I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
Vai ai contenuti

Etica e società

Svizzera e Neutralità


Quando in Germania e in Italia l'opera dei Testimoni di Geova venne messa al bando durante la seconda guerra mondiale, dalla sua Sede svizzera la Società Torre di Guardia poté continuare a  provvedere "cibo spirituale" sotto forma di riviste, volantini, ecc., ai Testimoni di altri paesi europei.

La sede svizzera della Società era strategicamente molto importante poiché si trovava nell'unico paese europeo che non fosse stato coinvolto direttamente nella guerra, dato che la Svizzera è da sempre una nazione politicamente neutrale.

Tuttavia, quando un numero sempre maggiore di TdG svizzeri vennero processati e condannati per il loro rifiuto del servizio militare, la situazione iniziò a diventare pericolosa. Se, infatti, come conseguenza di tali condanne, le Autorità svizzere avessero messo al bando i TdG, l'opera di stampa e divulgazione poteva cessare quasi del tutto e, soprattutto, i beni materiali trasferiti da poco tempo in Svizzera, sarebbero stati confiscati com'era avvenuto in altre nazioni.

I TdG svizzeri venivano accusati dalla stampa di appartenere ad un'organizzazione che minava la fedeltà dei cittadini nell'Esercito. La situazione divenne sempre più critica fino al punto che, nel 1940, i soldati occuparono la filiale di Berna della Watch Tower confiscando tutta la letteratura. I responsabili della filiale vennero condotti davanti ad un tribunale militare e vi era il serio rischio che l'intera organizzazione dei TdG in Svizzera venisse messa al bando.

Gli avvocati della Società consigliarono allora di rilasciare una dichiarazione in cui si affermava che i TdG non avevano nulla contro  l'esercito e che non cercavano di minarne in alcun modo la legittimità.

Nell'edizione svizzera di "Trost" (Consolazione) del 1/10/1943 venne quindi pubblicata la seguente dichiarazione:

DICHIARAZIONE


Ogni guerra piaga l'umanità di mali innumerevoli e provoca gravi scrupoli di coscienza a migliaia, perfino a milioni di persone. Questo è ciò che si può dire molto appropriatamente della guerra in corso, che non risparmia alcun continente e si combatte nell'aria, nel mare e sulla terra. Inevitabile che in tempi come questi si equivochi involontariamente e si sospetti volontariamente a torto, non solo sul conto di individui, ma anche su quello di comunità di ogni genere.

Noi Testimoni di Geova non facciamo eccezione a questa regola. Alcuni ci presentano come una associazione la cui attività è finalizzata a distruggere "la disciplina militare, e segretamente a provocare o a invitare la gente ad astenersi dal prestare servizio, a disubbidire agli ordini militari, a violare i doveri del servizio o alla diserzione".

Una cosa del genere può essere sostenuta solo da chi non conosce lo spirito e  l'operato della nostra comunità e, con cattiveria, cerca di deformare i fatti.

Noi asseriamo fermamente che la nostra associazione non ordina né raccomanda, né suggerisce in alcun modo di agire contro le prescrizioni militari, né questo pensiero è espresso nelle nostre adunanze e negli scritti pubblicati dalla nostra associazione. Non ci occupiamo per nulla di simili questioni. Il nostro compito è quello di dare testimonianza a Geova Dio e di proclamare a tutte le persone la verità. Centinaia di nostri associati e simpatizzanti hanno adempiuto ai loro doveri militari e continuano a farlo.

Non abbiamo mai avuto né mai avremo la pretesa di dichiarare che l'adempimento dei doveri militari sia in contrasto con i principi e gli scopi dell'Associazione dei Testimoni di Geova così come sono esposti nei suoi statuti. Noi preghiamo tutti i nostri associati e amici nella fede impegnati nel proclamare il regno di Dio (Matteo 24:14) di attenersi - come è sempre stato fatto finora - fedelmente e saldamente alla proclamazione delle verità bibliche evitando tutto ciò che possa dar adito a malintesi o addirittura interpretato come un incitamento alla disubbidienza verso le disposizioni militari.

Associazione dei Testimoni di Geova della Svizzera
Il Presidente Ad.
Gammenthaler
                                                       Il Segretario: D.
Wiedenmann
Berna, 15 Settembre 1943


Nel 1948, a guerra finita, il successivo presidente della Società, N. Knorr, sconfessò tale dichiarazione come si legge ne La Torre di Guardia del 15 maggio 1948, pp. 156,157 e nella lettera della Società siglata SA/SCF dell'11/11/1982 (vedere più avanti i particolari).

Come comprendere queste parole della Società?


I casi sono due:

- o nella Dichiarazione si diceva la verità, e quindi effettivamente centinaia di "associati" all'Organizzazione avevano prestato servizio militare;

- o i TdG mentivano per cercare evitare le conseguenze legali di questo loro rifiuto di servire nell'esercito.

Nel primo caso verrebbe dimostrato che i Testimoni di Geova non furono sempre "strettamente neutrali" durante la seconda guerra mondiale, come essi invece pretendono; nel secondo, che la Watch Tower non si è fatta alcuno scrupolo di dichiarare il falso pur di tutelare i propri interessi.

In ogni caso, anche di questa Dichiarazione - come di molti altri fatti imbarazzanti, riguardanti il passato della Società - gli attuali TdG non sanno proprio nulla.


Il documento originale (click per ingrandire)
..............................
A proposito di come si comportarono i TdG durante la
Prima Guerra mondiale, si veda la seguente pagina:
......................................

Lettera della Società in cui si parla della Dichiarazione pubblicata nell'edizione svizzera di "Trost" (Consolazione) del 1/10/1943


Click per ingrandire

Traduzione:

Li, 11 novembre 1982
Cara Sorella[1]

Abbiamo ricevuto la tua lettera del 1° corrente alla quale abbiamo prestato molta attenzione e nella quale ci chiedi la fotocopia della "Dichiarazione" apparsa nel periodico "Consolazione" dell'ottobre 1943.

Noi ti facciamo avere questa fotocopia, però non abbiamo la copia della rettifica fatta nel corso del congresso nazionale di Zurigo del 1947. Tuttavia, numerosi fratelli e sorelle l'udirono in quell'occasione e su questo punto il nostro comportamento non è stato per nulla equivoco; questo è del resto troppo conosciuto perché vi sia il bisogno di ulteriori precisazioni.

Noi ti chiediamo tuttavia di non mettere nelle mani dei nemici della verità questa "Dichiarazione" e specialmente non permettere di farne delle fotocopie in virtù dei principi esposti in Matteo 7:6[2]; 10:16. Senza quindi voler essere troppo sospettosi circa le intenzioni dell'uomo che tu visiti e per semplice prudenza, noi preferiamo che egli non abbia alcuna copia di questa "Dichiarazione" onde evitarne ogni eventuale uso avverso contro la verità.

Noi pensiamo che sia appropriato che un anziano ti accompagni per visitare questo signore considerando il lato ambiguo e spinoso della discussione. È per questo motivo che noi ci permettiamo di inviare loro una copia della nostra risposta.

Noi ti assicuriamo cara sorella [nome] tutto il nostro amore fraterno.

Tuoi fratelli e compagni di servizio,
ASSOCIAZIONE CRISTIANA
I testimoni di Geova   
DI FRANCIA         
P.s.: Fotocopia della "Dichiarazione"
cc: al corpo degli anziani.


[1] Per discrezione si omette il nome del destinatario.

[2] Matteo 7:6 dice: "Non gettate le vostre perle davanti ai porci". Evidentemente le "perle" sono la Dichiarazione e i porci sarebbero gli "oppositori"!
La "Dichiarazione" viene rigettata

Nel 1948, a guerra finita, il successivo presidente della Società, N. Knorr, sconfessò la Dichiarazione svizzera, come si legge ne La Torre di Guardia del 15 maggio 1948, pp. 156,157 (la traduzione dall'inglese dell'edizione italiana è pessima ma rende tuttavia con sufficiente chiarezza il pensiero della Società):

«Per parecchi anni il numero dei proclamatori nella Svizzera era rimasto sempre uguale, e questo contrastava col più grande affluire di proclamatori in sempre maggior numero che si era verificato in altri paesi. Essi non hanno preso una posizione ferma e senza equivoci in pieno pubblico in modo da distinguersi come veri Cristiani biblici. Tale è stato il grave caso relativo alla questione della neutralità da osservare verso gli affari e le controversie del mondo, come pure quella di essere contrari [?] ai pacifisti obiettori di coscienza, ed anche relativamente alla questione della posizione che devono assumere quali schietti ministri dell'evangelo ordinati da Dio.

Per esempio, nell'edizione del 1° ottobre 1943, del Trost (edizione svizzera di Consolation), apparso quindi durante la massima pressione di quest'ultima guerra mondiale, quando la neutralità politica della Svizzera sembrava minacciata, l'ufficio svizzero s'incaricò di pubblicare una Dichiarazione, una clausola della quale diceva: "Delle centinaia di nostri colleghi [tedesco: Mitglieder] ed amici nella fede [Glauberfreunde] hanno adempiuto i loro doveri militari ed ancora continuano attualmente ad adempierli". Questa lusingatrice dichiarazione ebbe degli effetti sconcertanti tanto nella Svizzera quanto in alcune parti della Francia.

Caldamente applaudito, il fratello Knorr sconfessò intrepidamente quella clausola contenuta nella dichiarazione perché non rappresentava la posizione assunta dalla Società e non era in armonia coi principi cristiani chiaramente esposti nella Bibbia. Era quindi giunto il momento in cui i fratelli svizzeri dovevano rendere ragione davanti a Dio ed a Cristo, e, in risposta all'invito del fratello Knorr di manifestarsi, molti fratelli alzarono la mano per far notare a tutti gli osservatori ch'essi ritiravano la tacita approvazione data a tale dichiarazione nel 1943 e non desideravano appoggiarla ulteriormente in nessun modo».

Cliccare qui
per visualizzare l'articolo originale.

Queste parole della Torre di Guardia, pronunciate nel 1947 (quando ormai la guerra era finita da un pezzo), ad un congresso nazionale tenuto a Zurigo, meritano qualche commento (in azzurro).

«Per esempio, nell'edizione del 1° ottobre 1943, del Trost (edizione svizzera di Consolation), apparso quindi durante la massima pressione di quest'ultima guerra mondiale, quando la neutralità politica della Svizzera sembrava minacciata, l'ufficio svizzero s'incaricò di pubblicare una Dichiarazione, una clausola della quale diceva: "Delle centinaia di nostri colleghi ed amici nella fede hanno adempiuto i loro doveri militari ed ancora continuano attualmente ad adempierli"».

Non si trattava tuttavia solo di "una clausola": l'intera Dichiarazione era discutibile e compromissoria. Se togliamo la frase citata da Knorr, anche il resto della Dichiarazione lascia intendere, senza ombra di dubbio, che i TdG non avessero alcuna obiezione a svolgere il servizio militare. Ecco come si leggerebbe, infatti, il testo senza tale "clausola":

«Noi asseriamo fermamente che la nostra associazione non ordina né raccomanda, né suggerisce in alcun modo di agire contro le prescrizioni militari, né questo pensiero è espresso nelle nostre adunanze e negli scritti pubblicati dalla nostra associazione. Non ci occupiamo per nulla di simili questioni. Il nostro compito è quello di dare testimonianza a Geova Dio e di proclamare a tutte le persone la verità. [qui la "clausola"]

Non abbiamo mai avuto né mai avremo la pretesa di dichiarare che l'adempimento dei doveri militari sia in contrasto con i principi e gli scopi dell'Associazione dei Testimoni di Geova così come sono esposti nei suoi statuti. Noi preghiamo tutti i nostri associati e amici nella fede impegnati nel proclamare il regno di Dio (Matteo 24:14) di attenersi - come è sempre stato fatto finora - fedelmente e saldamente alla proclamazione delle verità bibliche evitando tutto ciò che possa dar adito a malintesi o addirittura interpretato come un incitamento alla disubbidienza verso le disposizioni militari».

È chiaro il messaggio che veniva indirizzato alle Autorità svizzere: noi Testimoni di Geova non abbiamo alcuna obiezione a compiere il servizio militare. La nostra Associazione non ha mai detto, insegnato o suggerito in alcun modo che sia sbagliato adempiere i doveri militari. Non vi è alcun motivo quindi per cui la nostra organizzazione debba essere messa al bando in Svizzera.

Questa "lusingatrice" Dichiarazione aveva quindi lo scopo di tutelare gli interessi della Società la quale, se fosse stata chiusa la sua filiale svizzera, si sarebbe trovata in serie difficoltà per quanto riguardava la produzione e la diffusione di letteratura. La Società fu costretta a rilasciare questa  dichiarazione a causa dei sempre più frequenti processi nei confronti dei TdG che rifiutavano di fare il servizio militare. Dopo la pubblicazione della Dichiarazionenella rivista "Trost", i processi cessarono e la persecuzione contro i Testimoni effettivamente finì.

Da quel momento la sede svizzera venne usata, senza ulteriori disturbi, come quartier generale da cui diffondere letteratura nei paesi dove l'opera era al bando. Se i TdG avessero continuato nel loro rifiuto di prestare servizio militare e avessero continuato a  subire processi per questo motivo, lo Stato svizzero sarebbe sicuramente intervenuto e non  avrebbe consentito ai TdG di continuare per ben quattro anni la loro opera senza creare loro ulteriori difficoltà.

«Questa lusingatrice dichiarazione ebbe degli effetti sconcertanti tanto nella Svizzera quanto in alcune parti della Francia».

Quali furono questi effetti sconcertanti? Ebbene, secondo alcune attendibili testimonianze, durante la seconda guerra mondiale i Testimoni di Geova svizzeri compivano il servizio militare, convinti che questo comportamento fosse consentito dalla Società! Si trattò davvero di "effetti sconcertanti", specialmente se si considera che in Germania, nello stesso periodo, per il loro rifiuto di servire nell'esercito, i Testimoni tedeschi finivano nei campi di sterminio!

«Caldamente applaudito, il fratello Knorr sconfessò intrepidamente quella clausola contenuta nella dichiarazione perché non rappresentava la posizione assunta dalla Società e non era in armonia coi principi cristiani chiaramente esposti nella Bibbia».

In che consistette l'intrepidezza manifestata da Knorr al congresso di Zurigo? Ci volle senz'altro del coraggio per dire quello che disse e cioè: 'Guardate che noi non abbiamo mai approvato la Dichiarazione... è stato l'ufficio svizzero a rilasciarla... la nostra posizione era un'altra...'.  

Sorge spontanea una domanda: come mai la Società non sconfessò
prima questa dichiarazione compromissoria? Come mai si aspettò la fine della guerra (due anni dopo) prima di richiamare sia i responsabili che avevano rilasciato la Dichiarazione, sia i  "fratelli" che continuavano a compiere tranquillamente il servizio militare?

«Era quindi giunto il momento in cui i fratelli svizzeri dovevano rendere ragione davanti a Dio ed a Cristo, e, in risposta all'invito del fratello Knorr di manifestarsi, molti fratelli alzarono la mano per far notare a tutti gli osservatori ch'essi ritiravano la tacita approvazione data a tale dichiarazione nel 1943 e non desideravano appoggiarla ulteriormente in nessun modo».

Interessante che solo "molti" alzarono la mano. Come mai non tutti? È ragionevole supporre che molti Testimoni svizzeri non siano stati molto soddisfatti della tardiva manifestazione di intrepidezza e coerenza della Società. Interessante anche osservare che se Knorr non avesse sconfessato la Dichiarazione, i "fratelli" avrebbero continuato ad "appoggiarla ulteriormente", come avevano fatto fin dal 1943, tacitamente ed in altri modi... sconcertanti.


La pagina TJ-Encyclopédie (una sorta di wikipedia sui Testimoni di Geova), pubblica un approfondimento su quello che viene definito "Compromis suisse de 1943" (Compromesso svizzero del 1943). Traduco di seguito la seguente pagina: http://www.tj-encyclopedie.org/Compromis_suisse_de_1943.



Compromesso svizzero del 1943

Secondo la dottrina in vigore sotto la guida di Joseph Rutherford e Nathan Knorr, i seguaci dei testimoni di Geova avevano l'obbligo di rifiutare il servizio militare perché accettarlo era ritenuto incompatibile con le norme cristiane. Tuttavia, sembra che nel 1943, la filiale svizzera dell'organizzazione geovista abbia inviato un documento alle autorità governative del paese affermando che i seguaci stavano allora prestando il loro servizio militare e che il movimento non lo proibiva. Questa "Dichiarazione", riconosciuta come vera dalla leadership dell'organizzazione dei TdG, costituisce quindi un compromesso.

Sommario
    ...

Origine del compromesso

Pierre Oddon, un pastore evangelico specializzato nell'evangelizzazione dei testimoni di Geova, ha rivelato dai documenti d'archivio svizzeri una curiosa persistenza del punto di vista di Russell in Svizzera nel 1943.

In effetti, accusata di essere contraria al servizio militare, la leadership svizzera dei Testimoni di Geova ha affermato in una lettera indirizzata alle autorità svizzere che "non abbiamo mai avuto né mai avremo la pretesa di dichiarare che l'adempimento dei doveri militari sia in contrasto con i principi e gli scopi dell'Associazione dei Testimoni di Geova". Come prova della loro buona fede, la lettera affermava che "centinaia di nostri associati e simpatizzanti hanno adempiuto ai loro doveri militari e continuano a farlo". Questa dichiarazione è apparsa in un numero di Consolation, e il suo contenuto è stato in parte riprodotto e criticato in un libro scritto in collaborazione con Janine Tavernier, l'ex presidente dell'associazione per la lotta alle aberrazioni settarie ADFI, che percepisce in questo documento del "cinismo".

Certo, la Svizzera è stata neutrale durante questa guerra, tuttavia l'atteggiamento dei testimoni di Geova nei confronti del servizio militare non si è mai preoccupato di sapere se lo Stato che ha richiesto l'adempimento degli obblighi militari fosse in guerra o meno; inoltre, nello stesso periodo, i testimoni di Geova tedeschi venivano giustiziati per aver rifiutato il servizio militare. Di conseguenza, l'atteggiamento della filiale svizzera sembra problematico.
Versione attuale della Torre di Guardia

Le pubblicazioni di Geova

Tuttavia, nonostante il contenuto della suddetta "Dichiarazione", l'Annuario dei testimoni di Geova del 1987, dedicato alla storia dei testimoni di Geova in Svizzera, riportava a pagina 156 [p. 300 dell'edizione italiana, ndr] a proposito del periodo della Seconda guerra mondiale: "Seguendo ciò che dettava la loro coscienza cristiana, quasi tutti i testimoni di Geova rifiutarono di fare il servizio militare. (Isa. 2:2-4; Rom. 6:12-14; 12:1, 2)."

Si è trattato ancora una volta una manovra diversiva come la dichiarazione del 1933 in Germania? Poiché la Svizzera era la sede dell'ufficio dei Testimoni di Geova che sovrintendeva al lavoro dell'organizzazione in tutta Europa, compresa la Germania, fino al 1940, i testimoni di Geova in Svizzera hanno cercato di preservare la loro Rete europea tramite un compromesso? In ogni caso, la storia ufficiale del movimento non dice nulla su questo argomento, l'Annuario del 1987 riassume in poche pagine la storia dei testimoni di Geova in Svizzera nel periodo 1942-45 in meno di otto pagine di informazioni molto generiche.

In una lettera personale

Una lettera datata novembre 1982 della direzione francese del movimento e indirizzata a un seguace che era stato interpellato da un uomo che conosceva l'esistenza di questa "Dichiarazione" (vedi scansione a lato [cliccare qui]), rivela due cose sulla Società Torre di Guardia:
- Essa riconosce l'autenticità di questa "Dichiarazione" che non può quindi essere messa in discussione;
- È piuttosto a disagio con questo documento ed è ben consapevole che potrebbe causarle danni; Vuole che rimanga confidenziale e sta prendendo in considerazione ulteriori discussioni con la persona che ha posto domande su questo documento, come evidenziato dalle due raccomandazioni che ha rivolto a questo seguace:

  • "Noi ti chiediamo tuttavia di non mettere nelle mani dei nemici della verità questa "Dichiarazione" e specialmente non permettere di farne delle fotocopie in virtù dei principi esposti in Matteo 7:6; 10:16. Senza quindi voler essere troppo sospettosi circa le intenzioni dell'uomo che tu visiti e per semplice prudenza, noi preferiamo che egli non abbia alcuna copia di questa "Dichiarazione" onde evitarne ogni eventuale uso avverso contro la verità.".
  • "Noi pensiamo che sia appropriato che un anziano ti accompagni a visitare questo signore considerando il lato ambiguo e spinoso della discussione."

Così, come con la vicenda del'associazione con le Nazioni Unite negli anni '90 e con la vicenda del compromesso messicano negli anni '70, riguardante anch'esso il servizio militare, vi è dunque un nuovo compromesso che le autorità del movimento trovano difficile riconoscere pubblicamente.
Indagine di due autori

Il caso relativo a questa "Dichiarazione" è menzionato nel libro di Sylvie Graffard e Léo Tristan intitolato Les Bibleforshers et le Nazisme - 1933-1945, alla sua sesta edizione. Gli autori di questo libro hanno ottenuto una risposta dalle autorità geoviste della Svizzera, di cui riportiamo alcuni estratti, alle pagine 53 e 54 (le interruzioni nel testo contrassegnate con i puntini di sospensione tra parentesi quadre sono dell'autore del libro):

«Nel 1942 si tenne un notevole processo militare contro i capi dell'opera. Il risultato? L'argomentazione cristiana degli imputati è stata solo parzialmente riconosciuta ed è stata loro attribuita una certa colpevolezza nella questione del rifiuto del servizio militare. Di conseguenza, un serio rischio incombeva sull'opera dei testimoni di Geova in Svizzera, quello di un divieto formale da parte del governo. Se così fosse stato, i Testimoni avrebbero perso l'ultimo ufficio ancora ufficialmente operante nel continente europeo. Ciò avrebbe seriamente minacciato l'assistenza per i rifugiati Testimoni provenienti da paesi governati dai nazisti, nonché gli sforzi clandestini a favore delle vittime della persecuzione in Germania.

«È in questo drammatico contesto che gli avvocati dei Testimoni, tra cui l'avvocato Johannes Huber di San Gallo, consigliere nazionale di eccellente reputazione e appartenente al Partito socialdemocratico, hanno incoraggiato i funzionari della Betel a rilasciare una dichiarazione che avrebbe dissipato le calunnie politiche lanciate contro l'Associazione dei Testimoni di Geova. Il testo della "Dichiarazione" è stato preparato da questo avvocato, ma firmato e pubblicato dai funzionari dell'Associazione. La "Dichiarazione" era in buona fede e nel complesso ben formulata. Probabilmente ha contribuito a evitare il bando.

«Tuttavia, l'affermazione della" Dichiarazione"secondo cui "centinaia di nostri membri e amici" avevano adempiuto e continuato a svolgere i "loro doveri militari "riassumeva semplicemente una realtà più complessa. Il termine "amici" si riferiva a persone non battezzate, inclusi mariti non Testimoni che, ovviamente, stavano facendo il servizio militare. Quanto ai "membri", si trattava infatti di due gruppi di fratelli. Nelprimo, c'erano i Testimoni che avevano rifiutato il servizio militare ed erano stati condannati in modo piuttosto severo. La "Dichiarazione" non li menziona. Nel secondo, c'erano molti Testimoni che si erano effettivamente arruolati nell'esercito.

«A questo proposito, va notato un altro aspetto importante. Quando le autorità discutevano con i Testimoni, insistevano sul fatto che la Svizzera era neutrale, che la Svizzera non avrebbe mai iniziato una guerra e che l'autodifesa non violava i principi cristiani. Quest'ultimo argomento non era inammissibile per i Testimoni. Così il principio della neutralità cristiana mondiale da parte dei testimoni di Geova veniva oscurato dal fatto della "neutralità" ufficiale della Svizzera. Lo attestano le testimonianze dei nostri membri più anziani vissuti in quel periodo: nel caso in cui la Svizzera fosse entrata attivamente in guerra, gli arruolati erano determinati a dissociarsi immediatamente dall'esercito ed entrare a far parte dei ranghi degli obiettori. [...]

«Sfortunatamente, dal 1942 i contatti con la sede mondiale dei testimoni di Geova erano stati interrotti. I responsabili dell'opera in Svizzera non hanno quindi avuto la possibilità di consultarla per ricevere i consigli necessari. Di conseguenza, tra i Testimoni in Svizzera, alcuni scelsero di essere obiettori di coscienza e di rifiutare il servizio militare, con conseguente carcerazione, mentre altri erano del parere che il servizio in un esercito neutrale, in un paese non combattente, non fosse inconciliabile con la loro fede.

«Questa posizione ambigua dei Testimoni in Svizzera non era accettabile. Ecco perché, subito dopo la fine della guerra e una volta ristabiliti i contatti con la sede mondiale, venne sollevata la questione. I testimoni hanno parlato molto apertamente dell'imbarazzo che la "Dichiarazione" aveva causato loro. È anche interessante notare che la frase problematica fu oggetto di un rimprovero e di una correzione pubblica da parte del presidente dell'Associazione mondiale dei testimoni di Geova, MNH Knorr, e che nel 1947, quando ad un congresso tenuto a Zurigo [...]

«Da allora, è sempre stato chiaro a tutti i Testimoni svizzeri che neutralità cristiana significa astenersi da ogni collegamento con le forze militari del Paese, anche se la Svizzera continua a professare ufficialmente la sua neutralità. [...] "
Analisi critica

La risposta dell'organizzazione geovista riprodotta sopra è unica poiché è l'unica dichiarazione ufficiale sull'argomento delle autorità dei TdG. Ha il merito di rispondere a certe domande, ma di suscitarne altre. Le risposte sono chiare: doveva proteggere l'ultimo ufficio operativo in Europa. La dichiarazione era intenzionalmente ambigua; questo per far credere alle autorità svizzere che i testimoni di Geova che hanno rifiutato il servizio militare lo stavano facendo di loro propria iniziativa, e che "centinaia" di testimoni di Geova facevano il servizio militare, il che sembra falso secondo la dichiarazione dell'Annuario del  1987 dei Testimoni di Geova precedentemente citato, che affermava che "la maggior parte dei Testimoni di Geova si rifiutava di fare il servizio militare". Pertanto, l'autore di questa dichiarazione ha incluso senza specificarlo i mariti che non erano testimoni di Geova e i non battezzati - che non sono considerati testimoni di Geova secondo la dottrina geovista - e a quanto pare alcuni veri testimoni di Geova.

Il vero problema e le domande che sorgono:

  • O era ancora possibile all'epoca essere Testimoni di Geova e fare il servizio militare, anche in un paese neutrale o comunque che non fosse in guerra, e in questo caso, viene da chiedersi perché in tutti gli altri paesi che non erano in guerra, il servizio militare era proibito secondo l'attuale dottrina dei leader geovisti;
  • O non era più possibile fare il servizio militare una volta che si è diventati testimoni di Geova e le autorità svizzere geoviste  hanno consapevolmente mentito.

La responsabilità di questo testo è attribuita a una persona esterna al movimento, in questo caso un avvocato. Tuttavia, a titolo di confronto, va notato che questo è stato praticamente detto per molto tempo anche della dichiarazione antisemita e collaborativa del giugno 1933 indirizzata al Cancelliere dai Testimoni di Geova tedeschi, fino a quando gli storici esterni al movimento hanno poi dimostrato che non fu Paul Balzereit - che veniva letteralmente denigrato nell'Annuario dei testimoni di Geova del 1974 come traditore della causa geovista - ma Joseph Rutherford, l'autore del testo che presenta i Testimoni di Geova come desiderosi venire a patti con il regime di Hitler e mostrava la stessa antipatia di Hitler verso gli Stati Uniti e i Circoli ebraici a New York. In tutti i casi, anche se è stato scritto da uno dei loro avvocati, le autorità svizzere geoviste furono effettivamente le firmatarie di questo testo.

Rimane solo l'argomento del distacco dalla sede mondiale nell'ottobre 1942, e poi della sconfessione pubblica del 1947. Sebbene sia vero che ciò scagiona le autorità internazionali, questo non impedisce che questo argomento tenda a dimostrare che le autorità geoviste svizzere hanno effettivamente utilizzato uno sgradevole stratagemma per evitare di prestare il fianco alle critiche dei governanti svizzeri.



 
   
       
Click sull'immagine per
accedere alla pubblicazione
Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
Torna ai contenuti