I Testimoni di Geova -
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Le dottrine


Modificata la spiegazione di tre parabole

Nella rivista La Torre di Guardia del 15/7/2008 , alle pp. 20-21, si legge:

«La separazione di cui si parla nell'illustrazione della rete a strascico, invece, ha luogo durante il "termine del sistema di cose" ... Nei tempi moderni la congregazione di Geova ha attratto letteralmente milioni di pesci simbolici provenienti dal mare dell'umanità. Alcuni assistono alla Commemorazione, altri ancora sono felici di studiare la Bibbia. Ma danno tutti prova di essere veri cristiani ?  Forse sono 'tirati sulla spiaggia', ma Gesù dice che solo "gli eccellenti" sono raccolti in vasi, che rappresentano le congregazioni cristiane. Gli inadatti vengono gettati via, e finiranno nella simbolica fornace ardente che indica la futura distruzione. ... molti che hanno studiato la Bibbia con i servitori di Geova ora non studiano più. Alcuni che sono stati cresciuti da genitori cristiani non hanno mai desiderato veramente seguire le orme di Gesù. È indispensabile, però, che prima del finale giorno di giudizio tutte le persone sincere si lascino raccogliere nelle congregazioni paragonabili a vasi e che restino al sicuro».

Le pagine originali:
     [image:image-6]
p. 20 - p.21
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L'articolo non fa alcuna menzione del precedente intendimento della parabola della "rete a strascico" che includeva anche le chiese della cristianità. Ecco, infatti, cosa si leggeva nella "Torre di Guardia" del 15/8/1992, p. 30:

Cosa rappresenta la "rete a strascico" di cui parlò Gesù nell’illustrazione di Matteo 13:47-50? La "rete a strascico" rappresenta uno strumento terreno che professa di essere la congregazione di Dio e che raduna "pesci". Ha incluso sia la cristianità che la congregazione dei veri cristiani unti. Quest’ultima ha continuato a radunare ‘pesci eccellenti’, sotto la guida angelica, come si legge in Matteo 13:49. [Il grassetto è aggiunto].

Con questo cambiamento l'adempimento della parabola viene spostato interamente sull'attuale congregazione dei TdG: non ci sono più applicazioni che riguardino in qualche modo la storia millenaria del cristianesimo. Tutto si applica e si adempie nella congregazione dei TdG, nata solo poche decine di anni fa. Gesù quindi avrebbe avuto in mente Russell, la Watchtower e l'organizzazione fondata da Rutherford, quando pronunciò questa parabola! Queste sono le conclusioni a cui si giunge leggendo la succitata rivista.

A che cosa è dovuto questo cambiamento?

Si possono fare alcune ipotesi. La predicazione di casa in casa è sempre meno fruttuosa. Il rapporto tra ore di servizio trascorse a "predicare" e nuovi proclamatori è in calo ogni anno. C'è però un serbatoio a cui attingere e sono quelli che frequentano la congregazione da anni e non diventano mai dei veri Testimoni, quelli che sono "nati nella verità" e hanno conservato la loro indipendenza, non si sono mai schierati, non escono a "predicare", non si battezzano. Questo articolo li colpevolizza assegnando loro il ruolo negativo della parabola di Gesù, li mette in guardia sul loro destino ultimo che è la distruzione eterna. Se l'articolo colpisce nel segno, lo si potrà comprendere dalle statistiche di crescita del 2008 e degli anni seguenti

Nello stesso tempo questo articolo avvisa i Testimoni "buoni", quelli considerati pesci eccellenti, che dentro la loro congregazione ci sono dei pesci inadatti, "cattive compagnie" che dovrebbero essere trattate con un certo distacco.

Spiegazioni incoerenti e contraddittorie


Appare evidente, come si comprende da una lettura semplice, diretta ed immediata della parabola - senza le acrobazie interpretative del Corpo Direttivo dei TdG (CD)-, che questa parabola della separazione dei pesci buoni da quelli inadatti ha lo stesso significato di quello della separazione delle pecore dai capri riportata nel cap. 25 di Matteo. Anche l'"intendimento" di quest'ultima parabola era stato cambiato qualche anno fa: dal 1995 il CD insegna infatti che la "separazione delle pecore dai capri" avverrà alla fine del mondo (Armaghedon) e che sarà Cristo ad effettuare tale separazione/giudizio. Questo, per inciso, è quello che hanno sempre insegnato le chiese cristiane. Prima del "nuovo intendimento", cioè prima del 1995, i TdG credevano invece che la separazione avvenisse tramite la loro predicazione: chi accettava il messaggio diventava una pecora, chi si opponeva era un capro. Poi, nel 1995, il CD cambiò idea. Ecco cosa venne scritto nella "Torre di Guardia" del 15/10/95, pp. 22-23 (il grassetto è mio):

Questa parabola si riferisce forse a quando Gesù si sedette col potere regale nel 1914, come abbiamo pensato per molto tempo? ... La parabola descrive invece il tempo in cui Gesù giudicherà le persone di "tutte le nazioni" che saranno allora in vita e sulle quali la sua sentenza verrà eseguita. In altre parole, la parabola addita il tempo futuro in cui il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria. Egli si sederà per giudicare le persone allora in vita. ... Perciò questo significa che quanto si legge in Matteo 25:31 circa il fatto che Gesù ‘si sederà sul suo glorioso trono’ per giudicare si riferisce al tempo futuro in cui questo Re potente si sederà per pronunciare ed eseguire il giudizio sulle nazioni. Sì, la scena del giudizio da parte di Gesù descritta in Matteo 25:31-33, 46 è rapportabile a quella di Daniele capitolo 7, dove il Re regnante, l’Antico di Giorni, si sedette per agire in qualità di Giudice. Questo intendimento della parabola delle pecore e dei capri indica che il giudizio delle pecore e dei capri è futuro. Avrà luogo dopo che "la tribolazione" menzionata in Matteo 24:29, 30 sarà scoppiata e il Figlio dell’uomo ‘sarà arrivato nella sua gloria’. (Confronta Marco 13:24-26). Allora, con l’intero sistema malvagio giunto alla sua fine, Gesù terrà udienza, emetterà il giudizio e lo eseguirà. — Giovanni 5:30; 2 Tessalonicesi 1:7-10.

In questo caso invece il CD continua a dire che la separazione/giudizio dei pesci buoni da quelli inadatti avverrebbe nel periodo attuale, iniziato nel 1914. Un modo di fare esegesi incoerente, contraddittorio e per nulla affidabile.

Altro cambiamento: il lievito!


In questa stessa rivista, a p. 20, troviamo altra modifica. Ecco la riproduzione del paragrafo 14 in cui si riassume il punto in questione:

[image:image-7]

Il lievito qui si intende applicato quindi a qualcosa di positivo: il successo e la crescita dell'opera di predicazione. La spiegazione del perché si giunge a questa conclusione si trova nella pagina 19, paragrafi 9-13, che potete leggere qui:


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Osservate invece cosa dice un'altra pubblicazione dei TdG (libro "Perspicacia", p. 141) a proposito del lievito:

A motivo degli aspetti negativi associati al lievito, Gesù doveva avere in mente elementi corruttori quando disse: “Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e nascose in tre grosse misure di farina, finché l’intera massa fu fermentata”. (Mt 13:33; Lu 13:20, 21) Le Scritture indicano effettivamente che certuni, i quali professavano di essere destinati a far parte del Regno celeste, avrebbero corrotto la verità. — At 20:29, 30; 1Tm 4:1-3. [Grassetto aggiunto]

Oppure il libro "Venga il tuo Regno", cap. 11, p. 101:

Quando nella Bibbia è usato figurativamente, il lievito ha sempre un significato sfavorevole, come quando Gesù avvertì i suoi discepoli: “Guardatevi dal lievito dei Farisei e dei Sadducei”, e quando l’apostolo Paolo consigliò ai cristiani di eliminare il “lievito di malizia e malvagità”. — Matteo 16:6, 11, 12; I Corinti 5:6-8; Galati 5:7-9.

Nell’illustrazione, si dice che una caratteristica relativa al “regno dei cieli” è quella d’essere come il lievito che una donna nasconde in tre misure di farina. Così l’intera massa della farina fermenta. Questo raffigura come la sedicente congregazione cristiana è stata furtivamente corrotta con falso insegnamento e pratica babilonica, da cui risulta la massiccia struttura del regno contraffatto della cristianità. Questo ci dovrebbe servire di avvertimento. Visto il triste risultato dell’apostasia nella cristianità, il “piccolo gregge” degli eredi del Regno e i loro compagni dovrebbero oggi guardarsi affinché al “lievito” degli insegnamenti falsi e ingannevoli non sia mai permesso di contaminare il loro sentito apprezzamento per la purezza e la verità della “parola del regno”.

Quindi sono ritornati ad avere lo stesso punto di vista espresso nel numero de La Torre di Guardia di Sion (inglese) dell’aprile 1881, a pagina 5, in cui si diceva:

Quest’opera di progresso e glorioso successo pare sia illustrata dalla parabola del Salvatore, in cui paragonò il regno del cielo a lievito, che una donna prese e nascose in tre misure di farina finché l’intera massa fu lievitata. Matt. 13:33. Un’obiezione plausibilissima e aggiungeremo, efficace, di quest’applicazione della parabola, si basa sul fatto che il lievito del pane e della dottrina sono citati nella Bibbia come elementi di impurità e corruzione. Avrebbe il Salvatore rappresentato il regno del cielo con un elemento e con il processo della corruzione? Comprendiamo che in questo caso il Salvatore, nella Sua illustrazione, si riferisce a un unico aspetto del lievito, cioè al suo potere di permeare. Non si ferma finché non ha finito il lavoro, così il regno di Dio non cesserà le sue operazioni finché la maledizione non sarà stata rimossa.

Questa opinione venne poi abbandonata, dando alla parabola (e al lievito) un significato negativo. Ed ora, dopo 127 anni da che per la prima volta venne espresso un intendimento corretto, e dopo 127 anni di intendimento sbagliato, finalmente il "canale di Dio" (come si auto definisce il CD) ha capito di nuovo quale fosse la giusta spiegazione!

La parabola del granello di senape


E' stata cambiata anche la spiegazione di questa parabola

Nella "Torre di Guardia" del 15/7/2008 si dice che la pianta di senape che cresce fino a diventare un albero che offre riparo agli uccelli del cielo raffigura la congregazione dei TdG. Invece in precedenza il CD diceva che raffigurava la "cristianità apostata".

Ecco infatti cosa venne scritto nella Torre di Guardia del 15/3/1976, pp da 179-184, nell'articolo dal significativo titolo "Smascherato il rifugio del falso regno":

QUALE dev’essere dunque lo scopo della parabola di Gesù circa il granello di senapa, un seme così piccolo allo stadio embrionale ma che diventa un albero? Lo scopo dev’essere quello di mostrare qualcosa in armonia con il riferimento di Gesù alla descrizione negativa fatta in Isaia 6:9, 10. (Matt. 13:13-15) Narrando questa terza parabola della serie di sette, Gesù disse: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senapa, che un uomo prese e seminò nel suo campo; il quale è infatti il più piccolo di tutti i semi, ma quando è cresciuto è il più grosso dei vegetali e diviene un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono e trovano dimora fra i suoi rami”. — Matt. 13:31, 32.

Il numero de La Torre di Guardia di Sion (inglese) del 15 maggio 1900 disse a pagina 153: “La terza parabola o quadro del regno nel suo attuale stadio embrionale di sviluppo dovrebbe indicare che da un piccolissimo inizio la chiesa nominale di questa età del Vangelo avrebbe conseguito proporzioni piuttosto considerevoli. . . . Tuttavia, questo grande sviluppo non significa necessariamente un vantaggio o qualcosa di specialmente desiderabile, ma diventa al contrario uno svantaggio, in quanto gli uccelli del cielo vengono e trovano dimora sui suoi rami e lo contaminano. Gli ‘uccelli del cielo’ della precedente parabola del seminatore raffiguravano Satana e i suoi rappresentanti, e noi, pensiamo, siamo giustificati a fare qui un’applicazione simile, interpretandolo nel senso che la chiesa piantata dal Signore Gesù fiorì rapidamente e straordinariamente, e che a motivo dei suoi risultati, della sua forza, ecc., Satana per mezzo dei suoi rappresentanti venne e trovò dimora sui vari rami della Chiesa. Essi han dimorato sui rami di questa chiesa evangelica per tutti questi secoli e vi si trovano ancora, come elemento contaminatore”.

Presentando una veduta simile a quella appena citata, il numero de La Torre di Guardia (inglese) del 15 giugno 1910, pagina 204, proseguiva dicendo: “Pertanto l’insegnamento di questa parabola ci farebbe concludere che, un tempo, la chiesa di Cristo era così priva d’importanza nel mondo che era una vergogna e un disonore appartenerle, ma che infine sarebbe divenuta onorata e grande e i servitori dell’avversario avrebbero provato piacere nella sua ombra. Nelle Scritture tutto questo è rappresentato col simbolo di Babilonia, ed esse dichiarano che, nel complesso, con le varie ramificazioni e denominazioni, la chiesa nominale di Cristo è babilonica. Ascoltate le parole del Signore: ‘Essa è divenuta il rifugio di ogni spirito immondo e il ricetto di ogni uccello impuro e odioso’”. — Si veda pure La Torre di Guardia (inglese) del 15 giugno 1912, pagina 198, sotto il titolo “Come un seme di senapa”.

Eccoci dunque, in quest’anno 1976, a dover rispondere all’importante domanda: Che cosa raffigura quell’albero cresciuto dal seme di senapa? Babilonia la Grande, dicono i succitati due numeri della rivista Torre di Guardia. Non dicono che questa pianta che diventa un albero raffiguri la classe del Regno di 144.001 cristiani intronizzati nel potere celeste. Ma oggi che dobbiamo dire noi? Anzitutto, dobbiamo ricordare che questa illustrazione del granello di senapa non presenta un quadro del millennio, per mostrare il numero finale della classe del Regno al potere nella gloria celeste e con tutto il genere umano che si rifugia sotto il regno messianico. Non presenta una scena celeste inerente agli eredi del “regno dei cieli”. Raffigura uno stato di cose terrestre in un particolare periodo di tempo.

Lo speciale periodo di tempo è quello indicato da Gesù nella parabola del grano e delle zizzanie e in quella della rete. Nella parabola del campo di grano in cui furono seminate le zizzanie, Gesù disse: “La mietitura è il termine di un sistema di cose, e i mietitori sono gli angeli”. Nella parabola della rete, Gesù disse: “Così sarà al termine del sistema di cose: gli angeli usciranno e separeranno i malvagi dai giusti e li getteranno nella fornace ardente. Ivi saranno il loro pianto e lo stridor dei loro denti”. (Matt. 13:39, 49, 50) La “mietitura” avviene qui sulla terra, dove si trovano le “zizzanie” da separare. Nello stesso modo, la separazione dei “pesci” che si potevano mangiare da quelli inadatti avviene qui sulla terra, dove sono le ‘acque’ di pesca. Le simboliche “zizzanie” e i “pesci” inadatti sono quelli che si professano cristiani e che hanno il cuore indifferente, gli orecchi insensibili, e gli occhi incollati così che la guarigione spirituale di tali cristiani professanti è impossibile. — Isa. 6:9, 10; Matt. 13:14. Si paragoni Atti 28:25-28. Si veda l’articolo “Nessuna guarigione finché le case non siano senza uomo”, nel numero de La Torre di Guardia del 1° maggio 1967.

[Si noti quindi che i "pesci inadatti" erano considerati i "falsi cristiani", appartenenti alle chiese della "cristianità". Nota personale]

Al “termine del sistema di cose” nei nostri tempi, il simbolico albero nato dal seme di senapa doveva essere pienamente cresciuto. Lo stato della crescita avrebbe corrisposto al tempo della mietitura. Dato che la mietitura del “grano” spirituale o dei “figli del regno” è in atto dal 1919 E.V., possiamo discernere qui sulla terra il simbolico albero nato dal seme di senapa e ora pienamente cresciuto. Questa pianta che diventa un albero asserisce di rappresentare il “regno dei cieli”, poiché Gesù disse che “il regno dei cieli è simile” ad esso. Per questa ragione l’albero cresciuto dal granello di senapa non potrebbe raffigurare Babilonia la Grande, poiché tale organizzazione è l’impero mondiale della falsa religione che ebbe inizio con l’antica Babilonia. Babilonia la Grande nel complesso non afferma d’essere o di rappresentare “il regno dei cieli” o il messianico “regno di Dio”. Tuttavia, la parte più numerosa e preminente di Babilonia la Grande asserisce in effetti di rappresentare il celeste regno messianico di Dio. Questa parte più potente di Babilonia la Grande è la cristianità con le sue mille o più ramificazioni e denominazioni religiose.

La cristianità afferma d’essere venuta dall’originaria piccola congregazione cristiana esistita a Gerusalemme nel primo secolo E.V. Oggi vi sono milioni di congregazioni della cristianità. Ha raggiunto la sua massima crescita! Ma la sua attuale scandalosa mondanità e la sua mancanza di spiritualità rendono certo che la sua enorme crescita non è avvenuta per le sue virtù spirituali e perché avesse la progressiva luce della verità biblica. La storia religiosa mostra che in effetti la cristianità fu fondata nel quarto secolo E.V. dal pagano imperatore romano Costantino il Grande, che asserì d’essersi convertito al cristianesimo nel 312 E.V. ma che non fu battezzato che poco prima della sua morte avvenuta il 22 maggio 337 E.V. Fece del degradato cristianesimo del suo giorno la Chiesa di Stato dell’Impero Romano, servendosi a tal fine di circa trecento “vescovi” apostati scesi a un compromesso. Quale Pontefice Massimo dell’Impero Romano, convocò il primo Concilio di Nicea, in Asia Minore, e stabilì quali dottrine dovevano essere decretate dottrina della Chiesa. ...

Questa corruzione dell’enorme massa di finti “figli del regno” della cristianità ha reso il falso “regno di Dio” terreno un eccellente luogo di rifugio per i rappresentanti di Satana il Diavolo, come gli “uccelli del cielo” dimorano tra i rami dell’albero cresciuto dal seme di senapa. — Matt. 13:31, 32.

La dimora di tutti questi simbolici “uccelli del cielo” nelle molte ramificazioni della cristianità non ha recato un vantaggio spirituale alla cristianità. È come l’albero che crebbe dal granello di senapa piantato dal contadino nel suo orto o campo. Gli uccelli del cielo che dimoravano tra i suoi rami potevano mangiare i semi di senapa, come gli uccelli della parabola di Gesù sui quattro tipi di suolo che mangiarono i semi caduti lungo la strada dalla mano del seminatore. (Matt. 13:4) Per quello che ne dice la parabola di Gesù, l’albero non fu di alcun vantaggio per l’uomo. Per esempio, la parabola non dice in che modo, una volta che l’albero fu cresciuto, il contadino venne per cacciare quegli uccelli e raccogliere una gran quantità di semi di senapa per farne una buona salsa con cui condire alcuni cibi. Ma, certo il contadino non piantò nel suo orto il granello di senapa solo per provvedere una dimora agli “uccelli del cielo”.

Tutto considerato, è evidente che il simbolico odierno “albero” nato dal seme di senapa è il falso “regno dei cieli”, cioè la cristianità [grassetto mio], in cui il clero signoreggia sui laici. L’“albero” non potrebbe coerentemente raffigurare il rimanente dei suggellati Israeliti spirituali che sono oggi sulla terra, perché essi sono soltanto una frazione, non il numero completo di 144.000 eredi del Regno. Infatti, per oltre ventisette anni il rimanente spirituale è diminuito di numero. Alla celebrazione della Commemorazione nel 1975 il loro numero era sceso a 10.454.

In pratica, nel corso dell'intera loro "storia", i TdG hanno attribuito a questa parabola un significato negativo.

E non avevano incertezze in questa loro interpretazione: «Tutto considerato, è evidente che il simbolico odierno “albero” nato dal seme di senapa è il falso “regno dei cieli”, cioè la cristianità».

Quando si dice che una cosa è evidente, significa che non ci sono dubbi, non c'è possibilità di fraintendere o di capire in maniera diversa come stanno le cose. Come mai quindi, nonostante tale evidenza, adesso il CD ha capito che invece l'albero di senape raffigura la loro congregazione e che gli uccelli del cielo (che erano in precedenza i falsi cristiani, in particolare il "clero che signoreggia sui laici") sarebbero le "persone sincere che cercano protezione nella congregazione cristiana"? (La Torre di Guardia del 15/8/2008, p. 18, paragrafo 8). Dove si trova la guida divina in queste spiegazioni contraddittorie e fuorvianti? Una domanda più che opportuna dato che le "chiese apostate", prive quindi secondo i TdG della guida divina, di tale parabola hanno sempre dato una spiegazione corretta.


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La pagina originale della rivista.

Evidenti forzature

Nella Torre di Guardia del 15/3/1976, a p. 180, viene riportato questo disegno:



Gli "uccelli del cielo" (che sembrano corvi), che trovano riparo fra i rami dell'albero erano così descritti nel 1976:

[la corruzione della cristianità] ha reso il falso "regno di Dio" [cioè l'abero, ndr] terreno eccellente e luogo di rifugio per i rappresentanti di Satana il Diavolo, come gli "uccelli del cielo" dimorano tra i rami dell'albero cresciuto dal seme di senapa» (p. 181).

Adesso, come si diceva sopra, l'interpretazione è stata completamente cambiata: gli uccelli del cielo rappresentano le persone sincere che cercano rifugio nella "congregazione cristiana" dei TdG.

Un cambiamento di rotta a 180° che non si può certo definire "intendimento progressivo"!

Io ricordo che quando venne studiato quell'articolo, nel 1976, trovavo difficile accettare questa spiegazione, mi sembrava un'evidente forzatura: leggendo la Bibbia da soli, senza l'"illuminate" guida del Corpo Direttivo, si comprende senza alcuna difficoltà, infatti, che la crescita dell'albero di senape ha un significato positivo, raffigura la crescita della chiesa cristiana, che è partita da un inizio piccolo ed insignificante fino a diventare grande e a raggiungere tutti gli uomini. Però non era consentito esternare simili pensieri, pena l'accusa di voler mettere in dubbio la "guida divina" (del CD), e quindi di essere tacciati di apostasia.

Dopo 32 anni finalmente il CD ha capito che l'interpretazione delle "chiese apostate" era quella corretta. Ma non ci voleva poi così tanto per capirlo. Bastava leggere umilmente e semplicemente quello che c'è scritto nel Vangelo.



 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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