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Le dottrine

Luca 20:27-36



I Sadducei interrogano Gesù sulla resurrezione

«Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie.
Gesù rispose: I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio». (CEI)

«Quindi gli si avvicinarono dei sadducei, quelli che sostengono che non c’è risurrezione, i quali fecero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se un uomo sposato muore senza avere figli, suo fratello deve prenderne la moglie e dargli una discendenza. Ora, c’erano sette fratelli. Il primo prese moglie ma morì senza figli. Allora a sposare la donna fu il secondo, e poi il terzo. Accadde così a tutti e sette: morirono senza lasciare figli. Infine morì anche la donna. Dal momento che è stata sposata con tutti e sette, a chi andrà dunque in moglie alla risurrezione?”
Gesù disse loro: “Quanto ai figli di questo sistema di cose, gli uomini si sposano e le donne sono date in moglie; ma quelli che sono stati ritenuti degni di quel sistema di cose e della risurrezione dai morti non si uniscono in matrimonio. Infatti non possono neanche più morire, perché sono come gli angeli, ed essendo figli della risurrezione sono figli di Dio.» (TNM 2017)

Come sono state spiegate queste parole dalla Società Torre di Guardia nel corso degli anni? Cominciamo da ciò che credeva Charles Taze Russell, il fondatore della Watch Tower Society (il grassetto è aggiunto):
 
«Pensiamo che le Scritture indichino chiaramente che la disposizione Divina per l'umanità è che saranno tutti asessuati quando verrà raggiunta la perfezione. Vale a dire, alla fine del Millennio, quando tutti avranno progressivamente raggiunto la perfezione, ciascun sesso, nel proprio sviluppo, avrà assunto le qualità dell'altro. Durante quel periodo la donna aggiungerà gradualmente alle sue grazie le qualità che appartengono all'uomo e l'uomo, inoltre, aggiungerà alle sue principali caratteristiche i sentimenti più raffinati e le qualità della mente e del corpo che appartengono alla donna. Così l'uomo riceverà di nuovo ciò che è stato a lui preso originariamente, rappresentato dalla costola. Quindi tutto sarà perfetto e non si sposeranno né saranno dati in matrimonio, poiché saranno, a questo riguardo, tutti “come gli angeli”. - Luca 20: 34-36». (Cosa disse il pastore Russell, 1911).
 
Quindi il “pastore” applicava queste parole alla resurrezione terrena e alla vita nel mondo futuro, durante la quale, raggiunta la perfezione, uomini e donne sarebbero diventati asessuati, tornando, secondo Russell, alla condizione originaria, prima che Dio separasse la donna (Eva) dall’uomo (Adamo).

Da notare che sarebbero state le Scritture ad indicare chiaramente che questo sarebbe stato il destino finale dell’umanità.

Russell aveva espresso lo stesso pensiero anche prima, nel 1899, in un suo ben noto libro, Ombre Tabernacolari dei migliori sacrifici, dove egli scrisse:

LA DISTINZIONE FRA MASCHIO E FEMMINA CESSERÀ. “Questa è la legge dell’offerta per il peccato ... La mangerà il sacerdote che la offre per il peccato ... Ogni maschio fra i sacerdoti lo mangerà”. Lev. 6:2529. Al Signore e a tutti i santi angeli del cielo ci si riferisce Scritturalmente come a maschi, mentre tutti i santi insieme sono raffigurati come una donna, una “vergine”, sposata al nostro Signore Gesù in qualità di suo sposo. Ma la femmina umana era originariamente parte dell’uomo fatto a immagine di Dio, ed è ancora (sebbene temporaneamente separata per poter consentire la riproduzione umana) parte dell’uomo, in quanto da sola non è completa. Come l’uomo perfetto fu chiamato Adamo, così, quando lo duplicò, e “Dio chiamò il loro nome Adamo”, la direttiva rimase alla parte maschile, che così ebbe l’incarico di aver cura o di proteggere quella femminile come parte del suo stesso corpo. (Efes. 5:23, 28) Questa divisione sessuale non rese Adamo imperfetto: essa semplicemente divise le sue perfezioni in due corpi dei quale egli rimase comunque il “capo”.

Le Scritture indicano che alla fine, alla conclusione dei “tempi della restituzione”, tutti (maschi e femmine) saranno restaurati ad una condizione perfetta, la condizione di Adamo prima che Eva fosse separata da lui. Noi adesso non sappiamo in che modo maschio e femmina perderanno la loro identità, ma sappiamo che ciascuno d’essi assumerà le qualità che adesso gli mancano. Se quanto crediamo è giusto, ciò significherebbe che l’attuale estrema delicatezza dei tratti femminili e l’eccessiva volgarità di quelli maschili sono solo un risultato della caduta, e che la restituzione alla perfezione nella quale gli elementi dei due sessi saranno perfettamente fusi insieme e armonizzati facevano parte del disegno di Dio per l’umanità ideale. Il nostro caro Redentore, che era “l’uomo Cristo Gesù”, non era probabilmente né estremamente volgare e muscoloso, né effeminato. In lui erano armoniosamente presenti sia la forza mentale ed il coraggio della virilità, che la delicatezza, la nobile purezza, la tenerezza e la grazia della vera femminilità. Non era egli l’uomo perfetto che morì per noi e che ha redento entrambi i sessi? Non dimentichiamo che come uomo egli non aveva nessuna compagna: vuol dire questo che non era completo in se stesso e quindi insufficiente a pagare il prezzo pienamente corrispondente per Adamo (maschio e femmina)? O Eva era rappresentata nel grande riscatto da suo marito in qualità di suo “capo”, altrimenti per lei non vi sarebbe stato riscatto alcuno, ed un pensiero del genere sarebbe in conflitto con le altre Scritture.

Alla Chiesa del Vangelo in effetti si fa riferimento nelle Scritture come alla “Sposa”; non, comunque, come alla sposa “dell’uomo Cristo Gesù”, ma come alla sposa di Cristo risorto e glorificato. In qualità di nuove creature, generate dallo spirito di Dio, noi siamo promessi allo spirito Gesù, il cui nome e onore e trono condivideremo. La Chiesa non è la sposa dell’uomo Cristo Gesù che fu sacrificato, ma del glorificato Signore Gesù, che al suo secondo avvento la reclamerà per se. - Rom. 7:4. [1]

Ed ecco cosa credeva Rutherford, come si legge nel libro “Salvezza”, pubblicato nel 1939:
 
«La risposta di Gesù non si riferisce alla grande folla che sopravvive ad Armageddon e che avrà il privilegio di eseguire il comando divino. Non sono "figli" della "risurrezione", perché hanno dimostrato la loro fedeltà e integrità mentre erano sulla terra prima di Armageddon. Bisogna prendere in considerazione tutte le parole di Gesù contenute nella risposta. Tra le altre cose egli disse riguardo a coloro che sono risuscitati nelle circostanze menzionate: "Quelli che saranno considerati degni di ottenere quel mondo e la risurrezione dai morti". Che mondo? La risposta scritturale è "il mondo a venire", "dove dimorerà la giustizia" (2 Pietro 3:13), “il mondo senza fine” (Efesini 3:21), il mondo reso “glorificato” durante il regno di Cristo (Isaia 60:13), lo “sgabello” di Geova (Isaia 66:1), la terra riportata in una condizione paradisiaca durante il regno millenario di Gesù Cristo. Coloro che saranno considerati degni di ereditare quel mondo “non si sposeranno ne saranno dati in matrimonio”. Il proposito divino, a quel tempo, sarà stato completamente soddisfatto. Non ci saranno più motivi di sposarsi. Coloro che riceveranno l’approvazione e il giudizio favorevole del Signore non moriranno più, come disse Gesù. In che modo saranno “come gli angeli”? In questo senso: non potranno morire se non per ordine di Dio, ma potranno gioire per sempre del dono della vita perché avranno dimostrato la loro integrità e fedeltà. Ognuno di loro sarà un individuo e verrà trattato individualmente. Saranno lì per vivere, il corso delle loro azioni determinerà la loro fedeltà e, se continueranno ad essere fedeli, vivranno per sempre come gli angeli, anche se non immortali. Sono stati riportati indietro dalla tomba e riceveranno la vita da Dio per mezzo di Cristo. Sono individui, e, come gli angeli, non hanno legami di matrimonio. Qualsiasi legame matrimoniale avessero quando vivevano sulla terra sarà stato sciolto dalla morte. Il comando divino di “riempire la terra” sarà stato soddisfatto, non ci sarà motivo per alcuno di sposarsi. Saranno messi alla prova insieme a tutti gli altri.» [2]
 


La pagina originale dell'edizione italiana.

Rutherford non parlava più, come Russell, di ritorno alla condizione asessuata in cui sarebbe esistito il primo essere umano. Dato che «il comando divino di “riempire la terra” sarà stato soddisfatto, non ci sarà motivo per alcuno di sposarsi», scriveva il “giudice” Rutherford. L’unico motivo, secondo lui, per cui le persone si sarebbero dovute sposare, era quello di procreare, di riempire la terra. Una volta adempiuto questo scopo, il matrimonio non avrebbe più avuto motivo di esistere.

Ci si potrebbe chiedere a questo punto che ne sarà dei desideri sessuali e degli stessi organi sessuali: verranno eliminati?, gli essere umani diventeranno asessuati? Russell rispose a questa domanda, secondo quello che, a suo dire, indicavano chiaramente le Scritture. Al tempo di Rutherford invece, “le Scritture” non davano più alcuna indicazione sull’argomento.

Che cosa è cambiato in merito a questo “intendimento” nel corso degli anni successivi? Per tutti gli anni seguenti, dal 1939 al 2014, il Corpo Direttivo dei TdG ha insegnato, senza esprimere dubbi od incertezze in merito, che le parole di Luca 20: 34-36 si applicavano alla resurrezione terrena. Di seguito alcuni articoli sull’argomento.
  


“La Verità vi farà liberi”, libro pubblicato nel 1943 [3]

Notate l’espressione “si applicano esattamente” ai risuscitati sulla terra. Non si esprime alcuna incertezza in merito al fatto che queste parole si riferiscano alla resurrezione terrena.

Anche in seguito si continuò a ribadire questa convinzione. Ecco un'altro articolo sullo stesso argomento scritto nel 1955 in rispoista ad un lettore che chiedeva quale fosse “il giusto intendimento”, o la corretta interpretazione, delle parole riportate in Luca 20:34-36 (il grassetto è aggiunto).
  
*** w55 1/6 p. 350 Domande dai lettori ***

Qual è il giusto intendimento delle parole di Gesù in Luca 20:34-36 (NW): “I figli di questo sistema di cose sposano e vanno a marito, ma quelli che sono stati reputati degni di entrare in quel sistema di cose e la risurrezione dei morti non sposano e non vanno a marito. Infatti non possono neanche più morire, giacché sono simili agli angeli, e son figli di Dio essendo figli della risurrezione”? — H. K., Canada.

Così parlò Gesù in risposta a una domanda fatta dai Sadducei, i quali non credevano nella risurrezione. Essi sottomisero a Gesù la loro domanda riguardante una donna a cui si applicava la legge matrimoniale del levirato, quindi la legge mosaica e non cristiana. Avevano interesse di sapere se essa o quelli nell’umanità appartenenti alla sua classe si sarebbero sposati nella risurrezione, e, in tal caso, di chi sarebbe stata ella la moglie qualora avesse avuto precedentemente per mariti sette fratelli, in conformità alla regola matrimoniale del levirato. Questa donna che viveva sotto la legge di Mosè non avrebbe avuto nessuna speranza celeste, né i Sadducei conoscevano nulla di una classe celeste. La domanda riguardava una persona risuscitata nella carne per vivere sulla terra. Pertanto la risposta di Gesù concerne una classe terrestre. — Luca 20:27-33.

“Il giusto intendimento” era quindi che le parole di Gesù si riferivano ad una classe terrestre, alla resurrezione sulla terra.

Nel 1968 continuarono a ribadire questa convinzione, che si trattasse cioè di una resurrezione terrena (grassetto aggiunto):

*** w68 1/6 pp. 350-351 Domande dai lettori ***

Le parole di Gesù in Luca 20:34-36 si applicano alla risurrezione terrestre o alla risurrezione celeste dei 144.000? — W. D., Australia.

Di frequente riceviamo domande su questi versetti, che dicono: “I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano e non sono dati in matrimonio. Infatti non possono neanche più morire, poiché sono come gli angeli, e son figli di Dio, essendo figli della risurrezione”.

È comprensibile che i cristiani siano interessati alle prospettive di matrimonio nella risurrezione, poiché i più forti legami emotivi umani riguardano spesso il proprio coniuge. Molti fedeli servitori di Dio che attendono di vivere per sempre sulla terra e i cui coniugi sono morti vorrebbero avere un sostegno per la loro speranza di potersi riunire come marito e moglie nella risurrezione. Benché non siamo insensibili ai loro sinceri sentimenti, dobbiamo ammettere che evidentemente le parole di Gesù si applicano alla risurrezione terrestre, e indicano che i risuscitati non si sposeranno né si riuniranno nella relazione matrimoniale coi precedenti coniugi.

Onde capire perché si sostiene questa veduta, sarebbe utile considerare le condizioni in cui Gesù pronunciò quelle parole. Matteo 22:23-33 si potrebbe leggere con profitto. Nel tentativo di ingannare Gesù i Sadducei posero un problema: Una donna giudea aveva perduto il marito prima di generare figli. In armonia con la legge del matrimonio col cognato data in Deuteronomio 25:5-10, ella sposò il fratello del suo defunto marito e sposò sette fratelli senza generare figli, morendo ciascun marito. I Sadducei chiesero di chi sarebbe stata la moglie nella risurrezione. — Luca 20:28-33.

I Giudei avevano la conoscenza e la speranza di una risurrezione terrestre, anche se questi opposti Sadducei non accettavano la speranza della risurrezione chiaramente esposta nelle Scritture Ebraiche. (Isa. 25:8; Giob. 14:13; Dan. 12:13) Rispondendo, Gesù non evitò di soddisfare la loro domanda parlando della risurrezione alla vita celeste. Essi avevano presentato un problema che riguardava i Giudei sotto la legge mosaica che morirono prima che Gesù aprisse la via alla vita celeste, e Cristo logicamente rispose in base a ciò: “Nella risurrezione gli uomini non si sposano né le donne son date in matrimonio, ma sono come gli angeli del cielo”. — Matt. 22:30.

Mostrando ulteriormente di avere in mente la risurrezione terrestre, come riporta Matteo 22:31, 32 e Luca 20:37, 38, Gesù si riferì ad Abraamo, Isacco e Giacobbe e indicò mediante le informazioni che Mosè ricevette al rovo ardente che questi patriarchi sarebbero stati risuscitati dai morti. Ebbene, quale speranza scritturale c’è per questi uomini? Essi avranno una risurrezione terrestre, essendo morti prima che Gesù aprisse la via alla vita celeste od offrisse questa speranza a un piccolo numero del genere umano. (Matt. 11:11; Atti 2:34; Ebr. 10:19, 20) Qui dunque l’intera considerazione riguarda la risurrezione terrestre e non una risurrezione che ha come risultato la vita in cielo insieme agli angeli che sono lì.

Questo è compreso e insegnato da lungo tempo dai testimoni di Geova. Già ne La Torre di Guardia (inglese) del 15 novembre 1904, pagina 345, leggiamo in una considerazione di questi versetti: “È vero che la Chiesa glorificata non si sposerà, ma non c’è nessun riferimento lì alla classe della Chiesa, alla classe della Sposa. La domanda non si riferisce ai santi, ma a qualsiasi comune Giudeo sotto la Legge. . . . Nulla nell’illustrazione faceva pensare che la donna o alcuno dei suoi mariti fossero seguaci del Signore”.

In che modo, dunque, quelli destati alla vita terrestre sono come gli angeli? Gli angeli in cielo non si sposano e non procreano, generando una progenie angelica. Tuttavia possono avere soddisfacente associazione con miriadi di altre creature spirituali che servono Dio. In modo simile, coloro che in questo presente sistema di cose si mostrano degni di ottenere la risurrezione nel nuovo ordine o nel sistema di cose avvenire non si sposeranno e non genereranno una progenie. (2 Cor. 4:4; Mar. 10:30) Immediatamente dopo la risurrezione divengono “figli di Dio, essendo figli della risurrezione”. Il loro “Padre” celeste, colui che dà loro la vita risuscitandoli, ha deciso che non si sposino, sebbene siano in grado di ricevere molte altre benedizioni dalla sua mano, fra cui non certo la più piccola sarà quella d’avere il privilegio dell’intima, calorosa associazione con altri servitori terrestri di Dio.

Per di più, quelli che sono risuscitati alla vita terrestre e dimostrano la loro integrità a Dio durante il millennio e la prova finale che seguirà saranno riconosciuti da Dio come giusti e quindi riceveranno la vita eterna. (Riv. 20:5, 7-10) Una volta che Geova li ha dichiarati giusti riconoscendo la loro perfezione e giustizia umana, nessun’altra persona in cielo o sulla terra può distruggerli senza il permesso di Dio e secondo la sua volontà. (Rom. 8:33) Gli angeli sono mortali, com’è provato dal fatto che Satana e i demoni saranno distrutti. (Matt. 25:41) Nonostante la loro mortalità i fedeli angeli vivono per sempre. I risuscitati alla vita terrestre che sono dichiarati giusti da Dio vivranno e saranno benedetti da Geova per sempre anche se sono mortali come gli angeli.

Quindi, mentre è vero che i 144.000 i quali sono destati alla vita celeste non si sposeranno, evidentemente Gesù, facendo i commenti di Luca 20:34-36, non parlava di questa piccola parte di coloro che saranno risuscitati. Ma, piuttosto, in armonia con la domanda posta, parlava della risurrezione terrestre e di quella che sarà la situazione per le migliaia di milioni di persone che saranno destate dai morti alla vita terrestre.

Come è indicato dalla corrispondenza che abbiamo ricevuta, questa conclusione è difficile da accettare per alcuni a motivo della forte influenza delle emozioni umane. Mentre possiamo sinceramente comprendere quelli che hanno perduto il coniuge nella morte, dobbiamo onestamente ammettere che la conclusione trattata sopra è quella suggerita dalle Scritture. Poiché questo è tutto ciò che la Parola di Dio dice in merito, quando ci è chiesto quello che la Bibbia indica su questo argomento, non possiamo che spiegare le cose in questo modo.
  
La spiegazione non poteva che essere questa, non possiamo che spiegare le cose in questo modo”. Non era possibile quindi un'interpretazione diversa di queste parole di Gesù.

Anche nel 1976 continuarono quindi a spiegare questo passo nello stesso modo:

*** w76 15/11 pp. 700 Abbiate fiducia nella rettitudine e nella giustizia di Dio ***

La Bibbia, però, fa alcuni commenti sul soggetto del matrimonio. Una volta alcuni capi religiosi giudei, che non sapevano nulla della risurrezione alla vita in cielo, fecero una domanda su una donna ebrea sotto la legge mosaica che aveva avuto sette mariti. Chiesero di chi sarebbe stata moglie nella risurrezione. Gesù rispose:

“I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano e non sono dati in matrimonio. Infatti, non possono neanche più morire, poiché sono come gli angeli, e son figli di Dio essendo figli della risurrezione. Ma che i morti siano destati lo ha rivelato anche Mosè nel racconto del rovo, quando chiama Geova ‘l’Iddio di Abraamo e l’Iddio d’Isacco e l’Iddio di Giacobbe’. Egli non è l’Iddio dei morti, ma dei viventi, poiché per lui sono tutti viventi”. — Luca 20:34-38; Matt. 22:29-32.

Parlava Gesù della risurrezione celeste? No, Gesù non lasciò in sospeso la loro domanda sulla risurrezione terrena; diede la risposta. Parlò della risurrezione alla vita sulla terra, come quella che riceveranno Abraamo, Isacco e Giacobbe. Tali fedeli non riceveranno l’immortalità, ma saranno come gli angeli. In che modo? In quanto gli angeli sono mortali, ma rimanendo leali a Geova non morranno mai. Essendo essi ricompensati con il diritto alla vita eterna, la loro vita non potrà essere tolta loro da nessun altro senza l’autorizzazione di Dio. La vita senza fine sulla terra è una benedizione che solo Geova può dare, ed egli la darà e la preserverà!

Anche qui si nota la siciurezza e il dogmatismo con cui veniva espresso questo intendimento. La risposta alla domanda se si trattasse di una risurrezione celeste era un inesorabile e inequivocabile NO.

Come abbiamo notato, in tutti questi articoli non veniva espressa solo una possibilità, o un'ipotesi interpretativa. Dicevano sempre che si trattava di risurrezione terrena, senza lasciare alcun dubbio in merito. Non era possibile spiegare le cose diversamente.

Un “nuovo intendimento”




Dopo decenni in cui avevano affermato che le parole di Gesù si riferivano, senza alcun dubbio, alla resurrezione sulla terra, nel 2014 la Società Torre di Guardia ha pubblicato una nuova interpretazione. Evidenzio in grassetto le espressioni ipotetiche in cui si contraddicono le certezze precedenti. I commenti inseriti fra partentesi quadre ed in azzurro sono miei.

*** w14 15/8 p. 29 Domande dai lettori ***

Quando Gesù disse ai sadducei che i risuscitati “non si sposano né sono dati in matrimonio”, stava parlando della risurrezione sulla terra? (Luca 20:34-36).

Questa è una domanda importante, specie per coloro che hanno perso il coniuge tanto amato, al quale forse desiderano ardentemente riunirsi in matrimonio quando questi sarà risuscitato nel nuovo mondo. Un vedovo ha detto: “Quella di porre fine al nostro matrimonio non è stata una scelta mia e di mia moglie. Noi desideravamo con tutto il cuore adorare per sempre Geova come coppia, e per me questi sentimenti non sono cambiati”. C’è qualche valida ragione per sperare che i risuscitati potranno sposarsi? In poche parole, la risposta è che non possiamo dirlo con certezza.

Per anni le nostre pubblicazioni hanno affermato che le parole di Gesù riguardo a risurrezione e matrimonio si riferivano con tutta probabilità [in realtà, come abbiamo visto, nelle pubblicazioni non si parlava affatto di probabilità, le conclusioni erano espresse come certezze] alla risurrezione sulla terra e che i risuscitati alla vita nel nuovo mondo evidentemente non si sarebbero sposati (Matt. 22:29, 30; Mar. 12:24, 25; Luca 20:34-36). Benché non si possa essere dogmatici, [come invece lo erano sempre stati in precedenza] è possibile che Gesù stesse parlando della risurrezione celeste? Cosa possiamo comprendere da ciò che disse?

Consideriamo la circostanza in cui Gesù pronunciò le sue parole. (Leggi Luca 20:27-33.) I sadducei, che non credevano alla risurrezione, cercarono di prendere Gesù in trappola con una domanda circa la risurrezione e il matrimonio del cognato. * La sua risposta fu: “I figli di questo sistema di cose si sposano e sono dati in matrimonio, ma quelli che sono stati considerati degni di guadagnare quel sistema di cose e la risurrezione dai morti non si sposano né sono dati in matrimonio. Infatti, non possono neanche più morire, poiché sono come gli angeli, e sono figli di Dio, essendo figli della risurrezione” (Luca 20:34-36).

Per quale motivo le nostre pubblicazioni affermavano che probabilmente [sottolineiamo di nuovo che non si parlava affatto di probabilità, ma di certezze] Gesù stava parlando della risurrezione sulla terra? Tale conclusione si fonda principalmente su due argomentazioni. In primo luogo, è stato fatto il ragionamento che i sadducei con tutta probabilità avessero in mente una risurrezione terrena e che proprio sulla base di questo Gesù avrebbe dato loro una risposta. In secondo luogo, egli concluse menzionando Abraamo, Isacco e Giacobbe, patriarchi fedeli che saranno risuscitati alla vita sulla terra (Luca 20:37, 38).

Ciò nonostante, sembra possibile che Gesù avesse in mente la risurrezione celeste. Su quale base potremmo giungere a questa conclusione? [Notate come con queste nuove argomentazioni contraddicono quello che invece ritenevano vero in precedenza] Analizziamo due espressioni chiave.

“Quelli che sono stati considerati degni di guadagnare [...] la risurrezione dai morti”. Gli unti fedeli sono ‘considerati degni del regno di Dio’ (2 Tess. 1:5, 11). Sono stati dichiarati giusti per la vita sulla base del riscatto, perciò non muoiono come peccatori condannati (Rom. 5:1, 18; 8:1). Sono definiti ‘felici e santi’ e sono ritenuti degni di essere risuscitati in cielo (Riv. 20:5, 6). Per contro, tra coloro che verranno risuscitati sulla terra ci saranno gli  “ingiusti” (Atti 24:15). Di questi ultimi si può dire che sono “considerati degni” di essere risuscitati?

“Non possono neanche più morire”. Gesù non disse: “Non moriranno più”, bensì: “Non possono neanche più morire”. Altre traduzioni rendono questa espressione “non sono più soggetti alla morte” (The New English Bible), o “la morte non ha più alcun potere su di loro” (The Bible in Basic English). Gli unti che terminano fedelmente la loro vita terrena sono destati in cielo, e viene loro concessa l’immortalità, ovvero la vita indistruttibile, senza fine (1 Cor. 15:53, 54). La morte non ha più alcun potere su coloro che ricevono la risurrezione celeste.

Alla luce di questo, che conclusione potremmo trarre? È possibile che le parole di Gesù riguardo a matrimonio e risurrezione si applichino alla risurrezione celeste. Se così fosse, ci rivelerebbero diverse cose circa quelli che sono destati alla vita in cielo: essi non si sposano, non possono morire, e sotto alcuni aspetti sono come gli angeli, creature spirituali che vivono nel reame spirituale. Tale conclusione, però, fa sorgere diverse domande.

In primo luogo, perché Gesù si sarebbe riferito alla risurrezione celeste rispondendo ai sadducei, che verosimilmente pensavano alla risurrezione terrena? Gesù non rispondeva sempre ai suoi oppositori in armonia con ciò che questi avevano in mente. Ad esempio, ai giudei che gli chiedevano un segno disse: “Abbattete questo tempio, e in tre giorni lo rialzerò”. È probabile che sapesse che loro stavano pensando all’edificio del tempio, “ma egli parlava del tempio del suo corpo” (Giov. 2:18-21). Forse Gesù non ritenne necessario rispondere alle domande insincere dei sadducei, che non credevano né alla risurrezione né all’esistenza degli angeli (Prov. 23:9; Matt. 7:6; Atti 23:8). Invece, potrebbe aver voluto rivelare alcune verità intorno alla risurrezione celeste a vantaggio dei suoi discepoli sinceri, che un giorno avrebbero ricevuto tale risurrezione.

In secondo luogo, perché Gesù avrebbe concluso menzionando Abraamo, Isacco e Giacobbe, che saranno risuscitati alla vita sulla terra? (Leggi Matteo 22:31, 32.) Va notato che Gesù introdusse la sua osservazione riguardo a quei patriarchi con le parole “circa la risurrezione dei morti”, espressione che potrebbe essere indice di un mutamento nell’argomento del discorso. Dopodiché, attingendo agli scritti di Mosè, che i sadducei asserivano di accettare, Gesù usò le parole di Geova a Mosè presso il roveto ardente per dimostrare ulteriormente che la risurrezione — in questo caso quella terrena — fa sicuramente parte del proposito di Dio (Eso. 3:1-6).

In terzo luogo, nel caso in cui le parole di Gesù intorno a risurrezione e matrimonio si applicassero alla risurrezione celeste, significherebbe forse che quelli riportati in vita sulla terra potranno sposarsi? La Parola di Dio non dà una risposta diretta a questa domanda specifica. Se Gesù stava davvero parlando della risurrezione celeste, allora ciò che disse non chiarisce affatto se i risuscitati alla vita terrena nel nuovo mondo potranno sposarsi o meno.

Al momento, sappiamo per certo che la Parola di Dio dice che la morte scioglie il vincolo matrimoniale. Pertanto, chi è vedovo non deve sentirsi in colpa se decide di risposarsi. Essendo questa una decisione personale, non dovrebbe essere criticato per il fatto che cerca l’affettuosa compagnia di un coniuge (Rom. 7:2, 3; 1 Cor. 7:39).

È comprensibile avere molte domande su come sarà la vita nel nuovo mondo. Invece di speculare inutilmente [come avevano sempre fatto loro su questo argomento] al riguardo, dovremo semplicemente aspettare per scoprirlo. Ma di una cosa possiamo essere sicuri: gli esseri umani ubbidienti saranno felici, poiché Geova soddisferà tutti i loro bisogni e desideri nel miglior modo possibile (Sal. 145:16).

Una riflessione che si può fare a conclusione di questa considerazione è che gli insegnamenti della Torre di Guardia si dimostrano spesso inaffidabili. Non importa da quanto tempo un certo insegnamento possa essere stato espresso come “verità”: tale “verità” può sempre essere modificata.

Come avrete notato, le stesse scritture possono essere spiegate in maniera radicalmente diversa, così che ciò che era “verità” indubitabile ieri, da un momento all'altro non è più verità indiscutibile. E il testimone di Geova, che fino al giorno prima difendeva come Verità la precedente spiegazione, il giorno dopo dovrà assolutamente accettare la nuova spiegazione.



Se prima di questa ultima “Domanda dei lettori” un TdG si fosse permesso di esprimere dei legittimi dubbi od incertezze sull'insegnamento precedente, avrebbe potuto essere accusato di apostasia. La stessa cosa può accadere con qualsiasi altro insegnamento della Torre di Guardia: oggi i seguaci sono disposti anche a perdere le vita piuttosto che rinnegare qualsiasi insegnamento della loro organizzazione; “domani” tali insegnamenti potrebbero essere modificati, con buona pace di coloro che, nel frattempo, magari sono morti perché li ritenevano assolutamente veri.

Note:

[1] Traduzione dall'edizione inglese. L'edizione italiana del libro può essere scaricata dalla seguente pagina del sito: Ombre Tabernacolare.

[2] Traduzione sul testo originale inglese. Il libro, nelle edizioni inglese od italiana, può essere scaricato dallaaaaa seguente pagina del sito: Libro “Salvezza”.

[3] L'edizione italiana del libro in formato pdf si può scaricare cliccando qui - Attenzione, il file è molto "pesante", 109 MB.
 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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