I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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Le dottrine


Giuseppe Flavio
e la durata della desolazione di Gerusalemme



Lo storico ebreo Giuseppe Flavio, in un'antica stampa.

Nell'Appendice del libro "Venga il tuo regno", a p. 188, si legge quanto segue:

Giuseppe Flavio descrive altrove la distruzione di Gerusalemme per opera dei babilonesi e quindi dice che "tutta la Giudea e Gerusalemme, e il tempio, continuarono a essere un deserto per settant’anni". (Antichità giudaiche X, ix, 7) Specificamente afferma che "la nostra città fu desolata durante l’intervallo di settant’anni, fino ai giorni di Ciro".

Sembra quindi che questo antico storico ebreo concordi con la Società Torre di Guardia in merito alla durata dell'esilio babilonese. Ma le cose stanno veramente in questo modo?

Innanzitutto i TdG dimenticano di osservare che i calcoli di Giuseppe Flavio in AntichitàX.xi. 1.2 implicano che Gerusalemme rimase nella desolazione per 100 anni e non per 70: è quindi evidente che ci devono essere degli errori nella cronologia di Giuseppe, come viene riconosciuto da molti studiosi.

E che dire della menzione dei 70 anni in Contra Apionem I, 19, passo nel quale Giuseppe riferisce che quanto lui dice concorda con gli scritti dello storico Berosso?

... Nabopolassar, re di Babilonia e di Caldea; [Berosso] espone le sue [di Nabopolassar] imprese e racconta come egli [Nabopolassar] inviò il figlio Nabokodrosor [Nabucodonosor] con un grande esercito contro l'Egitto e contro il nostro paese, quando seppe che si erano ribellati. Li sottomise, bruciò il tempio di Gerusalemme, deportò tutto il nostro popolo al completo e lo trasferì a Babilonia; avvenne così che la città restò deserta per settant'anni fino a Ciro re dei Persiani.

Da quello che si legge sembra quindi che secondo Giuseppe Flavio l'incendio del Tempio sia avvenuto durante il regno di Nabopolassar (che regnò dal 625 al 605 a.C.). Ma questo avvenimento in realtà si verificò 18 anni più tardi, nel 18° anno di Nabucodonosor, suo figlio e successore. Può darsi quindi che Giuseppe in questo caso veda i 70 anni come un periodo di desolazione iniziato nell'ultimo anno di Nabopolassar(cioè nel 605 a.C.); se si parte dal 605 a.C. si può quindi parlare di una desolazione durata settant'anni.


La riproduzione del succitato brano del "Contro Apione"
Traduzione di Francesca Calabi, Marsilio Editori, Venezia 1993.

70 o 50 anni?


Poche righe più avanti però, in Contra Apionem I, 21, Giuseppe scrive quanto segue (grassetto aggiunto):

Tutto ciò è vero e concorda con i nostri libri. Vi è scritto che Nabucodonosr nel diciottesimo anno di regno distrusse il nostro Tempio il quale cessò di esistere per cinquant'anni; che nel secondo anno del regno di Ciro ne furono gettate le fondamenta e ancora nel secondo anno del regno di Dario fu finito.



Come mai la Società non ha mai citato queste parole di Giuseppe Flavio, mentre cita le sue precedenti dichiarazioni, benché l'evidenza indichi che sono sbagliate o interpretate in maniera sbagliata? Giuseppe, infatti, nella sua opera, presenta ripetutamente affermazioni confuse ed erronee riguardo ai regni Neobabilonesi, ed è soltanto nelle sue discussioni più tarde che le sue affermazioni possono essere presentate come approssimativamente concordanti con le più fidate fonti storiche.

A questo proposito il traduttore inglese di Giuseppe Flavio, William Whiston, nella sua opera Josephus' Complete Works (Grand Rapid, Kregel Pubblications, 1978, pp. 687-709) osserva che spesso nelle ultime parti delle sue opere Giuseppe Flavio corresse le cifre fornite in precedenza. Dopo aver fatto alcuni esempi di tali correzioni, parlando dei settant'anni che in un primo tempo Giuseppe aveva calcolato trascorressero fra la distruzione del tempio ed il ritorno degli ebrei dall'esilio, Whiston osserva che «si tratta sicuramente di un calcolo di Giuseppe», e aggiunge, a proposito dei 50 anni che Flavio invece attribuisce a questo periodo in Contra Apionem, che «si tratta probabilmente di una correzione apportata da lui personalmente in età avanzata».

Ci si può chiedere a questo punto se sia davvero onesto citare Giuseppe Flavio a sostegno dell'idea che l'esilio babilonese sarebbe durato settant'anni e tacere in merito al fatto che in uno scritto posteriore egli attribuisce allo stesso periodo la durata di cinquant'anni. Non si può che concludere che l'uso che la Società Torre di Guardia ha fatto delle parole di questo antico scrittore sia chiaramente settario: viene infatti citato solo ciò che apparentemente sembra sostenere le proprie interpretazioni mentre si tace su tutto ciò che invece le può contraddire.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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