I Testimoni di Geova -
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Tecniche di persuasione

LAVORO LEGATO A RELIGIONE


PULIZIA IN APPARTAMENTI CON IMMAGINI RELIGIOSE:


Per quanto riguarda il problema delle sorelle che svolgono il lavoro di pulizia in appartamenti e villette e fra i vari oggetti che esse spolverano vi sono anche immagini religiose, crediamo che il compiere o meno questo lavoro debba essere lasciato alla coscienza individuale. Finché esse si limitano a spolverare questi oggetti di adorazione e non fanno nient'altro, non violano la legge di Dio. Naturalmente se la loro coscienza è turbata allora dovrebbero agire di conseguenza per mantenerla pura. (Ro 14:23) G 22.5.78 p 28; W 1.7.77 p 41-56 (SCC:SSC 15.7.86)

PULIZIA IN UN ISTITUTO RELIGIOSO:


Siamo lieti di rispondere alla tua lettera in relazione alla sorella che lavora in un istituto religioso. Ci chiedi un nostro parere su questa situazione. La risposta si trova nell'inserto del Km 10/76 p 36. Le principali domande da tenere in considerazione sono: Costituisce il lavoro in sé stesso qualche cosa che la Bibbia condanna? Se il lavoro stesso non è condannato, metterebbe il farlo in stretta relazione a qualche cosa condannato dalle Scritture e lo renderebbe promotore e complice? Menzioni che la sorella fa le pulizie in un istituto religioso chiamato "Casa del Redentore". In che cosa consiste questo lavoro di pulizie?

La sorella in questione si limita a pulire le stanze dove le ragazze che frequentano il liceo linguistico di detto istituto alloggiano? O fa le pulizie nelle aule dove si tiene tale scuola? O il lavoro consiste anche nel fare le pulizie negli alloggi delle suore? Si dovrà valutare la posizione della sorella. Se il lavoro è quello di pulire gli alloggi delle studentesse e le aule della scuola, allora la questione deve essere decisa individualmente secondo la coscienza addestrata dalla Parola di Dio. Questo non vuol dire che si possa fare liberamente; è una decisione personale della sorella e si assumerà la propria responsabilità dinanzi a Dio.

Potrebbe farsi alcune domande nel decidere se continuare o meno a fare tale lavoro: Come cristiana ha personalmente dubbi su questo lavoro? Qual è l'effetto che genera su di lei? Altri nella congregazione o fuori di essa perdono il rispetto, sono turbati a causa di ciò? Se, però, il suo lavoro consiste anche nel fare le pulizie negli alloggi delle suore o in altri ambienti dedicati alla falsa forma di adorazione, allora ella viola le legge di Dio e diventerebbe un'apostata, in quanto che tale istituto è dedicato a promuovere la falsa forma di adorazione condannata dalla Parola di Dio. Se le cose stessero così, allora la sorella dovrebbe lasciare il lavoro, altrimenti dovrà essere formato un comitato giudiziario. (SSH:SSI 26.3.82)

FOTOGRAFI PER MATRIMONI, CRESIME, BATTESIMI:


Da quello che possiamo comprendere i fratelli fotografi si limitano a fare un servizio a coloro che glielo chiedono sia per il matrimonio che per cresime, battesimi e compleanni. Se si limitano solo a fare fotografie non promuoverebbero la falsa religione. Non comprendiamo però in cosa consista la contribuzione o parcella che devono dare alla chiesa. Probabilmente facendo tale contribuzione contribuiscono a sostenere Babilonia la Grande. Se è così devono smettere immediatamente di fare tali contribuzioni, altrimenti dovranno essere chiamati davanti ad un comitato giudiziario.

C’è un altro aspetto da tenere in considerazione ed è l'effetto generale che questo tipo di lavoro produce sia negli individui stessi che nei componenti della congregazione. Fanno inciampare o turbano la coscienza di molti? Hanno perso il rispetto così che altri non li guardano più come esempi? Inoltre la persona stessa ha la coscienza pura nel compiere tale lavoro? (1Co 8:11-13; 1Tm 3:2, 10; Ro 14:15) Se col loro lavoro creano turbamento e fanno inciampare altri, come conseguenza perderebbero tutti i privilegi speciali (SCC:SSF 23.11.84)

In relazione all’attività di fotografo che ti porterebbe spesso a svolgere servizi in occasione di matrimoni, cresime, comunioni, in chiese della cristianità, noi scoraggiamo decisamente tale attività in quanto è legata a funzioni della falsa religione e avviene in luoghi di culto. Certo il servizio sarebbe per il singolo individuo, ma tale lavoro potrebbe collegarti anche se indirettamente con una pratica condannata.

Pur essendo una questione personale chiediti: Fino a che punto hai autorità su ciò che viene fatto? Sei un dipendente? In che misura sei coinvolto, solo di tanto in tanto, o regolarmente, in maniera consistente? Quale sarà l'effetto derivante dallo svolgere tale lavoro sugli altri? Qualcuno potrebbe inciampare? Che effetto avrebbe sulla tua coscienza? Se l’attività fosse svolta in maniera regolare o consistente, difficilmente potresti essere idoneo per ricoprire incarichi o privilegi. Potresti correre il rischio di essere segnato a causa del tuo stretto e consistente legame con la falsa religione - W 1.1.83 p 25 (SCC:SSI 27.2.85)

Occorre determinare se il fratello accetta di svolgere servizi di matrimonio per conto degli sposi, cioè clienti privati, o per conto della chiesa. Se svolgesse tali servizi per conto della chiesa, naturalmente sarebbe contro i principi scritturali. Se invece tali servizi sono richiesti da singoli individui e per di più egli si limita allo sviluppo delle foto, crediamo che ciò non violi alcun principio, così da rendere tale pratica completamente condannata. Naturalmente il fratello dovrà tener conto non solo della propria coscienza, ma anche di quella altrui. Soprattutto nel caso ricopra particolari privilegi di servizio nella cong., dovrà stare molto attento a non creare turbamento e a mettere in dubbio i propri requisiti scritturali (SCE:SSI 14.8.86)

Abbiamo ricevuto la vs. riguardante una persona che svolge un lavoro di fotografo ed esegue vari servizi fotografici. Tali servizi riguardano matrimoni, comunioni e cresime, e servizi per un quotidiano su avvenimenti come la visita del Papa a Genova, ecc., per galleria d'arte che riproducono quadri o sculture che raffigurano oggetti di adorazione; inoltre svolge servizi fotografici per recite scolastiche che raffigurano la natività di Cristo, oltre che servizi che riguardano uomini politici. Crediamo che le domande essenziali da rivolgersi per determinare se tali servizi siano o no in armonia con i principi biblici, sono le seguenti: 1) il lavoro o l'attività da svolgere costituisce in se stesso un atto condannato dalla Parola di Dio? 2) Se no, è tuttavia così direttamente legato a tali pratiche condannate da rendere quelli che lo fanno promotori della pratica errata?

La risposta alla prima di queste domande è evidentemente no. Fare il fotografo non è certo proibito dalle Sacre Scritture. Ma possiamo dire che facendo una fotografia ad un matrimonio o una comunione, in una chiesa il fotografo si lega direttamente ad una pratica o rito non Scritturale? Effettivamente, cosa fa egli? Fa una fotografia, non per la chiesa, ma perché le persone che lo hanno assunto possano avere un ricordo dell'avvenimento che si svolge. La persona che lo ha assunto già crede in tali pratiche condannate e quindi il fotografo non promuove la falsa religione. Anche i servizi fotografici per le gallerie, non collegano direttamente a cose antiscritturali. Il fotografo si limita a registrare gli avvenimenti. Ciò che viene scritto nell'articolo del quotidiano, non è una questione del fotografo. Lo stesso vale per i quadri e le sculture, non è il fotografo che le destina ad uno scopo antiscritturale. È la galleria d'arte che si servirà di queste foto per fare pubblicità o per venderle o per scopi religiosi. lì fotografo si limita a fornire una fotografia dell'oggetto.

Nello svolgere il suo lavoro egli non è assunto da una org. di falsa religione, ma da privati. Il suo servizio serve a tali privati per loro usi e non per scopi religiosi. Perciò non possiamo dire che tale lavoro lo lega direttamente come complica alla falsa religione. Però, vi è una considerazione da fare che dovrebbe essere presa seriamente in considerazione da tale persona se desidera divenire un T.d.G., ossia se egli fa pubblicità per sollecitare tali servizi, come comunioni o cresime. Se lo facesse diverrebbe un promotore dl cose false. Facendo pubblicità per avere tali servizi indicherebbe di essere d'accordo con tali servizi. Questo lo renderebbe apostata. Inoltre si deve anche considerare la possibilità che il suo lavoro turbi i fratelli della cong. Se ciò accadesse egli non sarebbe idoneo ad avere incarichi o avere speciali privilegi, se fosse un fratello. Dovrebbe anche prendere in considerazione la sua propria coscienza. Se ha qualche dubbio allora non dovrebbe fare tali servizi, secondo Ro 14:22, 23. (SCB:SSA 20.2.86)

Il fratello, essendo titolare dello st. fotografico è responsabile dell’attività che egli e i suoi dipendenti svolgono. Che dire del servizio fotografico fatto in occasione di un matrimonio che viene celebrato in una chiesa della falsa religione? Se il contratto di tale servizio fosse stipulato con la chiesa, ciò sarebbe violazione. La cosa invece cambia se tale servizio è richiesto dagli sposi. Tale lavoro anche se si svolge in un luogo dedicato alla falsa religione, non ha attinenza con l’attività che si compie e non contribuisce al perpetuarsi di tale org. Il fratello dovrà prendere in considerazione come la cong. vede il suo lavoro. Dovrà tener presente questo fatto sia che il servizio fotografico lo svolga lui personalmente o se invece viene svolto da un suo dipendente (SCD:SSE 10.7.87)

RAPPRESENTANTE DI OPERE D'ARTE CON SOGGETTI RELIGIOSI:


In merito al fratello che fa il rappresentante di opere d'arte fra cui ci sono anche opere di carattere religioso, puoi consultare il Km 10.76. Chiediti: Il lavoro che fa questo fratello è direttamente legato alla pratica di adorare immagini o alla vendita di immagini per l'uso di false religioni? Non pensiamo sia così. Poiché prima di tutto il fratello vende gli oggetti a negozi che trattano i preziosi. Quindi il negoziante li compra non per adorarli ma per venderli come opere d'arte. È vero che qualcuno potrebbe comprare un'opera d'arte per adorarla come un idolo, ma renderebbe questo il fratello direttamente collegato all'adorazione dell'immagine? Non ci sembra. Il suddetto Km dice: "Non possiamo certo svolgere un lavoro che richieda di fabbricare, vendere o propagandare cose specificamente destinate a tali scopi". Le opere d'arte non sono fatte specificamente per essere adorate. Naturalmente, mentre la sua coscienza può permettergli di commerciare questi oggetti deve prendere in considerazione la possibilità di far inciampare altri nella cong. o turbare la loro coscienza. Se ciò dovesse avvenire allora gli A. determineranno se può avere privilegi che lo porrebbero come es.  1Co 10:32 (SCC:SSF 5.5.81)

OREFICE CHE TRATTA ORO USATO CON IMMAGINI:


In relazione al fratello che ha un negozio di oreficeria, dici che non vende alcun oggetto religioso ma si limita a comprarli come oro vecchio che poi li rivende al grossista per la fusione. Questo sarebbe un commercio di compravendita di oggetti di culto. G 22.2.77 p 28 elenca vari princìpi che ogni cristiano dovrà tenere conto quando ha il problema di sbarazzarsi di oggetti religiosi. Di conseguenza il comprare oggetti religiosi per poi venderli a sua volta, non importa se al pubblico o al grossista per la fusione, diventa un commercio e di conseguenza si promuoverebbe oggetti della falsa religione. Anche nel caso egli si limitasse ad acquistare oggetti religiosi per poi fonderli egli stesso, tale pratica potrebbe essere discutibile a causa di grave turbamento nella cong. Egli non acquisterebbe solo ora vecchio, ma oggetti della falsa religione. Occorrerà parlare chiaramente al fratello aiutandolo a riflettere sui princìpi scritturali implicati per non divenire causa d'inciampo. Se dopo vari avvertimenti non dovesse capire il punto, potrebbe compromettere la sua posizione di nominato e addirittura essere segnato. Non è escluso che tale pratica possa anche portare all'espulsione dalla cong. (SCE:SSH 18.2.87).

FORNAIO O PASTICCIERE CHE CONFEZIONA DOLCI PER LE FESTE:


La sorella menzionata non è una dipendente ma è lei che gestisce la rivendita di pane: quindi è responsabile di quello che fa e delle decisioni che prende. Confezionando o vendendo un dolce che raffigura "S. Martino" a cavallo, dolce dedicato alla festa tradizionale e che promuove la falsa religione, essa viola la legge di Dio. Dovete quindi parlare schiettamente e vigorosamente facendole capire che con questa azione sta sostenendo la falsa religione e le sue feste, e perciò si rende colpevole del peccato di apostasia.

Se non si correggerà allora si dovrà formare un c.g. e chiamarla a rendere conto. Se fosse impenitente deve essere espulsa. La cosa sarebbe diversa se la sorella fosse una dipendente e fra il lavoro che svolge vende anche di tanto in tanto in occasione di questa festa il summenzionato dolce. Allora rientrerebbe nelle questioni di coscienza. Questo non vuol dire che si possa fare, perché ognuno renderà conto di se stesso a Dio. Solo che non avremmo le basi per intervenire come c.g. (SSH 16.7.82)

Chiedete se può essere accettato per il battesimo un proclamatore che è proprietario di una pasticceria in società con la sua sorella carnale e che nei periodi festivi, produce uova pasquali, decorazioni, torte per il compleanno, l'onomastico, e quindi le vende. Egli non avrebbe dovuto essere accettato come procl. poiché prima bisogna uscire da Babilonia. Dato che è proprietario e quindi ha possibilità di decidere cosa confezionerà nel suo negozio, egli diventa un promotore di false feste pagane, e non può essere accettato come procl. e come battezzato, fino a che continua a produrre dolci con decorazioni e auguri.

Tali dolci sono usati per celebrare feste pagane. Mettendo lui stesso le decorazioni di auguri, diventa complice e contribuisce a sostenere delle false festività. Anche se egli non celebra la festa, mette altri in grado di farlo fornendo il materiale da usare a questo scopo (Ger 7:16-19) Ks "Apostasia" Quindi finché egli continua a svolgere questa attività, non di semplice pasticciere, ma contribuendo alla celebrazione di feste religiose, non potrà battezzarsi. Vorrete aiutarlo a vedere la necessità di aderire ai princìpi divini, facendogli notare che se confidiamo in Geova egli non ci abbandona (SCB:SSA 29.4.87)

FRATELLO BARISTA HA UN INSEGNA CON TORTA E CANDELINE:


Ci parlate di un fratello che gestisce un bar il quale ha fatto apporre all'esterno del locale un'insegna raffigurante una torta con delle candeline. Ci chiedete se si può parlare di apostasia. W 1.1.83 p 26 riporta una serie di domande che possono aiutarvi. Benché il lavoro di per sé non sia condannato, si può collegare con una pratica condannata rendendo complici di tale pratica. Pubblicizzando la torta con le candeline il fratello sta incoraggiando una pratica antiscritturale. Circa il sign. delle candeline vi invitiamo a leggere G 22.5.82 p 125 e G 67 p 11. È vero che oggi poche persone conoscono l'origine di certe usanze, ma Geova le conosce, e ciò che conta non dovrebbe essere la sua opinione in merito? (Rs 147) In armonia con Gal 6:1 è appropriato parlare al fratello per aiutarlo a capire la sua posizione. Solo se dovesse persistere nel sostenere una pratica antiscritturale si formerebbe un c.g. per apostasia (SCA:SSA 29.11.90)


VENDITORE AMBULANTE IN OCCASIONI DI FESTIVITÀ:


Dobbiamo ricordare che il lavoro del fratello è quello di ambulante e partecipa a molti mercati. In altre parole va al mercato perché lì si raduna molta gente, non per celebrare la festa. Certamente non dovrebbe contribuire in alcun modo alla falsa religione perché questa festa sia allestita o organizzata, ma se vende semplicemente la sua merce, come fa in altri mercati, non possiamo dire che il suo lavoro sia collegato alla falsa religione. Egli paga una regolare licenza e la paga al comune e non alla chiesa. È infatti il comune che dispone che vi siano mercati per riscuotere delle tasse. Per il fatto che il venditore sia un SM deve essere valutato quale effetto ha sulla cong. Se diversi inciampano allora non sarebbe irreprensibile, non libero da accusa e non potrebbe ricoprire tale incarico (SCB:SSA 29.11.85)

Ci parlate di una persona interessata che svolge l’attività commerciale di vendere dolciumi anche alle fiere in occasione di feste o celebrazioni religiose (oltre che ai vari mercati). Per valutare se viola la legge di Dio o meno, dovete porvi alcune domande, come: sta promuovendo la festa o celebrazione religiosa? Come? O vende semplicemente questi dolciumi per provvedere il necessario a sé e alla sua famiglia? Fra i dolci che vende ve ne sono alcuni che sono parte integrante della falsa forma di adorazione, come ad es. uova di Pasqua o simili? Dovete valutare e appurare cosa fa effettivamente. Se si limita a vendere dolciumi che non hanno niente a che fare con le celebrazioni religiose, non sta violando la legge di Dio. Tuttavia, ci sono altri aspetti da prendere in considerazione. Fa inciampare altri sia dentro la cong. che fuori? Coloro che vedono questa persona vendere dolciumi al queste fiere, la associano alla falsa forma di adorazione e rimangono turbati? Egli come si sente? - W 15.3.69 p 18791 (SCC:SSB 2.1.84)

Il luogo dove avviene la vendita non è importante. Ad es. se vengono venduti in occasione di una festa pagana in un mercato, questo di per sé non sarebbe apostasia. È apostasia invece, se per poter vendere nel mercato bisogna pagare o contribuire per l'allestimento per la festa pagana stessa. Se invece bisogna pagare una tassa a Cesare come concessione per attività questo si può fare (SCC:SSF 18.4.83)

MARMISTA CHE PRODUCE LAPIDI:


Rispondiamo alla tua lettera riguardante il fratello che lavora il marmo a scopo decorativo riproducendo parti di antichi templi romani, lapidi e immagini a scopo decorativo. Ci sono princìpi biblici che possono aiutare il fratello a determinare se può e se vuole continuare a fare tale lavoro. Una scrittura è Eso 20:4,5 che proibiva di fare degli idoli a scopo di adorazione. Ciò che rendeva un oggetto detestabile a Geova non era il semplice fatto che fosse un'immagine, altrimenti non potremmo usare illustrazioni di avvenimenti biblici nelle ns. pubblicazioni. Inoltre sappiamo che Geova comandò di fare dei cherubini che vennero posti sull'arca.

Quei cherubini, benché fossero delle immagini, non erano adorati. Quindi ciò che si deve determinare riguardo alle cose che il fratello fa, è se è qualcosa di proibito per il cristiano non tanto perché è un'immagine ma perché è oggetto di adorazione. Vedendo tali oggetti, le persone abituate ad adorare idoli potrebbero essere spinte ad inchinarsi davanti a questi, pregarli o rendergli culto? La risposta può aiutare il fratello a determinare se gli oggetti che fa sono proibiti o no dalla Parola di Dio. La Bibbia ci esorta ad essere cauti riguardo a tutto ciò che può coinvolgerci nel peccato di idolatria. (1Gv 5:21; 2Co 6:16) Perciò in merito a oggetti e lapidi per coprire le tombe, vasi per mettervi i fiori, oggetti e immagini fatti a scopo decorativo, dovranno essere presi in considerazione i punti menzionati per determinare se il fratello può farli o no. Dopo aver fatto questo esame, se il fratello giunge alla conclusione che gli oggetti non sono idoli né spingono altri ad adorarli, allora deve decidere in coscienza se continuare a fare tale lavoro (SCC:SSB 11.8.81)

Ci descrivete la posizione di 2 fratelli che sono in società con uno che non è T.d.G., e come ditta preparano delle tombe. Essi si limitano semplicemente a farle, mentre il socio del mondo vi aggiunge le croci e i portalampada. Le immagini poste sulle tombe sono tenute in deposito nel negozio dei 3 soci. Ci chiedete se questo rende i fratelli complici della falsa religione. La croce è senz'altro un'immagine che è adorata in questa nazione. Il fatto che questi fratelli si limitano solo a fare le tombe e il terzo socio vi mette la croce o altre immagini dedite alla falsa religione non cambia il fatto che, essendo soci, siano responsabili, perché è come ditta che consegnano l'art. completo a chi l'ha ordinato. Dite inoltre che essi consegnano le tombe con croci già montate, e questo li rende ancor più complici. Essi sanno che la croce è considerata qualcosa di santo e che viene adorata.

Perciò è necessario che essi riconsiderino il loro lavoro, e in un ragionevole periodo di tempo ne trovino un altro. Oppure si tolgono da questa situazione che li rende complici della falsa religione. Essi stanno violando il principio di 2Co 6:16 e Ri 18:4, e se dovessero persistere in questo lavoro sarebbero soggetti alla disciplina della cong. per apostasia. Dovreste parlare loro seriamente, mostrando la pericolosa posizione in cui si trovano nei confronti di Geova. Date loro un limite di tempo per lasciare questa attività prima di chiamarli davanti a un c.g. Considerate con loro l'inserto del Km 10.76 che li aiuterà a capire che devono astenersi da questo lavoro per mantenersi puri (SCC:SSH 9.10.81)

Ci riferisci che a volte il fratello prepara lapidi di cimitero e vi attacca la croce. La croce è un oggetto di falsa adorazione. Anche se non è lui a fabbricarla, mettendola in un posto dove può essere vista da uno che è abituato ad adorarla, egli sta incoraggiando o promuovendo la falsa adorazione. In questo caso si tratterebbe di apostasia (SCC:SSI 25.5.82)

ELETTRICISTA DEL CIMITERO COMUNALE:


Ci viene detto che il fratello è elettricista nel cimitero e che viene pagato dal comune e che il suo lavoro consiste nell'applicare le luci elettriche del cimitero, riparare gli impianti vecchi, sostituire le lampade bruciate e fare nuovi impianti per le tombe. Da quanto ci dite comprendiamo che il fratello fa esclusivamente lavori sulle tombe. La luce sulla tomba è il frutto dell'idea che l'anima dell'uomo sia immortale e che quindi continui a vivere nell’aldilà. Il fatto che questo fratello faccia esclusivamente questo lavoro, indica una partecipazione alla falsa forma di adorazione, e quindi non crediamo che un cristiano, dovendo avere una coscienza pura verso Geova, possa fare esclusivamente questa specie di lavoro.

Se il fratello facesse l'elettricista e saltuariamente venisse chiamato per riparare qualche luce sulle tombe, allora sarebbe una questione di coscienza; ma facendo esclusivamente questa specie di lavoro, non crediamo che si possa più considerare una questione di coscienza, ma un sostegno diretto a una forma di falsa adorazione. Crediamo che quindi sia una buona cosa considerare questi punti col fratello onde fargli comprendere la necessità di mantenere una posizione integra verso Geova (AB:FBB 24.2.78)

CONTRATTI DI LAVORO CON CHIESE, SACERDOTI, CONVENTI O RICOVERI:


Un T.d.G. che ha una ditta edile non può accettare di contrattare con la chiesa cattolica. Benché il lavoro non sia sbagliato, il fatto di contrattare con la chiesa vuol dire diventare dipendente di essa. Questo lavoro darebbe parecchio sostegno nel promuovere la falsa adorazione. Non si tratterebbe di un contatto casuale come di un portalettere che consegna posta a chiese o istituti religiosi, ma sarebbe un lavoro che impiegherebbe molto tempo e una relazione estesa con la chiesa, contribuendo in modo sostanziale alla falsa adorazione. (1Co 6:3, 4)  W 1.7.65 Dom. Let. Un fratello che è alle dipendenze di una ditta edile, deve considerare se lavora occasionalmente in qualche piccolo lavoro per la chiesa ed è richiesto di farlo dalla ditta, ma non regolarmente.

Ciò rimarrebbe alla sua coscienza se farlo o meno. Se il lavoro fosse invece regolare e non occasionale, pur non essendo quello che decide ciò che la ditta deve fare, non potrebbe accettare di farlo, anche se la ditta fosse civile. Inoltre quale effetto potrebbe avere sulla cong. o sulle persone del mondo che ci conoscono come T.d.G.? Dovremo astenerci da ciò che si riflette negativamente sul nome che portiamo o sul ministero. Inoltre ci guarderemo bene dal fare qualcosa che potrebbe fare inciampare i fratelli. Dove si crea turbamento, un fratello che ricopre incarichi nella cong. come A. o SM verrebbe meno nei suoi requisiti e potrebbe rendersi necessario rimuoverlo. (1Tm 3:2, 7; Km 4.65 Risp. dom.). Riguardo alla possibilità che un fratello possa eseguire lavori privati a casa di un sacerdote, questa è una questione personale, di coscienza.

Naturalmente occorre considerare il rischio di far inciampare o turbare la coscienza dei fratelli. In questo caso si potrebbe considerare che il lavoro non è alle dipendenze di un'org. religiosa, ma un lavoro occasionale per una persona privata. Si potrebbe illustrare con un fratello che fa il barbiere e nel suo negozio entra un prete per farsi tagliare i capelli. Il fatto che questo cliente è un sacerdote, non lo mette alle dipendenze della chiesa. Ma se il barbiere facesse un contratto per tagliare i capelli ai sacerdoti di un monastero, la cosa sarebbe diversa, venendo alle dipendenze della chiesa (SCB:SSA 30.9.86)

Le domande che possono esservi utili nel decidere come comportarvi col fratello sono: Compie lavori che sono in netto contrasto con i principi biblici, come regolare attività in luoghi dedicati alla falsa religione? Svolge la sua attività esclusivamente nella casa di riposo? La casa di riposo è aperta a tutti, cioè qualsiasi persona anziana può avvalersene? Cosa dice la cong. del fatto che il fratello svolge la sua attività secolare alle dipendenze di un’org. della falsa religione? Se egli non svolge alcuna attività a sostegno della falsa adorazione, limitandosi a lavorare all’interno della casa di riposo e la cong. non è disturbata da questo fatto. allora egli potrebbe non essere rimosso dall’incarico di SM Si dovrà decidere localmente ciò che è appropriato fare. Essendo sul posto siete maggiormente in grado di stabilire il da farsi e quindi agire di conseguenza. (SCA 12.12.88)

La W 1.1.83 p 26 alla 6a domanda fa comprendere che la situazione di colui che riceve lo stipendio direttamente da un ente religioso lavorando presso di esso è ben diversa da colui che viene retribuito sì da un ente religioso ma che lavora a favore della comunità, tipo in un ospedale gestito parzialmente o completamente da religiosi. Voi dite che il ricovero in questione è gestito ed è anche di proprietà di un ente religioso. Ciò vuol dire che l’Amministrazione è totalmente composta da ecclesiastici? Il Presidente, il Vicepresidente sono anch’essi ecclesiastici? È importante sapere ciò per poter determinare si ha a che fare con la falsa religione. W 65 p 4145 risponde alla domanda se è appropriato che un T.d.G. lavori alle dipendenze di un’org. religiosa: “Come potrebbe un T.d.G. lavorare coscienziosamente per un’org. che opera interamente in opposizione a Geova? ...

Se colui che professa di essere dedicato accetta un lavoro alle dirette dipendenze di tale org. religiosa, diviene effettivamente parte d’essa”. Quindi, nel caso in cui si riscontrasse che il fratello abbia violato la sua integrità vorrete vedere fino a che punto fosse a conoscenza della cosa, se nel passato è stato consigliato in merito. Se risultasse che il fratello viola la neutralità ma ciò fosse avvenuto per ignoranza o perché mal consigliato gli si dovrà concedere del tempo, forse 2 o 3 mesi, per sistemare la sua situazione senza che debba rispondere dinanzi a un c.g. (SSB 15.11.88)

Colui che lavora come falegname o imbianchino presso un convento religioso è strettamente collegato con l’attività svolta dal convento. Si identifica come appartenente a tale org. religiosa che sostiene col suo lavoro (CO DO 28.1.77)

Ci presentate la situazione del fratello che svolgendo il suo lavoro di rappresentante stipula anche contratti con conventi di preti e frati. Poiché è il fratello a cercare questi clienti, stipulando contratti da cui ricava una percentuale, questa attività lo collega strettamente con una pratica condannata, da renderlo complice di tale pratica. Dovreste aiutarlo a capire che la sua condotta è errata, poiché così facendo sostiene un'org. il cui scopo è contrario alla Bibbia. Se egli insiste nello svolgere tale attività, dev'essere chiamato davanti ad un c.g. per rispondere del suo operato (SSC 8.3.84)

LAVORARE IL TERRENO DI PROPRIETÀ DELLA CHIESA:


Se il fratello lavora il terreno della chiesa ma suo padre, che è l'intestatario del contratto, non è il mezzadro della chiesa ma paga un affitto, allora ciò non richiede l'intervento di un c.g. Richiederebbe l'intervento di un c.g. qualora il padre fosse un mezzadro della chiesa ed egli lavorasse alle dipendenze del padre il terreno della chiesa. In quest'ultimo caso il fratello risulterebbe come dipendente della chiesa, cosa che invece non avviene se il padre paga un affitto alla chiesa e dispone del terreno come meglio crede. Il fratello può essere impiegato per servire come A., SM o P. qualora il padre non sia il mezzadro della chiesa e nella cong. nessuno trovi da ridire sul lavoro (SCA:SSB 18.2.80)

La domanda riguarda una persona interessata che lavora il terreno di proprietà di un convento di suore. Essa divide con le suore la metà della produzione. Per rispondere citiamo il Km 10.76 p 4 § 1 che dice: “Un lavoro può essere corretto in se stesso perché è parte integrale di un’operazione o attività errata”. Il lavoro di contadino è un lavoro corretto in se stesso, ma dato che nel caso in questione il lavoro è fatto alle dipendenze di un’org. della falsa religione, tale lavoro è evitato da un cristiano. Il convento è parte integrale di un’operazione di falsa religione. Col suo lavoro egli contribuisce a sostenere tale operazione e questo rende ciò non adatto per un cristiano che non lo eserciterebbe. Pertanto, finche tale persona eserciterà tale lavoro non potrà essere accettato né come procl., né per il battesimo. (SCC:SSF 23.2.81)

ADDOBBARE EDIFICI:


Benché addobbare o abbellire un edificio non sia in se stesso condannato dalle Scritture, in questo caso si deve prendere in considerazione che l'edificio da addobbare è stato dedicato a promuovere la falsa religione e praticarla. Essendo un luogo riservato esclusivamente per l'uso della falsa religione, decorandolo per un rito pagano ci si rende complici e promotori della falsa religione e soggetti alla disciplina della cong. (SCB:SSA 29.11.85)


AFFIGGERE MANIFESTI FUNEBRI:


Ci chiedete chiarimenti su di un fratello che affigge manifesti funebri sui quali vi è una croce o un invito a partecipare alla celebrazione religiosa, o che sostengono credenze pagane. Egli farebbe pubblicità alla falsa religione e sarebbe soggetto alla disciplina della cong. La stessa cosa vale se egli li fa stampare o ne paga la stampa. Sign. commettere apostasia poiché promuove la falsa religione - 2Co 6:17 (SCB:SSA 20.9.83)




 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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