I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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Etica e società

Chi sono i "revisionisti"?

Commenti ad alcuni estratti del libro di Massimo Introvigne
I Testimoni di Geova: già e non ancora,  Elledici, Leumann Torino, 2002.

Le parole di Introvigne sono in azzurro.

«Gli oppositori dei Testimoni di Geova hanno reagito alla rievocazione che questi ultimi hanno promosso del loro martirio nei campi nazisti con un atteggiamento francamente sgradevole, e che tuttavia merita qualche riflessione. È evidente che i Testimoni di Geova non erano perseguitati – a differenza degli ebrei – per motivi razziali, ma esclusivamente perché le loro idee erano considerate socialmente inaccettabili: dunque, sarebbe stato sufficiente rinunciare alla loro fede o affermarsi "convertiti" al nazismo per sfuggire ai campi.

Dedurne che i Testimoni di Geova caduti nei campi di sterminio sono stati vittime non del nazismo ma della loro stessa ostinazione o di quella dei loro dirigenti – come talora si legge – costituisce una forma di "revisionismo" storico assolutamente inaccettabile, ed equivale a revocare in dubbio il valore del martirio in genere (anche i primi cristiani avrebbero potuto facilmente salvarsi rinnegando la loro fede e sacrificando agli idoli). L’amore per la polemica porta ad alcuni critici ad affermazioni oggettivamente scandalose».

Nelle pagine riportate nel sito Infotdgeova non viene mai detto che i Testimoni non siano stati vittime principalmente del nazismo e mi pare che questo si possa dire anche di molti altri scritti. La tesi sostenuta nel sito è questa: dopo il tentativo fallito di ottenere il favore del nazismo nel 1933, il presidente della Società, il "giudice" Rutherford, iniziò una serie di virulenti attacchi verbali contro Hitler ed il suo regime.

Non c'è dubbio che questa sua poco saggia condotta abbia contribuito ad accrescere le persecuzioni dei Testimoni di Geova tedeschi e quindi, in un certo senso, si può dire che i TdG furono vittime anche del loro presidente. Era chiara, infatti, la minaccia che incombeva su chi in Germania avesse assunto una posizione volutamente e inutilmente conflittuale con il regime nazista, per cui, da un cristiano responsabile ci si sarebbe aspettato un atteggiamento moderato, saggio, non di sfida ma di prudenza, proprio perché la posta in gioco era la vita di migliaia di persone.

Di segno del tutto contrario fu invece l’atteggiamento di Rutherford che iniziò un vero e proprio braccio di ferro con il regime di Hitler, usando nei suoi confronti termini irripetibili e mostrando un'arroganza e una vanagloria che si possono comprendere solo se si riflette che il grand'uomo che sfidava il nazismo lo faceva a diecimila chilometri di distanza, al sicuro entro i confini della democratica America e protetto dall'esercito che solo pochi anni prima egli aveva insultato e vilipeso. Ecco, per esempio, quello che Rutherford  scriveva sul dittatore nazista nel 1936:

«La spiegazione scientifica, veritiera, della condotta insana di Hitler sta nel fatto che egli è posseduto dai demoni, pari a quei sette che il signore scacciò da Maria Maddalena e da altri. È stato detto che, proprio come nel caso di Saul, i suoi nervi sono ammalati e ciò gli causa grande sofferenza e insonnia. Egli a volte siede per ore intere senza far altro che ascoltare la musica di Wagner e di Beethoven rifiutando di parlare con nessuno nemmeno di affari internazionali di grandissima importanza. Senza dubbio egli è indemoniato ed è sulla strada della follia, e questo è ciò che si merita. Incidentalmente, l’intero popolo tedesco, impegnato nel suo ‘heil Hitler’ sta in realtà prestando la sua lode ed il suo omaggio al Diavolo, acclamando lui come il loro dio e liberatore» (L'Età d'Oro, 10/3/1936, p.361).

«Senza alcuna difficoltà Rutherford passò così da un estremo all’altro. Dopo aver definito nella famosa “Dichiarazione” gli ideali del governo e del popolo tedesco i suoi stessi ideali, ed avere lodato la Germania nazista per la sua relazione “pura e santa” con Dio, adesso definisce Hitler indemoniato e tutto il popolo tedesco un popolo di adoratori del demonio. Non c’è da meravigliarsi che i poveri Bibelforscher fossero trattati così male! La realtà è che tutte le accusa di insania che con tanta disinvoltura Rutherford rivolgeva a Hitler avrebbero dovuto essere rivolte proprio al “Giudice”» (citazione dallo studio di Pollina).

Altre iniziative di Rutherford - paragonabili a benzina gettata sul fuoco - contribuirono certamente ad alimentare la persecuzione contro i TdG tedeschi:

«Questo fu reso evidente da un'adunanza speciale tenuta in tutte le congregazioni la domenica 7 ottobre 1934, alle 9 del mattino. A quell'ora venne aperta una busta sigillata. Era il testo del seguente telegramma da inviare al governo di Hitler: "Il maltrattamento che infliggete ai testimoni di Geova sorprende tutte le persone buone della terra e disonora il nome di Dio. Astenetevi dal perseguitare ulteriormente i testimoni di Geova; altrimenti Dio distruggerà voi e il vostro partito"» - Annuario del 1975, pag. 289.

Quale fu la reazione di Hitler?

«Quello stesso giorno, 7 ottobre 1934, nello studio di Wilhelm Frick, a Berlino, Adolf Hitler stringendo i pugni urlò a proposito dei testimoni di Geova: "Questa genia sarà sterminata in Germania!" Non fu una minaccia vana. Seguì un'ondata di arresti» - Proclamatori del regno di Dio, pp. 552-3.

«Diverso è l’argomento secondo cui i Testimoni di Geova – che oggi si presentano come oppositori senza compromessi al nazismo – inizialmente hanno cercato di dare di se stessi un’immagine positiva al governo hitleriano».

Questo è quello che si legge in diverse mie pagine; per esempio: «Nella prima fase dell'ascesa del regime hitleriano i rappresentanti ufficiali della setta fecero una professione di parziale adesione al nazionalsocialismo, sottolineando la loro apoliticità e, quindi, il loro non voler in nessun modo creare difficoltà al neonato regime. Questo "compromesso"... non è privo di toni anti-ebraici ed ostili al "complotto" anglo-americano, che indubbiamente tendevano a presentare al Führer la posizione dei Testimoni sotto una luce politicamente accettabile. Ma il compromesso non ebbe ... alcun effetto positivo: la discriminazione e la persecuzione marciarono con inesorabile efficienza» (Prof. Gustavo Corni, docente di Storia dell'Università di Trento. Si veda qui l'articolo completo).

«Nell’aprile del 1933, dopo la messa al bando della loro organizzazione nella maggior parte della Germania, i Testimoni di Geova – dopo una visita di Rutherford e del suo collaboratore Nathan Knorr (1905-1977) – il 25 giugno del 1933 riuniscono settemila fedeli a Berlino, dove è approvata una Dichiarazione, che è inviata con lettere di accompagnamento ai principali membri del governo (compreso Adolf Hitler, 1889-1945), e di cui nelle settimane successive sono distribuite oltre due milioni di copie. Le lettere e la Dichiarazione
rappresentano un ingenuo tentativo di conseguire l’impossibile risultato di ottenere la tolleranza del regime».

"Ingenuo tentativo di ...ottenere la tolleranza" di cui però la stragrande maggioranza dei TdG non sa quasi nulla. "Ingenuo" tentativo di ottenere tolleranza usando espressioni di condanna verso gli "affaristi ebrei" ed i governi democratici, e giungendo al punto di identificare la propria ideologia con gli "elevati principi" del nazismo: «Un attento esame dei nostri libri e della nostra letteratura mostrerà chiaramente che gli stessi alti ideali condivisi e promulgati dall’attuale governo nazionale vengono ribaditi e messi in grande risalto nelle nostre pubblicazioni, e mostrerà che Geova Dio farà in modo che al tempo opportuno tali alti ideali si realizzino a beneficio di tutte le persone che amano la giustizia e che obbediscono all’Altissimo.
Non è vero, quindi, che la nostra letteratura e la nostra opera costituiscano una minaccia per i princìpi dell’attuale governo; viceversa noi siamo i più accesi sostenitori dei suoi nobili ideali» (il testo completo è visualizzabile in questa pagina).

«La lettera a Hilter ricorda il rifiuto degli Studenti Biblici a partecipare allo sforzo anti-tedesco durante la prima guerra mondiale».

La realtà è che gli Studenti Biblici erano piuttosto ostili a tutte le nazioni e nel 1918 essi pubblicarono propaganda antitedesca.

«La Dichiarazione cerca di giocare la carta del populismo, affermando che "l’attuale governo tedesco ha dichiarato guerra all’oppressione del big business […]; questa è esattamente la nostra posizione". Inoltre, si aggiunge, sia i Testimoni di Geova sia il governo tedesco sono contro la Società delle Nazioni e l’influenza della religione sulla politica.

Rispondendo a un argomento utilizzato dalla propaganda del regime contro i Testimoni di Geova, accusati di essere finanziati dagli ebrei, la Dichiarazione afferma che la notizia è falsa, e che del resto gli "affaristi ebrei" sono spesso promotori di quel big business cui i Testimoni sono ostili, "particolarmente nelle città di Londra e di New York". A proposito di quest’ultima città, si cita il bon mots secondo cui "gli ebrei ne sono i proprietari, i cattolici irlandesi la governano, e gli americani pagano il conto". Come si poteva prevedere, la Dichiarazione non sortisce un grande effetto e la persecuzione contro i Testimoni di Geova, semmai, si intensifica».

Nella frase della Dichiarazione citata da Introvigne si menziona l'Alta finanza (big business). Solo poche righe prima Rutherford aveva esplicitamente indicato chi intendeva con tale locuzione: «Sono stati gli affaristi ebrei dell'impero britannico-americano che hanno costituito l'Alta Finanza [big business] allo scopo di sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni». Quindi la Dichiarazione voleva far credere ad Hitler che i TdG sostenevano l'opposizione nazista contro gli "affaristi ebrei", che "questa era esattamente la nostra [dei Testimoni] posizione". Come 'tentativo di ottenere tolleranza' sembra tutt'altro che ingenuo...

«Benché non si sia trattato di documenti segreti – la Dichiarazione è stata pubblicata nell’annuario ufficiale dei Testimoni di Geova nel 1934, e rievocata nell’analoga pubblicazione del 1974 (dove sono comparsi anche estratti della lettera a Hitler)...».

Introvigne trascura un dettaglio molto significativo: la stragrande maggioranza dei Testimoni di Geova non ha mai letto questa discussa e discutibile dichiarazione. Il fatto che sia stata pubblicata nell'Annuario del 1934 non la rende, infatti, accessibile ai TdG in generale. Si tratta di una pubblicazione stampata – e non più ripubblicata dal 1934 – in un numero assai limitato di copie che non si trovano, ovviamente, né nelle case dei singoli TdG né nei loro luoghi di riunione. La Dichiarazione  viene solo menzionata, in maniera peraltro molto "confusa", nell'Annuario del 1975 (in italiano). Ecco quanto si legge alle pp.110-112 di tale pubblicazione:

CONGRESSO A BERLINO IL 25 GIUGNO 1933


Nell’estate del 1933 l’opera dei testimoni di Geova era stata messa al bando nella maggioranza degli stati tedeschi. Le case dei fratelli erano perquisite regolarmente e molti fratelli erano stati arrestati.

La fornitura di cibo spirituale era stata in parte intralciata, sebbene solo per un tempo; tuttavia molti fratelli chiedevano per quanto tempo si sarebbe potuta continuare l’opera. In questa situazione le congregazioni furono invitate con breve preavviso a un congresso che si sarebbe tenuto il 25 giugno a Berlino. Siccome si prevedeva che molti non potessero assistere a causa dei vari bandi, le congregazioni furono incoraggiate a mandare almeno uno o diversi delegati. Ma, accadde che vi andarono 7.000 fratelli. Molti di essi impiegarono tre giorni, alcuni viaggiando in bicicletta per l’intera distanza, mentre altri andarono in autocarro, non avendo voluto le società di autobus affittare gli autobus a un’organizzazione proscritta.

Il fratello Rutherford, che insieme al fratello Knorr era venuto in Germania solo alcuni giorni prima per vedere cosa potesse farsi allo scopo di garantire la sicurezza della proprietà della Società, aveva preparato col fratello Balzereit una dichiarazione da presentare per l’adozione ai delegati del congresso. Era una protesta contro il governo di Hitler perché s’immischiava nell’opera di predicazione che noi compivamo.

Ci vuole davvero uno sforzo notevole di fantasia per considerare una protesta la Dichiarazione dei fatti.

Tutti gli alti funzionari governativi, dal presidente del Reich in giù, dovevano ricevere una copia della dichiarazione possibilmente per posta raccomandata. Parecchi giorni prima dell’inizio del congresso il fratello Rutherford tornò in America.Molti presenti furono delusi alla "dichiarazione", poiché in molti punti non era così vigorosa come i fratelli avevano sperato. Il fratello Mütze di Dresda, che fino a quel tempo aveva lavorato strettamente col fratello Balzereit, l’accusò in seguito di aver svigorito il testo originale. Non era la prima volta che il fratello Balzereit annacquava il chiaro e inconfondibile linguaggio delle pubblicazioni della Società per evitare difficoltà con il potere governativo.

L'accusa di aver svigorito il testo è stata poi negata dalla stessa Società nella Svegliatevi! dell'8/7/1998 [nota].

L'annuario del 1975 ci riferisce quale fu la reazione di molti TdG al momento di adottare la Dichiarazione:

Un gran numero di fratelli si rifiutò di adottarla proprio per questa ragione.

Quale ragione? Perché era stata "svigorita"? Ovviamente no, dato che, per ammissione della stessa Società, il testo inglese e quello tedesco erano sostanzialmente identici. Si rifiutarono quindi di adottarla semplicemente per quello che era, cioè per quello che Rutherford aveva scritto.

Infatti, un ex fratello pellegrino di nome Kipper si rifiutò di proporne l’adozione e dovette sostituirlo un altro fratello. Non poteva giustamente dirsi che la dichiarazione fosse stata adottata all’unanimità, sebbene in seguito il fratello Balzereit comunicasse al fratello Rutherford che lo era stata.

Infatti, nell'Annuario del 1934 e anche nella lettera di accompagnamento (si veda qui) si legge che era stata adottata all'unanimità, il che non era vero.

I congressisti tornarono a casa stanchi e molti erano delusi. Essi si portarono comunque a casa 2.100.000 copie della "dichiarazione", e fecero un rapido lavoro di distribuzione mandandola a numerose persone in incarichi di responsabilità. La copia che fu mandata a Hitler fu accompagnata da una lettera che, in parte diceva: "La presidenza di Brooklyn della Società Torre di Guardia è ed è sempre stata estremamente amichevole verso la Germania. Nel 1918 il presidente della Società e sette membri del Consiglio dei Direttori furono condannati in America a 80 anni di prigione per la ragione che il presidente si era rifiutato di far usare in America due riviste, da lui dirette, nellapropaganda bellica contro la Germania".

Nonostante che la dichiarazione fosse stata svigorita e che molti fratelli non potessero adottarla con tutto il cuore, tuttavia il governo si infuriò e diede inizio a un’ondata di persecuzione contro quelli che l’avevano distribuita.

Queste accuse rivolte al "fratello" Balzerait di aver annacquato e svigorito la Dichiarazione sono completamente false, come abbiamo visto.

«...– negli ultimi anni, soprattutto attraverso Internet, questi testi hanno ricevuto un’ampia pubblicità da parte di critici e oppositori. L’ingenuità nella manovra di avvicinamento al Terzo Reich è evidente, così come il cattivo gusto del tipo di retorica populista utilizzata. Le lettere di accompagnamento nascono da dirigenti tedeschi; il canovaccio della Dichiarazione dovrebbe essere di Rutherford (e corrisponde al suo stile)».

Il condizionale è del tutto fuori luogo. Come mai Introvigne esprime delle incertezze quando la stessa Watch Tower afferma che la Dichiarazione fu scritta interamente dal "giudice"? Altro che "canovaccio"! Anche le lettere di accompagnamento vennero scritte sotto la supervisione della Società. Nessun "dirigente tedesco" poteva permettersi di scrivere alcunché di suo pugno o di sua iniziativa, tanto meno una Dichiarazione tanto compromettente.

«La vicenda, peraltro, è spesso presentata completamente al di fuori del suo contesto storico. Una lettera rispettosa inviata a Adolf Hitler, e il suggerimento da parte di qualcuno di avere avversari in comune rispetto alla Germania nazista, appaiono oggi immediatamente esecrabili. Tentativi di questo genere sarebbero apparsi scandalosi anche nel 1940, quando lo stesso Rutherford pubblicava opuscoli durissimi contro il nazismo».

In realtà la Società aveva pubblicato in precedenza alcune dichiarazioni di condanna nei confronti del regime, mostrando di sapere molto bene con chi aveva a che fare. Per esempio, nella rivista L'Età d'Oro del 15 ottobre 1929 si leggeva che «il Nazional socialismo è ... un movimento che sta agendo ... direttamente al servizio del nemico dell'uomo, il diavolo».

Alla vigilia dell'ascesa al potere di Hitler, nella stessa rivista si leggeva: «Incombe la minacciosa ombra del movimento nazionalsocialista. Sembra incredibile che un partito politico dalle origini così insignificanti e dalla politica così poco ortodossa possa nel giro di pochi anni assumere proporzioni tali da eclissare la struttura di un governo nazionale. Eppure Adolf Hitler e il suo partito nazionalsocialista (i nazisti) hanno compiuto questa rara impresa» (L'Età d'Oro, 4 gennaio 1933). Quindi Rutherford sapeva benissimo chi era Hitler e quali erano gli "elevati principi" che egli proponeva tramite il suo partito.

Per quanto riguarda i contenuti della "lettera rispettosa" eccone un breve estratto:  

«...l'amministrazione della nostra Società non solo si è rifiutata di prendere parte alla propaganda terroristica contro la Germania, ma si è anche fermamente schierata contro di essa. Tutto ciò è chiaramente mostrato nell'allegata Dichiarazione che fa riferimento al fatto che coloro che promossero tale propaganda antitedesca negli Stati Uniti (i commercianti ebrei e i cattolici) sono anche i più accaniti persecutori dell'opera che noi compiamo e degli uomini che la dirigono.

Queste ed altre affermazioni della nostra dichiarazione hanno lo scopo di respingere le accuse calunniose secondo le quali gli Studenti Biblici sarebbero amici degli Ebrei».

È evidente che sia il tono adulatorio ed estremamente ossequioso, sia i contenuti di tale scritto andavano ben oltre il semplice rispetto. I TdG intendevano respingere con decisione le "accuse calunniose" secondo le quali essi erano amici degli ebrei. Ma se non erano amici che cos'erano? Come intende il comune lettore queste parole? E, cosa ben più importante, come le avrebbe intese Hitler?

«Le cose stavano diversamente nel 1933. Più o meno tutte le Chiese e denominazioni cristiane – preoccupate di una possibile persecuzione – contavano nelle loro file in Germania personalità che si esprimevano nello stile dellaDichiarazione dei Testimoni di Geova (e, talora, in modo anche più enfatico), e anche gli uomini politici delle democrazie europee – da Neville Chamberlain (1869-1940) a Ėdouard Daladier (1884-1970) – immaginavano di poter tenere sotto controllo Hitler o di assicurarsi la sua simpatia. La retorica che associa gli "affaristi ebrei" al big business appare oggi inaccettabile, ma nel contesto della letteratura populista precedente alla Seconda guerra mondiale era così comune da non colpire nessuno come non usuale (il che, beninteso, non costituisce affatto una giustificazione)».

Quindi nemmeno Introvigne giustifica questa condotta, anche se cerca di scusarla.

«Nel 1933 Rutherford coltiva illusioni assolutamente irrealistiche sul regime nazista, ma si trova in una compagnia che comprende molti esponenti delle Chiese maggioritarie e buona parte dei leader politici e della grande stampa nel mondo democratico. Per valutare serenamente il congresso di Berlino e gli avvenimenti del 1933, occorre anzitutto ricordare che il 1933 non è il 1936 o il 1940.

Rutherford si esprime con una terminologia molto simile a quella usata nel Mein Kampf, scritto nel 1928, cinque anni prima del congresso di Berlino. Evidentemente il "giudice" aveva letto questo libro e se ne servì nel suo "ingenuo" (sic) tentativo di ingraziarsi il regime.

«Salvo rare eccezioni, è l’opinione pubblica delle democrazie occidentali in generale – per non parlare dell’opinione pubblica tedesca -, non il giudice Rutherdord in particolare o da solo, che nel 1933 pensa di poter aprire un dialogo con il potere nazista, il cui volto maligno si manifesterà chiaramente a chiunque soltanto negli anni successivi».

Come si è visto sopra, la Società sapeva qual era il "volto maligno" del nazismo molti anni prima del 1933: «Il Nazional socialismo è... un movimento che sta agendo... direttamente al servizio del nemico dell'uomo, il diavolo» (L'Età d'Oro, 15 ottobre 1929).
* * *
Un commento alle parole con cui Introvigne inizia il capitolo «Rutherford di fronte al fascismo e al nazismo» (pag. 56):

« ... In un regime autoritario dove la critica è per definizione vietata, l’uso della stessa retorica ha come conseguenza un biglietto di sola andata per un campo di concentramento. È questo il destino dei Testimoni di Geova quando si trovano di fronte ai regimi autoritari anch’essi tipici dell’epoca fra le due guerre».

Tale comportamento non è "tipico" solo dei regimi  fra le due guerre; è anche tipico del "regime" del Corpo Direttivo, e il destino dei Testimoni che si permettono di manifestare il loro diritto di critica non è un campo di concentramento ("soluzione" non  praticabile) ma la disassociazione (= condanna a morte sociale, nell'attesa dell'eliminazione fisica "da parte di Geova"). Cambiano i metodi, ma lo spirito intollerante e illiberale è lo stesso.
* * *
In questa pagina (link esterno)
un interessante articolo su Massimo Introvigne.

Nota: «Secondo l’Annuario dei testimoni di Geova del 1975, alcuni Testimoni tedeschi rimasero delusi che il linguaggio della "Dichiarazione" non fosse più esplicito. Il responsabile della filiale, Paul Balzereit, aveva mitigato il testo del documento? No, perché confrontando il testo inglese e quello tedesco risulta che ciò non avvenne. Evidentemente un’impressione diversa era basata sulle osservazioni soggettive di alcuni non direttamente implicati nella preparazione della "Dichiarazione". Forse le loro conclusioni sono state pure influenzate dal fatto che solo due anni più tardi Balzereit rinnegò la sua fede» - Svegliatevi! 8/7/1998, p12.  Si veda un commento alle parole di Svegliatevi! in questa pagina.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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