I Testimoni di Geova -
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Le dottrine

"Quando qualcuno che amiamo abbandona Geova"
Testimoni di Geova e familiari disassociati



Foto tratta dalla Torre di Guardia del 15/07/2011, edita in Italia
dalla "Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova" .

Quanto segue è il commento all'articolo della Torre di Guardia del 15/07/2011 fatto da Emidio Picariello nel suo blog "Il disassociato.net" [il blog non esiste più - nota del 05/01/2021] e inserito in questo sito con il permesso dell'autore.

Per molto tempo, quando mi sono trovato a spiegare la mia particolare situazione personale, il mio difficile rapporto con i miei genitori, quando sono andato in giro a presentare il libro, ho dovuto rispondere a una domanda, che è progressivamente diventata LA domanda: ma non è che sono i tuoi genitori a essere dei fondamentalisti? Se per chi non ha avuto a che fare con questa setta la domanda è una curiosità, molti testimoni di Geova che si considerano "progressisti" - tanto da venire su un sito apostata, addirittura - la usavano come un modo per screditare il mio racconto, sacrificare i miei genitori e salvare la religione, invece.

Adesso la società Torre di Guardia mi fornisce un meraviglioso assist per affermare una volta per tutte un fatto: i miei genitori non sono estremisti, sono Testimoni di Geova. E’ uscito infatti un articolo, che mi è stato segnalato e che è disponibile sul sito ufficiale dal quale si possono scaricare le pubblicazioni dei testimoni di Geova, che spiega dettagliatamente quale atteggiamento deve avere il genitore nei confronti del figlio disassociato. Si tratta di un articolo di studio, ovvero di uno di quegli articoli che si studiano la domenica in Sala del Regno. Sicuramente già lo sapete, ma vi ripeto come funziona lo studio di queste riviste.

Lo ripeto solo per sottolineare che non è possibile che qualche appartenente attivo alla setta non lo legga: ogni testimone si prepara a casa e poi un fratello dal podio legge il paragrafo, il conduttore fa le domande (anche esse riportate nel testo) e i fratelli alzano la mano per commentare. L'articolo di studio ha un sottotitolo, che è quello che ci interessa: quando qualcuno che amiamo abbandona Geova. Forse ci sarebbe qualcosa da dire su questo verbo “abbandonare” e sul suo significato. Non “perde la fede”, non “ha dubbi”, non “smette di essere un testimone”, no, “abbandona Geova”. Come fosse un cane. Già mi sento straziato. Ma andiamo avanti. E leggiamo i primi due paragrafi del sottotitolo. Una frase e un mio commento, una frase e un mio commento. Voglio che godiate di questo capolavoro di manipolazione.

12 Senza dubbio siamo tutti d’accordo sul fatto che per piacere a Dio dobbiamo essere fisicamente, moralmente e spiritualmente puri. (Leggi Tito 2:14).

Tito 2:14 dice “che diede se stesso per noi, per liberarci da ogni sorta d’illegalità e purificare per sé un popolo particolarmente suo, zelante nelle opere eccellenti.” Il primo passo è stabilire un principio che chi sarà in quella sala del Regno non è disposto a negare: vogliamo piacere a Dio e dobbiamo essere puri.

A volte però possono sorgere situazioni in cui, sotto questo aspetto, la nostra lealtà al proposito di Dio viene dolorosamente messa alla prova.

Ecco la prova. Dolore, prova, sta per succedere qualcosa.

Supponiamo ad esempio che l’unico figlio di una coppia cristiana esemplare lasci la verita.

“Lasci la verità”. Meraviglioso. Nessun dubbio. Questa è la verità, chi non la condivide, “lascia la verità”. Ma anche il fatto che si parta da "unico figlio" e non da "un figlio" ha un particolare sapore drammatico.

Avendo preferito “il temporaneo godimento del peccato” a una buona relazione con Geova e con i propri genitori cristiani, il giovane viene disassociato. — Ebr. 11:25.

Cotanto genio m’emoziona. Non si parla di dubbio, non si parla di fede, non si parla di religione, non se ne parla affatto. Se “lasci la verità” è perché vuoi peccare. Punto. Non perché non credi che sia la verità. Preferisci il peccato alla relazione con i genitori. Sei tu che preferisci il peccato e per questo vieni disassociato. La scelta non ha a che fare con quel che credi ma con il fatto che sei debole. E' bellissimo il fatto che non ci sia dubbio alcuno su questa cosa. L'assioma è "l'unico motivo per cui si abbandona 'la verità' è il peccato perché 'la verità' è tanto evidente da non lasciare spazio al dubbio che lo sia."

13 I genitori sono affranti

Ok, sono affranti. Come dovresti sentirti se tuo figlio non la pensa come te? Affranto.

In quanto alla disassociazione, sanno che la Bibbia dice di ‘cessar di mischiarsi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo’. (1 Cor. 5:11, 13)

Ora passiamo a un’altra enunciazione di principio. Per far apparire ovvia una cosa crudele è necessario staccare i pezzi che la compongono. Con qualcuno chiamato fratello che ha tutte le caratteristiche menzionate dalla scrittura non si può mangiare. Ma forse noterete che manca qualcosa: abbiamo dato per assunto che il figlio se n’è andato per peccare e qui già non ci chiediamo più se effettivamente ha peccato o se è stata una questione di credo a farlo allontanare. Ma i due pezzi sono staccati. Non è più il figlio, quello di cui parliamo, ma "qualcuno".

Comprendono anche che il “qualcuno” menzionato in questa scrittura include i familiari che non vivono sotto lo stesso tetto.

Ci stiamo avvicinando, progressivamente, senza strappi, manipolando: "qualcuno" è anche "un familiare".

Ma essi amano moltissimo il loro figlio! Sopraffatti dalle emozioni, potrebbero ragionare: ‘Come possiamo aiutare nostro figlio a tornare a Geova se limitiamo drasticamente la nostra associazione con lui? Non sarebbe più utile mantenere contatti regolari?’

Chapeau. La manipolazione prende forma. Ci siamo già. Amare nostro figlio non necessariamente comporta il nonlimitare drasticamente la nostra associazione con lui. E soprattutto: chi se ne frega di come sta nostro figlio, di cosa prova, di cosa fa. Se ha abbandonato Geova ci preoccupiamo prevalentemente di aiutarlo a tornare a Geova.
Mentre meditate sull’opportunità di mantenere contatti regolari, ecco le domande alle quali dovrete cercare la risposta nei paragrafi.

12, 13. (a) Qual è il motivo per cui Geova ha stabilito che i trasgressori impenitenti siano disassociati? (b) Quale prova devono affrontare alcuni genitori cristiani, e cosa la rende cosi difficile?

Ma andiamo avanti nello studio di questa parte dell’articolo che si intitola “Siete entrati nel riposo di Dio?”.Lo studio - lo ricordiamo - fa parte del cibo provveduto a suo tempo dallo schiavo fedele e discreto. Non è un parere di qualcuno, è la posizione dell'organo ufficiale dei testimoni.

14 Ci sentiamo vicini a quei genitori.

Loro soffrono, è giusto che soffrano e che non si interroghino sui motivi delle scelte del figlio – il motivo è il peccato, l’abbiamo detto, noi vi siamo vicini.

Dopo tutto il loro figlio ha fatto la sua scelta, decidendo di seguire uno stile di vita non cristiano anzichè continuare a godere della compagnia dei suoi genitori e degli altri compagni di fede. La responsabilità è tutta del figlio. Sicuramente se non è testimone ha uno stile di vita non cristiano. Questa cosa la ritrovate in moltissimi commenti ad articoli di blog che parlano di “Geova non vuole che mi sposi” o anche sul blog ildisassociato.net.

Se non sei più testimone è perché vuoi peccare, su questo non c'è nessun dubbio. Nulla spiazza più i miei detrattori che la frase - vera - che dico loro "se volessi rientrare nei testimoni di Geova, non dovrei cambiare nulla della mia condotta, perché vivo la mia vita con le stesse regole morali di sempre". Inconcepibile.

I genitori, invece, non hanno potuto fare altro che prendere atto della sua decisione. Non sorprende che si sentano impotenti.

Essì, loro vorrebbero struppiare di mazzate [sono irpino d'origine, vuol dire... ve lo devo dire? Dai, che si capisce] il figlio fino a riportarlo alla ragione, ma la legge proprio glielo impedisce. E’ normale che si sentano impotenti.

15 Cosa faranno adesso questi cari genitori? Ubbidiranno alle chiare istruzioni di Geova?

Bèccati il domandone retorico. Che faranno? Eh, che faranno? Eh?

O si sentiranno giustificati a frequentare regolarmente il loro figlio disassociato sostenendo che si tratta sempre di “necessarie questioni familiari”?

Here we come (questa l’ho inserita per bilanciare “struppiare di mazziate” e dare un taglio più internazionale al mio lavoro). Possono i testimoni di Geova frequentare il loro figlio disassociato? Solo per “necessarie questioni familiari”. Altrimenti no. Ci siamo? Non è una scelta di quei fondamentalisti dei miei genitori. E’ proprio la religione che glielo impone. Come si evince dal passo successivo.

Nel prendere la propria decisione, i genitori non devono trascurare di chiedersi cosa pensa Geova di quello che stanno facendo. Lo scopo di Geova e quello di mantenere pura l’organizzazione e, se possibile, di indurre i trasgressori a tornare in sé. In che modo i genitori cristiani possono agire in armonia con questo scopo?

Pare a me o è tutto fortemente limitante della libertà personale? Chi non crede più è impuro e i genitori devono smettere di avere a che fare con i figli per portarli a rientrare. Wow. Mi sento libero di fare le mie scelte, adesso. Sono sicuro che avete anche trovato la risposta alle domande:

14, 15. Qual è in effetti la decisione che si presenta a chi ha un figlio disassociato?

Mi scappa un commento anche qui, ogni singola parola è manipolatoria. “In effetti” sposta l’attenzione. La scelta non è vedere o non vedere tuo figlio, ma essere puro o non essere puro, “in effetti”. Siete arrivati fin qui? Bravi, il bello deve ancora arrivare. Andiamo a vedere l’amorevole Dio del vecchio testamento come ci suggerisce di risolvere la questione.

16 Aaronne, fratello di Mose, si trovò davanti a una situazione difficile in relazione a due suoi figli. Pensate come dev’essersi sentito quando i figli Nadab e Abiu offrirono fuoco illegittimo a Geova e questi li fece morire all’istante.

Eh, mica se voi vi sentite delle merde per aver lasciato marcire i vostri figli sotto un ponte, ai fedeli servitori di Geova del passato è andata meglio! Nadab e Abiu furono uccisi all’istante. Oh, wait, wait, wait. Per aver offerto fuoco illegittimo a Geova. Cioè, non a qualcun altro, Geova li arde vivi perché gli avevano fatto un sacrificio non autorizzato. Ah. Fico. Scusa, eh, signor dio di Amore. Io ho scritto un blog, non ho neanche un accendino. Così, dico, per chiarire.

Naturalmente ciò pose fine a qualsiasi associazione i due potessero avere con i loro genitori.

Naturalmente. Come è naturale morire per essere stati disubbidienti a Dio. Di tutti gli avverbi del mondo, naturalmente è quello che avrei usato con meno probabilità. Ma insomma. Naturalmente.

Ma non è tutto. Geova comando ad Aaronne e ai suoi figli fedeli: “Non andate con le teste scompigliate, e non dovete strappare le vostre vesti [in segno di lutto], affinchè non moriate e affinchè [Geova] non si indigni contro tutta l’assemblea”. (Lev. 10: 1-6) Il messaggio è chiaro. Il nostro amore per Geova dev’essere più forte del nostro amore per i familiari che gli divengono sleali.

Familiari. Capito. I figli non sono più figli. Sono “familiari che gli divengono sleali”. La completa spersonalizzazione della situazione, il prevalere della condotta – ipotizzata fra l’altro, io per esempio sono uno che si comporta piuttosto bene – tutto porta alle risposte ovvie a quelle domande retoriche. Dovete amare più Geova che i vostri figli. Cosa non capite?

17 Oggi Geova non mette immediatamente a morte quelli che violano le sue leggi.

E noi che violiamo le sue leggi non possiamo che rallegrarcene. Anche se un po' mi farebbe piacere che ci fosse la reazione divina. Anzi, la pretendo: Geova, se esisti e io pecco fai scendere il fuoco dal cielo (senza usare emissari umani però, che così siam bravi tutti).

Amorevolmente dà loro l’opportunita di pentirsi delle loro opere ingiuste. Ma come si sentirebbe Geova se i genitori di un trasgressore impenitente continuassero a metterLo alla prova frequentando senza necessità il loro figlio disassociato?

Eh, ma allora dillo. Vuoi far sentire Geova di merda? Ti prendi questa responsabilità? Guarda che se vedi tuo figlio disassociato non per necessità a Geova gli vengono gli attacchi di panico, sai? E non sai che casino trovare un sacchetto di carta così graaaaande da moderare l’iperventilazione di Geova. Bene, fratelli, se avete sopportato i miei deliri – e la mia rabbia – e siete arrivati fin qui, avrete sicuramente trovato la risposta alla domanda: 16, 17.

Cosa possiamo imparare riflettendo sull’esempio di Aaronne?

Io ho gli occhi fuori dalle orbite e ho preso quel colore verdolino tipico del travaso di bile, ma ce l’ho fatta. Mi accingo a leggere con voi questi ultimi paragrafi. Che sono poi un po’ la degna chiusura di questo nostro piccolo studio.

18 Molti che un tempo erano disassociati ora riconoscono apertamente che la ferma posizione assunta dai loro amici e familiari li ha aiutati a tornare in sé.

Aiutati a tornare in sé. Secondo voi il fatto che qui si dica che io sono “fuori di me” può essere considerata un'ingiuria? Posso rivolgermi al giudice? Giuro che ne avrei voglia.

Nel raccomandare la riassociazione di una ragazza, gli anziani hanno scritto che aveva purificato la sua vita “in parte a motivo del rispetto di suo fratello carnale per la disposizione della disassociazione”. Parlando del fratello, la ragazza aveva detto che “la sua fedele adesione alle norme scritturali aveva contribuito a suscitare in lei il desiderio di tornare”.

Ci risiamo. Nulla conta, non ci importa sapere come sta la ragazza, cosa prova, quali sono i suoi sentimenti, cosa crede. No, l’abbiamo fatta tornare tramite l’ostracismo che abbiamo praticato. Ha scelto lei di tornare, no? Nessuna coercizione, siamo tutti liberi di scegliere.

19 Quale conclusione dovremmo trarne? Che dobbiamo lottare contro la tendenza del nostro cuore imperfetto a ribellarsi ai consigli scritturali. Dobbiamo essere assolutamente convinti che il modo di affrontare i problemi stabilito da Dio è sempre il migliore.

Davvero devo commentare? Se volete ancora vedere vostro figlio – quel porco – è perché il vostro cuore è imperfetto. Il modo di affrontare i problemi stabilito da Dio – quindi penso che stiamo parlando del fuoco che scende dal cielo e uccide – è sempre il migliore.

Alcune considerazioni finali, prima della domanda. Mi pare di avere chiaramente dimostrato quale livello di coercizione si esercita sia su chi esce dai testimoni di Geova, nel tentativo di farlo rientrare, sia sui suoi genitori, nel tentativo di allontanarli da lui. Questo è quello che intendo quando dico che non c’è libertà personale fra i testimoni di Geova. Quindi, come rispondete alla domanda: 18, 19.

Quali benedizioni possono ricevere i familiari che si attengono alle istruzioni di Geova riguardo ai disassociati?

Le pagine originali dell'articolo
 
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Quest'articolo sarebbe finito, solo che ci sarebbe da commentare anche un articolo precedente tratto dalla stessa rivista. Mi ripeto che posso smettere quando voglio, giuro, come un tossico. Ma questo pezzo ancora serve a farvi capire fino in fondo, se ce ne fosse bisogno, che cosa vuol dire la morte sociale di cui tanto si è parlato e come si forma in un genitore l’idea di poter non avere niente più a che fare col proprio figlio. Ecco quindi qualche altro passaggio.

Come operano i falsi maestri? I loro metodi denotano astuzia. Gli apostati ‘introducono quietamente’ idee corruttrici. Come i contrabbandieri, agiscono di nascosto, introducendo subdolamente idee apostate.

No, gente, non è così. Io ho un blog e ho scritto un libro. Le mie non sono idee apostate, sono idee diverse dalle vostre. Non c’è niente di talebano, nascosto, misterioso. Solo idee diverse dalla vostre.

E come un abile falsario cerca di spacciare documenti contraffatti, così gli apostati usano “parole finte”, o ragionamenti capziosi, nel tentativo di spacciare per vere le loro falsità. Di?ondono “ingannevoli insegnamenti”, ‘torcendo le Scritture’ per adattarle alle loro idee. (2 Piet. 2:1, 3, 13; 3:16) E’ evidente che gli apostati non hanno a cuore i nostri migliori interessi. Seguire i falsi maestri ci farebbe solo deviare dalla strada che conduce alla vita eterna.

E’ evidente che, caro scrittore, solo che sei in cattiva fede. Perché mai un apostata non avrebbe a cuore gli interessi del testimone di Geova? Quale sarebbe secondo questa analisi l’intenzione dell’apostata se non quella stessa che muove il testimone di Geova predicatore, ovvero confrontare un’idea con un’altra? Poi, se dici che qualcosa è falso, bisogna che spieghi di che si tratta e che dimostri che è falso. Dire che tutto quello che dicono gli apostati è falso è alimentare un pregiudizio. Se è così palesemente falso ascolta e confuta. Perché non lo fai mai nel merito?

Come possiamo proteggerci dai falsi maestri? Le istruzioni che la Bibbia dà su come comportarci con loro sono chiare. (Leggi Romani 16:17; 2 Giovanni 9-11). “Evitateli”, dice la Parola di Dio. Altre traduzioni rendono questa espressione “allontanatevi da loro” (Nuova Riveduta), “tenetevi lontani da loro” (CEI), “state lontani da loro” (Parola del Signore). Questo consiglio ispirato è inequivocabile.

Sto per dire una cosa molto insolente. Come la giustifico? Fammi pensare… Idea! La Bibbia. Tiè.

Supponiamo che un medico vi dica di evitare i contatti con una persona affetta da una malattia contagiosa e letale. Non avreste dubbi su ciò che il medico intende dire, e seguireste strettamente le sue raccomandazioni. Ebbene, gli apostati sono ‘mentalmente malati’ e cercano di infettare altri con i loro insegnamenti subdoli. (1 Tim. 6:3, 4) Geova, il grande Medico, ci dice di evitare i contatti con loro. Sappiamo cosa intende dire, ma siamo determinati a dare ascolto al suo avvertimento sotto tutti gli aspetti?

Oh, se non ci credete, andate a prendere l’originale. Dice proprio così. Fa un parallelo fra una malattia contagiosa e un’idea diversa dalla tua e chiosa con “gli apostati sono virgoletta mentalmente malati virgoletta”. A questo punto direi che possiamo organizzare una class action, se troviamo due avvocati disponibili a darci mano. Perché il fatto che la mia idea faccia di me un “mentalmente malato” (fra virgolette, eh) mi pare quanto di meno democratico ci possa essere. Siamo alla reductio ad Hitlerum: gli apostati sono così cattivi che i loro argomenti non sono affrontabili.

Cosa comporta evitare i falsi maestri? Non li riceviamo in casa nostra e non li salutiamo. Rifiutiamo inoltre di leggere le loro pubblicazioni, di guardare programmi televisivi a cui essi partecipano, di visitare i loro siti Internet, e di lasciare i nostri commenti sui loro blog.

Capito, amici tdG che ogni tanto vi affacciate da queste parti e indugiate su un sito apostata?

Perché assumiamo questa ferma posizione? Per amore. Amiamo il ‘Dio di verità’, per cui non ci interessa conoscere insegnamenti distorti che contraddicono la sua verace Parola. (Sal.31:5; Giov. 17:17) Amiamo anche l’organizzazione di Geova, mediante la quale abbiamo imparato verità entusiasmanti, fra cui il nome di Geova e il suo significato, il proposito di Dio per la terra, la condizione dei morti e la speranza della risurrezione. Ricordate come vi siete sentiti quando avete udito per la prima volta queste e altre preziose verità? Perché allora lasciarvi inasprire da persone che denigrano l’organizzazione mediante la quale le avete imparate? – Giov.6:66-69.

Quando eri cattolico e i tdG ti hanno aperto gli occhi perché ti hanno fatto vedere la verità è successo perché hai ascoltato qualcuno che non la pensava come te. Hai ascoltato e hai cambiato idea. Solo che adesso quello che hai ascoltato ti dice che non devi ascoltare più nessuno. Sicuro che sia una buona idea?
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Intervista rilasciata da Emidio Picariello al quotidiano City.

 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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