I Testimoni di Geova -
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Le dottrine

Gesù è Dio?


[N.B.: la definizione della natura di Gesù e il suo rapporto col Padre è una questione molto complessa tanto è vero che ha provocato numerose controversie nel corso della storia della Chiesa. Con questo studio non si vuole quindi "dimostrare" la fondatezza di una interpretazione teologica particolare (ad esempio la Trinità), ma solo evidenziare che i TdG hanno "adattato" alla loro interpretazione della figura di Gesù tutti quei versetti che indicavano il contrario, in modo da fare apparire la dottrina della Trinità come una frode deliberata senza il minimo sostegno della Bibbia].

Il Corpo Direttivo dei TdG ripete (ad ogni versetto alterato) che dall’esame delle Scritture non è possibile concludere che Gesù sia Dio, e che coloro che lo sostengono sono influenzati dalla filosofia di Platone. Probabilmente deve trattarsi di un altro Platone, sconosciuto a tutti tranne ai membri del Corpo Direttivo, in quanto è proprio la dottrina del "dio" inferiore a Geova-Dio, ma superiore alle "altre" (si prega di notare "altre") creature che ricorda tanto il "demiurgo" del Platone che si studia a scuola, ed è un ulteriore esempio che fa capire perché il Corpo Direttivo abbia sempre sconsigliato l’istruzione superiore, soprattutto gli studi classici (Svegliatevi! 22/1/88), e perché chi ha effettuato questi studi difficilmente diventa TdG o se lo diventa non vi rimane, in quanto prima o poi scopre queste manipolazioni e false citazioni per quanto ben presentate!

Gesù si è mai proclamato uguale a Dio? Studiando la versione alterata della Bibbia del NM la risposta è no, ma se esaminiamo l’originale greco (anche nella traduzione letterale in inglese) gentilmente messo a disposizione dalla stessa WTS, la risposta è ben diversa. Faremo alcuni esempi in parte già esaminati:

La dottrina del Corpo Direttivo sostiene che secondo la Bibbia le preghiere vanno rivolte solo a Dio. Verissimo. Ma Gesù, che non era mai stato a Brooklyn, evidentemente non lo sapeva, e perciò disse: "se voi MI chiederete qualcosa IO la farò (Giov.14:14).

Meno male che ci ha pensato il Corpo Direttivo a correggere il Figlio di Dio! In un’altra occasione Gesù è ancora più imprudente arrivando a definirsi come Suo Padre "IO SONO" (Giov.8:58 – Esodo 3:14). Anche questo tuttavia non dimostra nulla per la strana logica dei TdG. Forse il Figlio di Dio non conosceva per niente la grammatica e si esprimeva come un indiano dei vecchi film americani, per cui anche qui è stato necessario correggerLo!

L’altra spiegazione, accettata da coloro che non si mettono al di sopra di Dio "correggendo i suoi errori", è che Gesù sapeva benissimo cosa stava dicendo (il contesto lo dimostra con estrema chiarezza), e quindi è il Corpo Direttivo che cerca di arrampicarsi sugli specchi nel vano tentativo di giustificare questo grave errore di traduzione (che non commetterebbe nemmeno uno studente del 1° anno di Liceo) citando oscure fonti incontrollabili o ricorrendo alla consueta tecnica della manipolazione delle citazioni o della menzogna diretta come quando sostiene che è addirittura frequente nel NT questo tipo di costruzione grammaticale in cui l’indicativo presente si traduce al passato! [N.B. a pag. 1584 in basso a sinistra della NM grande, ci sono una serie di versetti che dovrebbero dimostrare che l'indicativo presente si può tradurre al passato quando indica un azione che continua.

Si tratta del solito trucco già usato per giustificare l'inserimento di "altre" in COLOSS. 1:15-16 confrontandolo ad esempio con LUCA 13:2. Infatti si tratta di contesti diversi in cui in un caso cambia profondamente il senso della frase (e quindi NON SI PUO' AGGIUNGERE) in altri il senso non cambia e quindi si può anche fare una traduzione libera come fa ad esempio anche la Bibbia della C.E.I. Esempi: GIOV. 14:9 si può "girare" la costruzione della frase al passato (IO SONO STATO con voi tanto tempo), ma perché non lasciare il presente "IO SONO con voi da tanto tempo"?

In GIOV. 15:27 è particolarmente evidente il "trucco": infatti a sinistra dell'interlineare vi è la traduzione letterale al presente con "IO SONO" e a destra quella "girata" al passato. Negli altri versetti non c'è nemmeno l'indicativo presente di essere, ma il concetto è sempre lo stesso. Ad es.: in ATTI 15:21 vi è l'indicativo presente del verbo "avere" che la NM traduce al passato. Ma anche qui non c’è motivo per non lasciare il presente: "Mosè, fin dalle antiche generazioni HA in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato". Nel caso di Giov.8:58 invece il significato è ben diverso se si lascia il presente o se si traduce al passato. Infatti gli Ebrei si scandalizzano non quando credono che Gesù volesse dire che ai tempi di Abramo c’ERA, ma quando dice IO SONO, allora lo vogliono lapidare!

Lo studioso Robertson, citato in Ragioniamo a pag 415, afferma che in realtà "io sono" ha un valore "assoluto". Altre traduzioni citate sono di gruppi fondamentalisti vicini ai TdG della cui "scientificità" è lecito dubitare. In realtà Gesù usa l’indicativo presente "IO SONO" con lo stesso significato anche in altri punti come Giov.8:24, 8:28, 13:19. In quest’ultimo versetto Gesù dice "affinché crediate che Io SONO" confermando la sua piena Deità con la stessa espressione usata in Giov. 8:58.

Ma qui, guarda caso, anche per la NM il presente rimane presente ma si cambia "trucco" invertendo l’ordine tra soggetto e verbo onde evitare pericolosi "malintesi", tanto quale TdG va a controllare come stanno le cose? Infatti, o non conosce il greco, e quindi non ha la possibilità di verificare (ancora una volta la "raccomandazione" di non proseguire gli studi superiori specie umanistici si dimostra la migliore garanzia per il Corpo Direttivo), o anche se avesse la possibilità di farlo non lo farebbe comunque perché si sentirebbe in colpa in quanto sarebbe come dubitare del "cibo spirituale" che Geova-Dio fornisce tramite il suo Corpo Direttivo!

Altri punti in cui Gesù afferma di essere uguale a Dio, sia pure tramite il suo angelo che "parla" a Giovanni (vedi Riv.1:1), sono Riv. 1:8 e Riv.22:13: in questi punti Gesù dichiara di essere l’alfa e l’omega, il principio (in greco = archè) e la fine il che può essere detto solo di Dio (vedi ISAIA 44:6), ed infatti il Corpo Direttivo si affretta a spiegare nel suo libro-commento a Rivelazione che in questi versetti è Geova che parla e non Gesù. Anche qui se un TdG ragionasse con la propria testa e si accertasse direttamente dalla Bibbia leggendo il contesto, gli risulterebbe evidente che è sempre Gesù che parla e di cui si parla: nel versetto 7 infatti si parla della "venuta" di Gesù, ed al versetto successivo, che completa il discorso è detto: "Io sono l’alfa e l’omega,... colui che viene, l’Onnipotente".

Non c’è nessun elemento quindi (e nessun motivo) a sostegno del fatto che qui intervenga Geova a parlare, ma è solo un altro tentativo di arrampicarsi sugli specchi per giustificare un preconcetto dottrinale. In Riv. 1:17 infatti il termine "Primo e Ultimo" si riferisce a Gesù anche per la traduzione del NM così come in IS. 44:6 era riferito a Geova. Ogni persona dotata di un minimo di capacità razionale si rende conto che solo di uno può essere detto che è il primo e l’ultimo. Anche il Corpo Direttivo se ne rende conto, per cui nel libro "Ragioniamo" (a pag. 410, dove tratta questo punto) cerca di distogliere l’attenzione del lettore incastrandolo in un falso ragionamento facendo notare che in Ebrei 3:1 Gesù è definito Apostolo così come i suoi seguaci, ma questo, continua a spiegare il Corpo Direttivo, non dimostra che siano la stessa persona o che siano di pari rango, non è vero?

È veramente triste pensare che tanti sinceri TdG siano ingannati in questo modo e si convincano, di fronte a queste "spiegazioni", che quello fornito dal Corpo Direttivo è il "cibo spirituale non adulterato", la "Verità"! Purtroppo il Testimone di Geova è stato "educato" a rimuovere ogni capacità critica verso gli insegnamenti del CD. Infatti, quale figlio penserebbe che suo padre lo possa deliberatamente ingannare? E per il TdG il Corpo Direttivo è più di un padre, è l’unico "canale" attraverso cui può ricevere istruzioni da Dio, e quindi sarebbe come pensare che Dio stesso lo possa ingannare! Se quindi un TdG non si rende conto che viene così sfacciatamente ingannato, anche quando ne legge le prove come in questo studio, non è perché sia uno stupido, ma è dovuto a questo "muro mentale" che purtroppo non sa di avere, che gli è stato costruito mattone dopo mattone quando ha cominciato a studiare le dottrine del Corpo Direttivo.

È come se uno fosse prigioniero dentro una gabbia e quando qualcuno, volendolo liberare, gli fa notare che sta dietro le sbarre, invece di prendere coscienza del suo stato di prigionia, gli rispondesse che è l’altro e non lui dietro le sbarre! Sembra una battuta ma nel caso dell’Organizzazione dei TdG è purtroppo la realtà.

Torniamo adesso alla precedente spiegazione di "Ragioniamo" sperando che il lettore TdG riesca finalmente a coglierne l’inganno: infatti mentre di "primo e ultimo" non può che essercene uno solo e quindi la Bibbia applicando questo termine sia a Geova che a Gesù vuole indicare che sono lo stesso Dio (e non la stessa persona), il termine "apostolo" che significa inviato, mandato, ecc., può tranquillamente applicarsi a persone diverse in quanto ci possono ovviamente essere più "inviati", anche con ranghi o ruoli diversi. Questo tipo di falso ragionamento è molto frequente sia in "Ragioniamo" sia nelle altre pubblicazioni della Società Torre di Guardia.

Vediamo adesso altri esempi di alterazioni della Parola di Dio.

In I COR. 16:22 l’apostolo Paolo usa l’espressione ebraica "marana the" = "Signore nostro vieni" (che gli Ebrei rivolgevano ovviamente a Dio) riferita a Gesù. La stessa espressione, sempre riferita a Gesù, ma tradotta in greco, la troviamo in GIUDA 14, RIV. 1:7 e RIV 22:20. Altro aspetto rilevante è che i Cristiani aspettavano la venuta visibile del Signore e non la presenza invisibile inventata dal Corpo Direttivo per coprire i propri errori! In RIV.1:7 è scritto: "Ecco (letteralmente guarda!) Egli viene sulle nuvole ed ogni occhio lo vedrà!...". E' evidente che qui non si parla di una presenza, tanto meno invisibile!

Un altro punto completamente frainteso è GIOV. 1:1.

In questo caso i TdG riportano usa serie di citazioni di studiosi la maggior parte dei quali sostiene che Gesù (il Logos) non si può identificare con il Padre, (il che è vero) e concludono affermando che quindi Giovanni non voleva dire che Gesù è Dio (il che è falso). Anche qui infatti, come in altri casi, le pubblicazioni geoviste citano il pensiero di studiosi estrapolando affermazioni fuori dal contesto in modo da far apparire che sostengano le loro tesi. La traduzione biblica Emphatic Diaglott traduce "un dio" ma questo non dimostra che tale Bibbia voglia sostenere che Gesù è un dio minore. Infatti questa stessa Bibbia traduce correttamente (a differenza della NM) theotes con Deità, cioè uguale a Dio, riferito a Gesù in Colossesi 2:9.

Altro esempio: nel libro "Ragioniamo" a pag. 414 viene citato lo studioso Barclay in modo che sembra sostenere la correttezza della traduzione della NM in Giov. 1:1.

In realtà Barclay stava spiegando che Giovanni non voleva identificare il Logos col Padre, ma questo non indica che Gesù non sia "Dio". Infatti è proprio perché Giovanni non voleva identificare Gesù col Padre che non ha messo l’articolo davanti a theos riferito al logos, altrimenti ci sarebbe stata una totale identificazione e confusione come verrà spiegato più avanti.

Ma l’assenza dell’articolo determinativo non significa che il logos sia un dio minore, come vorrebbero sostenere i TdG! Se Giovanni avesse voluto dire che Gesù è divino ma non Dio, avrebbe usato l’aggettivo theios che significa appunto divino, proprio nel senso che vorrebbero intendere i geovisti, e che nella Bibbia è usato 3 volte ma mai riferito a Gesù! Gesù infatti non è chiamato "divino"= theiosma "Divinità"= theotes, cioè uguale a Dio (Colossesi 2:9 dove la TNM traduce erratamente "qualità divina" come se ci fosse "theiotes").

In Giov. 1:1, nella seconda parte, il soggetto è la "Parola", il verbo è "era" ed il predicato nominale è "Dio". Normalmente il predicato nominale segue il verbo, ma quando lo precede, come in questo caso, lo scrittore vuole mettere in risalto una qualità del soggetto. Se Giovanni avesse aggiunto anche l’articolo determinativo avrebbe identificato la Parola con il Padre mentre invece voleva dire che sono entrambi "Dio" ma sono anche "Persone" diverse.

Per fare un esempio sarebbe come se uno volesse affermare che il ghiaccio e la nebbia sono cose distinte e tuttavia entrambe sono acqua: se Giovanni avesse messo l’articolo davanti a Logos avrebbe detto che Gesù ed il Padre sono la stessa cosa (come dire la nebbia ed ghiaccio sono la stessa cosa) mentre invece voleva dire che sono distinti eppure entrambi "Dio". Questo è il vero motivo di tipo logico-grammaticale per cui Giovanni non usa l’articolo determinativo davanti a "Dio".

Molte volte in greco i sostantivi sono senza articolo: la falsa regoletta grammaticale "niente articolo = d minuscola", cioè sostantivo indeterminato, è smentita persino dalla stessa Traduzione del Nuovo Mondo che infatti segue sempre, tranne qui, la cosiddetta "regola di Colwell": un complemento predicativo determinato prende l’articolo quando segue il verbo, ma non lo prende quando lo precede. In quest’ultimo caso rimane comunque determinato!

Esempi: in Giov. 19:21 abbiamo "basileus ton iudaion eimi". In questo caso basileus è nome del predicato che precede il verbo (eimi) come in Giov. 1:1, quindi seguendo il criterio applicato in Giov. 1:1, la TNM dovrebbe tradurre "io sono un re dei giudei" mentre giustamente traduce "il Re dei giudei". In Romani 8:33 è scritto "Dio è colui che ci dichiara giusti": anche qui manca l’articolo davanti a theos. Altri esempi: in Giov. 1:6,12,13 la parola "Dio" non è preceduta dall’articolo eppure anche la NM indica (giustamente) "Dio" con la D maiuscola. Sempre Giovanni usa tranquillamente l’articolo davanti a theos riferito a Gesù quando non c’è la possibilità di confusione (Giov.20:28) o al contrario troviamo theos senza articolo riferito al Padre anche in II COR.1:3, GIOV.6:45, MT 4:4, MT 5:9, LUCA 1:35, GIOV. 1:6, GC 2:23, ecc.

Un altro esempio chiarissimo è in Giov.13:3 dove troviamo, nello stesso versetto, due volte il termine "Dio", che precede sempre il verbo, una volta con l’articolo ed una volta senza eppure la NM lo traduce sempre con la D maiuscola!

La dottrina del dio minore è una dottrina di origine Platonica (vedi il "demiurgo") mentre invece il Corpo Direttivo dei TdG (capovolgendo al solito i fatti) sostiene che sia influenzato da Platone chi crede che Gesù sia Dio: se Gesù fosse un dio minore che era presso il Dio, perché in Deuteronomio 32:39 Geova dichiara che "non vi è altro dio accanto a me"?

I TdG amano gli esempi, che didatticamente sono molto utili, ma è un atto di grave presunzione pretendere che la natura di Dio sia chiara e comprensibile alla nostra limitata ragione. Per cui, non tanto per cercare di spiegare la natura di Dio, ma solo per far comprendere ai TdG che non è poi così contro ogni logica sostenere che sia Gesù che il Padre sono Dio pur essendo distinti ed essendoci un unico Dio, si può fare l’esempio della nebbia e del ghiaccio che pur essendo due cose ben distinte, tuttavia entrambe hanno la stessa natura, sia pure in forme diverse: sono infatti la stessa identica molecola d’acqua! L’acqua infatti può manifestarsi in tre forme distinte: solido, liquido ed aeriforme, ma la molecola è una sola! Non è forse scritto nella Bibbia che è dallo studio della creazione che possiamo imparare qualcosa sulla natura di Dio?

Questo è il motivo di tipo logico-grammaticale per cui Giovanni in 1:1 usa l’articolo davanti a theos riferito al Padre, ma non lo usa davanti a theos riferito al Figlio, in quanto altrimenti avrebbe detto che il Padre ed il Figlio sono la stessa cosa, come dire che la nebbia ed il ghiaccio sono la stessa cosa mentre invece sono cose distinte, anche se entrambe sono "acqua" cioè "Dio".

A parte questa spiegazione di tipo logico-grammaticale, se Giovanni avesse voluto dire che Gesù è stato creato da Geova avrebbe scritto: "in principio Dio creò la Parola (ma si può immaginare che Dio sia esistito senza la Parola?) mentre invece ha detto che in principio c’era la Parola. Ma qui tocchiamo un altro punto critico dell’esegesi biblica secondo il CD dei TdG. Infatti a Brooklyn il termine archè = in principio, non significa come ben sa qualunque studente liceale "origine o causa", ma significherebbe il primo di una serie. Questo non ci meraviglia più, in quanto abbiamo già visto che le regole grammaticali ed i vocabolari che si usano presso la sede della Società WT di Brooklyn sono diversi da quelli che si studiano nel resto del mondo (e quando sono le stesse fonti vengono prima opportunamente "corrette").

Per questo motivo gli ignari proclamatori dei TdG usano Rivelazione 3:14, dove tutte le Bibbie, come la NM, traducono "il Principio della creazione" riferito a Gesù, per dimostrare che Gesù è stato il primo creato e quindi non può essere Dio. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e a forza di manipolare qua, aggiungere e togliere la, si finisce per darsi la classica zappa sui piedi: se infatti il termine archè riferito a Gesù dimostrasse che Egli è una creatura, allora lo stesso termine in Riv.1:8 e 22:13 (che secondo il CD si riferiscono a Geova) dovrebbe dimostrare che anche Geova è una creatura, il che è palesemente assurdo!

Un altro punto importante dove viene chiaramente espressa l’uguaglianza tra Gesù ed il Padre è Giov. 5:18 dove viene detto: "chiamava Dio suo Padre facendosi uguale a Dio". In questo caso, sicuramente per una svista, anche i traduttori della NM traducono correttamente. Questo ha costretto il CD ad inventarsi una spiegazione come riportato a pag. 168 del libro "Ragioniamo" (mai titolo di un libro fu più disatteso), in cui viene detto che Giovanni non stava riferendo il suo pensiero ma quello dei Giudei.

Non sarebbe stato quindi Giovanni a credere che Gesù volesse dichiararsi uguale a Dio, ma i Giudei, i quali per questa sua pretesa volevano ucciderlo. Ma i traduttori della NM commettono un’altra "svista": in Giov.10:33 troviamo il termine "theos" senza articolo riferito a Gesù, per cui i traduttori della NM cadono nella loro stessa trappola e traducono: "I Giudei gli risposero: ti lapidiamo ... perché tu ... fai di te stesso un dio". Ma, se i Giudei pensavano che Gesù volesse farsi un dio, chi è allora che pensava che volesse farsi uguale a Dio? Giovanni evidentemente!

I TdG spesso obiettano ingenuamente che se Gesù è il Figlio di Dio non può essere Dio. Abbiamo già spiegato che questa è una falsa obiezione fatta per confondere chi si accinge a studiare la Bibbia e predisporlo così ad accettare le dottrine del Corpo Direttivo. Giovanni, che tra i quattro evangelisti, è quello che ha definito con più chiarezza la natura divina di Gesù non ha trascurato (ovviamente) il minimo dettaglio: in GIOV. 1:12 è scritto: "Comunque a quanti l’hanno ricevuto ha dato l’autorità di divenire figli di Dio"; un TdG potrebbe prontamente obiettare: allora anche noi entriamo a far parte di Dio? A parte il fatto che Gesù è l’unico figlio definito "unigenito", è notevole che Giovanni usi per Gesù sempre il termine greco uios = figlio, germoglio; mentre riferito ai cristiani usa il termine tecna, come in GIOV. 1:12, che significa letteralmente "nato", al fine di evitare possibili equivoci.

Non aveva fatto i conti però con i signori di Brooklyn che 1900 anni dopo avrebbero provveduto a correggere i suoi errori!

Claudio Forte



 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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