I Testimoni di Geova -
      analisi critica di un culto
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La storia

 “Evangelizzazione” KGB:

Agenti e Testimoni di Geova nell'Ucraina sovietica

 di Tatiana Vagramenko*

Prefazione

A cura del traduttore

Ai Testimoni di Geova viene insegnato sin dagli albori che “I sorveglianti [o anziani] sono nominati dallo spirito santo di Dio...” (La Torre di Guardia del 1° gennaio 1959, p. 14) e che “… tutte le nomine dell’organizzazione teocratica vengono da Dio e mediante quelli ch’egli mette in autorità nella sua organizzazione” (La Torre di Guardia del 15 marzo 1951, p. 89). Per coloro che vengono cooptati dalla Watchtower Society come servitori di ministero, anziani, sorveglianti di circoscrizione, missionari, beteliti, membri del comitato di filiale e del Corpo Direttivo, ecc., la nomina è un grandissimo privilegio, perché non viene da un’ente giuridico “umano”, ma direttamente dall’alto, dallo spirito santo o “forza attiva di Geova Dio”: “Ricordate che lo spirito santo vi ha nominati tramite l’organizzazione di Geova. Soddisfate fedelmente i requisisti dell’incarico”, ribadiva La Torre di Guardia del 15 ottobre 1962, p. 625, ai nominati. È una dottrina usata dalla Watchtower Society, partendo dalla scrittura di Ebrei 13:17, per consolidare la sua leadership dal basso, perché disobbedire a quelli che prendono la direttiva nella congregazione è il primo passo per criticare tutta la gerarchia “teocratica” ed è sinonimo di “disobbedienza a Geova” e di ribellione, quindi di apostasia.

Queste sono regole universali, e caratterizzano i Testimoni di Geova di tutti i paesi del mondo e sono tutt’oggi in auge. Tuttavia la seguente ricerca, scritta dalla dott.ssa Tatiana Vagramenko del Dipartimento di Antropologia Sociale dell’Università di Barcellona, ricostruisce partendo dalle carte dell’Archivio del Servizio di sicurezza dell'Ucraina a Kiev (Archivio SBU) un episodio accennato con molto imbarazzo nella letteratura della Watchtower Society (si veda l’Annuario dei Testimoni di Geova del 2000, p. 190, relativo all’ex Cecoslovacchia, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 2006, pp. 117-120, relativo alla Romania, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 2008, pp. 133-134, relativo alla Russia, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 2009, p. 175, relativo ai paesi dell’ex Jugoslavia, l’Annuario dei Testimoni di Geova del 2011, pp. 190-192, relativo all’Estonia, ecc.), passato alla storia come “Operazione Termiti”, un’operazione condotta nei paesi del Patto di Varsavia che vide il KGB, per contrastare i Testimoni di Geova, infiltrare l’organizzazione religiosa con agenti di polizia che faranno in seguito “carriera teocratica” anche ad altissimi livelli. Ciò in netto contrasto con quanto illustrato sopra: se costoro venivano nominati dallo spirito santo divino in veste di anziani, sorveglianti o addirittura come rappresentanti del locale comitato di filiale, poteva Dio permettere la scelta in ruoli così delicati di tali persone sin dall’inizio? Una seria riflessione sulla vicenda, tenendo conto che coinvolse numerosissimi individui affiliati alla Watchtower Society in URSS e in altri paesi del Blocco Socialista, conferma la natura meramente umana dell’organizzazione dei Testimoni di Geova! La Watchtower Society, nel libro Prestate attenzione alle profezie di Daniele!, pubblicato nel 1999, spiegherà ai fedeli, a p. 275, il motivo di tali eventi: “Geova permise che accadessero cose del genere [l’infiltrazione di agenti comunisti nell’organizzazione, ndr] per il raffinamento e la purificazione del suo popolo.” Peccato che, come con la dottrina della nomina tramite lo spirito santo, anche tale dichiarazione è in contrasto con la Bibbia: “Quando è nella prova, nessuno dica: ‘Son provato da Dio’. No; poiché coi mali Dio non può esser provato né egli stesso prova alcuno”. (Giac. 1:13) L’ennesima conferma che si è di fronte ad un culto che di sovrannaturale e di divino non ha nulla! [NdT]

*****
Nell'autunno del 1952 due Testimoni di Geova ucraini si incontrarono clandestinamente a Leopoli in un rifugio di proprietà di un corriere Testimone di nome Tatiana. Non si conoscevano. Questo fu il loro primo incontro dopo la deportazione nel 1951 e la repressione su vasta scala dei Testimoni di Geova nell'Ucraina occidentale. Si incontrarono per discutere dei possibili tentativi di ripristinare la rete clandestina dei Testimoni e per stabilire una nuova leadership. I due Testimoni non sapevano, tuttavia, che il luogo in cui si erano incontrati era sotto la sorveglianza del KGB e che la loro ospite, Tatiana, era un'informatrice del KGB con nome in codice Ania.[1] Riferì su di loro pochi giorni dopo. Ma c'erano altri due rapporti che informavano sullo stesso incontro clandestino. Uno dei due Testimoni presenti all'incontro era l'agente Kirpichenko: nel suo rapporto informò di Tatiana e dell'altro credente, che conosceva solo come “Jonadab della Gerusalemme Celeste”.* Il terzo rapporto venne corrispondentemente presentato dallo stesso “Jonadab” e firmato come agente Vladko.[2]

Per i successivi quattro anni, come parte di un'operazione segreta del KGB, gli agenti Kirpichenko e Vladko viaggiarono per tutta l'Ucraina occidentale, tenendo riunioni di preghiera clandestine e gruppi di studio della Bibbia, battezzando, predicando ai funerali e diffondendo pubblicazioni della
Watch Tower. Tuttavia, come vedremo, la letteratura religiosa era stata prodotta dal KGB. Nessuno dei due seppe mai che l'altro era un agente. Essendo sotto copertura ed evitando incontri con la milizia locale, camminavano di notte, dormivano nelle stazioni ferroviarie o nella foresta e seguivano tutti i regolamenti cospirativi assegnati a qualsiasi normale Testimone dell'Unione Sovietica. Ciò che li rendeva diversi dagli altri Testimoni erano le riunioni regolari con gli ufficiali operativi del KGB e la presentazione dei rapporti dei loro agenti dopo ogni viaggio. Riferirono di ogni credente che incontrarono, fornendo nomi, indirizzi e altre informazioni sensibili.

Subito dopo la seconda guerra mondiale, lo stato sovietico lanciò una vasta campagna di repressione contro i Testimoni di Geova nell'Ucraina occidentale. C'erano una manciata di comunità di Testimoni nell'Unione Sovietica prima della guerra, nonostante i persistenti tentativi missionari dall'estero dalla fine del 19° secolo.[3] Dopo l'annessione dei territori nel 1939, tuttavia, l'Unione Sovietica divenne la patria di oltre 6.000 Testimoni, la maggior parte dei quali si trovava nella Galizia orientale, Volyn’, Bucovina settentrionale e Bessarabia (con gruppi più piccoli in Bielorussia e nella regione baltica). Le comunità crebbero costantemente e alla fine degli anni '40 c'erano circa 8.000 Testimoni, principalmente contadini ucraini, polacchi e rumeni che vivevano nelle campagne, e conducevano le più complesse operazioni clandestine dell'Unione Sovietica. La loro rete di comunità affiatate, sistema di bunker, nascondigli e macchine da stampa sotterranee, operazioni di contrabbando, corrieri con comunicazione in codice e altre pratiche segrete li distinguevano da altre organizzazioni religiose operanti nell'Unione Sovietica. Nell'ossessione sovietica per la cospirazione,[4] i Testimoni che vivevano al confine ucraino venivano spesso accusati di essere emissari dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini. Quindi i Testimoni di Geova in tutti i territori recentemente annessi divennero l'obiettivo principale del KGB. A parte arresti di massa e due deportazioni (1949 e 1951) di Testimoni da Ucraina, Moldova, Bielorussia, Lettonia, Lituania ed Estonia, la polizia segreta sovietica tentò di infiltrarsi nell'organizzazione dei Testimoni. Dalla metà degli anni '50 fino almeno alla fine degli anni '70, il KGB riferì che il Comitato del paese dei Testimoni (il principale organo di governo dei Testimoni sovietici) era sotto il suo controllo, infiltrato con agenti di polizia.[5]

Questo articolo ricostruisce la storia di un'operazione del KGB chiamata Termity (Termiti). L'operazione segreta fu lanciata dall'ufficio del KGB ucraino nel 1951, lo stesso anno in cui lo stato organizzò una deportazione su larga scala di Testimoni dai confini occidentali, e fu sospesa nel 1954, subito dopo la morte di Stalin. L'operazione mirava a infiltrarsi nell'organizzazione clandestina dei Testimoni di Geova in Ucraina (e poi nell'intera Unione Sovietica) e ad organizzare un comitato del paese dei Testimoni come operazione segreta. Il piano è stato progettato in modo tale che il servizio di sicurezza sovietico diventasse il capo dell'organizzazione dei Testimoni di Geova e la sede della Watch Tower Bible and Tract Society ufficiale (di seguito Watch Tower Society), con sede a Brooklyn, divenne un canale nelle sue operazioni di controspionaggio contro gli Stati Uniti.

C'erano circa 200 agenti e informatori che lavoravano nella clandestinità religiosa come parte dell'operazione. La maggior parte di loro vennero reclutati all'interno dell'organizzazione dei Testimoni. Questo articolo tenta di ricostruire le “storie di archivio” di alcuni di loro, concentrandosi sui grovigli e le ambiguità della collaborazione e della sorveglianza della polizia segreta nell'era sovietica.[6] Basato sui materiali d'archivio del KGB recentemente aperti in Ucraina, questo studio racconta i fallimenti e gli effetti collaterali imprevisti dell'operazione. Una lettura densa dei file rivela molti strati di significato. Svela le forme invisibili di azione che i credenti svilupparono nel contesto della sorveglianza o mentre erano costretti a collaborare con la polizia segreta, quando il peso della collaborazione era percepito come un'esperienza religiosa, e quando il KGB, ironia della sorte, divenne una piattaforma su cui i Testimoni (fuorilegge e repressi dallo Stato) ripristinarono i loro canali di comunicazione e ricostruirono le loro comunità.

I confini tra credenti e agenti erano labili e incerti. Inoltre, come mostra la storia qui sotto, non c'era una linea netta tra il dissenso religioso e il centro politico. Pur interferendo con la vita interna e la guida dell'organizzazione dei Testimoni di Geova, il KGB ha di fatto agito come fonte di riproduzione religiosa. Era la rete di agenti che facilitava la ridistribuzione del sapere religioso e la sua circolazione tra le comunità sotterranee locali quando non erano possibili altre vie di comunicazione.

Le “storie” di seguito sono il risultato di una meticolosa decostruzione di diverse migliaia di pagine di documenti prodotti dal KGB nel suo lavoro contro il cosiddetto “geovismo clandestino” nell'Ucraina occidentale durante gli anni '50. L'obiettivo principale è un file top secret in cinque volumi con codice lettera intitolato “LKB, Legendirovannoe kraevoe biuro” (Operazione segreta dell'Ufficio regionale), conservato oggi presso l'Archivio del Servizio di sicurezza dell'Ucraina a Kiev (Archivio SBU): l'ex archivio del KGB. Nella ricostruzione di questa storia, utilizzo anche documenti provenienti da altre raccolte dell'Archivio SBU, come i fascicoli sulla deportazione dei Testimoni nel 1951 (fondo 42), frammenti di fascicoli di sorveglianza (posizionati nei rapporti annuali in fondo 1 e 2); casi penali collettivi di Testimoni repressi, sia riabilitati (fondo 6) che non riabilitati (fondo 5); direttive segrete (fondo 9) e periodici interni top-secret del KGB (fondo 13).

Nonostante il fatto che gli archivi dell'ex KGB in Ucraina siano quasi completamente declassificati e aperti ai ricercatori, non è rimasto molto che riguardi le operazioni di sorveglianza e le reti di agenti, in particolare nel periodo della Guerra Fredda. La raccolta dei file personali degli agenti è stata quasi completamente distrutta, prima a seguito della riforma della metà degli anni '60 (quando la maggior parte dei file degli agenti è stata sostituita dal sistema delle schede), poi come risultato della pulizia nel 1990-91. I file di sorveglianza più importanti (agenturnye dela sui gruppi e dela-formuliary sugli individui) furono anche distrutti in quel periodo. Il fascicolo in codice LKB è stato, fortunatamente, conservato grazie alla sua collocazione nelle raccolte dei rapporti annuali del Quarto Dipartimento che si occupavano principalmente dell'underground nazionalista ucraino (fondo 2).

Una nota sulla metodologia: l'etnografia negli archivi

Molte polemiche ruotano intorno all'apertura degli archivi della polizia segreta nell'ex blocco sovietico e al ruolo che svolgono nel ricordare il passato. Sebbene l'apertura sia stata intesa come un indice della transizione verso la democrazia, i file declassificati della polizia segreta sono stati spesso utilizzati per la ricerca di vendetta e le lotte di potere in epoca postsocialista.[7] La dura propaganda anti-Testimone di Geova nei media russi contemporanei, lanciata in modi che ricordano la vecchia tradizione sovietica, è spesso supportata da rivelazioni scandalose dagli archivi del KGB. Pubblicato subito dopo il bando russo della Watch Tower Society nel 2017, un articolo virale su Internet intitolato “Geovisti-estremisti” accusa i Testimoni di essere spie americane pericolose e “punto di appoggio del nemico”.[8] Cita documenti del KGB degli anni '50, manipolando nomi in codice di agenti e informatori, citando rapporti di agenti e circolari interne estrapolate dal contesto. Uno storico (e colonnello di riserva del Servizio di sicurezza ucraino), Dmitrii Vedeneev, ha pubblicato una serie di articoli e un libro sulle operazioni segrete del KGB contro le istituzioni religiose nell'Unione Sovietica, sulla base di materiali provenienti dagli archivi del KGB in Ucraina. Adottando la narrativa del KGB senza esame critico, descrive l'era gloriosa dei “čekisti” sovietici che lottarono contro la pericolosa organizzazione “geovista” che “reclutava aderenti alla setta per raccogliere informazioni di intelligence per i servizi esteri”.[9] La mancanza di un'analisi critica di una fonte storica così ambigua, multistrato e multivoce la inscrive come un “oggetto [dato] per scontato” o “uno spazio privilegiato per generare la ‘verità’”.[10] Questo approccio traduce la logica del sistema autoritario sovietico nella vita contemporanea.

La crescente letteratura sugli archivi della polizia segreta dell'era socialista sfida il valore di verità degli archivi e sottolinea le loro complicate relazioni con la realtà che descrivono. Sonja Luehrmann sostiene che gli “effetti di realtà” della documentazione della vita nell'Unione Sovietica “non hanno mai inteso essere neutrali o obiettivi, ma partecipare alla trasformazione della realtà descritta”.[11] Katherine Verdery la chiama “l'agenzia del fascicolo” che implica una forza performativa di “truccare le persone” e ricreare la realtà, compreso il loro effetto bomba a orologeria nella politica post-1989.[12] Cristina Vatulescu riassume in modo molto eloquente la questione: “Ogni volta che prendiamo un fascicolo dal suo scaffale, corriamo un grande rischio insito nel semplice atto della lettura: il rischio di riportare in vita la scrittura della polizia segreta sull'argomento; il rischio di diventare cocreatori di questa storia leggendola alle sue condizioni”.[13]

In questo articolo, corro il rischio di leggere i file, compresi quelli che sono stati utilizzati in modo improprio negli attacchi dei media contro i Testimoni di Geova. Seguendo l'approccio etnografico nella ricerca d'archivio,[14] intraprendo una “descrizione fitta” dei file del KGB e interpreto la varietà di contesti, voci, emozioni, motivazioni e intenzioni che si celano dietro le “storie di file” in primo piano. Piuttosto che ricostruire la storia, lo scopo di questo articolo è dimostrare un esempio pratico di come i file possono essere letti in modo diverso e di come la loro fitta descrizione riveli significati nuovi e inaspettati di fatti storici convenzionali.

Dall'apertura dell'Archivio SBU in Ucraina, una serie di studiosi si è avvicinata agli archivi del KGB come fonte per la storia della religione sotto la sorveglianza della polizia segreta.[15] La ricerca condotta da Hiroaki Kuromiya ed Emily Baran illustra al meglio un approccio attento a tale fonti storiche parziali e multivocali (sebbene entrambi gli studiosi abbiano limitato la loro portata ai fascicoli penali e ai protocolli di interrogatorio). Kuromiya, che è stato tra i primi studiosi ad accedere all'Archivio SBU, fornisce un'analisi lunga un libro di un fascicolo penale del KGB in due volumi sul gruppo di Avventisti Riformati in Ucraina, processati nel 1952.[16] La sua lettura ravvicinata dei documenti degli interrogatori fornisce informazioni sui meccanismi nascosti della polizia segreta in azione: distorcere dichiarazioni e fabbricare casi per costruire l'immagine di una “sovversione ideologica” organizzata a partire da contadini credenti dispersi, molti dei quali analfabeti e che praticavano privatamente la loro fede all'interno delle loro famiglie. Tuttavia, la sua speculazione su chi fosse un agente (ad esempio, basata su quello che gli sembrava un sospetto rifiuto di parlare di uno degli imputati, che in realtà era una pratica abbastanza comune) sembra più un'ipotesi, principalmente perché non ha accesso a nessun altro documento a parte un singolo fascicolo. Allo stesso modo, la Baran tratta i protocolli di interrogatorio del KGB dei Testimoni di Geova arrestati come luoghi di contestazione che “offrono una preziosa finestra sul rapporto tra lo stato sovietico e i Testimoni e su come ciascuno si vedeva l'altro”. Ammette anche il complicato valore di verità dei documenti e la necessità di vedere cosa viene detto e cosa manca nei protocolli (ad esempio, segni impliciti di coercizione durante gli interrogatori).[17]

Roman Skakun ha compiuto un tentativo completo di affrontare storie di collaborazione a livello biografico.[18] Basandosi sulla storia dell'operazione segreta del KGB chiamata Rify, incentrata sul metropolita greco-cattolico Joseph Slipyi (1939–41), legge criticamente la documentazione prodotta dal KGB, alla ricerca di granelli di verità e segni di fabbricazione nei rapporti degli agenti. Skakun ricostruisce le storie di vita degli agenti che hanno operato nell'underground religioso, le modalità del loro reclutamento e le possibili motivazioni (quest'ultima considera il fattore cruciale nella valutazione sociale della collaborazione). È principalmente il suo approccio ponderato ma trasparente alla questione della collaborazione che mi ha convinto a rivelare i veri nomi degli agenti nella storia qui sotto.

Questo articolo suggerisce di leggere più generi di documentazione del KGB, inclusa la documentazione prima dell'arresto e dopo l'arresto. Lo scopo principale della mia analisi è lavorare con ciò che Verdery sostiene, seguendo Mikhail Bakhtin, è l'eteroglossia del documento, la coesistenza di una varietà di voci spesso antagoniste che partecipano alla produzione del testo e sono subordinate a un'unica interpretazione dominante.[19] Nella sua tenuta dei registri, la polizia segreta sovietica ha elaborato pezzi testuali discordanti in un formato testuale standardizzato, un linguaggio legnoso che è spesso difficile da leggere. Questa raccolta parziale di fonti eterogenee ha costruito una nuova realtà socialista e ha avuto un enorme potere sulla vita delle persone. In questa produzione della realtà, tuttavia, gli archivi della polizia segreta spesso non riuscivano a superare l'eteroglossia. Gli ufficiali locali del KGB, nella fretta di riferire il successo del loro lavoro, non erano sempre coerenti o abili nel codificare il testo in formati standardizzati. Le copie dattiloscritte "spazzolate" dei rapporti degli agenti non possono sempre nascondere la paura e l'orrore degli informatori, né la loro fede e potere. Le lettere o i diari dei credenti confiscati, racchiusi in archivi penali, spesso hanno minato gli schemi della narrativa del KGB e hanno esposto trame diverse.

Vale a dire, il fascicolo trapela e rivela il conflitto interno che la documentazione sovietica ha così metodicamente cercato di subordinare a un'unica interpretazione dominante, le voci contrastanti di diversi agenti della storia: informatori, collaboratori, credenti repressi, persone sotto sorveglianza, gli ufficiali del KGB ed i loro superiori di alto rango. Seguo queste tracce e decostruisco il testo, scomponendolo in voci separate. Poi ricostruisco una storia mettendo pezzi dispersi in un quadro coerente. La stessa voce o lo stesso schema della storia può apparire in una varietà di documenti. Un paragrafo o solo poche frasi, una nota a margine, l'immagine di una persona che guarda dritto nella telecamera su una fotografia di sorveglianza (un agente?), una citazione indiretta della voce di un informatore: tutte queste tracce sono disperse in diversi file (spravy) e anche in diverse raccolte archivistiche (fondy). Confrontando documenti di diversa provenienza, seguo storie diverse e ricostruisco storie di vita mai raccontate di Testimoni che hanno collaborato con il KGB come agenti e informatori. Quando il file espone le sue crepe, la cronologia può essere vista in modo diverso. Dà uno sguardo alle ambizioni infrante dello stato autoritario, alle operazioni fallite della polizia segreta e all'agenzia invisibile di una religione emarginata.
 
I Testimoni di Geova e la clandestinità religiosa nell'Unione Sovietica

La “Bible Belt dell'Unione Sovietica”, l'Ucraina ospitava le più grandi comunità evangeliche del paese.[20] Molte di esse furono bandite dallo stato e in seguito formarono quello che divenne noto come l’“underground religioso”. Questi gruppi caddero sotto la giurisdizione del KGB, ma poco si sa dei loro incontri con la polizia segreta. La forte attenzione all'establishment religioso (principalmente della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa greco-cattolica ucraina) e alle politiche statali sulla religione ha distratto l'attenzione degli studiosi dai modelli più ampi di dissenso e collaborazione religiosa quotidiana. Tuttavia, come sostiene A. I. Savin, il reclutamento di agenti ad ampio raggio tra le congregazioni protestanti iniziò già a metà degli anni ‘20. Applicando la stessa strategia del “divide et impera” sviluppata per trattare con la Chiesa ortodossa russa, le iniziative del KGB contro i gruppi protestanti consistevano nel reclutare leader religiosi, nel compromettere quelli considerati più fanatici e nel fomentare conflitti interni all'interno delle comunità religiose. Uno dei primi ideologi della “politica della chiesa” del KGB fu Martin Latsis, un responsabile della Čeka, il quale sostenne che era più efficace non sparare al pope, che anatemizzava il potere sovietico, ma reclutarlo, in modo che benedicesse il potere sovietico come potenza di Dio.[21] La conseguenza di questa politica portò la maggioranza dei leader protestanti a collaborare con il KGB e ad essere i principali alleati filo-sovietici. Nel 1933, l'Unione Battista, per esempio, era guidata da due agenti dell'NKVD, Sovetskii e Bobrov, fino all'arresto di entrambi nel 1935.[22] Savin paragona questa strategia di adattamento del mimetismo politico con le "armi dei deboli" di Scott e il "piccolo affare", che consentiva il funzionamento legale delle organizzazioni religiose e quindi la loro sopravvivenza.[23]

Un tale "piccolo accordo" di mimetismo politico era meno possibile per i Testimoni di Geova a causa della loro posizione fondamentale nei confronti dei governi terreni corrotti da Satana e presto distrutti da Dio nell'imminente Apocalisse. Con un'eccezione nel 1949, i Testimoni non cercarono di legalizzare la loro organizzazione nell'Unione Sovietica. Inoltre, si riteneva che ogni tipo di partecipazione alla vita dello Stato fosse un'apostasia, con la conseguente disassociazione del trasgressore. I Testimoni si rifiutarono di prestare servizio nell'Armata Rossa, partecipare alle elezioni, entrare a far parte del Partito Comunista, delle fattorie collettive statali o di organizzazioni statali come il Komsomol,* salutare la bandiera nazionale, o per ottenere un passaporto (il cui rifiuto era un reato), nonché per collaborare con la polizia. Sfidarono apertamente l'ordine sovietico e, nel loro ministero di casa in casa, predicarono l'instaurazione di un governo teocratico durante il regno millenario di Cristo.[24]

Sebbene facessero parte della clandestinità religiosa dell'era sovietica insieme a molti altri gruppi di minoranze religiose, i Testimoni di Geova si distinguevano dagli altri. A differenza dei greco-cattolici ucraini clandestini, i Testimoni non avevano una struttura ecclesiastica ma si rappresentavano come una società o corporazione laica. A differenza di altri gruppi evangelici clandestini, svilupparono una rete gerarchica altamente organizzata di congregazioni locali, circoscrizioni locali (gruppo di congregazioni), distretti regionali (gruppo di circoscrizioni) e rami di campagna. Ogni unità aveva il proprio sorvegliante e corrieri clandestini che comunicavano attraverso la rete. La struttura era transnazionale: i Testimoni sovietici erano subordinati alla filiale polacca e la sede della Watch Tower Society si trovava negli Stati Uniti. Durante la Guerra Fredda i Testimoni sovietici mantennero i contatti con le filiali superiori all'estero, inviando rapporti missionari mensili e ricevendo pubblicazioni della Watch Tower. Come fa notare Baran, nel caso dei Testimoni lo stato sovietico aveva a che fare con una vera e propria organizzazione clandestina. Non c'era bisogno di inventare crimini: i Testimoni violavano ripetutamente le leggi sovietiche, attraversavano illegalmente i confini, contrabbandavano e producevano in serie letteratura religiosa e predicavano l'imminente distruzione dello stato sovietico.[25]

I Testimoni non avevano un clero professionista, un obiettivo primario per le infiltrazioni. Ogni gradino dell'organizzazione aveva un anziano nominato, chiamato “servitore”,* che sovrintendeva alla vita religiosa locale, era responsabile della distribuzione della letteratura religiosa e presentava rapporti regolari alla gerarchia. I sorveglianti di circoscrizione e di distretto, gli anziani e i corrieri venivano spesso cambiati, il che mirava a rendere invisibile la leadership dei Testimoni alla polizia segreta. Poiché il quartier generale dell'organizzazione si trovava all'estero, si poteva presumere che ciò rendesse i Testimoni sovietici immuni all'infiltrazione della polizia nell'organo direttivo. La polizia segreta sovietica, tuttavia, apprese molto rapidamente la struttura locale e internazionale dell'organizzazione dei Testimoni, nonché le loro pratiche di clandestinità. Già verso la metà degli anni ‘40, la documentazione del KGB descriveva in dettaglio la composizione delle congregazioni, delle circoscrizioni e dei distretti locali in Ucraina; i loro canali di comunicazione all'estero; pratiche di nomina dei dipendenti; presentazione di rapporti missionari in codice; operazioni di contrabbando e altro. In effetti, fu la struttura transnazionale della Watch Tower Society a rendere i Testimoni sovietici un oggetto di interesse per il dipartimento di controspionaggio del KGB. Come mostra la storia qui sotto, il KGB ha cercato di fare dell'organizzazione dei Testimoni in Ucraina un canale nei loro giochi di spionaggio con le agenzie di intelligence statunitensi.

La testimonianza della “guerra teocratica” e i principi di non cooperazione hanno reso i Testimoni sovietici un osso duro per il KGB. Allo stesso tempo, questi elementi hanno reso la questione della collaborazione e dell'informazione una questione sempre più straziante per i Testimoni che vivevano sotto la totale sorveglianza del regime sovietico. Allo stesso modo, hanno reso difficile venire a patti con il fatto che molti Testimoni hanno effettivamente collaborato con il KGB, nonostante i rigorosi standard dell'organizzazione di non cooperazione con le autorità statali. Come vedremo, la collaborazione non sempre portava alla disassociazione di un membro. Verso la metà degli anni ‘50 c'era spazio per dubbi, paure, bugie, compromessi e perdono.* Vivendo momenti drammatici della loro vita, sotto il rischio di arresti e lunghe condanne, i credenti hanno adattato creativamente sia la loro fede che le regole della loro organizzazione alle circostanze. Per seguire l'argomento della Baran, non c'era una linea netta tra resistenza e compromesso: “Nel corso di una singola indagine, la stessa persona potrebbe resistere, scendere a compromessi e cedere. In effetti, i Testimoni hanno mostrato notevole creatività e ingegno nel sviluppando una miriade di strategie per far fronte agli interrogatori”. A volte, sono state scelte alcune forme di cooperazione per proteggere l'organizzazione.

Nel 1952, il KGB confiscò il diario di Mariia (Marina) Veretel´nik, un membro del comitato dei Testimoni del paese. Il “diario di Marinka” è stato successivamente citato nelle circolari del KGB come esempio delle tecniche di controspionaggio dei credenti.[26] Il diario ha rivelato che i Testimoni erano a conoscenza dell'infiltrazione di agenti e della sorveglianza del KGB e conoscevano i nomi degli agenti. Hanno anche esaminato attentamente i funzionari del KGB, hanno studiato le tecniche di sorveglianza del KGB ed erano a conoscenza di alcune operazioni segrete effettuate contro di loro. Pur essendo pedinati dalla polizia segreta, hanno pedinato anche gli ufficiali del KGB. La controinfiltrazione era un altro modello della loro resistenza quotidiana. Alcuni credenti sono entrati intenzionalmente nella rete degli informatori o sono stati scelti per diventare collaboratori dalle proprie congregazioni. Gli agenti nominati hanno fornito informazioni parziali o meno sensibili in cambio della conoscenza dei piani e delle operazioni del KGB. Altri credenti hanno scritto false denunce per fuorviare la polizia segreta.

Eppure, come osserva la Baran, le voci di coloro che si sono compromessi sono state messe a tacere nella storia dell'organizzazione. La letteratura ufficiale dei Testimoni racconta la storia dell'ostinata resistenza dei Testimoni fedeli che non hanno “ceduto al comunismo” e non hanno mai fatto compromessi con le autorità sovietiche.[27] Come con molte altre organizzazioni religiose che hanno vissuto regimi dittatoriali, i Testimoni si considerano eroici sfidanti o vittime di il regime sovietico. La politica della memoria non ha ancora trovato la strada per fare i conti con il fatto che molti credenti si spiano a vicenda.
 
Deportazione e un piano più ampio

Vedo, dagli eventi dell'8 aprile 1951, che è solo una chiave inserita nella serratura per aprire la porta di questo caso”, scrisse un agente segreto, che era anche un noto Testimone di Geova, nel suo rapporto a il servizio di sicurezza sovietico.[28]

La famigerata data dell'Operazione Nord, la deportazione di massa dei Testimoni di Geova dai confini occidentali dell'Unione Sovietica, era l'8 aprile 1951.[29] Quella notte, oltre 6.300 Testimoni e le loro famiglie furono caricati in carri bestiame e inviati in aree deserte in Siberia. La parte ucraina dell'Operazione Nord (il dossier segreto “Troika”) era solo un tassello di questa storia.[30] All'inizio della Guerra Fredda, i Testimoni divennero un obiettivo di alto profilo per i servizi di sicurezza sovietici. All'inizio degli anni '50, il KGB dispiegò un “attacco contro la clandestinità geovista” su vasta scala e il loro esilio ne fu solo una parte. Nel periodo tra il 1947 e il 1953, lo stato arrestò circa 2.000 Testimoni, confiscò centinaia di migliaia di giornali e volantini insieme a oltre 300.000 rubli e altri oggetti di valore ed espose diverse macchine da stampa sotterranee. L'intero comitato nazionale è stato arrestato tre volte.[31]

La repressione spazzò quasi via la struttura organizzativa dei Testimoni di Geova e fratturò la loro rete coerente di congregazioni in Ucraina, lasciando i credenti nel terrore. Le comunità e gli individui dispersi vennero tagliati fuori l'uno dall'altro. La loro comunicazione all'estero venne interrotta. Le autorità statali sovietiche, tuttavia, erano consapevoli del fatto che non tutti i Testimoni erano stati deportati.[32] Non appena l'operazione Nord fu completata, la polizia segreta iniziò a compilare elenchi di coloro che erano rimasti ai confini occidentali del paese. Avevano le informazioni più dettagliate. La liquidazione della filiale dei Testimoni a Łódź, in Polonia (che sovrintendeva alle attività dei Testimoni sovietici), all'inizio del 1951 permise alla polizia segreta di accedere all'intero archivio dell'ufficio di Łódź, che conteneva dettagliati rapporti missionari e finanziari da ogni parte l'Unione Sovietica. L'archivio di Łódź, insieme alla documentazione confiscata durante gli arresti di massa, fornì al KGB un quadro completo della struttura geografica della Società nell'Unione Sovietica, con i nomi dei membri, gli indirizzi dei rifugi e le informazioni sui corsi teocratici e sui fondi delle donazioni.[33]

Nel 1951, pochi mesi dopo la deportazione, agenti del KGB riferirono dei restanti Testimoni nell'Ucraina occidentale sotto la nuova guida di Mykola Tsyba. In condizioni più dure, nelle profondità del sottosuolo, Tsyba e la sua cerchia stavano cercando di ripristinare la rete rovinata, di riallineare e di ricostruire distretti e circoscrizioni locali, alla ricerca di nuovi contatti con la Società all'estero. La maggior parte degli anziani Testimoni e dei servitori di congregazione furono repressi e Tsyba non conosceva personalmente coloro che erano rimasti. Le voci si stavano diffondendo: gli agenti del KGB erano ovunque. Tsyba non sapeva di chi fidarsi. La sua scelta sbagliata delle persone portò al suo arresto nell'agosto del 1952 e l'ultimo canale di comunicazione con la Società internazionale fu interrotto. Senza leadership, senza letteratura e senza comunicazioni, l'organizzazione dei Testimoni nell'intera Unione Sovietica fu temporaneamente paralizzata. Ciò rese la clandestinità religiosa vulnerabile alle infiltrazioni di agenti, un momento perfetto per il servizio di sicurezza per iniziare il gioco.

Eliminare il dissenso religioso non era un obiettivo immediato. Negli ultimi anni del regno di Stalin, le semplici misure coercitive stavano lentamente cedendo il passo a modi più sofisticati e velati di controllo e sorveglianza. “Il carcere non è consentito, è necessaria la rieducazione” (sazhat´ nel´zia, nuzhno vospityvat´), era una risposta frequente che faceva eco a una svolta nello stato di polizia sovietico dalla forza bruta della repressione politica di massa, ma non un cambiamento nelle sue basi principi coercitivi nei confronti delle minoranze religiose bollate come sette.[34] Il tempo delle campagne “educative” antireligiose su larga scala di  Chruščëv non era ancora arrivato. Nel 1951 la rieducazione dei dissidenti religiosi significava tutt'altra cosa: mettere l'organizzazione clandestina sotto il controllo totalizzante. Ma non solo, significava anche dirigerlo.

Il KGB come capo dell'Organizzazione dei Testimoni di Geova

Mentre le autorità locali erano impegnate nella fornitura di centinaia di carri bestiame per deportare oltre 2.000 famiglie di Testimoni dall'Ucraina occidentale, l'ufficio del KGB a Kiev stava pianificando un'altra operazione, chiamata Legendirovannoe kraevoe biuro (Operazione segreta dell'Ufficio regionale, LKB).[35] L'idea era ambiziosa: il KGB prevedeva di organizzare il comitato dei Testimoni di Geova del Paese come fronte che avrebbe preso sotto il suo controllo tutti i dieci distretti in Ucraina noti alla polizia segreta. Tutti i servitori di ministero, dal più basso al più alto, dovevano essere sostituiti da agenti e informatori. La comunicazione tra le unità doveva essere sotto lo stretto controllo degli agenti (ad esempio, dovevano essere reclutati anche corrieri e pionieri).

“La graduale disintegrazione della clandestinità geovista” era un obiettivo dichiarato dell'operazione. Ma le sue complesse misure hanno mostrato che l'eliminazione dell'organizzazione dissidente non era il suo obiettivo principale. Un piano ambizioso venne redatto in alcune circolari top-secret: intercettare i canali di comunicazione dei Testimoni di Geova con i loro centri all'estero – in Polonia, Romania e Cecoslovacchia, poi nell'Europa occidentale, e infine nella sede di Brooklyn, per penetrare l'intera piramide dei Testimoni di Geova con agenti sotto copertura del KGB.[36] In quanto tale, la Watch Tower Society era stata preparata per diventare un canale segreto nel controspionaggio straniero sovietico.

Il paradosso dell'operazione segreta era che per raggiungere il successo, il KGB non aveva bisogno di gruppi disintegrati di credenti paralizzati dalla paura, ma piuttosto di una rete consolidata di credenti mobilitati, forniti di tutte le attrezzature necessarie per continuare le loro attività religiose. Quindi il KGB aveva bisogno di canali di comunicazione ben funzionanti, una serie di corrieri, case sicure, un sistema di codifica sviluppato e una macchina da stampa. La polizia segreta colse nel modo più accurato l'idea delle relazioni di potere dei Testimoni: l'autorità era con coloro che portavano le pubblicazioni della Watch Tower che i Testimoni leggevano durante le loro adunanze di studio biblico settimanali e distribuite attraverso il ministero di casa in casa.

Il piano LKB cercava di separare infine i Testimoni sovietici dai loro centri stranieri, cambiando gradualmente gli atteggiamenti sociali dei Testimoni nei confronti della "lealtà e patriottismo sovietici". Lo scopo non era quello di distruggere il dissenso religioso ma di addomesticarlo, trasformando i credenti radicali in cittadini controllabili e leali. Alcuni anni dopo, quando una parte significativa della rete clandestina dei Testimoni era già sotto il controllo della polizia segreta, il KGB incaricò gli agenti principali di preparare discorsi speciali da tenere alle adunanze di congregazione. Il messaggio principale era promuovere l'idea di lealtà all'ordine socialista esistente. Un'istruzione segreta menzionava una comunità di 80 credenti in Transcarpazia come esempio del massimo successo. Il gruppo era completamente integrato nella vita sovietica: i credenti “riconoscevano il servizio militare e partecipavano alla vita sociopolitica del paese” e il loro capo religioso era un agente del KGB, che riferiva regolarmente ai suoi ufficiali sulla vita religiosa del gruppo.[37]

L'operazione segreta è stata progettata per fare del KGB il capo dell'organizzazione sotterranea dei Testimoni sovietici. Il piano LKB era molto esplicito al riguardo. D'ora in poi, un documento affermava che “l'organizzazione capitale di Geova” non sarà situata a Brooklyn ma a Kiev, a un nuovo indirizzo: via Vladimirskaia 33, un luogo piuttosto significativo per gli ucraini, poiché questo era l'indirizzo del KGB ucraino ed è la sede contemporanea del Servizio di sicurezza ucraino.

Essendo consapevole della gerarchia dall'alto verso il basso e delle pratiche di raccolta dei dati sviluppate dalla Watch Tower Society, il piano del KGB disegnò un modello simile con la divisione dei gruppi, l'allocazione dei fondi e la presentazione di rapporti missionari e finanziari. L’“organizzazione del capitale” in via Vladimirskaia 33 avrebbe dovuto ricevere regolarmente elenchi dettagliati di tutti i servitori di ministero e dei credenti ordinari, insieme a rapporti di bilancio d'inventario da tutte le regioni. Il centro ordinò a ogni servitore di ministero di segnare su una mappa i propri circuiti o distretti. Essendo la cima della piramide, è stata solo l'“organizzazione della capitale” ad avere una mappa completa di tutte le circoscrizioni e i distretti dei Testimoni in Ucraina.

Il piano assicurava che tutte le informazioni, i fondi e il materiale religioso fossero presentati ai vertici, allo stesso KGB. Il vertice, di conseguenza, divenne responsabile di fornire all'intera rete dei Testimoni di Geova Bibbie, tutti i tipi di letteratura religiosa, grammofoni e dischi di grammofoni, macchine da scrivere e persino biciclette. Il piano, kafkiano com'era, cercava di fare dell'organizzazione dei Testimoni di Geova un allegato del KGB.
La rete religiosa del KGB

Dopo il suo arresto, Mykola Tsyba, l'ultimo membro del comitato del paese dei Testimoni in Ucraina, è riuscito a far uscire di nascosto una lettera da una prigione, dove ha nominato Aleksandr Mamchuk come nuovo membro del comitato del paese. La lettera era un falso del KGB e Mamchuk appare nei file con il nome in codice dell'Agente Kirpichenko. Negli anni '40 era un servitore distrettuale [sorvegliante di distretto, NdT] nella regione di Volyn e lavorò a stretto contatto con Tsyba. Ma dopo il terrore degli arresti di massa e delle deportazioni, Mamchuk abbandonò un ruolo attivo all'interno dell'organizzazione, si trasferì nell'Ucraina orientale, ottenne un lavoro e iniziò una nuova vita legale. Questo lo rese vulnerabile al reclutamento del KGB. Dopo aver firmato un accordo per collaborare con la polizia, il KGB riportò lui e sua moglie a Leopoli, gli affittò un appartamento e gli diede alcune pubblicazioni della Watch Tower per avviare il suo gruppo di preghiera. Mamchuk non seppe mai che la lettera ricevuta da Tsyba fosse falsa.[38] Nonostante fosse stato reclutato come agente del KGB, credeva di essere stato genuinamente nominato dalla Watch Tower Society.

Il secondo membro dell'ufficio regionale segreto, Vasilii Kryzhanovskii, nome in codice dell'Agente Guiva, era l'unico agente non Testimone reclutato per l'operazione. Ex pentecostale, si unì all'ufficio regionale per controllarne gli altri membri. Il duo di Kirpichenko e Guiva, nome in codice Dvoika, iniziò a riorganizzare l'organizzazione dei Testimoni in Ucraina. Per rafforzare la loro copertura, il KGB delegalizzò Kirpichenko e Guiva: lasciarono il loro lavoro ufficiale e si cancellarono dai loro luoghi di residenza. Da quel momento in poi, la polizia segreta finanziò interamente il loro lavoro e pagò lo stipendio mensile. La tipografia sotterranea segreta venne allestita nella regione di Ternopil´ e il KGB stanziò inizialmente 5.000 rubli per l´acquisto della carta e dell´inchiostro.[39]

Lentamente, il KGB reclutò altri agenti, promuovendoli a posizioni di comando all'interno dell'organizzazione dei Testimoni e quindi ampliando il suo controllo sui Testimoni ucraini. Nel giro di un paio d'anni, nel 1953, l'ufficio regionale segreto controllava già 700 Testimoni nelle regioni di Ternopil´, L´viv, Stanislav e Volyn. Altri cinque distretti (con circa 1.100 credenti) erano sotto il controllo di altri agenti che non facevano parte dell'operazione di copertura della LKB.[40]

Nel 1953, al culmine del successo dell'operazione, il KGB pubblicò uno schema della Società dei Testimoni di Geova, con il quartier generale di Brooklyn in alto e distretti e circuiti sovietici in basso (fig. 1).[41] Le linee rosse tratteggiate indicavano i circuiti dei Testimoni sotto il controllo di un agente del KGB. Un altro diagramma (fig. 2) mostra come è stato costruito l'ufficio regionale segreto, indicando gruppi di credenti e nomi in codice di agenti a cui erano subordinati. Secondo il piano stabilito due anni prima, l'operazione segreta doveva espandersi in modo da coprire l'intera rete della Watch Tower Society.

I diagrammi non mostravano l'esistenza di un comitato alternativo per i Testimoni di Geova organizzato da Bohdan Terlets´kyi, che era al di fuori del controllo del KGB. Dopo l'arresto di Mykola Tsyba nel 1952 e fino al suo stesso arresto nel 1955 (che portò alla sua improvvisa rinuncia alla fede), Terlets'kyi lottò da solo contro l'infiltrazione del KGB e cercò di screditare un ufficio regionale di opposizione, che credeva fosse sotto il controllo del KGB.[42] Nel frattempo, i due comitati nazionali funzionavano in modo sincrono e pubblicavano newsletter, in cui si accusavano a vicenda di essere collaboratori del KGB. I Testimoni dovevano scegliere di chi fidarsi. L'operazione segreta dell'Ufficio regionale durò quattro anni. Dopo le riforme del KGB nel 1954, Mosca richiese l'approvazione di ogni iniziativa locale. Per i motivi spiegati di seguito, l'ufficio regionale segreto gestito dall'ufficio ucraino venne disapprovato e sospeso.



Figura 1. Diagramma del KGB della Società dei Testimoni di Geova con linee tratteggiate
che demarcano i circuiti sotto il controllo di un agente del KGB.
Fonte: Archivio SBU, , f. 2, op. 1, spr. 2433, ark. 94.  

La liminalità degli agenti

Finora, questa è la storia come appare in superficie. Vorrei ora sollevare uno strato e guardare la storia da un'angolazione diversa: gli agenti interni. Alcuni di loro sono stati attivi nell'elaborazione dell'operazione segreta sin dall'inizio. Il fascicolo LKB si apre con un rapporto di nove pagine scritto dall'agente Krestinski e indirizzato al colonnello Viktor Sukhonin, il capo del cosiddetto Dipartimento della Chiesa della Quarta Direzione.[43] Nel suo rapporto, Krestinski tracciò un piano dettagliato dell'operazione segreta come lo vide, dando consigli su come istituire l'ufficio regionale e su come riorganizzare meglio l'intera clandestinità dei Testimoni di Geova nell'Unione Sovietica. Rapporto di un agente convenzionale scritto in un linguaggio stereotipato čekista, il testo di Krestinski rivela tuttavia un conflitto semantico mentre mescola ostinatamente due registri linguistici contrastanti: il vocabolario canonico del linguaggio burocratico della polizia segreta mescolato “ereticamente” con il linguaggio profondamente religioso di un fedele Testimone.

“Dobbiamo sapere cosa sta succedendo alla clandestinità geovista in ogni singolo angolo del nostro paese”, inizia Krestinski. Scrive della liquidazione della filiale di Łódź come di un grande risultato e della prevista liquidazione dell'intera clandestinità geovista in Unione Sovietica. Quindi Krestinski suggerisce di ricostituire le posizioni di leadership lasciate libere (dopo la deportazione e gli arresti di massa) e fornisce un elenco di credenti che raccomanda come "degno di fiducia". Si potrebbe presumere che essere affidabili significhi qui essere adatti al reclutamento del KGB, ma non è così inequivocabile. Continuando a leggere, apprendiamo che essere degno di fiducia per Krestinski significa in realtà essere in grado di “servire l'organizzazione teocratica”. “Vorrei venire da loro per conto di Geova Dio e chiamarli a lavorare come servitori di Dio”, continua Krestinski nel suo rapporto.[44]



Figura 2.Uno dei diagrammi dell'Ufficio regionale segreto
Fonte: Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2432, ark. 355.  

La mescolanza di registri linguistici contrastanti nei rapporti di Krestinski ci permette di guardare la storia da una prospettiva diversa. Il suo piano di istituire l'ufficio regionale segreto e il modo in cui formula le sue raccomandazioni in realtà sembravano un accordo ufficiale tra i Testimoni e il KGB, un accordo che delinea esplicitamente i diritti e i doveri di entrambe le parti. Pur accettando di trasferire la nuova sede dei Testimoni di Geova in via Vladimirskaia 33, Krestinski chiede ripetutamente che la nuova sede non si limiti a regolare la vita interna dell'organizzazione dei Testimoni, ma allo stesso tempo le fornisca letteratura religiosa e significa produrlo. Se il centro interrompe le comunicazioni con le filiali estere, allora deve assumere il ruolo di avvocato e sostenitore dei credenti in Unione Sovietica.

Krestinski dà istruzioni dettagliate su come ripristinare la rete dei Testimoni di Geova: ogni comunità dovrebbe ricevere istruzioni sulla “campagna di semina spirituale”; i gruppi di studio biblico dovrebbero riunirsi regolarmente, battesimi e funerali dovrebbero essere autorizzati e regolamentati, i credenti dovrebbero ricevere pubblicazioni religiose ed essere istruiti “come studiare i vecchi fascicoli della Torre di Guardia, finché Geova ce ne invierà di nuovi”.[45] Il testo è letto come se l'autore stesse cercando di assicurare la sopravvivenza di una rete di congregazioni di Testimoni, anche se su basi alternative.

Krestinski suggerisce di aumentare la segretezza delle riunioni di gruppo e di seguire l'esempio di Gesù Cristo, “perché il nemico non dovrebbe sapere”. I confini tra i due registri sono sfumati, e non si può essere sicuri a chi ci riferisca “noi” nel seguito, o se “il nemico” si riferisca a un nemico socialista o al nemico religioso, che per ogni cristiano è Satana: “Se con l'aiuto di Geova possiamo ottenere tutto questo, poi saremo i padroni della situazione... Non bisogna dimenticare che il nemico cercherà di ottenere il potere, e dobbiamo osservarlo da vicino per poterlo liquidare e a badare ai suoi raggruppamenti”.[46]

Krestinski ha chiarito: l'organizzazione della capitale doveva sostenere la tempestiva produzione di letteratura religiosa. La rivista La Torre di Guardia doveva essere pubblicata almeno ogni due mesi. Se l'ufficio regionale è responsabile del contenuto della letteratura, l'organizzazione della capitale garantisce un'equa allocazione dei fondi. Il rapporto ha la forma di un accordo: “Se l'organizzazione della capitale rifiuta la richiesta dell'ufficio regionale anche per una o due macchine da scrivere, allora l'organizzazione della capitale diventa interamente responsabile della produzione di un numero di attualità”.

Il nome dell'agente Krestinski compare molte volte sulle pagine dei file LKB. Era una figura ambigua nelle complicate relazioni tra la clandestinità dei Testimoni e la polizia segreta sovietica. Con il suo vero nome, Andrei Grinishin, era conosciuto come un pioniere anziano (evangelizzatore a tempo pieno) in Polonia dal 1926. Grinishin fu reclutato dal KGB subito dopo l'annessione sovietica dei territori dell'Ucraina occidentale nel 1939. Più tardi, il suo il reclutamento venne citato nelle pubblicazioni interne del KGB come una storia di successo: un esempio di come un “fanatico” religioso sia stato trasformato in un informatore più affidabile.[47] Agente a lungo termine che ha lavorato per il KGB per quasi 20 anni, era un leader ambizioso la cui collaborazione con il KGB portò all'arresto di alcuni Testimoni di alto rango, compresi i membri del comitato nazionale Stanislav Burak e Pavlo Ziatek.[48] Allo stesso tempo, assunse un ruolo attivo nella riorganizzazione dei distretti e delle circoscrizioni dei Testimoni nell'Ucraina occidentale dopo l'annessione sovietica. I rapporti di Krestinski erano carichi di immagini religiose e dimostravano una certa cura per i credenti comuni. A metà degli anni '50, la sua collaborazione fu denunciata dai Testimoni (anche se a quanto pare non fu disassociato) e il KGB lo rimosse dalla rete di agenti dell'operazione LKB. Negli anni successivi, il suo compito fu di redigere le pubblicazioni della Torre di Guardia, che furono stampate dalla polizia segreta.

La storia di Krestinski rivela il ruolo liminale dell'agente, posto tra due realtà, quella socialista e quella religiosa, che fa parte di entrambe e allo stesso tempo di nessuna delle due. Una sorta di atto sovversivo che comportava la sfida dei confini tra due domini antagonisti, questo era un gioco rischioso che metteva in pericolo le impostazioni dell'autorità formate dallo stato sovietico e allo stesso tempo mandava in frantumi le strutture e le gerarchie dei Testimoni stabilite. La liminalità di questo agente mostra anche che, nonostante le posizioni fondamentaliste unificate dei Testimoni di Geova a livello internazionale, alcuni Testimoni sovietici, almeno negli anni '50, negoziarono spazio per compromessi e strategie alternative per ripristinare la loro organizzazione.
Reclutamento di agenti come esperienza religiosa

“Preparare la documentazione per l'arresto di..., portarlo segretamente fuori dalle strade [neglasno sniat´], interrogarlo e prendere una decisione sul suo reclutamento o arresto". Questa formula ha preceduto quasi ogni rapporto sul reclutamento di agenti. C'erano circa 200 agenti e informatori che lavoravano nella clandestinità dei Testimoni a metà degli anni '50. Potrei rintracciare le storie dei file di circa 50 di loro. La maggior parte ha avuto esperienze tragiche, con le loro famiglie vicine imprigionate o esiliate. Alcuni di loro erano stati e sarebbero stati (dopo il loro servizio presso la polizia di sicurezza) arrestati e processati. Tutti loro furono reclutati con un semplice ricatto, ricevendo, come affermano eloquentemente Amir Weiner e Aigi Rahi-Tamm, “un'offerta che non potevano rifiutare: mantenere la loro libertà (o vita) in cambio di informazioni”.[49]

La maggior parte dei rapporti degli agenti che ho trovato negli archivi erano copie standardizzate “spazzolate” dattiloscritte su carta intestata. Ma anche i rapporti degli agenti stereotipati possono offrire uno sguardo intimo sulla vita degli agenti e sulle loro relazioni con i gestori del KGB. Alcuni rapporti registrano dialoghi e persino discussioni tra un agente e un agente, oltre a mostrare segni dello stato emotivo di un agente.[50] I rapporti degli agenti di controllo incrociato (una tipica procedura del KGB per verificare un agente da altre fonti) fanno luce sull'altro lato della vita di un agente, al di fuori dell'ufficio del KGB. Queste fonti possono rivelare l'ambiguità del ruolo degli agenti nell'underground religioso e la loro (ri)formazione identitaria spesso straziante.

Grigorii Semak, un servitore distrettuale dei Testimoni nella regione di Ternopil´, fu arrestato nel 1951. Un'autorità della rete clandestina che conosceva personalmente un membro del comitato nazionale, Mykola Tsyba, fu avvicinato dalla polizia segreta durante la sua custodia cautelare. Di fronte alle alternative standard – 25 anni in un campo di lavoro o il rilascio come agente – ha scelto la seconda opzione. Il KGB ha organizzato una sessione in tribunale, con un giudice, testimoni e un verdetto non colpevole.[51] In qualità di agente Vladko, con un mucchio di pubblicazioni della Watch Tower rilasciatigli dal KGB (“per rafforzare la sua autorità”) e un piano sotto copertura, fu rilasciato lo stesso giorno.[52] Ben presto divenne il terzo membro dell'ufficio regionale segreto e sotto la sua guida avrebbe unito oltre 300 credenti su 700 che vivevano nella regione di Ternopil´. Allo stesso tempo, per diversi anni sarebbe stato uno dei più attivi evangelizzatori a tempo pieno, che diffondeva letteratura religiosa (prodotta dal KGB), predicava a funerali e matrimoni, organizzava battesimi e così via. Come agente, poteva agire senza paura.

Ironia della sorte, il reclutamento come agente forniva maggiori opportunità di “servizio teocratico” e offriva un minimo di libertà di fare proselitismo, distribuire letteratura religiosa o comunicare con altri credenti, in breve, praticare la fede. Inoltre, un funzionario competente potrebbe raccomandare ad altri di “usare il [loro] tempo libero disponibile per studiare la Bibbia” o di ricevere il battesimo, se possibile. Un altro agente fu autorizzato dal KGB a leggere la Bibbia e le riviste della Watch Tower a una comunità analfabeta di Testimoni contadini. In un'altra occasione, ad un agente fu affidato il compito di reclutare una determinata persona nella setta.[53] Dal punto di vista čekista, questa azione potrebbe riflettere una qualche necessità operativa; dal punto di vista religioso si chiama evangelizzazione.

È interessante notare che questa libertà ha portato allo smascheramento dell'agente Vladko da parte dei suoi fratelli di fede. Dopo un funerale in cui Vladko predicò apertamente, i credenti iniziarono a sospettare che fosse un collaboratore del KGB. “Se non fosse legato al KGB”, diceva la gente, “non predicherebbe così apertamente; chiunque altro sarebbe stato arrestato molto tempo fa per questo”.[54]

Il reclutamento potrebbe anche essere percepito come una prova di Dio. Un documento del 1953 riportava il reclutamento di una giovane Testimone, Paraskovia Oleschuk. I rapporti degli agenti di controllo incrociato forniscono informazioni sul suo disagio emotivo. Paraskovia piangeva spesso e diceva ai suoi fratelli con fede che era “morta per sempre”, perché aveva servito due dei. Si avvicinò a un anziano della congregazione (che era lui stesso un agente), chiedendogli se Dio poteva perdonare il suo peccato. Poi andò incontro a Iosif (di cui aveva riferito), piangendo e dicendo che era morto anche lui, perché lei lo aveva tradito. Gli portò persino una giacca calda in modo che fosse vestito calorosamente in caso di arresto.[55]

La collaborazione forzata ha aperto una polifonia di sentimenti che sono stati tradotti dai credenti in termini religiosi. Nonostante il fatto che il reclutamento di una persona da parte del KGB dovesse essere completamente segreto, spesso è diventato una sorta di proprietà simbolica di una comunità religiosa locale, qualcosa che hanno vissuto insieme. Ho potuto seguire la storia di un piccolo gruppo di Testimoni a Leopoli nel 1951–54: quattro membri su dieci hanno fornito informazioni agli “organi” in momenti diversi.[56] Poiché un credente smise di collaborare per vari motivi, un altro venne destinato al reclutamento. Sapendo che erano tutti sotto costante sorveglianza, il gruppo continuava le adunanze settimanali di studio biblico, discutendo spesso della questione della collaborazione e del tradimento. Il reclutamento causò violenze e disordini, ma allo stesso tempo ha fornito nuove opportunità che i credenti hanno potuto e hanno fatto riciclare nella loro esperienza religiosa.

La storia nella sequenza di apertura – due servitori di ministero Testimoni che si incontravano nel rifugio di un corriere Testimone e loro tre erano agenti del KGB – era una tipica strategia del KGB per trasformare un ambiente religioso in uno falso. Eppure questo contesto costruito artificialmente è stato appropriato dal gruppo religioso per garantire la continuità delle sue pratiche religiose (autentiche). Pur essendo agenti, i due Testimoni operavano come servitori di distretto all'interno dell'organizzazione religiosa clandestina, assumendo le rispettive responsabilità. L'ambientazione falsa ha permesso loro di incontrarsi (in quale altro modo avrebbero potuto incontrarsi quando tutti i canali di comunicazione erano stati interrotti?) per discutere della restaurazione dell'organizzazione dei Testimoni in Ucraina, della pubblicazione di nuova letteratura e di altre questioni puramente religiose.

Rapporti di controllo incrociato presentati da altri informatori che hanno visto l'agente Kirpichenko mostrano che aveva amari sentimenti antisovietici. “È tutto vile [un ufficiale ha sottolineato la parola durante la lettura del rapporto di controllo incrociato]!” una volta ha discusso di una manifestazione del Komsomol organizzata dalle autorità locali. “[Le persone] sono spinte a parteciparvi. Hanno tutti fame e per loro questo è l'unico modo per ottenere del pane!” Kirpichenko si lamentò apertamente con il suo ufficiale: il KGB lo stava usando per rivelare tutti i principali Testimoni e per arrestarli tutti, compreso lui. In un'altra occasione disse: “Sarebbe meglio se mi mettessero in prigione; sarebbe più facile per me in prigione”.[57] Durante l'intera operazione di quattro anni, gli agenti Kirpichenko e Vladko furono entrambi classificati come “fanatici settari” nelle loro valutazioni del carattere.[58]

Ad un certo punto, sembrava che l'operazione segreta avesse iniziato a vivere di vita propria. Gli agenti viaggiavano tra le congregazioni, più spesso al di fuori del controllo diretto del KGB. Organizzarono gruppi di preghiera e riunioni di studio della Bibbia, tenevano commemorazioni annuali (commemorazioni dell'ultimo pasto serale di Gesù) e distribuivano pubblicazioni. Nell'agosto 1953 più di 20 persone furono battezzate clandestinamente come nuovi Testimoni di Geova a Leopoli e Stanislav. Sono stati gli agenti Kirpichenko e Guiva ad organizzare gli eventi e a battezzare i credenti. “Il battesimo si è svolto con la grande gioia di tutti. Tutti erano molto felici”, riferì in seguito Guiva.[59] Un agente del KGB che battezza i credenti riferisce dell'evento al suo ufficiale senza nascondere l'eccitazione della sua fede. Cosa è falso e cosa è autentico in questa cornice? È stato il KGB che ha organizzato i battesimi e i due agenti del KGB che hanno battezzato. Ma furono i veri credenti a ricevere il battesimo, un evento religioso che all'epoca era piuttosto difficile da organizzare. Per loro è stato un autentico atto di fede. Che si tratti di un finto incontro dei due servitori di ministero, trasformati in agenti del KGB, o di un battesimo inscenato, all'interno di un contesto religioso, il falso è stato appropriato e convertito in un autentico dominio religioso.
Il KGB come fonte di riproduzione religiosa

La produzione di pubblicazioni della Watch Tower era la carta vincente del KGB. Intrinseco alla pratica della fede, ciò che i Testimoni chiamavano “cibo spirituale”, la letteratura della Watch Tower collegava congregazioni e circoscrizioni di tutto il mondo con la Società. Il KGB era consapevole dell'importanza della Torre di Guardia (seconda solo alla Bibbia) nella Società. Fu prodotto esclusivamente dal quartier generale della Società e contrabbandato in Unione Sovietica, dove i Testimoni tradussero e ristamparono decine di migliaia di copie nelle loro macchine da stampa bunker (fig. 3).[60]

Una forma di capitale simbolico e materiale, La Torre di Guardia era intrecciata con il potere e l'autorità religiosa. Coloro che lo distribuirono rappresentarono la Società internazionale. In cambio di letteratura, i credenti presentavano i loro conteggi missionari e donavano fondi, che a loro volta i servitori di ministero passavano alla gerarchia.

Per rafforzare la credibilità dei suoi agenti e per far funzionare il comitato segreto in modo indipendente dalla Società internazionale, il KGB iniziò a ristampare la letteratura della Watch Tower usando i propri mezzi. Nell'agosto 1951 il KGB stampò le prime 50 copie della Torre di Guardia. La copia originale della rivista venne intercettata dalla polizia e ristampata utilizzando le tipografie dei Testimoni confiscate (fig. 4). Presto altre 400 copie della Torre di Guardia furono ristampate “in casa” dal KGB.[61] Ciò non era sufficiente, perché la polizia stava stampando numeri precedentemente confiscati e già scaduti. I credenti stavano aspettando “cibo fresco” da “Mamma”.[62] In ogni rapporto, gli agenti chiedevano più letteratura, avvertendo che l'operazione stava per fallire poiché i credenti iniziavano a sospettare che non ci fosse comunicazione con la Watch Tower Society. Il KGB era alla disperata ricerca di nuovi canali all'estero. I risultati rasentano l'assurdo, ad esempio, quando si legge un documento interno del KGB che afferma la necessità di intercettare la letteratura proveniente da Brooklyn per pubblicarla prima.[63]

Nel frattempo, quando non era disponibile nuova letteratura, il KGB decise di produrne una propria. Durante il 1952-53, la polizia segreta pubblicò diversi numeri del bollettino L’Informatore (oltre 300 copie in totale),* scritta dagli agenti Krestinski, Kirpichenko e Guiva. Sebbene fosse un falso del KGB, la circolare incoraggiava comunque i credenti a migliorare il loro “lavoro teocratico” e a ristabilire i legami rotti tra i membri dell'organizzazione. Chiesero di rafforzare la fede e l'intensificazione della predicazione. “Portate tutti dalla Mamma!” dichiarava il falso del KGB.[64]

 


Figura 3. Fotografia prodotta dal KGB di una macchina da stampa sotterranea nel villaggio di Smodna,
oggi nella regione di Ivano-Frankivsk.
Fonte: Archivio SBU, f. 5, spr. 42795, ark. 90.  


 
Figura 4. Una fotocopia di un numero intercettato della Torre di Guardia  
e una copia ristampata prodotta dal KGB
Fonte: Archivio SBU f. 2. op. 1, spr. 2019, ark. 158.  

Nel 1953, l'agente Krestinski presentò la sua bozza di un numero della Torre di Guardia intitolato “Rahab la prostituta”, che il centro del KGB di Kiev si stava preparando a pubblicare.[65] Ma le grandi speranze di conquistare i Testimoni ucraini e di riuscire con gli obiettivi dell'operazione svanirono quando Mosca vietò la produzione di letteratura “illegale”. Apparentemente Mosca si rese conto del rischio di un coinvolgimento religioso così intenso e proibì l'uso della “terminologia geovista” come Armaghedon o menzionare l'istituzione del Regno di Dio e dello stato teocratico. Numerosi appelli da Kiev non portarono cambiamenti.[66] Senza nuova letteratura, gli agenti del KGB furono smascherati, uno per uno, dalle loro congregazioni. Ciò coincise con la morte di Stalin e le riforme di ristrutturazione del 1954 all'interno dei servizi di sicurezza (consolidamento e centralizzazione dell'apparato e significativa riduzione del personale). A seguito di queste riforme, molte iniziative locali sono state sospese. Tra questi c'era l'operazione segreta dell'Ufficio regionale.

Durante i quasi quattro anni della sua esistenza, l'ufficio segreto stampò diverse migliaia di copie della Torre di Guardia, opuscoli e bollettini. Il KGB ha cercato di tracciare la diffusione della propria letteratura tenendo conto dei nomi e degli indirizzi di coloro che hanno ricevuto le pubblicazioni.[67] Rendendosi conto del rischio dell'operazione – la stessa polizia segreta sovietica che produce letteratura religiosa illegale – il KGB cercò di distinguere le “false” copie da quelle “autentiche”. Segni quasi invisibili – un errore di battitura a pagina 1, una parola mancante sovrascritta a pagina 6 o una piccola riga a pagina 11 – formavano quella linea simbolica che separava il dissenso religioso dalla polizia segreta sovietica (fig. 5). Il fascicolo si diffuse rapidamente tra i credenti con un solo risultato: ne chiesero di più. I credenti usavano letteratura falsa in un contesto religioso autentico di gruppi di studio della Bibbia per scopi religiosi. I confini tra il falso e l'autentico stavano diventando meno chiari.

Paradossalmente, nel contesto di una rete sotterranea di Testimoni disintegrata (causata da deportazioni e arresti di massa), canali di comunicazione interrotti con la Società e l'assenza di letteratura Watch Tower, il KGB divenne un canale di comunicazione alternativo tra le comunità di fede e una fonte di riproduzione religiosa. Scrivendo sul samizdat politico dissidente in Unione Sovietica,* Sergei Oushakine sostiene che il discorso di opposizione “condivideva il campo simbolico con il discorso dominante: faceva eco e amplificava la retorica del regime, piuttosto che posizionarsi al di fuori o al di sotto di esso”.[68] Al contrario, questa storia illumina i tentativi della polizia segreta di entrare nel campo simbolico del dissenso religioso e di imitare il discorso di opposizione del samizdat religioso. Ma l'imitazione non riuscì a minare il potere del discorso religioso. Il mimetismo è diventato l'autentica fonte di riproduzione religiosa quando l'imitazione del KGB è stata appropriata dai credenti nel loro autentico contesto religioso.
Conclusione

L'operazione LKB fu sospesa nel 1954, non essendo riuscita a portare a termine i suoi ambiziosi compiti. Come mostrano rapporti successivi, la maggior parte degli agenti chiave dell'operazione vennero smascherati dai Testimoni o vennero rimossi da posizioni dirigenziali perché sospettati. Ciò che l'operazione segreta ha rivelato invece è stato il “potere preso in prestito” e l'agenzia nascosta del dissenso religioso nel contesto di un controllo statale totalizzante: l'agenzia per appropriarsi del falso e riciclarlo in autentica esperienza religiosa.[69] Questa era una situazione di doppia appropriazione. Il KGB ha preso in prestito, o imitato, le forme culturali dei Testimoni (organo dirigente, letteratura e pratica religiosa) nella sua lotta politica per superare il dissenso religioso. Al contrario, queste costruzioni del KGB hanno agito come riappropriazione culturale nell'ambito religioso. I rituali messi in scena sono stati appropriati come autentica esperienza religiosa. Gli incontri religiosi clandestini organizzati dal KGB sono stati utilizzati dai credenti per ricostruire i legami interrotti tra le comunità di fede. Alla fine l'intera operazione segreta è stata presa in prestito dalla minoranza religiosa emarginata come mezzo di emancipazione.

L'operazione LKB non è stato l'ultimo tentativo del KGB di infiltrarsi nell'organizzazione dei Testimoni di Geova. Non appena l'ufficio regionale segreto venne chiuso, il KGB ha avviò una nuova operazione centralizzata. I suoi file non sono sopravvissuti e solo pochi documenti segreti riportano brevemente il lavoro agente-operativo nella clandestinità dei Testimoni.[70] Il KGB ha rivendicato il merito di aver innescato la successiva divisione tra i comitati dei testimoni ucraino e siberiano. Gli “organi” avrebbero stabilito un canale di comunicazione con il quartier generale di Brooklyn e influenzato l'improvviso spostamento della Società verso una politica più leale (la questione ha causato conflitti a lungo termine tra i Testimoni sovietici).[71] Un altro documento affermava che ciò era dovuto all'influenza degli agenti — membri del comitato nazionale — che i Testimoni sovietici hanno riconsiderato la loro politica in merito alla partecipazione alle elezioni nazionali o all'appartenenza ai sindacati.[72]

La successiva storia dei Testimoni di Geova mostra che né l'infiltrazione di agenti del KGB né la sistematica persecuzione statale dei Testimoni hanno impedito alla religione emarginata di sopravvivere e di crescere costantemente. Né furono in grado di cambiare le posizioni teocratiche fondamentaliste dei Testimoni. Durante il loro ritiro nella clandestinità nel periodo sovietico, i Testimoni svilupparono molteplici forme di sfida e adattamento alla repressione e al controllo. Non perdendo le loro visioni apocalittiche millenarie, hanno vissuto la caduta dell'URSS, la legalizzazione della loro organizzazione all'inizio degli anni '90 e la sua rinascita pubblica nell'era post-sovietica.



Figura 5. Una copia della Torre di Guardia con un difetto di stampa (una linea nera sulla pagina)
per contrassegnare la copia come prodotta dai servizi di sicurezza sovietici.
Fonte: Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 298.  
 
La storia dei Testimoni sovietici offre uno spaccato vitale della complicata relazione tra sorveglianza e religione, comprese le sue forme fondamentaliste (ampiamente definite). Il crescente controllo statale sulla diversità religiosa, come nel caso della Russia di Putin, può innescare nuove e vecchie risposte negli attori religiosi. Se il fondamentalismo religioso si forma in conflitto con la modernizzazione e la secolarizzazione (la secolarizzazione forzata sovietica non faceva eccezione a questa regola), la sua rinascita nelle società laiche postmoderne può essere innescata dalla proliferazione delle pratiche di sorveglianza come strumenti politici. Quando la sorveglianza viene mobilitata per controllare il dissenso religioso, l'azione dell'osservato può essere espressa attraverso lo sviluppo di tensioni anticonformiste più radicali.

 
Tatiana Vagramenko
Dept. of Social Anthropology, Office 2085
University of Barcelona
Montalegre 6
Barcelona 08001, Spain

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Note:

* Tatiana Vagramenko, KGB "Evangelism". Agents and Jehovah's Witnesses in Soviet Ukraine, in Kritika: Explorations in Russian and Eurasian History, Volume 22, Number 4 (Fall 2021), pp. 757-787, https://muse.jhu.edu/article/835706. Tatiana Vagramenko è Juan de la Cierva Fellow presso il Dipartimento di Antropologia Sociale dell’Università di Barcellona. Il suo attuale progetto, “History Declassified: The KGB and the Religious Underground in Soviet Ukraine”, si sofferma sui materiali storici dell'Archivio SBU (ex KGB) di recente apertura in Ucraina ed è incentrato sulla complessa storia dell'intreccio della religione con l'Unione Sovietica polizia segreta e la sua eredità nel contesto postcomunista. È co-editrice, con James Kapaló, di Hidden Galleries: Material Religion in the Secret Police Archives in Central and Eastern Europe (2020).
[1] Il servizio di sicurezza sovietico ha subito una serie di riforme di ristrutturazione e ha assunto nomi diversi (Čeka/NKVD/GPU/MGB/KGB). Al momento di questa operazione segreta, il servizio di sicurezza sovietico (MGB) era nel bel mezzo della sua definitiva reincorporazione, finché alla fine, nel 1954, fu formato come Comitato per la sicurezza dello Stato (KGB). Uso il termine "KGB" per riferirmi alla polizia segreta sovietica e alle agenzie di intelligence prima e dopo la loro riorganizzazione finale.

* Nel lessico geovista in uso negli anni ‘30-’50, i Gionadab (Jonadab o Jehonadab in lingua inglese) erano i credenti cristiani Testimoni di Geova che avevano aderito alla Watch Tower Society sperando però di vivere per sempre sulla terra piuttosto che in cielo con Cristo, termine oramai desueto ma di fatto sinonimo dell’odierna definizione “altre pecore”. Il termine fu introdotto da Joseph F. Rutherford, secondo presidente della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania, dall’articolo “His Kindness – Part 1”, pubblicato su The Watchtower del 1° agosto 1934, p. 228, par. 3 [NdT].

[2] Haluzevyi derzhavnyi arkhiv Sluzhby bezpeky Ukraïny (di seguito Archivio SBU) f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 261, 282; spr. 2432, ark. 87, 251. Conservo i nomi originali e i nomi in codice degli agenti.

[3] Emily Baran, Dissent on the Margins: How Soviet Jehovah's Witnesses Defied Communism and Lived to Preach about It (New York: Oxford University Press, 2014), 15–19.

[4] Zoe Knox, “Jehovah's Witnesses as Un-Americans? Scriptural Injunctions, Civil Liberties, and Patriotism”, Journal of American Studies 47, 4 (2013): 1081–108.

[5] Alcuni dei primi dettagli sulle operazioni del KGB contro i Testimoni di Geova compaiono in Christopher Andrew e Vasili Mitrokhin, The Sword and the Shield: The Mitrokhin Archive and the Secret History of the KGB (New York: Basic Books, 1999), 504–6.

[6] “Storie di archivio” [“File storry”, NdT] è un termine suggerito da Valentina Glajar per riferirsi all'intreccio di file e vita: frammenti di storie di vita (sia dei collaboratori che delle vittime) disseminati negli archivi della polizia segreta. Valentina Glajar, “‘You'll Never Make a Spy out of Me’: The File Story of 'Fink Susanne'”, in Secret Police Files from the Eastern Bloc: Between Surveillance and Life Writing, Glajar, Alison Lewis eCorina L. Petrescu, a cura di (New York: Camden House, 2016), 56–83.
[7]1 Katherine Verdery, “Postsocialist Cleansing in Eastern Europe: Purity and Danger in Transitional Justice”, in Socialism Vanquished, Socialism Challenged: Eastern Europe and China, 1989–2009, Nina Bandelj e Dorothy J. Solinger, a cura di (New York: Oxford University Press, 2012), 63–82; Glajar et al., Secret Police Files; Lavinia Stan e Lucian Turcescu, “The Devil's Confessors: Priests, Communists, Spies, and Informers”, East European Politics and Societies 19, 4 (2005): 655–85; Lavinia Stan, “Spies, Files and Lies: Explaining the Failure of Access to Securitate Files”, Communist and Post-Communist Studies 37, 3 (2004): 341–59.

[8] Per ulteriori informazioni sulla decisione della Russia di bandire i Testimoni di Geova come "estremisti", si veda Zoe Knox, “Jehovah's Witnesses as Extremists: The Russian State, Religious Pluralism, and Human Rights”, Soviet and Post-Soviet Review 46, 2 (2019): 128–57. Emily Baran ripercorre la continuità storica della retorica emarginante applicata ai Testimoni dal dopoguerra all'odierna Russia in “From Sectarians to Extremists: The Language of Marginalization in Soviet and Post-Soviet Society", Soviet and Post-Soviet Review 46, 2 (2019): 105–27.

[9] Dmitrii V. Vedeneev, “V ozhidanii Armageddona: Organy bezopasnosti i podpol´e 'Svidetelei Iegovy' v Ukrainskoi SSR (1940–1960-e gody)”, Zhurnal rossiiskikh i vostochnoevropeiskikh istoricheskikh issledovanii 8, 1 (2017): 111–21.

[10] Katherine Verdery, Secrets and Truths: Ethnography in the Archive of the Romanian Secret Police (Budapest: Central European University Press, 2013), 62; Ioana Luca, "Secret Police Files, Tangled Life Narratives: The 1.5 Generation of Communist Surveillance", Biography 38, 3 (2015): 366.

[11] Sonja Luehrmann, Religion in Secular Archives: Soviet Atheism and Historical Knowledge (New York: Oxford University Press, 2015), 32; vedi anche Florin Poenaru, “Contesting Illusions: History and Intellectual Class Struggles in (Post)Socialist Romania” (PhD diss., Central European University, 2013), 219.

[12] Katherine Verdery, “Ethnography in the Securitate Archive”, Social Analysis 4, 1–2 (2014): 23.

[13] Cristina Vatulescu, Police Aesthetics: Literature, Film, and the Secret Police in Soviet Times (Stanford, CA: Stanford University Press, 2010), 193.

[14] Ann Laura Stoler, Along the Archival Grain: Epistemic Anxieties and Colonial Common Sense (Princeton, NJ: Princeton University Press, 2009); Verdery, Secrets and Truths; David Zeitlyn, “Anthropology in and of the Archives: Possible Futures and Contingent Pasts. Archives as Anthropological Surrogates”, Annual Review Anthropology 41, 1 (2012): 461–80.

[15] Liudmila Babenko, Radians´ki orhany derzhavnoi bezpeky v systemi vzaemovidnosyn derzhavy i pravoslavnoi tserkvy v Ukraini (1918–seredyna 1950-kh rr.) (Poltava: ASMI, 2014); Kostiantyn Berezhko, “Peresliduvannia svidkiv Egovy v pisliavoennyi period (1945–1951)”, Z arkhiviv VUChK-GPU-NKVD-KGB 37, 2 (2011): 254–65; M. Delegan, “Dokumenty Derzhavnogo arkhivu Zakarpats´koi oblasti pro peresliduvannia sektantiv-egovistiv u 1947–1953”, Z arkhiviv VUChK-GPU-NKVD-KGB 1, 2 (1999): 419–27.

[16] Hiroaki Kuromiya, Conscience on Trial: The Fate of Fourteen Pacifists in Stalin's Ukraine, 1952–1953 (Toronto: University of Toronto Press, 2012).

[17] Baran, Dissent on the Margins, 52.

[18] Roman Skakun, “'Storozh bratovi tvoemu': Agentura organiv bezpeky SRSR u seredovyschi greko-katolyts´kogo dukhovenstva v 1939–1941”, Kovcheg: Naukovyi zbirnyk z tserkovnoi istorii, no. 2 (2018): 72–189.

[19] Verdery, Secrets and Truths, 51–52.

[20] Catherine Wanner, Communities of the Converted: Ukrainians and Global Evangelism (Ithaca, NY: Cornell University Press, 2007), 1.

[21] A. I. Savin, “Sotrudnichestvo s tainoi politsiei kak spetsificheskaia forma politicheskoi adaptatsii veruiushchikh v sovetskom gosudarstve (1920–1940)”, Vestnik Omskogo universiteta: Seriia "Istoricheskie nauki" 3, 3 (2014): 39–40.

[22] Savin, “Sotrudnichestvo”, 44.

[23] A. I. Savin, "'Mnogie dazhe ne dopuskaiut mysli, chto sektant mozhet byt´ chestnym chelovekom': 'Brezhnevskii povorot' v antireligioznoi politike i rossiiskii protestantizm (1964–1966)", Vestnik Tverskogo gosudarstvennogo universiteta: Seriia "Istoriia", no. 4 (2016): 62; James C. Scott, Weapons of the Weak: Everyday Forms of Peasant Resistance (New Haven: Yale University Press, 1987); James R. Millar, “The Little Deal: Brezhnev's Contribution to Acquisitive Socialism”, Slavic Review 44, 4 (1985): 694–706.

* Fondata il 29 ottobre 1918 e chiusa il 28 settembre 1991, il Komsomol, o Unione della Gioventù Comunista Leninista di tutta l'Unione, nota anche con l'acronimo VLKSM, era l'organizzazione che riuniva i giovani dell’URSS e costituiva, secondo il proprio statuto, “supporto attivo e riserva” del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

[24] Per ulteriori informazioni sullo sviluppo della struttura, della teologia e delle pratiche dell'organizzazione e sui conflitti di testimonianza con altre autorità statali, si veda Zoe Knox, Jehovah's Witnesses and the Secular World: From the 1870s to the Present (Houndmills, UK: Palgrave Macmillan, 2018) e George D. Chryssides, Jehovah's Witnesses: Continuity and Change (New York: Routledge, 2016).

[25] Baran, Dissent on the Margins, 49.

* Dal 1932 al 1971, le congregazioni dei Testimoni di Geova di tutto il mondo erano amministrate, per conto della Watch Tower Society, dal “servitore di congregazione”, un singolo anziano nominato dalla Società, coadiuvato dai “diaconi” (o servitori di ministero). La Watch Tower Society, a sua volta, era gestita da un solo uomo, il presidente, che aveva pieni poteri e l’ultima parola in campo teologico-amministrativo, affiancato da un consiglio dei direttori. A partire dal settembre 1972, a seguito di una riforma partita grazie la stesura di Aid to Bible Understanding (1971), dizionario enciclopedico dei Testimoni che ebbe in Raymond Franz, futuro membro del Corpo Direttivo in seguito espulso per “apostasia” nel 1981, uno dei suoi principali autori, scattò nella Watch Tower Society una riforma che vide l’introduzione in ogni congregazione di un corpo di più anziani, nominati dalla Società – che si doterà a sua volta di un organo teologico e amministrativo collegiale, composto dal presidente, dal consiglio dei direttori della Watch Tower e da un certo numero di fedeli “unti” Testimoni, uomini con la speranza celeste, detto “Corpo Direttivo” –, affiancati dai servitori di ministero, come annunciato ne La Torre di Guardia del 1° aprile 1972, 215-221 e spiegato meglio nel manuale Organizzazione per predicare il Regno e fare discepoli (Brooklyn, NY: Watchtower Bible and Tract Society of New York, Inc., 1973), 53-90 [NdT].

* Anche perché la Watch Tower Society introdurrà solo nel 1952 la disassociazione così come tutt’oggi viene praticata dai Testimoni di Geova, dal numero del 1° marzo di The Watchtower (ed. ita. La Torre di Guardia del 15 agosto 1952, 242-253), scomunica accompagnata dall’ostracismo del peccatore, che viene evitato da tutti, parenti compresi [NdT].

[26] Archivio SBU f. 1, spr. 1102, ark. 196, 219.

[27] Baran, Dissent on the Margins, 52–53.
[28] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 9.

[29] L'operazione ha avuto una portata più ampia e comprendeva territori di confine in Ucraina, Moldova, Bielorussia, Lettonia, Lituania ed Estonia, con oltre 10.000 Testimoni e le loro famiglie deportati durante la notte. Si veda M. I. Odintsov, Sovet ministrov SSSR postanovliaet: "Vyselit´ navechno!" (Mosca: Art-Business-Tsentr, 2002); Baran, Dissent on the Margins, 59–66; T. V. Tsarevskaia-Diakina (a cura di), Istoriia stalinskogo Gulaga: Konets 1920-kh–pervaia polovina 1950-kh godov, 5: Spetspereselentsy v SSSR (Mosca: Rosspen, 2004); V. I. Pasat, Trudnye stranitsy istorii Moldovy, 1940–1950 (Mosca: Terra, 1994), 557–716 e Oleg Gol´ko, Sibirskii marshrut, 3° ed. (Mosca: Bibleist, 2007).

[30] L'Operazione Troika ucraina combinò la deportazione di tre gruppi: Testimoni, polacchi e kulaki (Archivio SBU f. 42, spr. 81, vol. 1–2).

[31] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2434, ark. 94. Vedi anche Berezhko, “Peresliduvannia svidkiv Yehovy”, 255–65; S. I. Ivanenko, Svideteli Iegovy—traditsionnaia dlia Rossii religioznaia organizatsiia (Mosca: Art-Business-Tsentr, 2002), 130–36.

[32] Per ragioni sconosciute, la deportazione non includeva uno dei punti d’accesso dei Testimoni, la Transcarpazia.

[33] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 253.

[34] Ibid., ark. 173.

[35] Il principale organo direttivo dei Testimoni di Geova nell'Unione Sovietica era chiamato a quel tempo ufficio regionale (kraevoe biuro), in seguito ribattezzato comitato regionale (kraevoi komitet) e comitato nazionale (komitet strany).

[36] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 38–58; spr. 2432, ark. 134–35.

[37] Ibid., spr. 2434, ark. 94–103.

[38] Ibid., spr. 2431, ark. 282; spr. 2432, ark. 91; spr. 2414, ark. 366–67; f. 6-fp, spr. 69256, vol. 5, ark. 281.

[39] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2432, ark. 289; spr. 2431, ark. 38–58.

[40] Ibid., spr. 2435, ark. 251.

[41] Per ulteriori informazioni sui diagrammi visivi del KGB della metropolitana religiosa, vedere Tatiana Vagramenko, “Visualizing Invisible Dissent: Red-Dragonists, Conspiracy, and the Soviet Security Police”, in The Religious Underground and the Secret Police in Communist and Post-Communist Central and Eastern Europe, James Kapaló e Kinga Povedák (a cura di) (New York: Routledge, 2021), 60–82.

[42] Archivio SBU f. 5, spr. 42795.

[43] Archivio SBU, f. 2, op. 1, spr. 2431, ark. 9–18.

[44] Ibid., spr. 2431, ark. 12.

[45] Ibid., ark. 13.

[46] Ibid., ark. 16–17.

[47] Archivio SBU f. 13, spr. 705, ark. 83.

[48] Non possiamo escludere la possibilità che questo sia stato anche il risultato di un'accesa lotta di potere tra i leader Testimoni, abbastanza comune negli anni '50 e '60, quando furono usati metodi duri nei riallineamenti di potere.
[49] Amir Weiner e Aigi Rahi-Tamm, “Getting to Know You: The Soviet Surveillance System, 1939–57”, Kritika 13, 1 (2012): 15.

[50] Osservazioni simili sono fatte da Alison Lewis in “Secret Police Files and the Life Stories of Stasi Informers”, in Secret Police Files, 29.

[51] Sulla manipolazione da parte del KGB del sistema giudiziario sovietico, vedi anche Andrew Mitrokhin, Sword and the Shield, 7.

[52] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2019, ark. 24–27, 137; spr. 2023, spr. 30–31.

[53] Ibid., spr. 2432, ark. 56, 69; spr. 2431, ark. 24, 140.

[54] Ibid., spr. 2435, ark. 168.

[55] Ibid., ark. 39–40, 41.

[56] Ibid., spr. 2432.

[57] Ibid., ark. 40, 303; spr. 2434, ark. 61.

[58] Entrambi i nomi sono oscurati nel rapporto per proteggere la loro purezza simbolica (ibid., spr. 2433, ark. 58, 65).

[59] Ibid., spr. 2434, ark. 79, 81, 107, 114, 120.
[60] Per ulteriori informazioni sul caso, si veda Tatiana Vagramenko, "Bunker Printing Press," in Hidden Galleries: Material Religion in the Secret Police Archives in Central and Eastern Europe, James Kapaló e Vagramenko (a cura di) (Münster: Lit, 2020), 19.

[60] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2019, ark. 52; spr. 2433, ark. 178.

[60] Testimonia le parole in codice per la letteratura della Watch Tower e per la Società che apparentemente erano ampiamente utilizzate dai credenti in quel periodo poiché appaiono frequentemente nelle lettere e nelle pubblicazioni dei Testimoni di Geova di quei tempi.

[60] Archivio SBU f. 2, op. 1, spr. 2432, ark. 282–84.

* L’Informatore era un bollettino mensile in uso dal 1936 al 1957 distribuito a tutti i proclamatori Testimoni di Geova, battezzati e non contenente i programmi delle adunanze, articoli che spronavano i fedeli all’impegno nell’evangelizzazione e schemi per presentare le pubblicazioni. Verrà sostituito, fino al 2015, col Ministero del Regno, con le medesime funzioni [NdT].

[60] Ibid., ark. 74–81 ob., 312–13.

[60] Ibid., ark. 144–53 ob.

[60] Ibid., spr. 2434, ark. 168; spr. 2435, ark. 122, 127.

[60] Ibid., spr. 2431, ark. 291.

* Samizdat in russo significa “edito in proprio”, e indica un fenomeno sociale, culturale e politico che esplose in Unione Sovietica e nei Paesi del blocco orientale tra la fine degli anni ‘50 e i primi anni ‘60, consistente nella diffusione clandestina di scritti illegali, poiché censurati dalle autorità, ritenuti propagatori di "odio" o in qualche modo ostili al regime sovietico, dalla letteratura alla poesia passando per la saggistica di vario tipo. Quello che era un fenomeno spontaneo e irregolare fece un salto qualitativo e divenne una sorta di canale di distribuzione alternativo, nonché il principale mezzo usato dal nascente dissenso sovietico per poter vivere e comunicare, al punto che talvolta è identificato con esso[NdT].

[60] Serguei Oushakine, “The Terrifying Mimicry of Samizdat”, Public Culture 13, 2 (2001): 191–214.

[60] Ziff H. Bruce e Pratima V. Rao, Borrowed Power: Essays on Cultural Appropriation (New Brunswick, NJ: Rutgers University Press, 1997).

[60] Archivio SBU f. 1, op. 1, spr. 1103, ark. 15–16.

[60] Archivio SBU f. 16, op. 1, spr. 949, ark. 341–45.

[60] Archivio SBU f. 1, op. 1, spr. 1103, ark. 185–88.


 
   
       
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Crisi di coscienza,
Fedeltà a Dio
o alla propria religione?
Di Raymond Franz,
già membro del
Corpo Direttivo
dei Testimoni di Geova
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