Testimoni di Geova
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LETTERA AL GARANTE

Lettera inviata al Garante per la privacy il 10 marzo 1999



On. Prof. Stefano Rodotà
Presidente dell’Autorità del Garante
Per la Protezione dei Dati Personali
Largo del Teatro Valle 26
00186 ROMA

e p.c. alla Congregazione Cristiana
dei Testimoni di Geova
Via della Bufalotta, 1281
00138 ROMA


On. Prof. Rodotà,

Con la presente desidero informarLa di quella che ritengo una violazione della legge 675/96 sulla tutela dei dati personali.

La Congregazione dei Testimoni di Geova – dalla quale sono stato allontanato per dissensi ideologici il 06/08/98 –, in seguito a mia esplicita richiesta con lettera raccomandata datata 20 febbraio 1999 (della quale ho inviato copia all’Ufficio da Lei presieduto), mi informa che i dati riguardantimi in suo possesso, oltre a formali informazioni anagrafiche (nome e cognome, data disassociazione, congregazione alla quale appartenevo), includono il seguente punto:

  • Motivo biblico per cui la persona è stata disassociata o si è dissociata: Rom. 16:17,18; 2Tim 2:16-18.

Ritengo che l’inclusione di tale “motivo biblico” – alcuni versetti della Scrittura che esortano i cristiani ad evitare gli apostati e coloro che negano le fondamentali verità del cristianesimo –, vada oltre ciò che è consentito trattenere negli archivi della suddetta Congregazione. Con la citazione di queste scritture, infatti, ritengo venga espresso un giudizio morale/religioso sui miei convincimenti. I Testimoni dovrebbero limitarsi a dichiarare, nei loro archivi, che tale persona non è più un loro seguace, senza aggiungere altro!

Vorrei fare alcuni esempi, per illustrare come questo modo di fare possa essere lesivo della privacy: se qualcuno venisse espulso per aver tradito il coniuge, immagino che i “motivi biblici” includerebbero scritture in cui si menziona l’adulterio; o se qualche giovane avesse rapporti sessuali prematrimoniali, le citazioni si riferirebbero alla “fornicazione”; ancora – per rimanere nello stesso ambito – se qualcuno fosse stato allontanato perché omosessuale, negli archivi della Congregazione, sarebbero probabilmente citate scritture in cui si parla di Sodoma e Gomorra...

La Congregazione precisa che “i dati sono protetti da misure di sicurezza e non sono né comunicati né diffusi a terzi”; su ciò potrei nutrire fondati dubbi: ricordo che quando io ero un membro del Comitato dirigente la congregazione, l’archivio contenente i dati personali non era nemmeno chiuso a chiave! [questa era una consuetudine molto diffusa nelle congregazioni] Ora le cose possono essere cambiate ma ciò rende l’idea di quanto poco scrupolose siano state le “misure di sicurezza” adottate, almeno nel passato. In ogni modo, di sicuro gli “anziani” della congregazione a cui appartenevo, anche i nuovi arrivati che ogni tanto vi si trasferiscono da altri luoghi, possono accedere all’archivio e quindi farsi un’opinione distorta ed errata (non conoscendo a fondo motivazioni e retroscena dell’intera faccenda), sia della realtà che mi riguarda, sia dei fatti che concernono altri.

Detto per inciso, io non ho rinnegato la fede cristiana, ma ho espresso fondate e ragionevoli critiche ad alcuni insegnamenti peculiari dei Testimoni di Geova, come la proibizione assoluta delle trasfusioni di sangue, anche quando viene coinvolta la vita dei propri cari. Le mie ragionevoli osservazioni, espresse in modo civile e documentato, frutto di mia profonda riflessione, sono state accolte con estrema intransigenza e durezza: chiedevo il diritto di agire in armonia con la mia coscienza in questioni così serie e complesse, che riguardano la mia vita, e sono stato espulso.

Ora, non accetto che le mie legittime espressioni di parola, pensiero ed azione, vengano bollate come apostasia dalla fede in Cristo. Si limitino, tutt’al più, i Testimoni a dichiarare che non condivido o critico alcuni loro insegnamenti, non che, come si legge nelle scritture citate, “ho deviato dalla fede [cristiana]” e che ‘non sono più un servitore di Gesù Cristo’: ciò, oltre ad essere falso, è estremamente offensivo e lesivo della mia persona e della mia dignità.

Con la presente, Le chiedo quindi di intervenire, nella Sua funzione di Garante della privacy, onde i dati che mi riguardano esistenti negli archivi della Sede centrale della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova di Roma e nella congregazione alla quale appartenevo, vengano modificati. In particolare chiedo venga cancellato o modificato il punto in cui, citando versetti della Bibbia, si esprime o viene sottinteso un giudizio sulle mie convinzioni morali/religiose.
La ringrazio in anticipo e Le porgo i miei ossequi


Achille Lorenzi

Il Garante non ha risposto, evidentemente perché la faccenda esula dalle sue responsabilità. In ogni modo ho voluto inserire questa lettera nel sito perché vi vengono menzionate le ragioni per cui, secondo la Congregazione, ho meritato di essere disassociato.

Informativa sulla tutela dei dati personali

Fax simile della richiesta inviata alla Società




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Risposta ricevuta il 3 marzo del 1999 dalla Filiale di Roma



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È interessante osservare che in una lettera datata 3 novembre 2004, inviata dalla Filiale romana ad una persona dissociata, lettera praticamente identica a quella mi venne inviata il 3 marzo del 1999, non viene specificato il "motivo biblico" per cui la persona è stata disassociata o si è dissociata. Il "motivo biblico" viene menzionato solo nei casi di "disassociazione"



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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova
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