I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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La storia

UN POPOLO PER IL SUO NOME


Esame critico della storia dei Testimoni di Geova
di Timothy White
con aggiornamenti e appendici a cura di Sergio Pollina


PRESENTAZIONE

La produzione letteraria riguardante il movimento dei Testimoni di Geova si avvia ormai a diventare molto vasta1]. Per comodità la si può suddividere in quattro diversi filoni: la letteratura ad esso favorevole, per la maggior parte prodotta privatamente da singoli Testimoni di Geova.

Di essa fanno parte, per esempio, libri ormai appartenenti alla storia come quelli di Marley Cole, un Testimone giornalista che ha prodotto titoli come: The Jehovah’s Witnesses: The New World Society (1955), Triumphant Kingdom (1957), The Global Kingdom (1985).Oppure quelli di Alexander Hugh Macmillan, membro del Corpo Direttivo, e autore del famoso Faith on the March (1957), con prefazione del presidente della Watch Tower Society, N.H. Knorr. Negli ultimi anni si assiste ad un certo proliferare di scritti prodotti da Testimoni, fra cui alcuni che vantano titoli accademici in materia di studi biblici, ma di essi è impossibile trovare traccia o menzione nelle pubblicazioni ufficiali della Società Torre di Guardia, ma che comunque sono sempre guardati con sospetto dalle gerarchie ufficiali e quindi non incoraggiati.

Esempi storici sono quelli del professor James Penton, Testimone di quinta generazione che, nella sua qualità di accademico e di ricercatore, scrisse un eccellente libro sulla lotta dei Testimoni degli Stati Uniti[2] per far valere le loro ragioni, principalmente in merito alla libertà di culto e alle trasfusioni di sangue che, in ultima analisi, portò alla sua espulsione dal movimento[3], e quello di Carl Olof Jonsson, un Testimone predicatore a tempo pieno, autore del primo studio ben documentato sul tema della cronologia biblica, ma che, poiché contraddiceva quella ufficiale dell’organizzazione, fu anch’egli scomunicato. Recenti sono i libri di Rolf Furuli[4], norvegese, e di Greg Stafford[5] che pretendono di dare veste storica, scientifica e solidità dottrinale alle credenze dei Testimoni.

Vi è, poi, la letteratura contraria. A volte essa è molto faziosa e non credibile. È spesso prodotta da appartenenti ad altre confessioni religiose che non sempre sono al di sopra delle parti e il cui lavoro tende soltanto a cercare di screditare il movimento a favore di quello dell’autore, e molte volte è basata su informazioni di seconda mano, e priva del rigore scientifico e storico che le dovrebbe appartenere; viene inoltre usata per “lottare” contro i Testimoni più che per descriverne il fenomeno. È presente sul mercato in notevole quantità, ma non è quasi mai utile — tranne poche eccezioni —, per fini di studio, di ricerca, di approfondimento.

La terza categoria è quella cosiddetta “imparziale”, attribuibile agli storici, ai sociologi, agli studiosi di movimenti religiosi, e così via. Anche questa, però, spesso presenta delle caratteristiche che a volte la privano della sua attendibilità. Per fare un paio di esempi pertinenti, ci riferiamo ai libri della professoressa Christine Elizabeth King, autorevole esponente dell’università inglese dello Staffordshire, oppure a quelli di Massimo Introvigne – avvocato torinese –, in Italia. La prima ha scritto nel 1982 un libro intitolato The Nazi State and New Religions:Five Case Studies in non Conformity; si tratta di un saggio molto interessante e ben documentato, ma l’autrice, venendo meno all’obbligo che incombe su ogni storico attento e imparziale, si è lasciata affascinare dall’oggetto del suo studio. All’analisi accurata dei fatti storici, ha aggiunto anche le sue personali conclusioni che derivano da una lunga frequentazione dei Testimoni di Geova, dai quali ha tratto informazioni, esperienze e narrazioni di fatti che, per necessità, pur essendo sostanzialmente corretti, sono presentati in una luce favorevole e circondati dall’alone del martirio.

Inoltre, tutti questi autori, non essendo mai stati Testimoni di Geova, non avendo cioè vissuto in maniera diretta e per lungo tempo, l’esperienza personale di ciò che vuol dire appartenere al gruppo, non sono in grado di percepire l’atmosfera, l’aria che si respira, il timore reverenziale che promana dall’autorità assoluta del Corpo Direttivo e dalla struttura organizzativa, che agli estranei si presentano del tutto diverse da come sono in realtà (anche se alcuni “studiosi” del movimento sostengono una posizione contraria).

L’ufficio delle pubbliche relazioni dei Testimoni di Geova è infatti addestrato a condurre per mano i visitatori, tracciando per loro un sentiero rigidamente programmato, stabilendo essi con chi farli parlare, chi intervistare e così via. Il risultato, tranne pochi casi, è che spesso questi autori, pur scrivendo la verità dei fatti, non raccontano la verità realedell’organizzazione. Né a questi ricercatori è consentito l’accesso ai suoi archivi; essi sono preclusi a tutti, perfino agli stessi Testimoni di Geova. Gli unici ad avervi accesso sono alcuni di loro, rigidamente selezionati dal Corpo Direttivo, che consente ricerche solo sotto stretta sorveglianza[6].

In quanto a Introvigne, si tratta di un caso anomalo in quanto egli, oltre a dirigere il CESNUR (Centro Studi Nuove Religioni) è esponente di spicco di un movimento radicale cattolico, una destra estremista lefebvriana che pubblica un foglio intitolato Alleanza Cristiana, e che curiosamente è considerato dai movimenti più lontani dal cattolicesimo, come Scientology e i Testimoni di Geova, uno dei loro massimi epigoni.

Il quarto filone è costituito dalla letteratura prodotta dagli ex Testimoni di Geova, i cosiddetti “apostati”. È, questo, un termine desueto, utilizzato solo da questo gruppo religioso, e che ha trovato una certa risonanza nel mondo occidentale in tempi recenti a causa dell’esplodere dei fondamentalismi. Generalmente è un termine che oggi viene usato dai fanatici dell’Islam e che è esecrato da tutti coloro che appartengono alla società moderata perché porta in sé una connotazione oscurantista e negativa che appartiene ai periodi bui del medioevo.

Nel caso di questo tipo di letteratura bisogna usare molta cautela e discernimento. Non è sufficiente, infatti, aver fatto parte di un movimento e di essersene poi allontanati per aver titolo a scriverne. Un’esperienza, di per sé, non fa di nessuno uno storico o uno scrittore. Contano molto, poi, i motivi per i quali ci si è separati dal gruppo. Non è un caso, infatti, che molti ex Testimoni approdano dopo la loro fuoriuscita a gruppi simili a quello che hanno abbandonato, a dimostrazione di un percorso caratterizzato non dall’analisi serena di un’esperienza più o meno lungamente vissuta dalla quale si prendono distanze ideologiche e culturali, ma dalla delusione dei comportamenti altrui, da incomprensioni personali, da fattori emotivi o da trasgressioni delle rigide regole del gruppo, dal quale perciò ci si separa non per dissenso motivato, ma per motivi d’ordine caratteriale.

Sono pertanto veramente pochi gli ex Testimoni i cui scritti possono essere considerati di reale valore sociologico o storico. Fra i più noti non possiamo non menzionare Raymond Victor  Franz, ex membro del Corpo Direttivo e nipote del terzo Presidente, unico di questa struttura monolitica ad esserne uscito e ad avere raccontato per iscritto la sua esperienza. Vi è poi il già menzionato James Penton, professore emerito di storia dell’Università di Lethbridge, in Canadà, Carl Olof Jonsson, svedese e autore [assieme a Rud Persson] di alcuni interessantissimi saggi sulla cronologia che rimangono una pietra miliare per chi desidera approfondire su basi veramente scientifiche la credibilità del sistema di calcolo del tempo che così tanta importanza ha sempre rivestito nel movimento Torre di Guardia. Si deve a Jonsson anche l’eccellente studio sul Millenarismo che è incluso nell’Appendice III di questo libro.

Altri scritti che in passato hanno goduto di una certa notorietà sono quelli di Günther Pape, un tedesco che ha scritto Io ero un Testimone di Geova, e di William Schnell, ex membro della famiglia Betel, a cui si deve il noto Trent’anni schiavo della Torre di Guardia. I libri di Franz, Penton e Jonsson sono fra i pochi che — sebbene profondamente diversi tra di loro — aprono una profonda breccia nel movimento, consentendo al lettore di penetrarvi all’interno e di capirne i meccanismi. Per quanto riguarda Franz, autore di Crisi di Coscienza e di Alla ricerca della libertà cristiana, il suo materiale, come è ovvio, essendo egli stato componente della più alta istanza dottrinale del movimento, e vantando in esso una militanza pluridecennale, è quasi sempre inedito e riferisce episodi che altrimenti non sarebbero mai divenuti noti.

Nell’elenco delle penne eccellenti non può essere assolutamente omesso il nome del professor Jerry Bergman, docente universitario e plurilaureato, il cui libro Jehovah’s Witnesses: A Comprehensive and Selectively Annotated Bibliography, ho abbondantemente saccheggiato.

Letteratura, come si vede, prevalentemente anglosassone, che annovera centinaia di altri nomi per la cui elencazione rimando all’opera di Bergman già citata. Nel panorama italiano non fa eccezione la massa per lo più scadente di materiale pubblicato in prevalenza da piccole case editrici o addirittura in proprio, spesso da ecclesiastici e a volte da ex Testimoni che narrano esperienze personali. Unica eccezione è quella rappresentata dagli scritti di Achille Aveta, il solo fra gli autori di casa nostra a differenziarsi per l’alto valore dei suoi lavori. Rimando alla lettura dei suoi saggi per un approfondimento di temi che egli tratta con assoluto rigore scientifico, verifica accurata delle fonti e profonda conoscenza del movimento.[7]

Una caratteristica accomuna molto spesso la maggioranza degli anglosassoni e di molti altri che, specialmente negli Stati Uniti, hanno prodotto eccellenti saggi sul movimento di cui avevano fatto parte: la loro è stata una fuoriuscita dottrinale, di coscienza, di comprensione del fatto che erano stati associati ad un movimento la cui storia gli era stata falsamente rappresentata. Hanno continuato, però, a ritenere un punto fermo l’esistenza di ciò che, in fondo, sta alla base di tutti i movimenti religiosi, e cioè il credere che gli altri, i fondatori del primo movimento che è il fondamento della miriadi di religioni che ad esso si richiamano, fossero uomini diversi, che le loro parole, i loro insegnamenti, le loro dottrine, la loro storia fossero degni della massima, totale e insindacabile fiducia.

In altri termini, è mancata a tutti loro la spinta all’analisi in profondità delle radici stesse del movimento originario: il Cristianesimo, e la critica oggettiva di quei testi, di quegli uomini, di quella storia. Gli autori di cui parliamo sono anch’essi generalmente dell’opinione che fino al primo secolo vi era la luce della “verità”, la rivelazione incontestata e incontestabile del Verbo Divino.

Nei loro scritti non vi è la minima traccia di un tentativo, seppur superficiale, di andare oltre e di verificare le radici stesse del nucleo gerosolimitano. Tanto è vero che alcuni di loro hanno pubblicato saggi a favore del creazionismo e contro l’evoluzionismo, nella più pura tradizione del fondamentalismo oggi imperante in larga parte degli Stati Uniti. Per cui, tanto per esemplificare, quando Franz parla di come venne all’esistenza il Corpo Direttivo dei Testimoni di Geova nel diciannovesimo secolo, prende come termine di paragone per verificarne la coerenza o meno, la struttura ecclesiastica del primo secolo, indicando così che, secondo lui, era essa a rappresentare l’organizzazione che Dio approvava, senza chiedersi, come sarebbe forse più opportuno fare, se anche quella struttura di duemila anni fa, non fosse essa pure il frutto di sviluppi ideologici e dottrinali da sottoporre alla stessa verifica critica di quelli odierni.

Detto questo, passiamo adesso ad esaminare lo scopo di questo libro. Innanzitutto è quello di presentare in traduzione italiana uno dei libri sulla storia dei Testimoni di Geova, che è unanimemente riconosciuto come fra i più accurati ed esaurienti, in riferimento al tempo in cui fu scritto: gli anni sessanta. Il suo autore è Timothy White, uno pseudonimo per Anthony Wills, che nel 1967 scrisse A People for His Name: A History of Jehovah’s Witnesses and  an Evaluation. White è laureato in letteratura all’università di Stanford, ed è cresciuto come Testimone di Geova; non è noto il motivo del suo allontanamento.

Il suo libro colma una lacuna, rappresentata da molti vuoti nella storia iniziale del movimento, del quale egli è stato un associato per lungo tempo, che egli narra arricchendoli di particolari che rivelano una sua conoscenza profonda degli uomini che descrive ed anche un lungo lavoro di ricerca che gli è costato due anni di fatiche. White riesce molto spesso a rimanere neutrale, pur se in generale il libro è permeato di un sentimento di affetto nei confronti dei Testimoni ed è quindi scevro da acrimonia, il che ne accresce il valore e la credibilità. White, inoltre, è meticoloso e preciso nei suoi costanti riferimenti alla letteratura del movimento che indica e riporta con estrema cura, per consentire verifiche delle sue asserzioni.

Come abbiamo già detto, però, il libro di White è datato, avendo ormai quasi quarant’anni, nel corso dei quali sono successe tante cose nell’organizzazione dei Testimoni di Geova che ne hanno cambiato profondamente l’aspetto. Dalla “religione con la crescita più rapida” d’allora, sono adesso passati ad un crescita prossima allo zero. Il corpo direttivo descritto da White non esiste più, e molte delle dottrine fondamentali di quel tempo, oggi sono scomparse o sono state profondamente modificate. Ecco perché ho ritenuto opportuno corredarlo di Appendici. Esse hanno lo scopo di dar conto fino alla data del 2005 (in alcune circostanze anche dei primi mesi del 2006) dello sviluppo, sia numerico che organizzativo del mvimento, dei maggiori allontanamenti dalle dottrine tradizionali e delle profonde modifiche che stanno cambiando il volto dell’organizzazione.

Oggi essa conosce un fenomeno pressoché sconosciuto ai tempi di White: quello della fuoriuscita in massa degli adepti e dell’avvento di Internet. Quest’ultimo rappresenta lo strumento più pericoloso in assoluto per le gerarchie di Brooklyn, in quanto non è controllabile, e sempre più Testimoni, clandestinamente, se ne avvalgono per accedere a letteratura che gli sarebbe altrimenti inibita. Non a caso, di tanto in tanto sulle loro pubblicazioni vengono ripetuti gli ammonimenti a prendere le distanze da questa tecnologia[8], ma con sempre minore successo.

Poiché, inoltre, il movimento fondato da Russell è figlio del suo tempo, si è ritenuto opportuno inserire fra le appendici anche quella che traccia un profilo storico dei personaggi ai quali egli fu debitore per la stragrande maggioranza delle sue dottrine, ed una dedicata al movimento millenarista, che rappresenta ancor oggi una delle caratteristiche peculiari del movimento della Torre di Guardia. L’esame della prima delle due potrà essere utile per comprendere, in aggiunta alle notizie fornite da White, il “brodo di coltura” del giovane Russell, le persone con cui egli entrò in contatto e i debiti che egli contrasse con loro in quanto a sviluppo dottrinale.

La seconda conferma la prima in quanto alla mancanza di novità nella cosiddetta “restaurazione della pura adorazione” ad opera di Russell, in quanto emerge chiaramente come egli non fosse altro che un plagiario con un buono spirito di iniziativa e molti soldi, che gli servirono per una diffusione mondiale delle “sue” idee. Emergerà anche, nel corso dell’esame del volume e delle Appendici, che l’attuale movimento dei Testimoni di Geova, sebbene sia fatto risalire a Russell, in realtà è stato interamente rifondato da Rutherford, il suo successore. Lo stesso nome con il quale oggi è noto era sconosciuto al primo presidente della Watchtower Bible and Tract Society, e fu coniato solo agli inizi degli anni ’30 dal secondo, proprio per costituire una netta cesura con il suo predecessore, del quale egli non poté mai, con suo rammarico, imitare il carisma[9].

Il movimento che oggi conosciamo, pertanto, porta in sé l’impronta indelebile di Rutherford e solo un vago sentore di quella di Russell. Vedremo anche che esso si avvia ormai ad ulteriori, profonde trasformazioni resesi necessarie dal fatto che l’inesorabile trascorrere del tempo ha definitivamente messo in crisi le aspettative apocalittiche dei Testimoni, che ne costituivano l’elemento fondante e pressoché l’unica ragion d’essere.

L’improvvisa scomparsa di una delle due edizioni mensili di Svegliatevi! è un sintomo significativo del nuovo corso. I responsabili di Brooklyn sanno, sebbene non saranno mai disposti ad ammetterlo, che le centinaia di milioni di copie di riviste che ogni anno stampano non vengono lette quasi da nessuno, se si eccettuano i circa sei milioni di Testimoni di Geova, che lo fanno per dovere d’ufficio. Guardando la cosa sotto uno stretto profilo utilitaristico, non vi è proporzione fra la massa imponente di materiale cartaceo distribuita ed i risultati ottenuti. Gli “studi biblici” (nome con il quale si definiscono le sessioni domiciliari di indottrinamento) sono ormai da tempo in percentuali dello zero virgola, e la crescita è, come abbiamo già detto, in fase di cronica stagnazione, ed ecco il perché del drastico taglio che ha fatto seguito all’impoverimento delle edizioni delle loro pubblicazioni, ormai prive della tradizionale copertina rigida, persino nelle edizioni rilegate dei volumi della Torre di Guardia e Svegliatevi!.

Nel frattempo la sede centrale dell’organizzazione è stata quasi del tutto trasferita dagli storici edifici di Brooklyn Heights nelle campagne dello stato di New York, a Patterson, dove su centinaia di ettari si estende una cittadina che ha tutte le apparenze d’essere stata disegnata da Walt Disney per un suo “cartoon”.

      
Illustrazioni di alcuni siti della sede di Patterson

Da questo luogo idilliaco, che costituisce solo una parte dell’esteso impero edilizio dei Testimoni negli Stati Uniti, continua ad essere raccontata la storia infinita di un sogno ormai perduto, al quale, come i giapponesi della seconda guerra mondiale, dispersi nelle foreste asiatiche dove per decenni dopo la fine del conflitto mondiale credevano di essere ancora in guerra, il Corpo Direttivo si sforza di continuare a dare credibilità al sogno infranto di un uomo morto da più di novant’anni. Solo il tempo, sovrano e signore di ogni illusione umana, darà una risposta.



La prima sede della Watchtower Bible and Tract Society
(disegno tratto da I Testimoni di Geova nel proposito divino)

  

Complesso Watchtower di Brooklyn

PREFAZIONE


Testimoni di Geova sono stati definiti “il movimento religioso con il tasso di crescita più alto del mondo”[10], e possono essere anche definiti “la religione più attiva”. La loro persistente predicazione di casa in casa ha praticamente costretto ogni abitante del loro territorio a fare la loro conoscenza, e la risonanza delle loro attività sugli organi di stampa ha fatto sì che tutti si siano posti la domanda: “Cos’è che li muove?” I ministri religiosi di tutte le denominazioni sono stati costretti, spesso per una conoscenza inadeguata, a mettere in guardia i loro fedeli sul modo di interloquire con questi ardenti evangelizzatori.

Tuttavia, nonostante se ne senta l’esigenza, fino ad ora non è mai stata resa disponibile una storia adeguata del movimento. I libri recenti su di esso (di cui si fa una presentazione nell’appendice) sono stati scritti o da membri dei gruppi religiosi di opposizione con l’unico intento di evidenziare i difetti dei Testimoni di Geova, o da Testimoni attivi con l’unico obiettivo di mettere in risalto solo gli aspetti positivi. Il migliore dei racconti più obiettivi adesso ha già quasi vent’anni, e non è più disponibile non essendo più stampato. Tutti gli altri parlano spesso solo degli aspetti cruciali del movimento, cioè dello sviluppo della sua dottrina, e così non sono riusciti a trasmettere ai loro lettori ciò che significa essere un Testimone.

L’autore è stato intimamente associato ai Testimoni di Geova per molti anni, tanto da consentirgli di pensare come uno di loro, ma nello stesso tempo, di non perdere mai la sua obiettività. Le sue affermazioni, che possono certamente essere contestate, sono sempre accompagnate dal riferimento ad una fonte autorevole.

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Note:

[1] Nell’Appendice XIII viene provveduto un elenco, sebbene non pienamente esaustivo, della letteratura italiana sull’argomento.

[2] Jehovah’s Witnesses in Canada. Champions of Freedom of Speech and Worship. Macmillan of Canada, Maclean-
Hunter Press, 1974. A Penton dobbiamo due dei migliori libri sui Testimoni di Geova attualmente in circolazione. Il primo è Apoclapypse Delayed: The Story of Jehovah’s Witnesses, Toronto 1985 e Jehovah’s Witnesses and the Third Reich. Sectarian Politics under Persecution, Toronto 2004.

[3] La storia del professor Penton, e gli avvenimenti che condussero alla sua espulsione dal movimento nel 1981, sono narrati da James A. Beverley, dell’Università di Moncton, in Canadà, nel suo libro Crisis of Allegiance, Welsh Publishing Company Inc. Burlington, Ontario, Canada, 1986.

[4] Il ruolo della teologia e del pregiudizio nella traduzione della Bibbia. Azzurra, divisione editoria. Treviso 2003.

[5] Jehovah’s Witnesses defended. An Answer to scholars and critics. Elihu Books. U.S.A. 2000.

[6] Citiamo, al riguardo, una lettera della filiale francese dell’organizzazione, del 5 settembre 1983, che, ad un
ricercatore che chiedeva di ottenere materiale di studio, fu formalmente risposto nei seguenti termini: «Non è nostra consuetudine provvedere copie di documenti  ai numerosissimi corrispondenti che ci scrivono da ogni parte sulle materie trattate da più di un secolo nelle nostre pubblicazioni … D’altra parte, desideriamo aggiungere che la nostra biblioteca non è aperta al pubblico; essa non lo è nemmeno per i nostri associati. La sua utilizzazione rimane privata ed è limitata al personale che lavora presso la nostra sede». Les Témoins de Jéhovah de France. EB/SCB.

[7] Testimoni di Geova: essere o non essere? di W. Palmieri e A. Aveta. Edizioni Dehoniane – Napoli, 1981: Analisi di una setta, di A. Aveta. Filadelfia Editrice, 1985. I Testimoni di Geova: un’ideologia che logora, di A. Aveta. Edizioni Dehoniane, Roma, 1990. Storia e dottrina dei Testimoni di Geova, di A. Aveta. Edizioni Dehoniane, Roma. 1994.

[8] Vedi Il Ministero del Regno del novembre 1999, pag. 3-6. Svegliatevi! 22 luglio 1997, pagg. 10-13.

[9] Al riguardo è veramente interessante esaminare la genesi di questo cambiamento. Ne troviamo tracce nell’Annuario del 1976, dove è scritto: «Infatti, io credo che fu Dio Onnipotente a portare a questo, poiché il fratello Rutherford stesso mi disse che al tempo in cui faceva i preparativi per quel congresso una notte si svegliò e disse: ‘Per quale ragione al mondo ho suggerito un congresso internazionale quando non ho per loro nessuno speciale discorso o messaggio? Perché farli venire tutti qui?’ E allora cominciò a pensarci, e gli venne in mente Isaia 43. Alle due del mattino si alzò e alla sua scrivania stenografò uno schema del discorso che avrebbe pronunciato intorno al Regno, la speranza del mondo, e intorno al nuovo nome. E tutto ciò che fu da lui pronunciato allora era stato preparato quella notte, o quella mattina, alle due. E né allora né adesso c’è nella mia mente alcun dubbio che in questo lo guidò il Signore, e che questo è il nome che Geova vuole che portiamo e noi siamo felicissimi e lietissimi di averlo». In poche parole, “Dio Onnipotente” nel corso di una notte insonne del Giudice, lo ispirò al cambiamento del nome.

[10] La definizione è di Marcus Bach, in The Startling Witnesses, Christan Century, 74:197, 13 febbraio 1957. Quest’opinione, piuttosto diffusa al tempo in cui Timothy White scrisse il suo libro (1967), da tempo ormai non è più attuale. Vedremo più avanti, in una delle Appendici, qual è lo stato dell’arte oggi. Ma, per il momento, è interessante la lettura dello Yearbook of Churches del 2006.

Secondo il rapporto fornito da questa autorevole pubblicazione i Testimoni di Geova, insieme a molte altre religioni del panorama cristiano americano, sono ormai in fase di declino stabile. Le percentuali di decremento delle principali chiese degli Stati Uniti sono le seguenti (tutte di segno negativo):

Unione Battista Meridionale: - 1,05; Chiesa Metodista Unita: - 0,79; Chiesa Evangelica Luterana: - 1,09; Chiesa Presbiteriana: - 1,60; Chiesa Episcopale: - 1,55; Chiesa Battista Americana: - 0,57; Chiesa Unita di Cristo: - 2,38; Testimoni di Geova: - 1,07. D’altra parte vi sono anche delle chiese in crescita, e fra di esse: Chiesa Cattolica: + 0,83%; Chiesa di Gesù Cristo dei Santi dell’Ultimo Giorno (Mormoni): + 1,74%; Assemblee di Dio: + 1,81%; Chiesa Ortodossa: + 6,40%.

L’ordine di crescita, dunque, secondo questa autorevolissima e storica pubblicazione, mostra che al primo posto fra le chiese Pentecostali e quelle della corrente non tradizionale americana sono le Assemblee di Dio, seguite dai Mormoni e dalla Chiesa Cattolica. É evidente che gli anni d’oro dei Testimoni sono ormai tramontati.

 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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