inibizioni, e per coloro che consumano alcol regolarmente, c’è verità in questo assioma.

Pochi anni fa, Raymond, che era divenuto sorvegliante di circoscrizione, insieme a sua moglie Leslie sedeva nel mio giardino, adiacente a una cascata. Eravamo rilassati, e avevamo chiuso la giornata con un pasto preparato all’esterno su un barbecue. Il tempo era perfetto, e così anche il vino. All’inizio di quella giornata, Leslie mi aveva detto aveva una bottiglia di ottimo vino regalatole da un amico. Mentiva. In effetti lo detestava. Naturalmente non lo avrei mai saputo se lei non si fosse lasciata andare a quella confessione.
 
Gustammo di diverse bottiglie che a lei piacevano veramente, così tanto che le sue inibizioni svanirono rapidamente, e al termine della serata, biascicava le parole, proclamando con enfasi quanto fosse orribile quella bottiglia di vino fatta in casa, con nostra grande sorpresa. L’ulteriore consumo di costoso whisky scozzese e di Gran Marnier ebbero sicuramente un ruolo nella sua schietta onestà.
 
Raymond era anche lui lì insieme a lei – missionario e sorvegliante viaggiante molto rispettato – a gustare gli eccellenti alcolici. La stessa marca di quelli preferiti da Tony Morris.
 
In un’altra occasione, Raymond e Leslie mi portarono con loro nell’appartamento del sorvegliante di circoscrizione, a Columbia, nel Maryland. L’amorevole coppia di ospiti preparò un eccellente pasto per noi sei. Ma quando arrivammo fummo costretti a rispondere a una domanda: “Bevi gin e tonic?”, mi chiese il sorvegliante viaggiante.
 
“Mai bevuto nemmeno una volta”, risposi, “ma ci proverò”. E così bevemmo, e bevemmo, e mangiammo. E ben presto, il principio del In vino veritas entrò in gioco, e mi ritrovai ad ascoltare un dibattito fra due sorveglianti viaggianti sul perché così tanti testimoni di Geova in quel tempo si dichiarano “unti” – cioè fratelli spirituali di Cristo che credono di diventare ben presto immortali. Ma parlerò di questa storia un’altra volta.
 
Raymond Franz fu il mio migliore amico durante gli anni della scuola superiore, e nel periodo intercorrente fra la sua partenza per la Betel di Brooklyn e il successivo diploma alla scuola missionaria di Galaad, aveva acquisito un gusto raffinato per l’alcol, che cresceva proporzionalmente con le sue sempre crescenti responsabilità nell’organizzazione dei Testimoni. Prima pioniere, poi betelita. Lasciata la Betel di nuovo pioniere, missionario in Sud Africa, sorvegliante di circoscrizione. Tutto questo era fonte di stress, e il rimedio era l’alcol. Più ci si aspettava da lui, più beveva. Ed io suppongo che se si esaminasse la vita di Tony Morris, le cose non sarebbero poi così diverse.
 
L’ascesa di Tony al vertice fu come una meteora, e inaspettata. Lui è più anziano di me, ma stranamente io ho frequentato le adunanze almeno per tre anni di più di lui. Si battezzò nel luglio 1971, solo quattro anni prima della data che secondo la Torre di Guardia avrebbe visto Armaghedon: il 1975.
 
Nel racconto che egli fa della sua vita, ricorda gli orrori del Vietnam dove servì nel reparto medico: “Seduto dietro la Sala del Regno, dove nessuno poteva vedermi, fui sopraffatto dai ricordi del Vietnam: la puzza di carne umana bruciata, il sangue dappertutto! Fui travolto dalle emozioni”. – La Torre di Guardia, 15 maggio 2015, pp. 3-8.
 
Non c’è dubbio che Tony ritornò dal Vietnam, così come tanti altri, affetto dallo stress post traumatico. E questo spesso conduce all’alcolismo. Se egli soffra o meno di questo disturbo, non posso dirlo. Ma una cosa è certa – Morris sembra affascinato dalla morte e dalla distruzione, e proietta questo su otto milioni di fedeli seguaci in tutto il mondo.
 
Nel 2018, egli descrisse Armaghedon ad una folla radunata a Trinidad e Tobago: “Così qui a Trinidad ci saranno morti ovunque … Oh, sì. Vi sconvolgerà. Probabilmente cadrete in ginocchio; ma è quello che sta per arrivare, è una realtà”.[7]
 
Spesso rifletto su cosa passa per la testa di qualcuno che è stato diretto testimone di spargimento di sangue in Vietnam, quando proietta la stessa violenza sul mondo intero, ma con Dio artefice di questa morte. Mentre i testimoni di Geova ignoranti e piagati dalla povertà languono nelle prigioni eritree e russe, e i bambini dei Testimoni vengono esortati a donare i soldi del gelato, Morris e i suoi sette associati sorseggiano whisky e si godono la ricchezza di un’organizzazione religiosa multimiliardaria, ben protetta nella lussureggiante e tranquilla foresta di Sterling, a New York.
 
Non c’è niente di male a bere un bicchierino con gli amici. Ma per quanto vale, se la fine di questo mondo è imminente e ci sono vite in pericolo, io penso che questo leader spirituale di una religione potrebbe mostrare un po’ più di discrezione, e un po’ meno di indulgenza verso sé stesso.
 
Ma io non sono Tony.


Note:

[*] Questo è il titolo di un articolo di Mark O’ Donnell del 21 aprile 2019, apparso su JW Facts (link), che Sergio Pollina ha tradotto, aggiornato e integrato con diversi inserimenti.

[1] Per una descrizione approfondita della vita alla Betel, vedi Visioni di gloria. Storia e memorie dei Testimoni di Geova, di Barbara Grizzuti Harrison (2002). E anche New Boy. Vita e morte presso la sede centrale mondiale dei Testimoni di Geova, di Keith Casarona (2019).

[2] Pertanto, forte di questa “base biblica”, il “giudice” non si fece scrupolo di violare la legge allora vigente, come narra Penton nel suo libro: “Perciò, dopo il 1929, quando accusò i governi civili di non avere nessuna autorità divina, si verificò spesso che membri preminenti della Betel di Brooklyn ricevessero liquori di contrabbando attraverso il confine da altrettanti membri della filiale canadese”. E questo è basato sulla narrazione di Frank Wainwright, ex segretario tesoriere dell’Associazione Internazionale degli Studenti Biblici del Canada. Inoltre, Parlando di J.F. Rutherford e della sua singolare personalità, J. Penton nel suo Apocalypse Delayed, (pp. 47, 48 e nota in calce n. 4 di p. 318) fa questo commento: “Egli tendeva notevolmente all’autoesaltazione, il che lo portava a considerare come il Diavolo chiunque gli si opponesse. Ma piuttosto singolare è il fatto che mentre per alcuni versi si presentava come il puritano per eccellenza, era anche estremamente dissoluto. Faceva ricorso al linguaggio volgare, era un alcolista, e una volta fu accusato pubblicamente da uno dei suoi più stretti associati di aver partecipato un mercoledì sera prima della celebrazione del Memoriale della cena del Signore a uno spettacolo burlesco in costume adamitico, insieme a due anziani e ad una sua giovane studentessa biblica. Il 27 aprile 1926 George H. Fisher scrisse una lettera a W. Nieman di Magdeburgo, in Germania, nella quale egli accusava Rutherford di essere stato all’Al Jolson Winter Garden Theater, per assistere all’edizione parigina dell’allora notissimo spettacolo “Artisti e Modelle”. Fisher avrebbe voluto portare Rutherford davanti a tutte le chiese di cui egli era anziano ex officio, perché fosse sottoposto a procedura disciplinare. Fisher asseriva di avere sufficienti testimoni per dimostrare le sue accuse. Ma nel luglio di quello stesso anno Fisher morì e la faccenda si fermò lì. Nieman, comunque, pubblicò la lettera di Fisher e un’analisi delle sue accuse in un opuscolo in tedesco intitolato “Brüder George H. Fisher”. La piccata risposta di Rutherford alle accuse di Fisher fu che egli era troppo occupato nell’opera del Signore per perdere tempo a rispondere a critiche del genere e che, comunque, non aveva mai visto Al Jolson nella sua vita e che non sapeva nemmeno chi fosse. Vedi The Golden Age (4 maggio 1927), pp. 505, 506. — Vedi anche Edmond Gruss, The Four President of the Watch Tower Society, (2003) pp. 28, 29.

[3] È interessante notare che nell’Indice delle pubblicazioni in italiano del periodo 1945-1985, non si trova alcuna menzione di questo libello, mentre appariva nell’Indice in inglese del 1930–1985.

[4] Vedi p. 253 della traduzione italiana. Inoltre, come riferisce Edmond C. Gruss nel suo I quattro presidenti della Società Torre di Guardia, (2003) Knorr aveva l’abitudine di viaggiare sia in treno che in aereo in prima classe (p. 216) e inoltre “Secondo un ex funzionario della Società, a volte la valigetta di Knorr occupava il posto pagato in prima classe accanto a lui, perché metteva a disagio il Presidente se qualcuno seduto accanto a lui gli chiedeva che cosa facesse per vivere. Evidentemente il Presidente della Torre di Guardia aveva poca voglia di «testimoniare» a chiunque. Inoltre Knorr era molto preso di sé e del suo alto incarico. Una volta, al ritorno da un viaggio intorno al mondo, raccontò ad alcuni suoi amici, con evidente orgoglio, di aver viaggiato nella stessa classe insieme a Marlon Brando.

[5] Le Yucca Mountain, sono il luogo dove vengono sepolte le scorie nucleari prodotte negli Stati Uniti.

[6] Nel 1985 lo stato di New York elevò l’età in cui si poteva bere da 19 a 21 anni. Alle persone sotto i 21 era proibito comprare o possedere alcol da consumo, a meno che non gli fosse dato dai loro genitori o da un tutore legale.

[7] Questi ricordi truculenti fanno il paio con quanto disse un altro membro del Corpo Direttivo, Gerrit Lösch nel 2008 durante una sua visita di zona in Australia, nel corso della quale descrisse la sua versione di Armaghedon. Secondo Lösch miliardi di persone saranno uccise durante il giorno dell’ira di Dio che userà per farlo una speciale forma di radiazioni che faranno marcire la carne delle persone mentre sono ancora in piedi e, come è storico insegnamento della Torre di Guardia, per un lungo periodo dopo la strage, dei gruppi di Testimoni specialmente incaricati non avranno altro compito se non quello di seppellire i morti. Non solo questa visione morbosa di Armaghedon è ben lungi dall’essere attraente se la si considera dal punto di vista dei superstiti, che hanno davanti a loro la prospettiva di non fare altro per molti anni nel “Nuovo Mondo” se non seppellire morti contaminati, ma presenta anche un Dio, il dio della Torre di Guardia, che invece di porre misericordiosamente fine alla vita dell’intera umanità in armonia con il suo attributo di “misericordioso”, si diletta a sperimentare crudeli forme di uccisione nelle quali miliardi di uomini, donne e bambini, si vedranno marcire la carne addosso prima di morire. Niente di nuovo sotto il sole, in quanto il nostro ex boy scout, non faceva altro che riferirsi a Zaccaria 14:12, vividamente illustrato nel libro “per bambini” Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato (1959), pagg. 208, 209.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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